Sotto le stelle
Kathy si era rintanata col suo tablet in un angolo isolato della biblioteca. Adorava quell'angolo ritagliato a fianco della struttura principale: le sembrava di sprofondare nella valle e di potersi perdere a studiare con la sua ottima vista da mutante i pendii scoscesi delle montagne svizzere. Ultimamente era uno dei suoi posti preferiti di tutta la scuola, lontano da occhi indiscreti, discorsi sussurrati e sospiri di pietà verso la "pazza" della scuola, che continuava nelle sue "inutili indagini". Soprattutto quel posto era lontano da loro: Liv e Josephine. Sempre appiccicate, sempre a scambiarsi manga. Kathy sospettava che ormai avessero finito tutti quelli disponibili nella biblioteca.
In realtà non era solo da loro che si stava nascondendo quel giorno, ma anche da Tom. Avevano litigato ed era la prima volta da quando stavano insieme. Certo c'erano state diverse tensioni in passato, ma da quando Tom era tornato era stato tutto così... perfetto. Ecco Kathy era arrabbiata quasi più perché gli sembrava che Tom avesse rotto l'atmosfera facendo come sempre da guastafeste. Non le credeva e questo le faceva un male che non era del tutto disposta ad ammettere.
Il motivo della discussione era Feltman: un uomo morto... o forse morto; era proprio lì il punto di disaccordo. Tom, alla fine, archiviata la spedizione di Roxy e Liam in senato, aveva trovato un programma per provare il riconoscimento facciale su quell'ombra del video e il risultato per Kathy era praticamente un touch down. Insomma, data la qualità del video, un 85% non le sembrava affatto male, ma Tom diceva che sopra al 90% non era attendibile. Aveva detto piccato: "forse se prendi un immagine in bianco e nero mia e di Michael ci assomigliamo con la stessa percentuale". Lui e Michael? Era davvero questo il paragone che voleva fare?
Kathy aveva gettato i risultati dell'analisi a terra ed era scappata dal piano zero senza voltarsi indietro, nonostante le preghiere di Tom che forse si era accorto di aver fatto non meno di un autogol. Alzò le spalle sospirando e scacciando quei pensieri. Coi manuali non stava affatto andando meglio. Si era accorta di aver trovato meno di un terzo delle versioni e in più i confronti andavano a rilento: si rendeva conto di perdersi. Era come un puzzle multidimensionale e lei in quei giochi nerd non era mai stata brava, ma ormai non aveva più nessuno a cui chiedere. Si massaggiò la testa fissando un'aquila che sorvolava la scuola col suo manto marrone e le ali imponenti.
- L'ho chiamato Jet - disse una voce dietro di lei. Kathy si voltò perplessa. Simon si avvicinò alla vetrata e le fece segno di seguirlo.
- Viene tutti i giorni a girare attorno alla scuola. Non ho mai visto un uccello del genere a Houston; mio padre impazzirebbe di gioia. Lo riconosci perché ha una macchia bianca sotto l'ala destra. E' davvero una bellissima aquila reale. In realtà non ho capito ancora se è maschio o femmina... da questa distanza non è facile - puntualizzò rapito. Adorava starsene li a guardarlo volare libero nel cielo terso. Era ciò che lui non poteva più fare dopo il test genetico. Forse tra specie rare in via d'estinzione c'era una sorta di reciproca ammirazione e rispetto.
- Tu e tuo padre guardate gli uccelli assieme? - fece perplessa Kathy scoppiando a ridere.
- Si chiama Bird Watching ed è molto diffuso in tutto il mondo: siamo iscritti ad un'associazione online e postiamo le foto degli uccelli avvistati - disse serio Simon.
- Ti offendi se ti dico che è una delle cose più nerd che abbia mai sentito - disse Kathy basita.
- ...ma in fondo tu sei pazza dei nerd, Kathy Richardson, lo sappiamo tutti! - se la rise lui puntandola col dito indice. Kathy rise.
- Almeno di un nerd... - precisò Simon. Kathy arrossì e sospirò profondamente, poi abbassò lo sguardo a terra.
-Ehi, cos'è quella faccia? - fece Simon dandole una gomitata.
- Abbiamo litigato, ma tu sei suo amico, quindi non voglio metterti in mezzo alle nostre questioni - tagliò Kathy.
- E stavi facendo i compiti per farti passare la rabbia? - disse Simon indicando il tablet.
- No, in realtà stavo cercando di decifrare un documento pressoché incomprensibile: odio questo manuale, mi fa sentire stupida - confessò Kathy.
- Posso? - fece curioso Simon.
