Antisiero

Quando Tom riprese conoscenza non si udiva già più alcun rumore degli elicotteri. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Si mise lentamente a sedere, poi vide Kathy a terra in una pozza di sangue con quella nuvola addosso. Si alzò faticosamente in piedi e si trascinò per la palestra ridotta a cumoli di macerie, con le lacrime agli occhi, coperto di ustioni: camminava lentamente sussurrando il suo nome nel silenzio. Girava intorno a Kathy senza sapere cosa fare. Infine, anche Roxy rinvenne lentamente. Lo bloccò mentre passava accanto a lei mettendogli una mano sulla caviglia. Per un attimo Tom si riebbe e cadde in ginocchio accanto a lei lasciando sfogo alle lacrime.

- Ti prego Tom, devi provare a liberarmi- lo supplicò Roxy. Tom fece un paio di respiri profondi, si concentrò e riuscì lentamente ad alzare di una spanna il masso che bloccava la gamba di Roxy; quindi, la prese sotto le braccia e la trascinò fuori. Roxy tentò di alzarsi appoggiandosi a lui, ma il dolore la fece cadere di nuovo seduta a terra. Stracciò i pantaloni e guardò il ginocchio livido e tagliato. Quindi tirò Tom verso di lei e l'abbracciò lasciando andare le lacrime. Kathy era là, immobile, con quella nube elettrica addosso che con la sua luce violacea rischiarava tutta la stanza.

- Finché la nube rimarrà li, la terrà in vita - sussurrò Roxy ricordando Jacob.

- E poi? - chiese Tom disperato staccandosi da lei.

- Poi non lo so, nessuno lo sa e nessuno può fare nulla per aiutarla - sospirò Roxy. Il pensiero di stare lì a guardarla morire la uccideva, ma in cuor suo davvero non si spiegava come potesse sopravvivere. Quella pozza di sangue sotto di lei, come aveva invertito gli occhi... Respinse quel ricordo lontano dalla sua mente.

- Ci ha salvato le chiappe - aggiunse Roxy tra le lacrime. Poi strinse Tom a sé. Sentiva tutto il loro dolore sommarsi, espandersi fino a coprire l'intera stanza. Poi lentamente si asciugò gli occhi. C'era un silenzio pesante nella scuola e non faceva presagire nulla di buono.

- Tom, ascoltami. Mi devi aiutare, dobbiamo andare in infermeria. Quei pazzi lanciavano siero. Se hanno colpito qualcuno più di tre volte... non voglio pensare cosa possa succedere - sospirò Roxy. Tom annuì. Roxy ricordò che al momento dell'assalto la maggior parte dei ragazzi era in biblioteca e di là sarebbero partiti una volta recuperato l'antisiero. Roxy soffocò in lei il dolore, si appoggiò a Tom e si mise lentamente in piedi.

- In questo momento quello che lei vorrebbe è che tu aiutassi i suoi compagni. Stare qui con lei non cambierà e non la possiamo toccare ...- gli ricordò lei. Tom si asciugò le lacrime da sotto gli occhi: faceva fatica anche solo a respirare, a pensare, strozzato dall'angoscia.

- E se muore... sola? - osò dire Tom.

- Tom, guardami, finché c'è la nuvola, lei è viva, hai capito? - gli disse Roxy prendendo il suo viso tra le mani. Tom annuì. Roxy si sentì una bugiarda, non ne era affatto certa, ma le serviva troppo il suo aiuto, sempre che non svenisse da un momento all'altro. Dovevano fare qualcosa, dovevano capire quanto era grave e dentro di lei sapeva già che era molto, molto grave. Lentamente si fecero largo fino agli ascensori. Uno era fuori uso, un altro invece sembrava ancora funzionante. Roxy franò a terra senza forze e schiacciò il pulsante del piano dell'infermeria. Quando le porte si aprirono però ogni tentativo di alzarsi fu vano, così mandò direttamente Tom.

Non c'era traccia di Mrs. Lorenz, ma qualcuno era di sicuro passato di lì, c'erano vetri scheggiati a terra e tracce di sangue. Vide una sedia a rotelle in un angolo, la prese insieme a un respiratore. Così almeno non avrebbe dovuto portare in giro Roxy. Poteva spingerla. Prese due borsoni in un angolo. Li svuotò e aprì il frigorifero. In uno riversò alcune scorte di siero, nell'altro antisiero. Quindi staccò dalla parete la cassetta del primo soccorso, e mise il tutto sulla sedia a rotelle. Si fermò un attimo a rifiatare.

