The dark side
-Salve, c'è per caso Noah Lewis?
Chiese Eveline alla segretaria dell'ospedale che prese il telefono per chiamare il suo reparto, e la ragazza sentì una voce maschile rispondere, ma non riuscì a capire bene le parole.
-Mi spiace non è autorizzata a vederlo.
Rispose infine la segretaria riprendendo a sfogliare una rivista di farmaci e cose medicinali.
Eve sospirò e uscì dalla struttura, sbuffando mentre le cuffie sulle orecchie già facevano risuonare tutte quelle canzoni utili per dimenticare. Da una parte avvocato, dall'altra cantante, poi ragazza con mille problemi e infine ecco che c'è Eveline Miller dietro tutto questo. Quel pomeriggio si sarebbe tenuta la sua arringa finale in difesa di Hank Palmer, l'udienza dove si giocava per chi dei due sarebbe andato in carcere poiché l'accusa di aggressione rimaneva solida e imponente. Noah la evitava bellamente, Olivier mandava frecciatine sul passato e la umiliava come suo solito, l'unico rimasto dalla sua parte a proteggerla era Hank. Si fece trasportare da questi problemi, senza aver preparato nessun discorso perché Eveline voleva usare la sua carta vincente: essere spontanea. Riusciva a parlare nel modo più avvincente e convincevole possibile soltanto quando diceva tutto al momento, ma era sempre la verità.
Non aveva mai mentito in tribunale, mai.
In men che non si dica la protagonista era già accovacciata nell'angolo del vicolo più stretto e nascosto di Carlinville, cuffie nelle orecchie, sigaretta alla bocca e una bottiglia stappata di whiskey in mano. Come ai vecchi tempi.
Quando non aveva più nulla da fare, quando stava per affrontare qualcosa più grande di lei, si preparava sempre in questo modo sbagliato. Finiva per addormentarsi tra mal di testa e tosse pesante e nessuno si preoccupava per lei.
Ma questo accadeva nei tempi dove al posto di comando c'era Olivier, adesso che ha cambiato tattica, c'era un nuovo capitano al timone.
Il suo udito venne infastidito da un rumore molto forte che riconobbe come la frenata di una macchina non poco distante da dove stava lei. Quando già la sua mente annebbiata stava per trascinarla nel buio, ecco che la luce in fondo al tunnel si illuminò mostrando Henry che le correva incontro.
-Dio come ti sei ridotta.
Si coprì il naso con il braccio per colpa dell'aria resa nociva dal fumo e dalla puzza dei bidoni poco distanti, prendendola per un braccio finché non se la caricò in spalla uscendo dal vicolo. La distese sui sedili posteriori dell'auto, mentre l'avvocato guidava come un folle per arrivare il prima possibile a casa.
Era diventato molto protettivo nei suoi confronti, forse troppo poiché quasi le proibiva di uscire di casa per paura di Olivier. Quel ragazzo è una costante minaccia, lo state odiando vero?
Molte volte Eveline si sentiva quasi in trappola quando Hank le si piazzava davanti per non farla uscire senza il suo permesso o presenza.
Chiusa una gabbia se ne apre subito un'altra.
Sentiva molto disagio e costrizione quando l'uomo la sgridava, ma ripeteva sempre che era per il suo bene quando la vedeva scoppiare a piangere per una sua reazione violenta. A voi pensare quel che volete pensare.
Nonostante ciò dosava bene quei momenti di tensione con momenti tranquilli, facendola sentire protetta nel modo giusto. Eveline amava solo quella parte di lui, e con penosi tentativi cercava di non svegliare il suo lato oscuro.
Ogni giorno di più sentiva che la sua lealtà stava cambiando da Noah verso Hank, sopratutto dal fatto che si baciavano spessissimo. In ogni caso però voleva chiarire con il ragazzo che però fuggiva senza darle tempo di spiegare.
Dopo averla curata e fatta riprendere, Palmer la stava già fissando con cipiglio arrabbiato.
-C..che cosa c'è?
Chiese tremante la ragazza già terrorizzata appena aperti gli occhi.
Iniziarono la solita discussione, almeno finché Henry non sbottò urlandole contro con tutta la furia che portava addosso.
-Perché fai così, di cosa hai tanto bisogno?!
Urlò Eve nonostante la poca energia.
-TUTTO CIÒ DI CUI HO BISOGNO SEI TU!!!
Tuonò con le lacrime agli occhi.
Si appoggiò alla parete per darsi una calmata, guardandola mentre andava via.
La rincorse senza pudore, senza fatica, tirandola per i capelli facendola sbattere contro il suo petto. Eve si divincolò dandogli uno spintone, stufa di essere trattata così quando e come gli pareva a lui.
-Non sei mio padre, non sei il mio padrone, lasciami in pace!
Sbraitò guardandolo storto.
-Piccola lo faccio per il tuo bene.
Ripeté cercando di apparire pacato ma i segni della sua rabbia rimanevano ben visibili.
La ragazza fece una risatina amara, ancora incredula delle sue solite frasi che giustificavano i momenti in cui esagerava la sua furia.
-Così mi fai stare solo peggio, lo capisci o no?!
Con una spallata cercò di superarlo ma lui la bloccò di nuovo parandosi di fronte con le sopracciglia aggrottate e tutti i muscoli in tensione.
-Cristo tuo padre aveva ragione su di te.
Borbottò Eve dopo aver ascoltato il suo passato, ma fu davvero stronza a ferirlo in quel modo apposta tanto che Hank in due secondi l'aveva già messa a terra con uno schiaffone. Lei ansimava toccandosi la guancia rossa, indietreggiando mentre l'avvocato le camminava addosso.
-Non ripeterlo mai più, Miller.
La minacciò con i pugni stretti, alzandola dal pavimento per un braccio per poi andarsene. Mentre scendeva le scale verso la cantina tirò un calcio ad un mobile facendosi pure male, ma poco importava. Successivamente Eveline sentì il sacco da boxe venir colpito ripetutamente.
Mentre stava distesa sul letto lo sentì uscire di casa e stupidamente volle seguirlo, vedendo che entrava dentro al Flying Deer completamente vuoto, pensando volesse sfogarsi con Sam, ma poi ricordò di avergli raccontato anche del tradimento della barista così stava per entrare per fermarlo, ma fu troppo tardi.
Voleva aiutarla, davvero, ma non è mai stata una ragazza così coraggiosa da affrontare la bestia quando sfodera zanne e artigli. Si portò quella immagine fin dentro la cattedrale, dove avrebbe chiesto spiegazioni alla diretta interessata chiamata come testimone. Non voleva crederci.
Rimasero divisi fino all'ora del tribunale, trovandosi seduti l'uno di fianco all'altro.
Eveline scoccò uno sguardo infuocato agli avversari che ricambiarono, con l'aria che sapeva di una fine imminente e spietata per uno dei due clienti.
*cattivo Hank, non si fa. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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