║2. 𝐬𝐞𝐢𝐬𝐡𝐮 𝐢𝐧𝐮𝐢

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inui mi salutò e accennò un sorriso.

non ero che unx perfettx sconosciutx per lui... perché doveva prendere tutta questa confidenza all'improvviso?

forse perché mi ha dato la sua felpa?
o forse la voleva indietro?

in effetti era troppo bella da dare via.

kokonoi hajime, il suo compagno, non appena si accorse che inui stava alzando la mano per salutarmi una seconda volta, subito lo fermò con uno schiaffo.

forse perché doveva prestare attenzione al discorso di mikey.

da quel giorno quei due facevano parte della nostra tokyo manji gang? così in fretta? la cosa mi puzzava.

era salita in me qualche preoccupazione, speravo che il comandante avesse parlato con i due per bene. potevano anche essere due grandi traditori e, magari, volevano mandare all'aria tutti i piani della toman.

all'apparenza però... mi parvero innocui.

terminata la riunione, mikey si avvicinò a me lasciando i nuovi arrivati da soli.

"è tutto sotto controllo Y/N, non ci tradiranno."
"spero che tu ne sia sicuro, mikey."

"ho già parlato con loro, non vogliono più ritornare alla black dragons" disse "è letteralmente a pezzi dopo quello che è successo."
"dobbiamo sempre tenere alta la guardia." dissi alzando lo sguardo verso kokonoi e inui.
"certo, ma ti assicuro che sono davvero due brave persone."

mi diede una pacca sulla spalla e se ne andò.

i due nuovi arrivati si accorsero che li stavo scrutando con lo sguardo.

"vieni qui." disse il ragazzo dai capelli neri.

non esitai e mi avvicinai a loro
non li lasciai parlare e quando li raggiunsi dissi queste parole:

"se avete intenzione di ribaltare la toman, dovrete prima passare sul mio cadavere."

"non vogliamo fare nulla di tutto questo e te lo garantiamo" disse kokonoi "avevamo solo bisogno di un posto dove stare."

guardai il ragazzo biondo, che costantemente mi fissava.
dal suo sguardo sembrava proprio che voleva rompere il ghiaccio.

"hai nulla da dire tu?"
"il nostro ex comandante ci ha parlato molto di te."

cosa?
chi aveva parlato di me a questo sconosciuto? e soprattutto perché?

non risposi perché rimasi destabilizzata.

"ohh, allora tu sei proprio Y/N." disse kokonoi.
ricordavano pure il mio nome? che follia era mai questa?

"cosa volete da me?"
"sei unx dei membri più forti della toman, non è così?" disse il biondino.

modestamente lo ero, non volevo nemmeno negarlo.
"è così."
i due si scambiarono uno sguardo per poi rivolgersi a me chiedendomi il motivo per cui non avevo partecipato allo scontro di natale.

"avevo bisogno di tranquillità" risposi.
"il nostro ex-comandante voleva affrontarti da tanto tempo, ma non ne ha mai avuto la possibilità" disse il corvino e fece continuare a inui che disse: "sei molto conosciutx."

"ah sì? questa è nuova per me."
in realtà sapevo che molti hanno voluto affrontarmi, ma alla fine dipendeva da quando mi andava, e quel natale non volevo proprio di fare a botte con un'intera gang.

calò il silenzio.

"io vi terrò sott'occhio, potete starne certi."

inui rise sotto i baffi.

"ti senti spiritoso?"
"e tu ti senti forte?" ribatté kokonoi.

partiamo male.

"dai koko, non fare tanto il crudele!" e il biondo continuò a ridere.

mi stavano prendendo in giro: la presi così.

il ragazzo dai capelli neri dopo uno sbuffo se ne andò, lasciando soli me e inui.

"lascialo stare, è scontroso con tutti."
non risposi.

"ho sempre ammirato la tua figura sai?"
"mi hai sempre ammiratx? che vuol dire?"

"ti abbiamo vistx combattere, insomma... ti avevo già vistx prima d'ora."

"parlavano di te come se fossi quasi una divinità, che supera tutto con astuzia e che sa guidare i suoi amici."

misi le mani nelle tasche.
nelle tasche della famigerata felpa.

"e che nonostante la morte di alcuni compagni non si è lasciatx andare."

ebbi uno scatto, quasi balzai in aria.
spalancai gli occhi e lo guardai dritto in viso.

"chi sei? perché sai tutte queste cose? cosa vuoi da me?" gli chiesi senza alzare troppo la voce.

il vento fece svolazzare i suoi capelli biondi.

"sono inui, seishu inui, il ragazzo della felpa."

non sapevo cosa dire, sapeva sempre cogliermi in flagrante.

