10. Il futuro Re
Aries
Dopo il dibattito io e Leo ci siamo ritirati nella villa appartenente alla mia Casa. La mia rabbia è stata furente per tutto il tempo e nemmeno Leo è riuscita a calmarmi.
<<Maledetta Taurus! Non riuscirà ad avere la meglio su di noi. Dobbiamo aumentare le nostre fila. Le stelle minori sono troppo poche per reagire nel caso in cui i Tellus attaccassero.>>
La rabbia non accenna a diminuire, anzi aumenta talmente tanto che vedo in uno specchio dello studio i miei occhi che, per qualche momento cambiano il loro colore passando al nero.
Sono accecato dai sentimenti e in un'impeto d'ira scaglio a terra tutto ciò che c'è sulla scrivania di fianco a me. Sento poi dei passi e la vedo entrare nel mio studio.
Non è nella sua forma umana, come suo solito quando caccia i cervi del crepuscolo, creature dal manto dei colori del tramonto con corna enormi e frastagliate del colore dell'oro e occhi totalmente azzurri come un cielo limpido sulla Terra.
Ha il muso ancora insanguinato e gli artigli lasciano impronte alquanto orripilanti. Anche questa volta ha catturato la sua preda con successo a giudicare dal suo sguardo infuocato.
Si avvicina a me sempre più, con calma ed emettendo per qualche secondo un flebile ruggito. Si struscia alle mie gambe con la sua pelliccia dorata e inizia finalmente a tornare se stessa. Le zampe si tramutano in arti, il pelo diventa pelle e la testa torna ad essere quella della mia amata.
La sua pelle è pallida ultimamente e, risalta ancora di più macchiata dagli schizzi rossi del sangue dei cervi.
Se ne sta di fronte a me, senza niente addosso e guardandomi profondamente negli occhi. Mi poggia le sue mani insanguinate sul viso e si protende verso di me per baciarmi la fronte.
Non le resisto quando si comporta così, perdo ogni freno e mi lascio trasportare da lei. La stringo a me con tutta la mia forza, abbracciando quel suo corpo perfetto e sinuoso, come una vera leonessa. La bacio con foga e passione. Una passione forte e irrefrenabile, quasi a volerla possedere in quell'istante sulla scrivania del mio studio. Le accarezzo i fianchi. La pelle è così liscia e morbida che vorrei affondarci il viso ogni volta che posso. Il nostro bacio è interminabile e le nostre lingue si fondono in perfetta armonia, cercando di incastrarsi come pezzi di un puzzle. Rimaniamo stretti in quella morsa per qualche minuto, poi lei intuita la mia foga si distacca un'attimo da me e mi guarda maliziosa. Mi accarezza una guancia e si pulisce poi la bocca dal sangue rimasto dicendo con voce soave :<< Sei ancora adirato mio caro?>>. Si avvia poi verso una poltroncina in fondo allo studio dove c'è sempre una veste di scorta per lei appoggiata su uno dei braccioli.
<<adesso non molto, grazie a te>>
<<bene, allora ho raggiunto il mio obiettivo>> dice infilandosi nella morbida stoffa. Lega poi la cintura e si dirige verso di me giocherellando con la coda da leonessa che sbuca dalla veste.
<< avrei tanto voluto sbranarla. Così avrebbe smesso di parlare di "famiglia" e " fratelli">>
<<Taurus non ha ancora capito che noi governeremo al posto degli astri e che presto dovrà inchinarsi a noi. Il suo potere della Terra non basterà a sconfiggere la volontà del Fuoco, ma se dovesse mettere le mani sui poteri dell'Acqua dalle costellazioni sparite, le cose per noi finirebbero molto male>> le dico preoccupato.
Leo mi fissa e mi si avvicina con il suo solito passo felpato. La coda si muove da una parte all'altra con vigore, mostrando tutto il suo interesse per l'argomento di conversazione.
<< amore mio, sappiamo bene di non poter vincere da soli contro le costellazioni d'acqua, ma presto non saremo da soli. Sai bene anche tu che quando nostro figlio nascerà saremo invincibili>> dice afferrandomi le mani e appoggiandole sui suoi fianchi.
<< lo so benissimo anche io questo, ma per ogni evenienza preferirei occuparmi prima del problema >>
<<va bene. Allora invieremo un paio di chimere sulla Terra e li uccideremo prima che loro possano farlo con noi>> dice Leo con aria impaziente.
<<si... Tu però continuerai a rimanere nascosta e a non farti vedere in giro. Non voglio che sappiano di nostro figlio>>
<<come ho sempre fatto mio caro... Ormai sono passate decadi da quando ho smesso di venire con te al terrarium>>
La guardo negli occhi ormai incandescenti, quando di solito hanno il colore dell'oro come i capelli lunghi che le scendono fino alla schiena.
Rifletto per qualche istante sulle sue parole, allontanandomi da lei per guardare dalla finestra dello studio: il giardino di meteore si estende a perdita d'occhio e le piante che si trovano al suo interno assomigliano molto a quelle del mondo umano anche se con qualche eccezione.
<< non possiamo ucciderli. Ci sarebbero molto più utili da vivi e senza di loro ci sarebbe molto più caos tra le case. Talmente tanto da non riuscire a governarle. Li imprigioneremo in un labirinto infinito...Non riusciranno a uscire da lì nemmeno tra un millennio...anche se probabilmente moriranno prima, ma a quel punto il nuovo equilibrio sarà stato ristabilito e noi governeremo su tutti>> le dico guardando fuori dalla finestra. Leo si stringe a me abbracciandomi da dietro all'altezza della vita e con tono un po' dispiaciuto afferma: << se è questo che vuoi amore mio, io certo non fermerò i tuoi piani. Manderò prima possibile delle chimere sotto sembianze umane a catturarli>>
Mi giro per abbracciarla e la stringo ancora più forte. Questa leonessa mi fa perdere la testa. Le afferro il capo da dietro la nuca e la bacio con la passione che ci anima da più di un secolo.
Le sue labbra sono fredde e hanno ancora il sapore del sangue, ma lei per me è sempre la mia regina.
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