L'ossessione del passato
Dal titolo di questo capitolo potete capire che ho affrontato qualcosa riguardante il passato. Credo che abbiate capito di cosa, o meglio di chi, si tratta...
L'estate 2023 era iniziata bene, come al solito andai da mio padre e mi stavo rilassando, a parte il fatto che la compagna di mio padre continuava a rompere, mi criticava e faceva nascere in me nuove insicurezze.
Mi fece accorgere della mia statura poco corretta.
Ed ecco che nacque una nuova insicurezza!
Mi fece accorgere della cellulite.
Ecco una nuova insicurezza!
Mi fece accorgere delle puntine nel corpo, oltre quelle nel viso.
Altra insicurezza!
Inoltre stava sempre a lamentarsi e a dare ordini. Ora spero capiate perché non tanto volevo andare più da mio padre.
Ricordo che erano quasi finiti 15 giorni e io volevo scendere. Mia madre ne parlò con mio padre, ma lui, come immaginavo, non fu affatto contento.
Vederlo così mi faceva sentire in colpa. E mi chiedevo:"Perché devo sentirmi in colpa a cercare di fare qualcosa che voglio?"
Una sera stavo pensando se passare altri 10 giorni da mio padre per renderlo felice oppure tornare a casa per rendere felice me.
Ero sovrappensiero, seduta su una sedia fuori casa di sera. Quando d'un tratto sentii arrivare una notifica dal mio telefono, ma non la lessi.
Me ne arrivò un'altra. Continuai a non leggere. Dopodiché ne arrivò un'altra, un'altra, un'altra e un'altra ancora.
Così decisi di alzarmi per prendere il telefono.
Erano delle notifiche di un'app in cui le persone potevano mandarti messaggi anonimi.
Lessi tutto e mi bloccai. Sentii il cuore fermarsi, la rabbia salire.
Il cuore dopo un attimo di pausa ricominciò a battere, ma stavolta più forte e veloce. Ero in panico.
Mi arrivarono dei messaggi del tipo:
"Perché non parli più con Jane?"
"Sei brutta come la morte"
"Più ti guardo più mi sale lo sbocco"
"Pensi ancora a Jane".
Non sapevo se rispondere e in caso cosa rispondere. Sapevo che era stata lei o qualche sua amica.
Mi domandai:"Perché quando riesco finalmente a smettere di pensarla ritorna?"
Presi un grande respiro e decisi di rispondere così:
"Anziché mandare tremila messaggi anonimi con il tuo nome e cognome la prossima volta sii più furba e cerca di non scriverlo. Io non ti insulto soltanto perché non voglio abbassarmi al tuo livello e non ho tempo da perdere con te, a differenza tua che, a quanto pare, non sai che fare e mi vieni a rompere.
Sei davvero così disperata? HAHAHAHAH ti saluto va."
So che nel messaggio può sembrare che non mi importava molto, ma non è così. Affatto...
Oltre a questi messaggi, che mi fecero entrare in crisi, ricominciai a pensare a farmi del male o addirittura a fare qualcosa di più grave, mi continuavano ad arrivare sue richieste d'amicizia nei social e io continuavo a rifiutarle sempre.
Era un incubo. Un incubo che ogni tanto, quando sembrava essersene andato, tornava a tormentarmi.
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