Freedom Party
10 Agosto 2054
C'era un'aria frizzante a scuola quella sera, un'aria che Roxy aveva dimenticato e in fondo al suo cuore da ex studentessa era fiera di poter dare a quei ragazzi una parvenza di normalità. Si era rimessa il vestito rosso che aveva sfoggiato in senato e quelle scarpe col tacco a stiletto, si era truccata. Aveva preparato un discorso ed era più convinta che mai a sistemare la storia del sondaggio per sempre. Ferma su quel palchetto improvvisato per leggere quelle poche righe si era fermata a guardare quei ragazzi tutti eccitati per la festa, davanti a lei. Eppure, non potevano avere limousine o vestiti fantastici. Avevano tinto delle semplici T-shirt e le avevano decorate a mano dando sfogo alla creatività, indossavano tutti scarpe da ginnastica: niente papillon o tacchi, ma in fondo non contava davvero. Erano state due settimane felici. Kathy stava meglio. La campestre era stato un successo e la notizia della festa aveva galvanizzato tutti, insieme all'altra grandissima notizia: avevano i numeri per vincere. Roxy si schiarì la voce. Dietro di lei campeggiava un grande stendardo che recitava: "almost" FREE! Sotto la scritta c'era la sagoma di una ragazza che guarda l'infinito oltre le montagne. Nella sua testa quella ragazza era Kathy, anche se non era sicura di chi fosse la mano dietro quel bellissimo disegno.
"Nel giro di 48h da ora, in seduta straordinaria, prima della chiusura estiva, il senato americano appresa la volontà del popolo americano e mondiale voterà per la cancellazione della lista. Ragazzi, io non so davvero cosa dirvi, se non che sono davvero molto fiera di ognuno di voi, che nonostante le avversità aveva continuato a lavorare su voi stessi e ad investire per un futuro che vi era negato. E questa sera, per il nostro Freedom party, celebriamo una possibilità che solo fino a sei mesi fa sembrava un sogno. Abbiamo lottato tutti insieme, ci abbiamo creduto fino in fondo e voglio dirvi che qualunque cosa succeda domani, voi avrete sempre una casa e una famiglia qui che vi aspetta e che fa il tifo per voi, in qualsiasi parte del mondo vi troviate. Io e David saremo sempre i vostri fan numero uno! " urlò Roxy indicando alcuni ragazzi e sorridendo. Respinse le sue lacrime in gola. Quando era diventata così sentimentale? I ragazzi applaudirono e fischiarono.
"Come sapete lui non sta ancora molto bene, ma sono qui, anche a suo nome e con la sua totale benedizione, per fare un ringraziamento speciale questa sera a Kathy e a tutti i ragazzi che hanno contribuito in una maniera qualsiasi, piccola o grande, a creare la petizione, a farla crescere, a renderla parte della storia del mondo. Voi avete fatto la storia, ragazzi, lottando per i vostri diritti e vi spingo a continuare a farlo. Come ragazzi, come uomini o donne, come americani, come LWF, come esseri umani." aggiunse Roxy.
"Trovare le parole per dirvi quello che ho provato a salire quella gradinata non è semplice. In fondo, sono solo un rosso e non mi chiamo Kathy Richardson. Per questo ruberò una frase a qualcuno molto più bravo di me" disse poi sorridendo.
"Khalil Gibran scrisse che l'anima non procede in linea retta, e neppure cresce come una canna: l'anima si schiude, come un fiore di loto dagli innumerevoli petali. Noi siamo quei petali, ragazzi, e ci schiuderemo davanti a tutti senza paura per mostrare quanto è meraviglioso il nostro mondo. E ora ... " lasciò le mani aperte verso i ragazzi che la guardarono.
"Qualcuno ha portato la musica?" concluse Roxy sorridendo. Tutti applaudirono e venne acceso il sottofondo musicale che si diffuse nel dolby delle casse rintronando nelle loro orecchie. I ragazzi urlarono, le luci vennero spente, la stanza sprofondò per un attimo nel buio, con le montagne che le facevano da cornice, appena disegnate tra le nubi della sera. A Roxy sembrò quasi di vedere una stella cadente scomparire all'orizzonte, ma forse fu un abbaglio. Le luci stroboscopiche vennero accese pochi secondi dopo. Scese dal palco e si mise a sedere su un divanetto. Non aveva molta voglia di bere o di ballare, aveva un po' di nausea residua, ma la puntura di Mrs. Lorenz stava facendo effetto.
Si mise a ridere vedendo Kathy passare abbracciata a Tom mentre brindavano con un bicchiere di carta. Lanciò verso di loro un sorriso, che Tom ricambiò contento. Kathy in teoria non doveva bere per via di una a cura a base di antidolorifici che le stava facendo Mrs. Lorenz, ma non si sentì di fermarla. Almeno quella sera voleva che si sentisse normale e non una condannata a morte. Tom era veramente scarso a ballare, ma Kathy era bellissima e su di giri nella sua canottiera tinta d'argento, forse aveva esagerato un tantino col trucco. A sedici anni è nell'ordine delle cose. A volte dimenticava di averli avuti anche lei.