"comunque vedo che ti è piaciuta, la indossi ancora."
"dà molto calore, ma a dire il vero avevo un'altra domanda."

inui aspettò che continuassi la frase.
ma perché stavo arrossendo?!

"perché mi hai dato questa felpa..."
"te l'ho già detto."

"ma veramente no!" dissi aggressivamente.
"forse non ci hai fatto caso allora."

stavo perdendo la pazienza.
volevo continuare la conversazione, volevo capire.

ma se ne andò, dandomi prima una pacca sulla spalla.

che significato ha tutto questo?

guardai la felpa che avevo addosso.
sotto avevo la divisa della mia gang.

ed ecco che decisi di togliermi la felpa.

fu un gesto veloce, non ci pensai due volte a liberarmene.

quella felpa tra le mie mani dava un tepore che solo dio sa quanto amavo.

era veramente bella, ma il mio cervello disse chiaramente no.

non sapevo precisamente cosa volevo, ma persa la pazienza dopo quel discorso adagiai la felpa sulle scale.

in realtà, mi fermai a pensare prima di posarla.
non la lasciai né spiegazzata né molto disordinata.

la avvolsi per bene e la lasciai lì.

scesi le scale ma un senso di colpa si fece sentire: mi guardai indietro.

quella bellissima felpa, l'avevo appena lasciata lì. che fine avrebbe fatto l'indomani?

sbuffai.

cosa volevi da me?

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quella mattina aprii gli occhi alle 6.
il primo pensiero che ebbi fu la felpa.

chissà... forse l'avrà presa qualche altro fortunato.

mi girai dall'altro lato e chiusi gli occhi per riprendere sonno.

ovviamente non mi addormentai e infastiditx
presi la testa fra le mani e urlai.

rimasi a fissare il tetto per un minuto per poi finalmente balzare giù dal letto e dire: "adesso vado."

sistemai i capelli, non feci caso a come apparivo, anzi sembravo quasi un cadavere e misi addosso qualcosa di comodo e alla fine un lungo cappotto.
non c'era più la felpa che mi teneva al calore, che, per qualche giorno, ha rimpiazzato il lungo cappotto che usavo annualmente per il periodo natalizio.

mi guardai allo specchio e lasciai casa correndo.

mai in vita mia lasciai casa così presto e così rapidamente.

ma perché stavo correndo?

forse ci tenevo davvero a quella felpa, e volevo comprendere il gesto che inui fece per me.

salii quelle scale con grande velocità, potevo perdere i sensi di lì a qualche secondo.

e... cacchio.

avevo fatto tutta quella strada sperando che la felpa fosse ancora lì? si.
avevo percorso quella strada inutilmente? forse.

la felpa non era più lì.

battei una mano in fronte imprecando senza sosta.
mi guardai attorno mentre il respiro era sempre più affannato.

"buongiorno."

avevo la tachicardia dopo la corsa e sentire così all'improvviso quella voce, così dal nulla, fece martellare sempre di più il cuore nel mio petto.

dopo che mi ripresi, mettendo una mano al cuore dissi:
"ah eri tu."
era proprio inui.

"proprio io."

nonostante mi fossi calmatx il cuore continuava a battere.

perché?

il ragazzo mi sorrise, forse, per farmi tranquillizzare.

fissai il suo sorriso, senza ricambiarlo, fino a quando mi concentrai su altro.

aveva addosso quella felpa, la felpa bianca che mi aveva regalato quella notte di natale.

se l'era ripresa lui? forse ci era rimasto male che l'avevo lasciata lì? forse dovevo tenerla con me? era un regalo di natale?

mi sentii tremendamente in colpa.
mai in vita mia mi sentii così rammaricatx.

"oh stai guardando questa." disse lui indicando l'indumento.

come potevo negarlo?

"l'hai lasciata qui ieri sera, vero?"

e come potevo negare anche questo?

"non ti piaceva?"

ma questo, non volevo proprio negarlo.

"no, era molto bella." ma lo dissi in modo freddo, e volgendo lo sguardo verso il basso.
non volevo guardarlo in faccia, stavo arrossendo dall'imbarazzo.

"e va bene, per ora la tengo io."

stetti zittx ancora per un po'.
mi sentivo molto in colpa.

"ma non preoccuparti" aggiunse "anzi sono molto più contento, perché hai un profumo davvero fantastico."

il cuore riprese a battere così forte.
il mio viso arrossì così tanto che lo sentii quasi bruciare.
avvertii una sensazione allo stomaco, mai provata prima.

alzai il capo per degnarlo di uno sguardo e mi persi in quel sorriso così delizioso e in quegli occhi così splendenti e vivi, che sembravano urlare la sua voglia di parlare sempre di più con me e il che era vero.

ma la domanda era sempre la stessa.

perché?

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to be continued...➡️

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