- Oh, ma stai scherzando! Non sapevo ci fosse un manuale su di noi! - fece stupito. Kathy annuì perdendosi a guardare il cielo mentre Simon curioso si sedette al suo posto e scorse avanti e indietro il documento. Su Wikipedia non c'erano tutte quelle informazioni! Da dove le aveva prese Kathy? Era chiaramente uno studio scientifico, scritto da un ricercatore; il gergo era complicato: capiva perché Kathy si era incagliata. In più lei odiava scienze e questo non era un mistero per nessuno.
- Dove l'hai trovato? - chiese Simon.
- È stato postato su Wikileaks per ultime volontà di George Feltman: la F che ti porti nel nome del gene, uno degli scopritori del gene LWF - spiegò brevemente Kathy.
- È molto... specifico...- aggiunse Simon cercando il termine attentamente.
- Ma ci sono le mutazioni anche? Come quella del filmato di Jacob? E sono... vere? - chiese poi incerto dopo un attimo di silenzio.
- Per quanto ne sappiamo sì - ammise Kathy.
- E come ha fatto Feltman a fare questo manuale? - chiese ammirato.
- Come fanno tutti gli scienziati... ha sperimentato ed io credo lo abbia fatto su esseri umani- sospirò Kathy.
- Insieme alla dottoressa Wolfe? - aggiunse stupito Simon.
- Potrebbe essere, ma non ho ancora la prova schiacciante o meglio ce l'avrei, ma Tom dice che non posso basarmi su quello - sbuffò Kathy.
- Per questo avete litigato? - disse Simon stupito. Kathy annuì.
- Kathy, andiamo! È solo un documento ...- rise Simon.
- Parliavamo del video, comunque ... Sì... Capisco cosa intendi - sospirò Kathy.
- Deve essere stato un periodo difficile per Tom. Insomma ricordare tutto quello che gli ha fatto quella donna... Vederla in televisione. Credo abbia avuto paura che potessero finirci di mezzo Roxy o Liam. - ipotizzò Simon. Doveva ammettere che forse era stata un po' dura con lui. Non gli aveva nemmeno chiesto come stava.
- Lasciagli qualche giorno e vedrai che ritorna il solito Tom. L'altra sera ci ho messo trenta minuti a convincerlo a fare un LAN. Tu lo conosci, non è da lui! - continuò Tom. Kathy doveva ammettere che era vero, di solito non si faceva troppo pregare.
- Per questo hai insistito così tanto per fare quel LAN? - chiese Kathy. Simon confermò salutando mentalmente l'aquila che si allontanava verso valle.
- Tom era così poco in forma che l'abbiamo stracciato di brutto - rise Simon. Kathy lo guardò stupita: non gli aveva detto che avesse partecipato qualcun'altro.
- Io e gli altri che si sono connessi con noi... da remoto... nel LAN, intendo - si corresse subito Simon. Si morse la lingua teso, ma Kathy sembrò non pensare più a quel plurale che gli era scappato. Liv era stata chiara, Kathy non doveva sospettare che c'era lei dietro. Infondo stava facendo una buona azione: sua sorella aveva messo mezza scuola contro Kathy e non gli sembrava affatto giusto. Decise di tornare su un terreno più sicuro.
- Perché non vi prendete una serata voi due? - propose Simon.
- Io e Tom, intendi? - domandò Kathy.
- Sì, a meno che tu non voglia uscire con l'aquila... Adorano il pesce azzurro, lo sapevi? - rise Simon. Kathy scosse la testa ridendo. In effetti non era una brutta idea, fare pace, stare un po' da soli, in un posto dove Tom non fosse distratto dal computer e potessero solo parlare come non facevano da un po'. Ma dove portarlo? La camera 412 risvegliava ricordi contrastanti, doveva andare più sul sicuro, poi si ricordò: aveva visto il codice con cui Roxy aveva aperto la porta a R1, poteva andare sulla pista degli elicotteri, preparare un bel pic-nic sotto le stelle e poi trascinarci Tom con una scusa. Se Roxy l'avesse saputo, si sarebbe molto arrabbiata con lei, ma Roxy non c'era e Angela in confronto era un vero agnellino: li lasciava fare praticamente tutto quello che volevano, bastava solo che non si facessero male.
- Sai, credo che ti prenderò in parola... Grazie del consiglio - ammise Kathy.
- Figurati, sempre disposto ad aiutare gli amici. Mi piacerebbe poter leggere quel manuale per intero... così per curiosità - ammise Simon.
- Tu sapresti come recuperare online altre versioni dello stesso file? - chiese Kathy pensierosa.