Aveva dato la serata libera ad Angela e Garcia per una cenetta fuori. Una parte di lei sarebbe stata tentata di scriverle, ma le sembrava scortese durante l'appuntamento. Liam aveva promesso ad Ariel di assistere David in alcune operazioni di manutenzione sul tetto della loro casa. Avrebbe sentito da Liam più tardi com'era andata . Così le toccava starsene lì e condividere la sorveglianza con Mrs. Lorenz e Alice Sullivan. Entrambe erano donne che ammirava, ma con cui non aveva legato molto. La differenza d'età e di istruzione che la separava da loro, la faceva sentire quasi in soggezione. Alice, per esempio, era seduta in un angolo alla luce di una lampada a rileggere un fascicolo di appunti. Non sapeva se centrassero con la chiavetta che le aveva consegnato da parte di Lorenz. Tentennò alcuni minuti e poi decise di avvicinarsi.
Alice quasi non alzò gli occhi, la salutò con mezzo sorriso e continuò la sua lettura. Nel vociare della musica e dei ragazzi in realtà si sentivano a mala pena.
- Come ti sembra quella polvere? - si decise infine a rompere gli indugi Roxy. Alice si tolse gli occhiali e la squadrò per un attimo.
- In realtà mi ha stupito, è abbastanza interessante. Ha alcuni tratti inusuali però... forse è come dici tu, avendola pensata un ragazzo, l'ha concepita in questo modo - sospirò. Roxy la guardò perplessa.
- È che io non avrei mai pensato di usare un oppioide per facilitare l'assordimento - alzò le mani Mrs. Sullivan. Roxy sospirò: non sapeva se essere contenta o preoccupata della rivelazione. Quella era la firma di Michael: quella polvere probabilmente non era nient'altro che un'evoluzione della droga che Michael aveva spacciato per mezza Berlino. Ma come aveva fatto a finire nelle mani della Humans Holding? Forse lui era davvero loro prigioniero. Mentre Alice le spiegava quella incomprensibile formula chimica che stava ascoltando per cortesia, Roxy si accorse che Liv e Kathy si erano appartate in un angolo della stanza. Kathy era decisamente alticcia, Roxy sperò che non avesse esagerato. Liv era un po' intimorita, ma sembrava determinata. Le vide scomparire nel corridoio dirette alle stanze. Annuì senza sapere a cosa Mrs. Sullivan si stava riferendo quindi riprese faticosamente il punto del discorso.
- Secondo te sarebbe possibile sostituire gli oppioidi con qualcos'altro che abbia molti meni effetti collaterali? - chiese quindi direttamente Roxy.
- Ho qualche idea in proposito e la sto sviluppando. Ma qui non ho il materiale che mi servirebbe per fare questi esperimenti. Stavo giusto rivedendo questa presentazione che mi sono preparata per domani, quando volerò a Berlino. Mr. Lorenz mi ha consigliato di mettere a fattore comune la mia idea con quelle di altri ricercatori della Lotus ... e vedremo se ne uscirà qualcosa - descrisse Alice. Sembrava agitata all'idea di partire, ma Roxy era contenta che avesse accettato. Avrebbe dato il via libera ad Angela per la ristrutturazione delle classi degli universitari, i piccoli delle High School avevano alcuni recuperi e alcuni approfondimenti, ma avevano già dato gli esami di fine anno il mese prima. Era il periodo giusto.
- Non ti preoccupare per i ragazzi. Riorganizzerò i turni, fino a settembre non è drammatico - le disse Roxy.
- Perché non fai anche tu da tutor ai ragazzi? - le chiese Alice.
- David me l'ha chiesto, più di una volta, ma non fa per me, ho appeso al chiodo le mie mire accademiche e i miei sogni anni fa - confessò Roxy.
- È un vero peccato. E se la lista dovesse cadere e questi ragazzi tornassero a casa che cosa farai? - chiese Alice colpita.
- Non lo so, non mi sono ancora chiesta come possa esistere un mondo senza quella lista, un mondo in cui io abbia ancora il controllo della mia vita. Non sono più una ragazzina ormai - ammise Roxy.
- Non è mai troppo tardi per un sogno, guarda me! - le rispose Alice decisa. Roxy la guardò colpita e le sorrise.
Nel frattempo, Liv e Kathy ridendo come matte stavano facendo le facce allo specchio dell'ascensore. Kathy era decisamente su di giri, ma a Liv non importava. Era troppo tempo che voleva una serata con Kathy, una serata normale, senza drammi, senza litigi. La trascinò in camera sua. Quella sera prima di uscire aveva appeso per bene tutti i suoi disegni migliori e intendeva mostrarli a Kathy. Nella sua testa quell'atto implicava riaprirle le porte del suo cuore.