Aveva senz'altro diverse costole rotte: ogni respiro gli moriva in gola, ma era il bruciore a dargli più fastidio, a braccia e gambe, dove l'onda di Kathy l'aveva colpito. Non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Kathy che franava a terra, come se Michael avesse staccato la spina: l'aveva uccisa in un solo istante, senza pietà. Come aveva potuto farlo! Come aveva potuto rovinare tutto di nuovo. Urlò e tirò un pugno alla scrivania. Quindi cercò di calmarsi, prese il suo carico e tornò faticosamente all'ascensore. Scaricò le borse e liberò la sedia a rotelle.

-Ottima idea, Tom, grazie - fece Roxy. Per fortuna riuscì a montare col suo aiuto. Infine, prese l'ossigeno e diede un profondo respiro, le sembrò di rinascere. Prese le due borse e le mise in grembo, nel frattempo Tom stava caricando la scatola del primo soccorso.

- Biblioteca- disse quindi decisa Roxy. Quando le porte si aprirono rimasero senza fiato. Gli scaffali erano caduti, si sentivano diversi lamenti. Tom vide Simon a terra immobile, vicino alle postazioni dei computer. Corse a sentire il suo polso. Il suo cuore batteva come un pazzo, sembrava sull'orlo di esplodere. La schiena era traforata da diverse siringhe. Le contò velocemente. Quattro: pessima notizia. Roxy gli stava già porgendo l'antisiero.

- Fagliene due in vena, subito- ordinò Roxy. Poi si avvicinò ad un'altra ragazza immobile sulla poltrona. Contò le siringhe: le prese il polso, freddo, glaciale. I capelli della ragazza erano completamente sbiancati. Roxy le chiuse gli occhi e non riuscì a trattenere le lacrime.

- Brutti bastardi! - aggiunse. Le staccò le siringhe di dosso. Si lasciò andare sulla sedia a rotelle e pianse.

Tom lasciò un attimo Simon e cominciò a rimettere a posto gli scaffali faticosamente. Attivare il suo potere con quel bruciore non era facile. Trovò un ragazzo parzialmente mutato, con una gamba rotta, rantolava senza fiato bloccato sotto uno scaffale. Lo aiutò a liberarsi. Lo portò vicino alle poltrone, lo fece sedere e gli iniettò l'ultima siringa.

- Farà male, subito, ma ti prometto che starai meglio tra qualche ora. Qualsiasi cosa succeda, stringi i braccioli e non li mollare. Se cadi potresti farti male- suggerì Tom. Il ragazzo lo guardò allucinato: aveva circa tre anni meno di lui, non era giusto quello che gli avevano fatto.

Trovarono un altro ragazzo caduto per le scale, purtroppo anche per lui non c'era molto da fare. Era una scena assurda, impensabile. Roxy trovò un tablet a terra. Era vicino a Simon. Era il tablet di Kathy. Aveva il vetro scheggiato, ma funzionava ancora. Selezionò la videocamera e cominciò a riprendere la scuola, lo teneva fermo sulle gambe respirando lentamente, fuori dalla vetrata la sera stava calando. Si sentivano sirene provenire dalla valle in lontananza. Troppo affranta da quello che vedeva, singhiozzante stoppò la telecamera. Non aveva saputo proteggerli. Tutti quei ragazzi erano una sua responsabilità: era stato David a lasciargliela. Aveva fallito nel peggiore dei modi. Compose il numero di David senza pensarci oltre. Anche se non sapeva davvero cosa dire. Teneva il tablet tra le mani che tremavano, la videochiamata partì senza che quasi se ne accorgesse.

