Il segreto
Liv quella sera si trovava seduta a cena e stava svogliatamente cercando la forza di mangiare qualcosa, ma avevo lo stomaco chiuso dalla preoccupazione. Josephine era tranquilla come sempre: per lei Roxy era solo la direttrice e fine dei giochi, ma per Liv non era affatto così e sapeva bene dentro di sé quanto rischiava. Quella sera avrebbe tanto voluto avere al suo tavolo Kathy e poter lasciare andare tutti i suoi pensieri senza parlare, certa che lei l'avrebbe capita.
Un segreto è come un serpente, striscia piano nella tua vita, all'inizio è quasi suadente ed eccitante, ma poi col tempo si rivela solo velenoso, inquina tutti i tuoi rapporti finché alla fine, per proteggere quel segreto sei costretto a troncare ogni contatto. Tenere un segreto a Kathy era difficilissimo. Lei leggeva nel pensiero! E quanto le era già costato. L'amicizia con Kathy ormai era ingestibile e aveva dovuto rinunciare anche ai LAN party con Tom e Simon. Ormai non aveva importanza. In ogni caso non poteva rivelarlo: era davvero troppo doloroso. Doveva proteggere Kathy a ogni costo. Guardò tristemente Tom e Kathy che parlavano al loro tavolo. Anche Kathy era agitata, non serviva essere un mutante per capirlo. Le tremavano le mani sulla forchetta e si guardava nervosamente intorno, ma Liv era stata bene attenta a non incrociare i suoi occhi fissando il piatto ogni volta che vedeva alzarsi la testa di Kathy. Tutto per colpa di quel maledetto forum!
Il giorno seguente la petizione, era andata in camera di Tom a vedere come stava e aveva trovato Kathy addormentata accanto lui. Era contenta per loro, sembravano così felici. Tom la guardava come se non fosse reale, come se potesse accorgersi da un momento all'altro che era tutto un sogno. Probabilmente aveva avuto davvero paura che Kathy non ce la facesse e Liv lo capiva benissimo: stare con Kathy quella sera quando le si era staccato il frammento di vetro dalla schiena, doverla controllare per vedere come stava, provarle continuamente la febbre con l'ansia del risultato, cambiarle le garze, poter vedere da vicino per la prima volta i tagli che aveva addosso, disegnati come un tatuaggio sulla sua schiena, l'aveva sconvolta. In un certo senso per la prima volta aveva cominciato a capire quanto Kathy avesse rischiato e quanto stava ancora stava rischiando per l'esplosione incontrollata dell'onda di Michael Lorenz ...
In palestra aveva visto la macchia lasciata dal suo sangue: nonostante continuassero a passarci sembrava aver impregnato il pavimento, era come un oscuro presagio. Kathy poteva morire, aveva già rischiato, avrebbe rischiato ancora, solo che non si sapeva quando. Alla fine, Kathy si era rialzata, incredibilmente. Anche Tom quel giorno non era messo benissimo per dirla tutta e non le aveva nascosto quello che aveva passato: le armi, gli inseguimenti. L'aveva avvertita: dopo la petizione, il forum sarebbe stato preso d'assalto. Era il loro punto più debole e doveva assicurarsi attentamente che non li rintracciassero. Le aveva fatto installare dei plug-in di monitoraggio, intanto che lui era immobilizzato a letto, e guardavano sempre insieme il report ogni sera.
La maggior parte degli attacchi veniva dall'America e Tom era convinto portassero la firma della Humans Holding. A parte quello, c'erano state anche moltissime persone che avevano richiesto di iscriversi al forum, tanto che Tom le aveva consigliato di congelare le iscrizioni, mandando un messaggio automatico e invitando le persone a firmare piuttosto la petizione. Ogni tanto Liv passava a cancellare queste richieste pendenti perché altrimenti rischiavano di intasare la casella di posta. Kathy in quei giorni era molto presa da Tom e iniziava ad essere ossessionata dal video di Jacob che avevano trovato: le aveva fatto controllare tutti i metadati dei video sperando di trovare non capiva bene cosa. Il forum sembrava esserselo come dimenticato. Non le dava fastidio pensarci lei, anche se iniziava ad essere un lavoro impegnativo. In ogni caso una mattina, prima di lezione, cancellando queste solite richieste, aveva trovato una mail da un certo Michael Lorenz. Il nome ovviamente l'aveva incuriosita, la mail era pulita, non conteneva virus così infine non aveva resistito e l'aveva letta.
