1. Acquario

La mia esistenza continua da ormai molto tempo in questo cielo sfavillante e colmo di stelle.
Mi sento dire ormai da molti che sono indispensabile per il mio intelletto e ragionamento logico, anche se in realtà cerco di tenermi ben alla larga dalla comunità in cui noi costellazioni vivevamo un tempo.
Non sono un tipo molto sociale, mi fingo un ragazzo qualsiasi in mezzo ad un mare di umani che si confondono tra loro. Sono scappato dal mio posto nel cielo proprio per questo. Non mi sento unico e insostituibile. Sono un comune ragazzo universitario ormai.

Mi faccio chiamare Nathan e vivo in un appartamento nella periferia di New York da ormai 2 anni, con i miei coinquilini Jason e Ben. Ho le sembianze di qualsiasi altro umano: carnagione pallida, corporatura media e altezza un metro e ottanta. Tanto per sembrare il più comune possibile. C'è solo una cosa che mi tradisce sempre: i capelli. Per quanto io ci provi, non riesco a togliere queste maledette ciocche azzurre che tanto odio, ma fortunatamente gli umani hanno una scusa per tutto e, dire che ti piace tingerli, ormai è una cosa che va molto di moda.
Frequento la facoltà di architettura dall'altra parte della città con Jason e, oggi abbiamo un importante esposizione di un progetto di costruzione che sono sicuro metterà in risalto il nostro futuro!
Sempre se riusciremo ad arrivare in tempo...
<<Nathan ti vuoi muovere!?>> Mi urla Jason con il poco fiato rimasto dopo la corsa per prendere l'autobus.
È un ragazzo alto e di corporatura robusta, dai capelli castani e il viso un po' paffuto. Gli piace tenersi in forma e allenato, infatti frequenta una palestra vicino a casa nostra quasi tutte le sere, ma lo fa principalmente per rimorchiare.

<<Sto correndo, Maledizione! Cosa posso fare più di così? Prendere uno Shuttle?!>> gli rispondo carico d'ira.
Forse faremo tardi anche questa mattina perché le strade affollate della città non ci aiutano ad arrivare in stazione in orario e dubito seriamente che il treno possa aspettare noi.

Jason corre come un pazzo. Si fa largo tra la folla di impiegati che si recano al proprio posto di lavoro. Non gli importa chi gli si para davanti. Evita le spallate solamente alle ragazze.
Io preferisco invece scansare la folla, anche a costo di finire sulla strada.
Cerco di stare al passo del mio compagno ma non ci riesco.
<< Aspettami Maledizione!>> urlo ma lui mi ha già lasciato indietro, portandosi quasi all'entrata della stazione.
Provo a raggiungerlo scattando in avanti con tutta l'agilità che posso dimostrare ma finisco come al solito addosso a qualcuno.

<<Scusami! Non volevo! Tutto apposto?>> cerco di parlare correttamente, provando a mascherare la fatica della corsa, ma invano. Sono andato contro ad una ragazza: probabilmente un angelo.
Ha i capelli marroni, lunghi e fluenti che discendono fino a metà schiena, risaltando un tronco sottile e asciutto. La guardo negli occhi. Sono profondi, quasi penetranti, di un colore tendente al verde.
<< Sto bene. Ma i miei documenti non così tanto.>> risponde secca, ma non adirata.
<< mi dispiace. Vorrei avere occasione di scusarmi come si deve, quindi se vuoi chiamami.>> riprendo fiato per un momento e le lascio un biglietto con il mio numero. <<adesso devo andare. Ciao!>> La saluto con la mano e riprendo la mia corsa con la speranza che il treno non sia già partito, precipitandomi al binario.

<<Sei peggio di una lumaca! Altro che Space Shuttle!>> Jason si sbraccia dall'ultimo vagone del treno, quasi in partenza. Riesco ad entrare per un soffio. Le porte si chiudono e il treno parte.
<< H-ho combinato un disastro c-come al solito J >> questa volta mi manca davvero il fiato.
<<che diamine hai fatto?! Si può sapere!? Stavamo per perdere il treno.>> intanto che scandisce le ultime parole cerco di prendere aria e spiegargli la situazione.

<<beh, se c'è di mezzo una donna non è sicuramente un problema... ma almeno era carina?>> mi domanda con aria incuriosita allungandosi verso di me.
<< certo che era carina. Altrimenti non le lasciavo il numero!>>

Mi ritornò in mente, dopo pochi minuti, che la sua faccia mi sembrava di averla già vista. Ma dove ?

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