Un chilometro più a valle lungo la salita che si inerpicava sotto la funivia Liam e Garcia stavano cercando di convincere David a fermarsi qualche altro minuto. Avevano paura che franasse a metà della salita piuttosto scoscesa per un infarto. Avevano provato a chiamare la scuola per una buona mezz'ora dopo l'esplosione della palestra, senza risultato e avevano allertato la Lotus. Le squadre erano partite a tempo di record, ma non sarebbero arrivate dalla Germania prima di un paio d'ore e non avevano al momento altro appoggio in loco. Così David aveva convinto Liam e Garcia a provare a salire in funivia. Purtroppo, la Humans li aveva preceduti e al loro arrivo al posto della centrale di risalita avevano trovato un grande rogo che si stava propagando alla foresta circostante. Avevano contattato i pompieri e avevano iniziato la risalita coprendosi il volto con qualche maschera rinvenuta nel capanno degli attrezzi della funivia, per ora in salvo. Non avevano armi, non avevano attrezzatura e non potevano portare alcun tipo di soccorso medico, ma David non poteva rimanere lì a valle mentre la sua scuola andava in fumo e portavano via i suoi ragazzi. Avevano visto il Tiltrotor passare sopra le loro teste e allontanarsi all'orizzonte col logo in bella vista della Humans Holding. Non cercavano nemmeno più di nascondersi. La domanda che martellava nella sua testa era una soltanto: come avevano fatto a trovarli giusto all'indomani del voto del senato per la cancellazione della lista?

Lo smartphone di David si animò all'improvviso. Era un tablet della scuola, c'era solo il numero di matricola: ovviamente David non ricordava a chi appartenesse a memoria. Si fermò, si mise a sedere su una roccia inspirando profondamente, si tolse la maschera e rispose. Il fumo arrivava a folate al loro livello, in base a come soffiava il vento più a valle, l'incendio stava progredendo sotto di loro incessabilmente. E per ora non c'era traccia dei canadeer della guardia forestale.

- Roxy? - fece stupito David. Aveva una mascherina calata sulla bocca ed era piena di tagli ed escoriazioni, la tuta annerita in più punti, i capelli rossi tutti aggrovigliati, la faccia coperta di fuliggine. La ragazza scoppiò in lacrime e diede un paio di respiri profondi nella maschera, quindi se la calò dal viso.

- Ti mando un filmato, richiama dopo che l'hai visto. Hanno bisogno di me un attimo, scusa. - disse soltanto. David vide di sfuggita passare Tom con una siringa in mano che urlava. Aveva davvero un pessimo presentimento.

Liam e Garcia si sporsero sopra di lui per vedere. Rimasero tutti e tre senza parole.

- Non possono essere arrivati alla scuola dal XF640 - disse solo Liam sicuro di aver controllato il reset delle coordinate.

- Quelle coordinate puntavano a Bruxelles, non in Svizzera. Si vede Angela nel filmato? - chiese spaventato Garcia. David negò. Vedeva altri ragazzi che urlavano e si dimenavano sconvolti dal dolore, feriti, probabilmente mutati e altri immobili a terra. Richiamò Roxy diversi minuti dopo. Questa volta riconobbe dal luogo che Roxy era in sala mensa. Per fortuna attorno a lei adesso c'erano anche diversi ragazzi in piedi seppure visibilmente sconvolti e molti feriti.

- Ho una buona notizia e molte cattive - disse Roxy senza mezzi termini.

- Parti dalla buona... - sospirò David.

- Hanno lasciato tutti gli LWS W, quaranta ragazzi, li hanno chiusi qui in sala mensa con Mrs. Lorenz. Abbiamo 10 ragazzi con mutazione incompleta: Mrs. Lorenz la sta completando. Abbiamo almeno 30 ragazzi feriti. Sono stati mutati. Tutti mutati. Gli uomini della squadra di assalto della Humans hanno sparato siringhe sui ragazzi disarmati: è stata una strage. Io avevo solo una pistola nello studio e le cartucce sono finite subito. Angela è stata colpita da un paio di siringhe: l'abbiamo trovata nel corridoio che dalle aule porta alla biblioteca. Stiamo somministrando antisiero, speriamo di essere arrivati in tempo. Sembra che l'impianto abbia funzionato. Abbiamo anche tre ragazzi sotto antisiero, un blu e due bianchi, tutti mutati oltre il livello di guardia, tutti critici. I ragazzi con mutazioni eccessive o imparziali e i ragazzi feriti sono stati lasciati indietro, probabilmente per non rischiare di perderli durante il trasporto. Hanno preso due ragazzi oro, non sappiamo se mutati, ma fa poca differenza, li muterà lei ... Tutti gli altri blu e rossi sono spariti... Da un primo conto parziale parliamo di 20 ragazzi almeno - concluse Roxy. Poi fece un lungo sospiro.

- Abbiamo sei ragazzi morti e Kathy...- Roxy controllò dov'era Tom, poi aggiunse con la voce rotta: - non so se ce la farà-.

