4. La ricerca di Pisces

Sono arrivata alla centrale, mi dirigo verso il banco informazioni e chiedo di poter parlare con un detective. L'agente di turno mi scorta fino ad una scrivania molto disordinata, con fascicoli e articoli di cancelleria sparsi ovunque. Una targhetta impolverata porta il nome del detective: Detective Mc. Garrett.
<< Attenda qui signorina. Lui dovrebbe tornare fra poco da un incarico>> Mi dice l'agente facendomi accomodare in una sedia poco confortevole proprio davanti a quel caos.

"Chi sa se sarà in grado di aiutarmi questo tipo? Forse chiedere l'aiuto degli umani è sbagliato per noi creature astrali" penso tra me e me.

Il Detective arriva dopo pochi minuti. È un uomo alto, sulla quarantina e di corporatura robusta. Ha i capelli corti e neri, gli occhi sono marrone nocciola nascosti dietro ad un paio di occhiali spessi con una montatura grigia. Mi fissa, poi si sporge verso di me tendendomi la mano affinché io possa stringerla.

<< sono il detective Mc. Garrett. Come posso aiutarla signorina? >> parla con voce calma e lenta, in modo da farsi capire subito e perfettamente. La sua stretta di mano è forzuta, ma la pelle ruvida e segnata da callosità.

<< sono un'investigatrice e vorrei la sua collaborazione per un caso se le fosse possibile.>>
<< vedrò cosa posso fare. Mi esponga il caso per favore>>
<< si tratta di una mia cara amica. È scomparsa da un paio di anni e non sono ancora riuscita a rintracciarla... Credo che l'ipotesi più probabile sia rapimento.>>

Rimane silenzioso per qualche istante a riflettere poi continua:

<<che cosa le fa pensare questo? >> mi domanda curioso.

<< Aveva promesso di chiamarmi ogni giorno, ma da quando è arrivata in questa città non l'ho più sentita ed il numero telefonico è stato eliminato>>

Guardo per un attimo i documenti cercando poi di capire se sono riuscita a fargli bere quella bugia dato che il numero di telefono che ho inserito nel fascicolo è falso.

<< è una ragazza ingenua. È stata sicuramente rapita>> ribatto ansiosa di una risposta, ma lui rimane immobile, con la mano appoggiata sul mento e un espressione pensierosa.
<< va bene. Mi lasci le foto e le dichiarazioni di chi l'ha vista l'ultima volta>> mi risponde con tono sicuro.

Gli porgo i documenti di Pisces e lascio che li analizzi. "Fortunatamente sono riuscita ad ottenere qualcosa dagli umani che l'hanno vista per strada due anni fa".

Analizza i documenti velocemente poi mi fissa di nuovo porgendomi il biglietto da visita: << la chiamerò se dovessi scoprire qualcosa>>
<<la ringrazio Detective, alla prossima>> rispondo stringendogli la mano e andandomene.

Non so esattamente quale sia la forma umana di Pisces adesso.
La prima volta che scese sulla terra era una ragazza piccola e carina, quasi faceva tenerezza. La sua altezza raggiungeva a stento il metro e cinquanta, era magrolina e portava i capelli lunghi fin sotto le spalle raccolti in due code su lati opposti della testa. Indossava sempre dei vestitini lunghi fino al ginocchio e si divertiva a far svolazzare le piege della gonna. Sembrava in tutto e per tutto una ragazzina di non più di diciassette anni.
Quando arrivò i suoi occhi color acquamarina risplendevano di gioia e curiosità. Aveva fatto innamorare anche Scorpio con quei bellissimi occhi. Lo aveva fatto suo tanto che lui le aveva chiesto di sposarlo, perché erano l'uno il centro dell'altro, e non riuscivano mai a staccarsi gli occhi di dosso.
Era raro vedere tanta affinità tra due costellazioni. Nessuno a parte Leo e Aries aveva mai provato a sposarsi prima d'ora.
Anche per questo li ammiravo. Erano la prova che, oltre al secolare matrimonio di Aries e Leo, anche noialtri potevamo essere felici con qualcuno. Quando Pisces scappò però ne fummo tutti distrutti.
Nessuno credeva che sarebbe stata proprio lei ad andarsene.

Tutto questo successe due anni fa e, da allora nessuno di noi è più stato felice come prima, anche per colpa della fuga di Acquarius.
Quel ragazzo è sempre stato un problema da quel che ricordo. Ci conoscemmo quando eravamo piccole costellazioni, ma col tempo si allontanò da tutti e si fece vedere sempre meno, fino ad arrivare alla fuga.

"Spero solo che tu stia bene Pisces" è l'unica cosa che riesco a pensare ogni giorno.

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