11. Corri
Libra
Le giornate sono scorse tranquille per alcuni mesi. Io e Acquarius abbiamo trascorso dei bei momenti e ci siamo avvicinati. Certo, qui sono mesi ma, nel nostro cielo sono passati come pochi giorni e loro non sentono certo la nostra mancanza come io sento quella di Pisces. Adesso anche Acquarius mi sta aiutando a cercarla e siamo quasi sicuri di essere arrivati alla fine di questo intricato labirinto.
La polizia è stata di poco aiuto. Alla fine hanno scovato poche tracce e si sono rivelate una pista falsa. Mentre il Detective Mc. Garrett si è rivelato utile. Ci ha aiutato a trovare chi l'aveva rapita e usata per ignobili scopi ma, una volta scappata abbiamo perso le sue traccie. Questo almeno fino a poche settimane fa, quando ci hanno detto di averla vista scappare da un manicomio con un infermiere. Pare sia stata costretta a scappare ma, sinceramente non lo credo possibile.
Si sono poi diretti verso l'aeroporto ed hanno preso un volo diretto in Grecia.
Noi abbiamo fatto lo stesso quando lo abbiamo scoperto e adesso ci ritroviamo in un piccolo albergo ad Atene, cercando di trovare, per quel che ci è possibile, due persone di cui conosciamo a malapena il volto.
<< Nathan, ti ricordi dove dovevamo andare questa mattina?>> gli chiedo sperando in una risposta.
<<probabilmente a cercare Pisces e il suo bel infermiere visto che sono ormai mesi che la stiamo cercando>> dice un po' irritato. È disteso sul letto della nostra camera con gli occhi rivolti al soffitto e le mani incrociate dietro la nuca.
Abbiamo dovuto prendere una stanza matrimoniale perché non ne avevano altre ma, per adesso va più che bene. Tra noi non ci sono strani sentimenti in mezzo, o almeno, è quello che cerco di far credere a me stessa.
<<quando potremo tornare alla nostra vita di sempre?>>chiede mettendosi a sedere sul letto. <<quella che abbiamo fatto fino ad adesso non era la vita di sempre. Non era niente. Io devo trovare Pisces e riportarla a casa insieme a te>> gli rispondo con tono impertinente dal bagno, nel tentativo di finire il trucco.
<<quindi per te, tutto questo è solo un gioco? Non significa nulla per te stare in questo mondo?>> dice Nathan irritato. Esco dal bagno e mi dirigo verso di lui.
<<tutto significa qualcosa ma, non possiamo rimanere in questo mondo. Non è il nostro e, lo hai visto anche tu che ci possono succedere cose molto brutte qui. Non possiamo permetterci di morire sulla Terra. Gli altri hanno bisogno di noi>> gli dico guardandolo negli occhi quando mi siedo davanti a lui sul letto.
La sua espressione è diventata d'un tratto triste e sconsolata. Mi afferra le mani nella speranza di avere conforto e si avvicina appoggiandosi con la testa sulla mia spalla.
<<non voglio pensare di dover tornare lassù e doverti stare di nuovo lontano>>
<<non staremo lontani... >> mi interrompo di colpo. Hanno appena bussato alla porta.
<<Chi è?>> chiedo mentre vado a vedere dallo spioncino.
Fuori dalla porta ci sono due bellissimi ragazzi biondi in smoking e con degli occhiali da sole scuri, sembrano delle guardie del corpo ed hanno un aria un po' intimidatoria.
Mi volto verso Nathan e a bassa voce gli dico: << vieni a vedere... questi tizi non mi piacciono>>.
Si avvicina alla porta e guarda anche lui. Bussano di nuovo con insistenza.
<< Arrivo>> dico cercando di allontanarmi dalla porta.
Nathan mi guarda con un espressione terrificante e sussurra: << passami la sedia, devo sbarrare la porta. Dobbiamo andarcene dalla finestra>>.
<<cosa??>> gli chiedo perplessa passandogli la sedia con cui blocca la porta. Intanto i due hanno iniziato a bussare insistentemente.
<<apro la finestra, tu usa la gravità alle pareti su di noi>> mi dice preoccupato. Io eseguo subito e in qualche secondo ci ritroviamo fuori dalla finestra, con i piedi incollati alle pareti cercando di scendere fino a terra. Sento dei rumori assordanti venire dalla camera, i due hanno iniziato a tirare spallate alla porta nel tentativo di buttarla giù.
Siamo arrivati a terra ma, si sente un boato che arriva dalla stanza e dopo pochi secondi li vedo affacciarsi dalla finestra e squadrarci.
<<Cosa vogliono da noi?>> chiedo preoccupata a Nathan che mi tiene stretta la mano da quando siamo usciti.
<<Non lo so ma, adesso credo che ci convenga correre>> dice lui mentre li vediamo sporgersi e trasformarsi in chimere alate con l'armatura.
Iniziamo a correre verso il centro dove le strade sono più fitte e abbiamo più possibilità di seminarli.
Corriamo come matti attraverso le strade più strette e i vicoli dove c'è meno possibilità che la gente ci veda.
Le chimere ci seguono dall'alto sbattendo le loro ali con forza e puntando il muso canino verso di noi. Nathan mi tira per la mano mentre cerchiamo di seminarli ma, dopo diverse svolte in strade strette, stiamo esaurendo le forze e d'improvviso uno di loro ci si para davanti costringendosi a frenare bruscamente la corsa.
<<sono segugi di Aries, stai indietro Libra>> dice Nathan con il fiatone.
<<Cosa volete?>> gli chiede aspettando una risposta che probabilmente non arriverà visto che sono cani.
<< Padron Aries ci ha chiesto di scortarvi per incontrarlo. Vi preghiamo di venire con noi, miei signori>> dicono all'unisono in tono serio e molto intimidatorio.
Siamo sempre più ansiosi e preoccupati, specialmente Nathan che non si è mai fidato di Aries ma penso che per adesso voglia stare al loro gioco.
<< Portateci da lui allora>> dice nel mentre che le chimere si ritrasformano per indicarci la strada.
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