"Kathy, sono Michael, ti prego, so che ci sei tu dietro tutto questo, accettami al forum, dobbiamo parlare"
Era stata a lungo indecisa su cosa fare, poi all'intervallo aveva visto Kathy e Tom nascosti nei corridoi dietro la palestra. Si era seduta in palestra, aveva fissato quell'orribile macchia giallastra e aveva deciso. Se le avesse detto del messaggio, avrebbe rovinato tutto. Tom era sempre stato geloso di Michael, si capiva da come ne parlava. Ora loro stavano insieme, erano felici. Così aveva cancellato il messaggio. Michael però non si era fermato: aveva cominciato a insistere e ogni volta il messaggio diventava più lungo e più rabbioso, più carico di risentimento. Quel ragazzo l'amava, ma non era solo questo, era qualcosa di più. Era come ossessionato da Kathy. Liv percepiva una punta di amaro nei suoi discorsi che la spaventava molto, come se accendesse un allarme silenzioso. Aveva provato a rispondere dicendo che Kathy non si occupava più del Forum e invitandolo a non scrivere più e aveva messo il suo indirizzo nella lista delle mail bannate. Il giorno seguente erano arrivate tre mail, da tre indirizzi diversi. Tutte con lo stesso contenuto: "Giuro che ti verrò a prendere". A Liv si era gelato il sangue nelle vene. L'idea che quel mutante fuori controllo tentasse di tornare alla Lotus Academy per riprendersi Kathy l'atterriva.
Aveva esitato molto a quel punto se parlarne o meno a Tom o a Roxy, alla fine si era semplicemente lamentata con Josephine dicendole che quel forum le stava facendo venire un esaurimento nervoso. Josephine non aveva capito ovviamente la motivazione, ma aveva sposato la sua causa senza tentennamenti e ovviamente aveva calamitato dalla sua l'attenzione di mezza scuola. Aveva un carisma fuori dal comune. A Liv piaceva stare con lei, parlare di manga, fare insieme i compiti. Quando aveva visto il testo del sondaggio però era rimasta senza parole: sembrava quasi un attacco a Kathy e alla sua crociata e con suo grande rammarico quasi tutti gli studenti interpellati si erano detti d'accordo con Josephine. Si era sentita terribilmente in colpa: per causa sua e di quel suo segreto ora mezza scuola pensava che Kathy fosse una seccatrice, che vedesse complotti ovunque e che avesse stufato con le sue indagini. Nel frattempo, le mail di Michael da bannare si moltiplicavano. Dieci, quindici, anche venti al giorno. Liv era sfinita da quella storia: quel serpente la stava stritolando. Si sentiva mancare il fiato. Quando Josephine l'aveva spinta a cancellare quel forum aveva accettato per disperazione, anche se sapeva che Kathy l'avrebbe visto come un affronto.
In quel modo gli attacchi informatici si erano fermati. Non volendo rivelare a Tom di aver cancellato il forum, aveva tenuto la copia di un report senza attacchi e ogni tanto la portava a lui cambiando la data. Dopo un paio di settimane l'aveva dispensata da quei report. Avendo cancellato l'indirizzo di posta non erano più arrivate mail. Si era sentita rinata: più tranquilla e in pace col mondo. Forse si era salvata dal serpente, ma poi Kathy era piombata in camera qualche giorno prima, sconvolta, voleva parlarle, aveva addirittura nominato Ian. Liv non se la sentiva affatto di parlarle: a tu per tu non avrebbe resistito. Se la incrociava un paio di volte al giorno poteva con grande sforzo non pensare letteralmente a nulla quando la vedeva, ma in un confronto sarebbe crollata. Non poteva dirle di Michael, questo non era negoziabile. Quando Kathy aveva gettato i suoi disegni però si era sentita morire. Quel serpente aveva smesso di strangolarla forse, ma quel segreto aveva ucciso la loro amicizia e adesso proprio non sapeva come fare a recuperare. Ormai non poteva più tornare indietro.
