Grifondoro vs Corvonero
Era una giornata di sole, il giorno perfetto per una partita di Quiddich con un po' di pepe. Alle nove tutti andarono a fare colazione, come di consueto, prima di andare a giocare o a vedere la partita.
Niky si trovava sugli spalti insieme a Camy ed Emily, mentre Renesme era scesa in campo con Newt. La partita iniziò.
Renesme's Pow
Dopo essermi mangiata tre panini con Nutella per colazione, mi decido a scendere in campo. Ecco il fischio, la partita finalmente ha inizio.
Inizio a scrutare il campo alla ricerca del boccino mentre i miei compagni di squadra si tengono impegnati contro gli avversari. Finalmente lo vedo non troppo distante, ma ancora non ho avvistato il cercatore dell'altra squadra. Rimanendo all'erta, mi lancio verso il mio obiettivo cercando di evitare i bolidi evitando inutili manovre. Sfrecciando accanto a Newt cerco di gridargli di coprirmi. Schivo altri due bolidi e do un'occhiata ai cartelloni con il punteggio: Grifondoro a cinquanta mentre Corvonero a cento.
Cercando di ignorare la fastidiosa voce del commentatore, Erick, continuo a spingermi al limite della velocità per raggiungere il boccino. Appena è a pochi metri da me allungo un braccio, la mano aperta per afferrarlo appena possibile. In quel momento tutta la mia concentrazione era rivolta ad esso, troppo sicura che la partita sarebbe terminata entro pochi secondi. Peccato che Corvonero sia arrivata già a duecento punti. In quel momento mi sono chiesta se ne sarebbe valsa la pena sforzarmi ulteriormente; se anche prendessi il boccino, la nostra squadra non raggiungerebbe i punti dell'avversaria. Ritraggo la mano, indecisa sul da farsi.
Quel secondo di indecisione mi impedì di notare il bolide che sfrecciava nella direzione di Niky. Mi mordo un labbro mentre faccio qualche calcolo. Se Niky avesse continuato su quella traiettoria e velocità, poco ma sicuro che ne verrebbe colpita. Reagisco d'istinto, lanciandomi nella sua direzione con l'intenzione di parare. Non faccio in tempo.
Il bolide colpisce Niky in faccia, facendole perdere l'equilibrio per un momento. Da questa distanza riesco a vedere il suo naso che si piega sotto la potenza della palla e l'onda d'urto che va a crearsi sulla sua pelle. Non trattengo una smorfia nell'immaginare il dolore che avrebbe potuto provare, soprattutto dopo vedere il sangue che sgorgava copiosamente dalle narici, ma non potevo lasciarmi distrarre. La partita era ancora in corso e di certo non si sarebbe fermata per un infortunio di poca rilevanza.
Grifondoro ha finalmente raggiunto cento punti, quindi se ora riuscissi a prendere il boccino potremmo finalmente ribaltare la situazione. Mi lancio nuovamente al suo inseguimento, l'adrenalina che pompa nelle mie vene in risalto sulla chiara pelle. Per sfortuna o per distrazione, la stessa sorte di Niky mi colpisce con tutta potenza alla schiena.
Lascio la presa sulla scopa volante e precipito, ancora confusa per l'accaduto, fino a che non sento due forti braccia avvolgermi per la vita e rallentarmi la caduta. Newt mi stava tenendo stretta al suo petto. Non riesco a vederne il volto ma riesco a immaginarmelo, corrugato per la preoccupazione. Il ragazzo mi aiuta a issarmi sulla sua scopa, così da condurmi verso gli spalti. Niky mi guarda spaventata, ma vedo un po' di sollievo nel momento in cui le sorrido. Newt le dice semplicemente di portarmi in infermeria. Pur non volendo, non posso non nascondere che ancora il senso di stordimento non sia passato e che gli arti mi formicolino fastidiosamente.
Niky's pov
Siamo già a duecento, è fantastico! Tutto fantastico, finché non vengo colpita da quel dannato bolide dritto in faccia. Il dolore è lancinante e non posso non temere per una frattura, vista anche la quantità di sangue. Al momento, il mio pensiero fisso è la vittoria di Corvonero; dopotutto, non voglio spendere i miei risparmi in dolci e tute.
Poco dopo Hagrid mi raggiunge, conducendomi agli spalti per condurmi all'infermeria. Proprio in quel momento, all'uscita del campo, sento un colpo. Mi volto e non posso non portarmi le mani alla bocca. Renesme era stata colpita da un bolide e ora precipitava da un'altezza che le sarebbe stata fatale. Sento i muscoli tendersi nel momento in cui faccio per lanciarmi verso di lei, quando vedo Newt raggiungerla e fermarle la caduta. Lui la conduce a me, Hagrid che commenta con poche parole la possibile gravità dei danni. Una forte preoccupazione mi stritola il cuore, ma nel vedere la mia cugina sorridermi mi sono sentita rincuorata.
Vedo Hagrid gesticolare verso l'allenatrice, la quale ci stava raggiungendo a rapidi passi. Poco dopo, anch'ella sembra comunicare qualcosa ai professori e ai conducenti. In quel momento, Erick annuncia la fine della partita.
Renesme's pov
Dove mi trovo? Aperti gli occhi, un alto soffitto bianco mi si para davanti. Provo a mettermi a sedere, un forte dolore alla schiena mi costringe a rimanere sdraiata sul morbido materasso, le lenzuola bianche profumate di lavanda. Ai miei lati la luce passa da grandi finestre che si alternavano tra altri letti, la maggior parte vuoti. L'infermeria, ecco dove sono.