Kathy quasi inciampò nella moquette del corridoio. Liv l'aiutò a sostenersi. La schiena non le faceva male, ma il miscuglio di quei medicinali e del vino stava mettendo il suo equilibrio in grande difficoltà.
- Ci pensi che l'altro giorno mi evitavano tutti e stasera invece non facevano che battermi il cinque! - stava dicendo Kathy. Liv annuì cercando di concentrarsi sui disegni: l'argomento sondaggio era vicino all'argomento Forum, ma puntava nella direzione sbagliata, la direzione che non poteva pensare nè nominare.
- Ti piace? - disse indicando il primo dei disegni Liv. Si sentiva sudare freddo.
- Oh, guarda, quanti sono! Li hai fatti tutti tu in questo mese? - chiese stupita Kathy. Liv confermò.
- Mi dispiace di averli buttati tutti sotto sopra l'altro giorno- aggiunse Kathy sedendosi sul letto per ammirarli da più lontano con calma. Poi vide un disegno particolarmente a fuoco, quelle macchie rosse di colore l'attirarono ad avvicinarsi.
- Questa è Roxy! Ma sei stata bravissima, anche con la palla. Insomma, non so se l'hai vista, ma è come se l'avessi fatto e non era facile da rendere- disse colpita Kathy. Liv arrossì.
- A proposito di Roxy, c'era una cosa che ecco io volevo dirti...- iniziò Liv.
- Roxy? ... Certo, come per Roxy, la mutazione non può retrocedere , ma il suo livello cambia, Liv sei un genio. Roxy è la chiave! - scattò Kathy.
Liv la guardò perplessa. La chiave di che cosa? Avrebbe tanto voluto poter leggere lei la sua mente in quel momento. Kathy guardava fissa quella palla persa a milioni di chilometri da lì.
-Energia e potenziale... come ho fatto a non pensarci prima!- sussurrò seguendo il suo personale flusso di ragionamento.
- Devi perdonarmi, devo controllare una cosa- fece Kathy alzandosi. Liv non sapeva cosa dire. Non voleva metterle pressione, ma si era preparata quel discorso per ore e ora Kathy fuggiva così? Kathy nonostante l'alcool le lesse lo sconforto negli occhi.
- Lo so, dobbiamo parlare, ma davvero stasera sono troppo ubriaca e voglio fare un discorso fatto bene, per tornare ad essere amiche, come prima - le sorrise Kathy. Liv annuì anche se stava pensando che alla luce del giorno, senza l'aiuto di sostanze estranee, sarebbe stato come scalare l'Everest senza ossigeno.
- Domani mattina ho il corso opzionale di tedesco - le ricordò Liv desolata.
- Io penso starò a letto e basta. Facciamo domani pomeriggio allora? Ti cerco io prima di cena, giuro, scusa davvero, ma adesso devo andare! - ribadì Kathy. Uscì da quella porta come un fulmine e quasi finì addosso a Simon. Che ci faceva lì? Il ragazzo le guardò da terra paonazzo.
- Ho avuto un'intuizione pazzesca, non so se sia l'alcool, però forse puoi dirmelo tu, vieni - Kathy prese Simon per mano forzandolo a rialzarsi e lo trascinò quasi di forza verso la sua camera. Liv si affacciò alla porta, lanciò un'occhiata interrogativa a Simon che alzò una mano in segno di scuse e poi allungò il passo per seguire Kathy. Liv rimase lì imbambolata a vederli sparire dietro l'angolo. Raccolse da terra il disegno di Roxy. In un certo senso una parte di lei non riusciva a non sentirsi calpestata. Aveva aspettato così tanto quel momento e Kathy era fuggita di nuovo inseguendo la sua indagine, come sempre persa nel suo mondo...Non solo, si era portata via anche Simon. Stava venendo da lei? Era solo? Perché Kathy si era messa in mezzo e l'aveva portato via!?
Sapeva di aver fatto lei in modo che Simon si interessasse a quell'indagine, ma ora si sentiva gelosa, come se avessero dei segreti tra loro da cui lei era esclusa. Chiuse la porta dietro di lei e si nascose sotto la coperta leggera. Aveva il disegno ancora in mano e non aveva nessuna voglia di tornare alla festa. Rimase lì nel silenzio a studiare la notte. Cercava di convincersi che Kathy non l'aveva respinta, ma seppure involontariamente, le aveva fatto davvero molto male. Kathy non sapeva nulla del suo interesse per Simon e non credeva che pensasse di tradire Tom, eppure immaginare loro due mezzi ubriachi stesi sul letto a guardare quel maledetto manuale le faceva un male fisico che non aveva mai provato prima. Stracciò il disegno e lo gettò a terra arrabbiata.
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