Quando Angela, una delle tutor della scuola, accese lo schermo in fondo alla sala, tutti ammutolirono. Le riprese di Roxy e Liam che salivano sulla scalinata scatenarono l'applauso nella sala, ma non Kathy e non Liv o Tom.
- Guarda com'è elegante Roxy! È sempre vestita con la tuta della scuola, non mi ero accorta che fosse così bella - le aveva sussurrato Josephine. Liv non vedeva il vestito rosso. Vedeva la mascherina d'ossigeno, vedeva che faceva a fatica le scale: qualcosa di grave era successo. Forse Kathy e Tom sapevano cosa, Tom di sicuro. Doveva chiedergli qualcosa, ma non davanti a Josephine. Con Tom poteva omettere, ce la poteva fare se lo affrontava da solo.
"Quindi ve ne starete semplicemente qui a leggere fumetti finché non vi diranno che possiamo tornare a casa? È questo il piano? " la voce di Kathy le tornò alla memoria. Non era affatto ciò che Liv voleva fare. Per altro cancellando quel forum aveva cancellato anche l'unico canale che le era rimasto con Ian. Non avendo fatto in tempo ad avvertirlo temeva che Ian avesse paura ora, di quello che poteva esserle successo. Odiava Michael Lorenz ormai con ogni singola punta della sua anima, anche senza averlo mai conosciuto. Era riuscito a distruggere tutto il suo universo in quella scuola con una manciata di mail. E non aveva saputo fermarlo. Ricordava bene quando Kathy tremando le aveva mostrato la sua foto: quei capelli rossastri, gli occhi blu profondi, lo stesso colore in cui erano virati i suoi o quelli di Josephine o di Simon. Quell'immagine la tormentava, la vedeva nei sogni, le tornava come flash in testa mentre si guardava allo specchio. Stava impazzendo? Rimasero tutti zitti ad ascoltare la dichiarazione di Helene Wolfe uscita dal senato.
"Ho ufficialmente consegnato le mie dimissioni da senatrice, ma non rinnego il lavoro svolto, come ho spiegato in senato, io sono una ricercatrice che ha fatto il suo lavoro e che col suo lavoro ha cambiato il mondo. Non ero a conoscenza di come quei ragazzi fossero arrivati alla mia sperimentazione, per quanto mi riguarda i documenti che ho visto erano regolari. La signorina Williams, per esempio, era ad uno stadio terminale di leucemia, se la mia ricerca non avesse funzionato lei oggi non sarebbe qui. I ragazzi possono aver scambiato le tutele di igiene a cui erano sottoposti per prigionia, ma era solo per tenere loro al riparo in un ambiente sterile in cui fosse per loro sicuro vivere. La morte di Jacob Finnegan è stato un tragico incidente, ma non deve inficiare i risultati di quella ricerca che rimangono tutt'oggi validi e incontrovertibili. Sarò disponibile a spiegare in dettaglio alla stampa tutti i vantaggi che potrà portare questa ricerca nei tempi futuri per la nostra umanità e posso assicurarvi che farò quanto in mio potere, insieme al mio partito, che tutt'ora mi sostiene, per proteggere quella lista perché al di là della mia carica di senatrice o del mio ministero, quella lista vi garantisco ha già salvato da morte certa milioni di LWF e continuerà a farlo, anche senza di me e di questo sono fiera" concluse Helene Wolfe.
Liv si accorse di tremare. Non aveva negato. Non aveva nemmeno provato a farlo: quella donna si era presa il merito! Roxy sarebbe dovuta morire se non fosse stata mutata? Come Kathy. Era terrificante anche solo da pensare. E quell'affermazione sulla lista suonava come una minaccia. Come faceva ad avere ancora il sostegno del suo partito? Mentiva? Come avrebbe voluto parlarne con Kathy!
-Quindi per noi non cambia nulla? - disse delusa Josephine. Liv annuì. Per ora era così. Un nugolo di voci adirate contro quella donna riempì la stanza. Erano tutti delusi.