I ricordi dell'accaduto si fanno vividi. «Ah!» Esclamo con fare scocciato. «Come ho potuto farmi colpire così? Che male...» Una smorfia sul volto.
«Sei sveglia finalmente!» Una voce familiare attira il mio sguardo.
«Niky! Non ti avevo vista.» Poggio un avambraccio sul letto per far leva, in modo da alzare il busto di qualche centimetro, così da poterla vedere chiaramente.
Lei mi sorride. «Ero qui da un po, ti stavo aspettando.» Il naso era stato coperto da una benda.
«Non dovevi, sei stata troppo buona.» Ridacchiai. Nonostante le parole, sono contenta che lei sia qui.
«Ero preoccupata, come potevo non rimanere al tuo fianco?»
In quel momento, madame Pomfrey entra nella stanza, raggiungendoci. Mi guarda con una certa severità negli occhi. Se non l'avessi già conosciuta, non avrei proprio pensato che in realtà lei abbia a cuore i propri studenti per via del suo carattere freddo e distaccato.
«Niky, te la senti di avere visite?» Pronuncia lei.
«Certo, nessun problema.» Rispondo.
«Bene. Vado a chiamare i vostri genitori, allora.» Così dicendo, la signora Pomfey si allontana per ritornare poco dopo con Remus e Ninphadora, Molly, i miei amici e il mio ragazzo e, infine, Silente.
Dopo aver spiegato loro l'accaduto, il preside scambia con i presenti alcune parole, per poi far uscire i ragazzi dall'infermeria.
Subito dopo vedo i miei genitori avvicinarsi a Niky, ponendole alcune domande per conoscerla.
Sono passati solo pochi minuti da quando gli altri hanno abbandonato questa stanza. Io sono rimasta qui sola, con i miei pensieri.
Nel sentire la porta aprirsi in un sommesso cigolio, vedo una figura spuntare da dietro questa. «Newt!» Non pensavo che sarebbe passato a trovarmi una seconda volta.
Lui mi raggiunge e mi prende il viso tra le mani, attirandomi delicatamente a sé. Sento le sue labbra toccare le mie per pochi secondi. «Chiudi gli occhi.» Sussurra. Io obbedisco. Lui mi bacia nuovamente, questa volta con passione. Nel mentre, sento qualcosa premermi una mano e una spalla. Confusa, mi ritraggo lentamente guardando Newt negli occhi.
Qualcosa brontola vicino alle mie orecchie. Inclino la testa e non posso non spalancare la bocca dalla sorpresa. Uno snaso! Uno snaso vero! Non trattengo l'esclamazione. Newt, sorridendomi con amore, si allontana dal letto senza voltarsi. Lo richiamo, ma lui alza un braccio e mi saluta. Pochi passi dopo era già fuori.
«Ma che?» Ignoro il suo gesto improvviso e torno a concentrarmi sull'animale che ora era scivolato sul letto, gli occhioni carichi di vitalità.
Niky's pov
Stavo camminando verso l'infermeria in mattinata, quando vedo all'ingresso un uomo con una vecchia valigia e una donna avvolta in un mantello argento. Riprendo gli occhiali dalla tasca e, indossati, riesco a riconoscerli; erano i miei zii. Stanno parlando con madame Pomfrey, coperta ai miei occhi dalle loro figure. Poco dopo entrano nella stanza e in un paio di minuti sono fuori.
Quando loro notano la mia presenza, non posso non salutarli, ma devo trattenermi dal chiedere di cosa stessero discutendo.
Arrivata alla porta, l'infermiera mi controlla rapidamente il naso. Rimuove la benda con fine attenzione. «Perfetto, è guarito.» Un accenno di sorriso sul volto.
Una volta sola, raggiungo Renesme, cui mi dice che entro poche ore sarebbero arrivati anche Camy e Newt con una pizza, del tiramisù e del succo di zucca. Nelle sue parole avverto una tonalità piatta, ma non riesco a dargli troppa importanza finché il suo sguardo non sembra incupirsi. Man mano che parlavamo, sembrava perdersi nei suoi pensieri.
Dato che Renesme non voleva darmi accenno di quanto la tormentava, rimasi a mia volta in silenzio cercando di ignorare la pensante atmosfera. Avrei rispettato senz'altro la sua privacy, anche se la curiosità mi pervadeva. Due ore dopo però, in cui lei aveva celato le emozioni dietro a una falsa allegria, il muro che si era costruita cedette e Renesme scoppiò a piangere.
Io, allarmata, tentai di consolarla con parole generiche, per poi andare più nello specifico. «Che è successo? Madame Pomfey ti ha detto qualcosa di grave?»
Lei si lancia tra le mie braccia, abbracciandomi con forza. «Forse non potrò più giocare a Quiddich!» Gridò, il volto premuto contro la mia maglietta. «Gioco a Quiddich da quando avevo quattro anni!»
«E quel "forse"?» Commentai.
«Quel "forse" non porterà alcun miracolo, la mia schiena non si rimetterà apposto da sola!» La voce incrinata dal pianto.
L'abbracciai a mia volta con forza e così rimanemmo finché non arrivarono anche gli altri, cui venne raccontata la novità. L'unica cosa positiva in tutto ciò è che Renesme presto verrà dimessa.
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