Capitolo 4 passato 2

Aveva due anni quando accadde.
Abhik era tornato a casa in licenza per qualche giorno.
Leah era seduta sul prato giocando con la bambola di pezza che la madre le aveva fatto.
Non parlava ancora, e questo aveva messo in allarme i genitori che si erano recati da Alwin, il mago e curatore più importante di Damilar. Aveva visitato a lungo la bambina. A diagnosi finita sorrise ai due conti preoccupati.«Vostra figlia è sana come un pesce Mio Signore. Dovete solo darle del tempo».
Abhik era seduto lì vicino a lucidare la spada. Quando alzò gli occhi dal suo lavoro, notò con orrore che la bambina era scomparsa.
«Leah!»urlò disperato. Cercò freneticamente tra i cespugli del giardino, inutilmente. Ananya arrivò in quel momento.
«Abhik, che sta succedendo?»domandò preoccupata.
«Era qui un attimo fa. Leah è scomparsa».
Si aspettò una reazione isterica della moglie che non arrivò.
«Abhik calmati. Ora la cerchiamo insieme».
Setacciarono il giardino. Le ancelle cercarono in casa e le guardie nel rimanente perimetro della villa.
Fu Ciril a trovarla.
«É nella scuderia dei draghi, vicino a... Bhaart».
Ananya sbiancò. Il drago di Abhik era intrattabile, e avrebbe potuto facilmente ucciderla.
Con il cuore in gola corsero alla scuderia. Quello che videro li lasciò senza fiato.
Il drago era accoccolato a terra, il muso a pochi centimetri dalla bambina che rideva spensierata.
«Baa-baart»diceva. Poi batteva le mani entusiasta.
Abhik non credette alle proprie orecchie. Stava parlando. Sua figlia finalmente aveva iniziato a parlare. Ma la cosa più sconcertante era che Bhaart si faceva accarezzare come un cagnolino.
Quando si avvicinò, notò che la mano della figlia appoggiata al muso coriaceo del drago era avvolta da una tenue luce azzurrina.
«É una maga».
Abhik si avvicinò ancora di più.
«Hai visto Bhaart, sa parlare». Sembrava un bambino tanto era felice. Il drago gli lanciò fugacemente un'occhiata dubbiosa. Il suo padrone era veramente fuori di testa.

Abhik decise di affidarla a Alwin perché potesse apprendere la magia in tutta la sua forza.
Furono anni quelli dove Leah si sentiva in pace con se stessa e con il mondo, grazie anche allo stretto legame con la natura. Seppur piccola imparava in fretta.
Il suo primo esperimento fu l'incantesimo di levitazione. Il padre l'aveva trovata che fluttuava all'altezza del lampadario, che rideva come una matta.
Il secondo invece di addormentare un servo durante il suo lavoro. Se la prese con il cuoco e per quella sera mangiarono pane e carne secca freddi.
Infine fu un susseguirsi di guai uno dopo l'altro.
A sei anni sapeva padroneggiare gli incantesimi base e qualcheduno potentissimo.
Pur essendo giovanissima, aveva imparato a leggere. I suoi preferiti erano quelli dedicati ai sigilli.
Mentre la sera ascoltava le storie della madre su Nihal e Sennar, e la Battaglia d'Inverno di quasi quarant'anni prima. Ma più che la colpiva era Aster e la sua storia tormentata. Circolavano voci che avesse guarito la madre con la magia quando era nient'altro che un neonato.
Da quel giorno Leah si concentrò su quel pensiero.
"Un giorno sarò una maga potentissima".

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