- Ragazzi, ascoltate, questa è solo l'opinione della dottoressa Wolfe, dobbiamo aspettare per sapere cosa decideranno di fare in senato per la lista. Tom scriverà al senatore e vi prometto che vi terremo aggiornati- fece Angela andando a spegnere lo schermo. I ragazzi alla fine lasciarono la mensa alla spicciolata. Angela e Tom sparirono nella sala a fianco con la scusa di aiutare a sistemare. Kathy rimase da sola al tavolo, guardava il suo tablet bigia e persa nei suoi pensieri.
- Andiamo a leggere Naruto? - propose Josephine.
- Devo finire i compiti di scienze - aggiunse Liv.
- Se vuoi posso aiutarti- propose Josephine. Lei finiva sempre in meno di un'ora tutti i compiti assegnati, leggeva una volta ed era già pronta per l'interrogazione. Per Liv era quasi scoraggiante, doveva studiare molto di più per ottenere risultati vagamente confrontabili. Si sentiva un blu da poco, al suo confronto. Kathy la faceva sentire sempre la più intelligente, ricordò con amarezza. Doveva trovare il modo di parlarle, ma non dal vivo e senza che Kathy scoprisse ciò che aveva tanto faticato a nascondere. Cosa poteva inventarsi?
Tornò in camera e cominciò a scorrere la lista degli utenti della chat di istituto. Le serviva un portavoce, qualcuno che si potesse avvicinare a Kathy o a Tom senza destare sospetti, qualcuno che non avrebbe esitato a riferirle e che le facesse un favore senza chiedere troppe spiegazioni. La sua mano si fermò tentennante su un nome: Simon. Di sicuro lui poteva carpire informazioni da Tom e riferirgliele, però non doveva parlarne con nessuno. Avrebbe resistito a parlarne con sua sorella? Credeva di sì. Come tutti i fratelli litigavano piuttosto spesso. Allora cosa stava aspettando? A Kathy era simpatico, ne era sicura. Perché le veniva sempre quel groppone in gola quando lui era nella stanza? Perché non riusciva mai ad essere spigliata o simpatica? Non le era mai successo con Ian e nemmeno con nessuno dei ragazzi del suo gruppo di nerd all'High School. Josephine sapeva dei suoi sentimenti, ma non l'aveva invitata a dichiararsi.
- Devi prima incuriosirlo - le aveva suggerito.
Aveva provato ad abbandonare il suo lato più oscuro, a truccarsi con colori pastello, faceva addirittura ginnastica ogni mattina con Josephine per togliersi quella orrenda pancetta che la faceva sembrare sempre insicura. Non nascondeva più le sue forme nella taglia più grande della tuta, si pettinava in modo diverso, togliendo i capelli da davanti al viso. Eppure, Simon non si era accorto di nulla. Probabilmente era una causa persa, non la guardava in quel modo. In un certo senso, avere un segreto in comune può anche avvicinare due persone. Con lei e Kathy aveva funzionato oltre le aspettative. Aprì la chat e si fece coraggio.
- Ciao, Simon, che fai stasera? - scrisse.
- Lan da Tom, tra 20 minuti, ci sei? - rispose pochi secondi dopo. Liv guardò indecisa la chat. Poteva finire dopo i compiti in fondo. E se ci fosse stata Kathy? Entrò nel pannello di amministrazione. Conosceva le credenziali da quando aveva fatto le veci di Tom dopo il suo incidente in America. Cercò sicura la matricola della tessera di Kathy. Aveva fatto accesso in camera sua, quindi niente LAN: evidentemente aveva da fare.
- Contatemi, arrivo- scrisse d'impeto.
Si alzò decisa, poi si fermò davanti allo specchio. Come faceva in venti minuti a rendersi presentabile per Simon? Solo a lavare ed asciugare per bene i suoi lunghissimi capelli neri ci avrebbe messo più tempo. Si legò una coda alta e passò a truccarsi in bagno. Mentre si guardava allo specchio e si metteva la matita sotto gli occhi si trovò a pensare curiosa: "su cosa starà indagando ora Kathy?". Conosceva quello sguardo perso che aveva visto a tavola. Aveva una pista. Forse poteva convincere Simon a farsi avanti per aiutarla. Avrebbe potuto aiutarla anche lei in segreto, senza farsi scoprire e proteggere così quella scomodissima verità. Sorrise convinta e lasciò la camera senza voltarsi indietro.
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