16. Tutto Ciò Che Resta

Pisces

Oggi è un nuovo giorno e ogni minuto è pieno di possibilità.
Leggo nella mia testa la scritta sulla parete della stanza d'albergo in cui mi trovo. Sembra molto appropriata considerando il posto stupendo in cui Albert mi ha portata.
Mi ha fatto uscire dalla clinica qualche mese fa e siamo partiti subito per Atene, ma la città era troppo caotica e affollata perciò abbiamo deciso di andarcene su un isoletta tranquilla in cui tutto risplende del bianco come la neve e del blu come il mare.

Mi sono fidata di lui sin dal primo momento e lui mi ha aiutata a crescere e a riprendere il controllo di me stessa dal momento in cui mi ha vista. Non gli sarò mai grata abbastanza per questo.

Mi giro nel letto e guardo la grande finestra davanti a me che si spalanca su una mozzafiato di vista sul mare.
Mi stiracchio le braccia e le gambe mentre vorrei rimanere ancora a letto. La mia espressione è più o meno quella di un gatto che ha dormito tutto il giorno. Vorrei tanto stare ancora a letto ma, uno strano brontolio della mia pancia mi dice che è l'ora di alzare il sedere e mettere qualcosa sotto i denti.

Mi incammino verso il bagno portandomi addosso il lenzuolo come una principessa con il suo vestito. Lo trascino sul pavimento come fosse un abito ampio e regale, al disotto del quale il nulla se non la mia pelle morbida e delicata. Il bagno non è di certo un posto per il mio regale abito di lenzuolo, quindi lo lascio cadere per terra e mi dirigo nella vasca. Faccio scaldare l'acqua con un semplice tocco della mano e a temperatura desiderata mi immergo cercando il morbido conforto del mio elemento. Mi sento avvolgere dall'acqua come se mi cullasse e mi coccolasse. È una sensazione straordinaria che avvolge tutto il mio corpo, e ogni volta che mi immergo con la testa sotto la superficie sento come se mi parlasse e mi sussurrasse "sei a casa".

Dopo un'oretta buona nel tepore della vasca decido di uscire e prepararmi per la colazione, che fortunatamente viene servita fino a tardi nel hotel. Mi infilo in un abito acquamarina lungo fino alle ginocchia e con una piccola scollatura, che non evidenzia per niente il mio seno dato che non l'ho mai avuto per mia sfortuna. Credo infatti, da questo punto di vista di essere stata la più sfortunata tra le costellazioni perché mi accontentavo anche di una terza ma, no... Proprio no.
"Che sfiga" penso tra me e me guardando lo specchio del bagno. Mi infilo poi un paio di scarpe bianche che ho preso insieme al vestito in un negozio e mi avvio fuori dalla camera.

Non faccio in tempo ad aprire che mi trovo davanti Albert quasi intento a bussare alla porta della camera. Questa volta è stato anticipato.

<<oh, stavo venendo a svegliarti per la colazione... Pensavo stessi ancora dormendo>> dice lui sorpreso
<<beh come vedi stamani sono già pronta. Andiamo? >> gli chiedo sfoderando uno dei miei sorrisi raggianti. Lui annuisce e mi porge un braccio che prendo prontamente con la mano ed iniziamo a incamminarci verso la nostra colazione.

È sempre molto gentile e premuroso ma a volte mi sembra di essere trattata come una bambola di porcellana che ha paura di rompere.

Passiamo il pasto sgraffignando leccornie dai tavoli del buffet poi ci dirigiamo verso l'esterno per una passeggiata. Camminiamo verso la spiaggia tranquilla e serena. Sembra che oggi non ci sia nessuno a disturbare.
L'acqua è limpida e leggermente fredda ma, certo non un problema per me.
Mi tolgo le scarpe e vado a immergere i piedi nell'acqua azzurra e cristallina. Il senso di libertà che c'è in tutto questo è qualcosa di magnifico.

Mi giro a guardare Albert. Qualcosa non va. Il suo viso è diventato improvvisamente cupo.
<<è successo qualc.. >> non faccio in tempo a finire la frase che sulla spiaggia si sprigionano delle fiamme potenti e dirompenti.
L'aria si fa incandescente, diventando quasi difficile da respirare.

Non è un normale fuoco e non ha nulla di naturale infatti dopo poco assume un colore strano, come fosse intriso d'oro. Ne compare all'interno una figura femminile che va delineandosi man mano che le fiamme si diradano fino a scomparire. I suoi capelli fluenti e dorati svolazzano al vento e il suo sguardo penetrante è rivolto verso di me.

