"Complice nel rapimento?"

Quando Kathy si svegliò aveva una coperta addosso e si trovava ancora vestita con scarpe e tuta sul letto della stanza 412. Fuori il sole stava nascendo tra le montagne. Si stirò slacciando la treccia. Con la coda dell'occhio vide Michael uscire dal bagno con un asciugamano.

«Ehi, bella addormentata, finalmente. Scusa, alla fine non ho resistito! La vasca è spettacolare, dovresti provarla.»

«Michael! Avevamo detto che non dovevamo lasciare tracce!» gli ricordò Kathy stupita. «Che ore sono?»

«Le sei: facciamo ancora in tempo a svicolare nei nostri alloggi, per quanto ti ha dato accesso a questa camera Tom?» aggiunse Michael dalla porta del bagno.

Kathy arrossì per un attimo. Lanciò un'occhiata al suo tablet sul comodino, poi si ricordò di non aver memorizzato la password dell'utente amministratore: era stata attenta. «E' fuori dal sistema di allarme finché non finisco i lavori... Se te lo stai chiedendo, la mia fonte segreta non è Tom» annunciò con aria misteriosa Kathy. Non voleva che Micheal spifferasse all'amico dei suoi accessi. Nel frattempo, si era alzata e aveva cominciato a rifare il letto nervosamente.

«Cenerentola non ti si addice!» L'aiutò a sistemare la piega della coperta. Kathy in effetti era sempre stata abbastanza approssimativa, ma sua madre non ne aveva mai fatto una questione di stato. Michael invece era veramente preciso. Rimase incantata a guardarlo, mentre danzava attorno al letto. Mrs. Lorenz doveva avergli insegnato a farlo con molta cura.

«Hai mai pensato cosa dirà tua madre se ce ne andiamo?»

«Immagino se ne farà una ragione ... col tempo.» Alzò la testa Michael tutto a un tratto determinato. «So perché mi tengono in questa gabbia dorata. Ha un senso, molto malsano, ma ce l'ha e ce l'aveva per i ragazzi che hanno trovato con me. Per quelli come te, è diverso. La Lotus piove dal cielo, prima ancora di avere l'esito dell'esame, con mosse altamente illegali e vi porta via in pochi istanti dalle vostre famiglie e dalla vostra vita. Nessuno sa di per certo cosa vi sarebbe successo altrimenti. All'inizio eravamo in pochi LWF nella lista, ma ora quella lista è lunghissima, ci potrebbero volere anni prima che una qualsiasi industria farmaceutica anche solo si interessi di voi. Devo ammettere però che un LWF oro come te, non passerebbe molto inosservato» Michael ragionava ad alta voce mentre lasciavano la stanza. Il corridoio era ancora deserto nella prima luce del mattino. «Non fraintendermi, questo posto è chiaramente mille volte meglio di dove avevano condotto me, Roxy e gli altri, ma comunque dal mio punto di vista ciò che la Lotus sta facendo con voi è sbagliato» ammise mentre salivano sull'ascensore. «Sono solo degli egoisti. Hanno costruito questo posto per tenermi al sicuro vicino a loro. E poi vi rapiscono dalle vostre famiglie!» Michael fissava la moquette dell'ascensore: pareva vergognarsi di quello stavano facendo i suoi genitori.

«Roxy ha detto che non avevo scelta.»

«Dicono quello che devono dirti, per farti pensare che tu non ce l'abbia, ma non è così. Non dovrebbe esserlo. In America probabilmente sì, ma il mondo è molto più grande.» L'ascensore rallentò e le porte si aprirono al piano di Kathy.

«Dopo cena? 412?» Il suo sorriso sembrava illuminare il corridoio, tutto pareva speciale, diverso a Kathy, se lo condivideva con lui e ora, forse, avevano trovato il loro posto segreto. Annuì cercando di mantenere la calma. Il cuore le batteva così forte nel petto. Salutò Michael e uscì. Prima che si chiudessero le porte lo sentì urlare: «L'appuntamento migliore della storia!»

Kathy sorrise tra sé e sé e corse verso camera sua; questa volta la porta era chiusa. Entrò velocemente, si spogliò e si buttò sotto la doccia; l'acqua calda finì di svegliarla. Uscendo si fermò a osservare quel fiore sul suo braccio, che riluceva sempre di più anche alla luce del giorno. Per caso le cadde l'occhio sul punto dove avevano fatto il primo impianto: non si vedeva quasi più nulla. Quindi quel segno poteva sparire? Si sedette sul letto e riaprì il tablet. Era rimasta aperto l'articolo di giornale su Mrs. Sullivan. Non aveva più avuto il coraggio di continuare oltre.