- Sì, penso di sì, credi che ce ne siano più di una? - fece lui accigliandosi.
- Sono certa che è così, ne ho trovate già un paio più vecchie - confermò Kathy.
- Mandami i dettagli via chat, ci do un'occhiata e ti faccio sapere - promise Simon.
Kathy lo ringraziò e rimase lì imbambolata a guardare il cielo carico di nuvole bianche. Simon era stato gentile, le aveva rallegrato la giornata dopo tutto... E aveva di nuovo qualcuno che l'aiutasse con le sue ricerche, forse perfino più intelligente di Liv e certamente altrettanto nerd. Mimò il segno della vittoria e si sedette sulla poltrona incrociando le gambe sul bracciolo: chiuse gli occhi e cercò di immaginare cosa le serviva per organizzare quella cena, ma il pensiero degli occhi di Tom la distrasse. Sospirò a fondo. Tom si sbagliava: perfino il programma di riconoscimento facciale avrebbe calcolato senza ombra di dubbio la differenza tra lui e Michael. Prese una vecchia foto di Michael e una più recente di Tom che gli aveva fatto col tablet qualche settimana prima. Le mise in bianco e nero e fece girare il programma come aveva visto fare da Tom: la sua memoria fotografica non sbagliava un colpo. Procedette sicura fino a vedere il numero impresso nello schermo 63%. Sorrise, salvò il risultato e lo spedì a Tom in chat con una faccina con la linguaccia. Tom rispose pochi istanti dopo con una faccina sorridente.
- Mi devi una cena- scrisse poi Kathy.
- Una cena???- rispose Tom subito.
- 20:30, R1, niente scuse- digitò sicura.
- Sei ancora sicuro di poter rubare il vino? - aggiunse poi Kathy alla chat.
- Non è rubare: io posso prenderlo, se voglio - rispose Tom con faccina sorridente allegata.
- Ti prego!!!!- rispose Kathy.
- Solo per stasera e solo perché non c'è Roxy... E acqua in bocca, altrimenti mi uccide quando torna - rispose infine Tom dopo qualche secondo di attesa. Kathy sorrise, quindi si alzò decisa e di passo spedito lasciò la biblioteca.
Quella sera sdraiata sulla piattaforma degli elicotteri sopra una coperta a quadri, con un bicchiere di vino in mano, appoggiata con la testa alla spalla di Tom, Kathy guardava il cielo pieno di stelle. Non c'era più traccia di Jet. "Forse le aquile dormono?" si chiese curiosa. L'avrebbe chiesto a Simon l'indomani. Le aveva dato appuntamento in biblioteca, al loro "punto di osservazione". Faceva molto "Bird Watching", ma come nome in codice era buono.
- Cosa pensi? - chiese Tom curioso.
- Ti sei mai chiesto cosa si prova a volare? - gli riassunse i suoi pensieri Kathy.
- Vuoi volare questa notte? - fece Tom perplesso.
- No, no, niente poteri, tranquillo- fece Kathy ridendo.
- Quando vuoi, io sono sempre qui, Air Tom al tuo servizio!- scherzò lui riferendosi al divano.
Kathy lo tirò a sé e gli diede un bacio sulla bocca. A quel contatto Tom si sciolse definitivamente: tutta la sua paura e il suo nervosismo scomparvero. Con Kathy era sempre stato così: non c'era un perché, ad istinto, era l'unica persona che lo rendesse in grado di volare, che cancellasse ogni sua angoscia, ogni suo brutto ricordo, ogni sua timidezza. Anche perché lei era quasi del tutto priva di timidezza!
- Ho anche io i miei momenti - puntualizzò Kathy.
- Vogliamo parlare di come hai ottenuto la password per arrivare fin quassù? - la provocò Tom.
- Mmm, no, credo che continuerò a baciarti, se per te va bene - gli rispose decisa Kathy.
"Per me va benissimo" pensò Tom perdendosi nei suoi occhi grigi e spostandole un ciuffo dalla fronte. Kathy sentì forte e chiaro e lo accontentò. Non ci voleva certo un software di riconoscimento facciale per capire quanto erano diversi Tom e Michael. Però per Kathy, quella sera, lassù, stesa sotto le stelle, esisteva solo Tom e lui soltanto. Tra le sue braccia non c'era più dolore o incertezza. Tra le sue braccia non era la ragazza zoppa o la ragazza pazza o la mutante o l'aspirante giornalista che aveva sconvolto il mondo con la sua petizione. Era solo Kathy, una sedicenne col cuore che batteva come un tamburo e in fondo, forse, è proprio questo il segreto dell'amore.
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