Non posso crederci. Non posso credere che lei sia qui. Lei che per me è stata un esempio fin da piccola, che ora mi guarda come fossi la sua preda.
<<Leo! Cosa fai qui? Perché.. >> cerco di chiederle ma mi zittisce con un gesto della mano, poi si gira verso Albert e lo fissa.
A questo punto non so se la mia fantasia abbia preso il sopravvento o cosa ma... Lo vedo inginocchiarsi davanti a lei come fosse una regina. La più maestosa e terrificante di tutte.
<<ora puoi anche smettere di fingere... Su, rivelati a lei>> dice Leo ad Albert in tono serio come se stesse impartendo un ordine.

Lui si alza e mi guarda con un espressione affranta e quasi dolorante.
<<mi dispiace Pisces>> sussurra
<<cosa.. C-cosa sta succedendo qui?>> chiedo con un groppo alla gola ma senza ottenere risposta.
Il terrore si sta insinuando nel mio cuore, facendo crescere un dubbio che mi squarcia atrocemente l'anima.

Sento l'acqua scorrere sotto i miei piedi e dirigersi verso di lui. Lo avvolge completamente dai piedi fino alla punta dei capelli, trattenendolo per qualche secondo in una specie di bolla d'acqua che viene poi assorbita dalla sua pelle. Si rivela così quello che avrei sperato non fosse l'immagine vista dai miei occhi: Scorpio.

<<no... No.. No! Non puoi essere tu! Non posso crederci! Non è vero!>> urlo terrorizzata contro di lui.
Lui che mi ha preso in giro tutto questo tempo. Le lacrime scorrono calde dalle mie guance nel vedere il suo bellissimo viso con i capelli viola scuro e gli occhi lilla. Il suo fisico è perfetto come sempre e mostra dietro la schiena la coda con terminante il pingiglione dal colore scuro, quasi nero ed intriso di un veleno mortale. Indossa la toga del viola della sua casa con incastonate delle pietre di agata.

Mi guarda con un'espressione triste senza dire una parola.
<<scommetto che non stai capendo niente povera cara>> dice Leo con movenze feline, venendomi incontro e muovendo la coda da leonessa con forza in movimenti quasi nervosi.
<<vedi, mia piccola Pisces... Lui lavora per me>>
<<che cosa vorrebbe dire questo? Spiegati Leo>> domando scontrosa e un po' impaurita cercando di allontanarmi da lei e finendo con l'acqua del mare fino alle ginocchia.
"Maledizione! Questi due mi stanno facendo accapponare la pelle. Che diamine sta succedendo?" Penso tra me e me con il terrore che ormai si sta impossessando del mio cuore.
<<vorrebbe dire che da quando te ne sei andata sono successe tante cose. Il tuo grande amore>> dice indicando Scorpio con la mano: <<non ha retto il colpo che gli hai dato. Ha sofferto come un cane. Ha persino distrutto la sua casa per colpa tua, ma io e il mio adorato consorte lo abbiamo accudito e lo abbiamo aiutato a rialzarsi più forte di prima. Quindi quello che vedi è una versione migliorata e più forte del vecchio e noioso Scorpio che amavi tanto da lasciare quasi all'altare >> dice spavalda cercando di avvicinarsi a me ma, l'acqua la ferma. È un elemento che proprio non sopporta e si mantiene per questo ad una piccola distanza di sicurezza.

<<l'altra cosa che non sai è che a casa tutto sta andando in malora e le tue amiche stanno cercando una guerra che presto avranno>>
Dice rabbiosa. Scorpio non parla tiene gli occhi bassi come se un'enorme rimorso si stesse impadronendo di lui.
<<inoltre... Tu verrai con me! Che ti piaccia oppure no! >> urla feroce cercando di prendermi per un braccio ma prontamente la evito e le scaglio contro un'onda che la colpisce in pieno sdraiandola sulla spiaggia.

Scorpio rimane scorpreso e fissa Leo in attesa di un ordine che non perde tempo ad arrivare: <<prendila>> ordina furiosa e zuppa d'acqua indicando me.
Lui corre verso di me. Una corsa che sembra tutto il cotrario di quella di un'innamorato verso la sua amata. Si avvicina e mi blocca le braccia.

Sono sconvolta. Tutto questo è assurdo e non riesco ad accettarlo ma devo reagire adesso. Innalzo un'onda enorme contro entrambi noi e la scaglio al suolo con il solo potere del pensiero. Lui desiste per qualche secondo dal lasciare la presa ma l'acqua è troppo forte persino per lui e viene scaraventato a riva.

"Devo scappare... Dove non possono arrivare, dove nessuno può arrivare" penso mentre la paura ha preso il sopravvento su di me, poi mi tuffo e mi lascio avvolgere dalla corrente, che mi porta sempre più verso il fondo di un mare in tempesta. Mi trascina come le onde di dolore che trascinano il mio cuore di nuovo alla deriva.

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