- Michael è venuta a riprendersela, David, e ha portato qui la Humans- aggiunse Roxy tra le lacrime senza più riuscire a trattenersi. David rimase senza fiato alla rivelazione: questo spiegava tutto. Come aveva potuto Michael arrivare a tanto? Aveva sottovalutato quel ragazzo troppe volte. Era stato troppo permissivo, troppo poco severo. Aveva voluto credere che fosse recuperabile, ma forse non si può sempre salvare tutti e quell'errore gli era costato carissimo.

- Cos'ha fatto a Kathy? - chiese solo David.

- Voleva che lei lo seguisse, ma Kathy ovviamente non voleva più scappare con lui. Tom ha cercato di fermarlo- cercò di spiegare Roxy.

- Lui come sta? - chiese David.

- L'ha quasi stritolato tra la gradinata e una trave di cemento. Spero Mrs. Lorenz sia riuscita a convincerlo a sdraiarsi. Era fuori di sé prima, respirava a fatica... ma è vivo- disse Roxy asciugandosi gli occhi.

- E tu? Come stai? - chiese poi.

- Il ginocchio è andato, sono attaccata al respiratore e coperta di ustioni, ma poteva andare peggio, molto peggio. Se io sono viva, il merito è di Liv e di Kathy e non mi sembra giusto... Liv si è presa due siringhe nella schiena per proteggermi e adesso quella donna l'ha portata via e io so che le farà del male, David! Non me lo posso perdonare, l'ho lasciata lì per cercare di fermare Micheal e gli uomini della Humans, ma è stato tutto inutile ... - aggiunse lei dura stringendo la lingua tra i denti.

- Forse Mrs. Lorenz puo aiutare Kathy. So che una mutazione di quarto livello è l'ultima spiaggia, ma se deve morire- disse David sospirando.

- E' troppo tardi per quella, si è mutata da sola per salvare Tom da Michael. Michael le ha tranciato la colonna vertebrale coi frammenti che le erano rimasti in corpo - disse Roxy infine. La mancanza di pietà in quell'atto la lasciava tutt'ora senza fiato. David inspirò a fondo cercando di controllare la collera.

- Ok, Roxy, guardami. Non è colpa tua, adesso mi serve che tu non crolli e gestisca tutto. Cerca di tranquillizzare i ragazzi, per quanto possibile, finché non arriveranno i soccorsi. Io sto arrivando con Liam e Garcia. Saremo li tra circa venti minuti - disse David deciso.

- Venti minuti? Ce la posso fare... - annuì Roxy ricomponendosi.

- Fai trenta o quaranta- urlò Liam da fuori. Al solo sentire la sua voce Roxy scoppiò di nuovo a piangere, poi si ricompose e annuì lentamente guardandosi intorno.

- I soccorsi sono in arrivo, fate il possibile, ho solo bisogno di sapere una cosa. Dal filmato temo di avere già una risposta: la scuola è inagibile? - insistette David. Roxy confermò senza tentennamenti.

- Ok, attivo il trasferimento al sito B, ci vediamo tra poco- aggiunse David.

- Temo sia ora di andare, il fuoco si sta avvicinando! - disse Garcia.

- Chiamerò arrivati sul pari- disse deciso David rimettendosi la maschera e ricominciando a salire di buona lena.

- Dov'è il pari? - fece Garcia dubbioso. David segnò una punta diversi metri sopra di loro.

- Se non muori di infarto tu, potrei sempre farlo io! - disse allora Garcia.

- Andiamo, non sei mai stato così in forma in vita tua! Alla tua età l'avrei fatto di corsa questo pendio- lo spinse David. Liam sorrise e diede una mano all'amico.

- Angela è sotto antisiero, è stata colpita - disse poi all'improvviso David bloccandosi. Aveva tentennato molto se dirglielo, ma non erano più ragazzini o studenti. In realtà non poteva proteggere proprio nessuno da quello che era successo. La più truce verità è che ogni guerra ha i suoi morti e quei sei ragazzi lui se li sentiva sulla coscienza. Tremava all'idea che non sarebbero stati gli unici. Garcia lo guardò terrorizzato.

- Credo che tenere una mano amica le servirà- aggiunse poi David rivolto a Garcia. Lui annuì e aumentò il passo deciso respingendo le lacrime in gola.

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