"Complice nel rapimento?" L'articolo diceva che era stata sospesa e aveva passato alcune notti in carcere. Ora aveva pagato la cauzione ed era a casa in attesa di giudizio. Rischiava intanto sei anni di carcere per la manomissione del campione di sangue di Kathy e per aver ostacolato la procedura dell'esame obbligatorio del DNA. Il procuratore aveva aggiunto altri due anni per falsa testimonianza, dato che aveva taciuto l'accaduto nel primo interrogatorio. Questo a patto che non dimostrassero la sua effettiva complicità nel rapimento. E se avessero trovato quel dispositivo nel laboratorio di scienze? Sarebbero potuti risalire alla Lotus da lì? Tom era molto sicuro di aver coperto bene le sue tracce. Kathy sospirò continuando a leggere.

"Anche se non sarà stata ritenuta colpevole in sede finale di giudizio, in ogni caso nessuna scuola assumerebbe un'insegnante che si è macchiata di una tale scorrettezza" asseriva l'articolo severamente. Kathy davvero non capiva dove stava il movente della professoressa. Se non ci guadagnava nulla, perché farlo, sapendo di rischiare così tanto? L'ultima frase la lasciò senza fiato: "in molti a questo punto si chiedono se non abbia avuto un ruolo anche nel vecchio rapimento di Jacob Finnegan, finito in tragedia". Ancora il nome di quel ragazzo che tornava: aleggiava come un fantasma sulla sua storia. Non poteva risolvere la sua situazione senza capire prima cosa fosse successo a Jacob Finnegan, ormai ne era convinta. Doveva andare più a fondo, ma non nella stanza 412. Non poteva ancora coinvolgere Michael su quella parte della storia, non prima di essere sicura che non l'avrebbe più aggredita.

Salì a fare lezione, ma mentre ascoltava la voce accademica di quel professore a distanza che spiegava il bilanciamento della formula chimica si ritrovò a pensare al suo vecchio laboratorio di scienze, ai banchi immacolati, ai microscopi, a quell'odore misto di sostanze. Non voleva essere la causa della rovina di Mrs. Sullivan. Era certa che, a suo modo, l'avesse fatto per aiutarla. Si chiese se si fosse pentita del suo gesto. Forse anche Kathy rimpiangeva di essere salita su quella moto con Roxy. Avrebbe potuto restare e poi? Lo sguardo desolato di Mrs. Sullivan risorse davanti a lei. Le sembrava di vederla di nuovo, impotente e sopraffatta. Ora sapeva che cosa non andasse nel suo sangue. Aveva davvero mai avuto un secondo parere? Se in un enigma non si è assolutamente certi di un'ipotesi, tutta la catena può crollare miseramente: aveva bisogno di una dimostrazione.

Finita la lezione andò decisa nella sala dei terminali e cercò nel sito della Lotus i nomi dei farmaci prodotti. Si sforzò di leggere l'elenco delle componenti, ma era davvero troppo complicato per lei e per il suo livello d'istruzione. Si segnò solo il nome del cerotto che aveva fatto la sua fortuna in tutto il mondo. Guardò intensamente la scatola, quindi ripensò alla mattina che era andata da Mrs. Lorenz per il polso. Era certa di aver visto una vetrinetta riguardante l'azienda, di fianco alla porta. Poteva non esserci il loro prodotto più famoso? Il giorno seguente avrebbe dovuto togliere il bendaggio. Era rischioso, ma era pur sempre una possibilità. Se avesse preso uno di quei cerotti, avrebbe potuto avere la conferma che la macchina di analisi del DNA aveva fatto il suo lavoro.

«Vedo che hai trovato qualcosa d'interessante oggi» Stavolta la ragazza riconobbe Tom senza ombra di dubbio. Prima che Kathy potesse rispondergli, Tom si sedette a fianco a lei. Le si avvicinò all'orecchio e le disse: «Non sei su quella lista» come un sussurro. Un brivido passò lungo la schiena di Kathy che sorrise senza distogliere lo sguardo dallo schermo davanti a lei. «Non so come sia possibile, ma è così. La tua professoressa ti ha fatto un grande regalo, sai»

Kathy si voltò verso di lui stupita. «Forse le costerà tra sei e otto anni di carcere però.»

«È stata una sua scelta. Non c'è modo in cui tu possa salvarla.»

«Perché no? Se torno, più nessuno la accuserà!» insistette Kathy.

«Kathy, guardami! Non puoi. Ti faranno di nuovo l'esame. Allora sarai davvero in quella lista e la Lotus non ti potrà più salvare.»

«Salvare da chi?» tuonò verso di lui scattando furente di rabbia. Diverse teste si girarono a guardarli. Kathy si morse il labbro e si alzò. Era stanca di scappare da una fantasma: se c'era qualcosa che anni di sport le avevano insegnato, era il coraggio di fissare il tuo nemico negli occhi. Solo allora notò i loro sguardi pietosi attorno a lei, l'ultima arrivata. Non voleva più rimanere lì un solo istante. Tom tentò di fermarla, ma Kathy si divincolò e scappò. Corse senza fiato verso la stanza 412. Entrò e franò sul pavimento, lasciando andare le sue lacrime.

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