Is this the end?
Eveline si aggiustò quel delicato abito di seta azzurrina che indossava, con una scollatura praticamente divisa in due parti, sopra ai seni erano ricamati due pavoni, le maniche ornate da fiori e poi, dalla fine della scollatura in giù, c'era una gonna nera a vita alta che le dava un tocco di sensualità.
Durante il processo sorprese mille volte Hank che le fissava la scollatura, schifandosi pensando a ciò che aveva appena fatto alla povera Samantha che però lei avrebbe potuto evitare se solo fosse stata più coraggiosa. Adesso non c'era assolutamente tempo per pensare, solo agire e parlare con l'unica testimone dato che Noah aveva categoricamente rifiutato di stare nella stessa stanza con il giudice, suo padre. La barista aveva la solita aria da dura e ribelle, ma Eve da donna a donna vedeva sotto quella maschera una paura quasi incontrollabile. Olivier non aveva occhi che per il suo avvocato, come se già sapesse ciò che doveva dire e si stesse accertando che lo dicesse nel modo giusto. Sospettosa spostò lo sguardo su Henry che aveva un leggero tremolio e piccoli sobbalzi quando l'avvocato avversario parlava o lo nominava. Comprese che ne era terrorizzato, sul punto di piangere. Anche se dopo la sua intenzione era quella di prendersi i soldi e non vederlo mai più dato che pensava avesse stuprato Sam, dovette stringergli una mano per tranquillizzarlo completamente. Come una corda che si allenta, Hank sciolse la tensione corporea sorridendo tutto sudato a Eve. Stava per dirgli qualcosa ma venne chiamata per il controinterrogatorio dal giudice così si alzò, seguita dallo sguardo concentrato di Palmer mentre iniziava con le solite domande a Samantha.
-Conosce da molto tempo il Signor Palmer?
La bionda serrò le labbra, guardandolo con un sorriso fuggitivo.
-Troppo.
La giuria ridacchiò.
-E sa come mai ha attaccato così violentemente quel ragazzo?
Era molto spaventata su ciò che doveva dire, Eve subito pensò che Hank l'avesse minacciata di dire certe cose mentre la violentava senza pudore o dignità.
-Lui se deve fare qualcosa di sbagliato ha sempre una motivazione, credimi. Lo dico adesso e lo dirò sempre.
Non volle crederle poiché quelle parole aveva promesso di dirle sotto le spinte aggressive dell'uomo, ma ora come ora doveva vincere per se stessa e per mandare in prigione Olivier.
-Vuole bene al mio cliente?
-Tantissimo.
Parole programmate sulla paura.
-Crede che fare rissa sia nel suo stile?
-Diciamo che preferisce usare le parole più che le mani. E le sa usare davvero bene le parole.
Abbassò leggermente lo sguardo, facendo sempre di più infuriare Eveline contro Henry.
Sam disse altre cose molto belle e carine su di lui, quasi da consegnarle la vittoria in tasca come aveva pilotato l'uomo, ma quando la Miller fece la domanda finale per ogni testimone o bugiardo, ecco che il nodo venne al pettine.
-Lei cosa ne pensa di questa faccenda, Sam?
Chiese avvicinandosi di più, mandandole un messaggio silenzioso con lo sguardo di non avere paura e dire la verità.
La bionda deglutì, la bocca asciutta, scoccò un'occhiata nervosa ad Hank che non ricambiò, tutto il tribunale compreso il giudice si aspettava di sentire altre parole in favore suo, e invece le carte del gioco cambiano sempre.
-Penso che Hank abbia iniziato: è lui il mostro! L'ha preso a pugni con una furia spietata, e Olivier piangeva disperato cercando di scappare ma lui lo gonfiò di botte che quasi stava per ucciderlo!!
Gridò sbattendo la mano sul tavolo facendola sussultare, un piccolo boato attonito da parte del pubblico per questo improvviso cambiamento, seguito dal battito del martello del giudice che riportò il silenzio.
Eve sconvolta tornò a sedersi fissando il pavimento con uno sguardo spento, pensando e pensando senza arrivare al,a soluzione. Hank stava per sfiorarle una mano, ma la ritirò guardando altrove.
Non era affatto pronta per l'arringa finale, sentiva l'ansia prenderla pentendosi di non essersi preparata un discorso ora che la mente era impreparata e deviata dalla rotta senza meta. Doveva assolutamente riprendere la situazione in mano, ora con il sacro vento chiuso fuori non aveva nessun fidato consigliere. Il tutto precipitò quando, durante la pausa, visse sputi e minacce con Olivier e l'avvocato avversario che però volava basso per non perdere la sua immagine professionale a differenza del francese che si mostrava tanto sicuro di sé. L'usciere dovette dividere i due giovani prima che alzassero le mani, facendo tornare subito il giudice per riprendere tutti a colpi di martello e grida.
Hank restava con lo sguardo inchiodato al terreno, spento.
Quando giunse il turno dell'arringa finale Eveline fece un vero fiasco, inceppandosi con le parole, facendosi prendere dalla paura anche se poco prima continuava a ripetersi di essere la migliore, di spaccare tutto a tutti. Di andare lì e parlare a ruota libera, di libertà, ma questo accadde nelle ultime frasi che però non bastarono.
Tornò al posto continuando ad asciugarsi le lacrime per evitare di sbavare il trucco, cercando di apparire il più disinvolta possibile quando giunse il fatidico momento del verdetto finale.
Nonostante il pessimo discorso restava lo splendido interrogatorio avuto e discorso iniziale dalla sua parte, sperava su quello.
-Dichiariamo l'imputato Henry Palmer....
Tutto in folle, tutto a mille, senza freni correva la suspance dentro di lei, come una bomba sul procinto di esplodere. Guardò il suo cliente pensando a cosa sarebbe successo dopo, poi tornò a fissare la giuria senza più qualcosa in cui credere.
Le stava già cadendo addosso il castello quando concluse la frase.
-Colpevole e condannato a quattro anni di carcere con effetto immediato.
Rimase a bocca aperte sentendo il numero di anni, pensando fossero mesi per un aggressione, ed era troppo occupata a pensare che non si girò per vedere come stesse Hank.
Non appena udì un singhiozzo si voltò, dispiaciuta dopotutto.
Lo abbracciò fino a farlo alzare, mentre l'usciere si avvicinava lentamente con le manette in mano.
-Eve, calmati, ti prego.
Disse tra le lacrime vedendola come impazzita, posando le mani scosse dai brividi sulle sue spalle. Era distrutto, deluso, pieno di rimorso.
-Come farò senza...senza..
Balbettò incredula sentendo solo ora quando contasse per lei sentirlo vicino, cattivo o meno.
Hank la bloccò avvicinandosi, guardandola profondo volendole parlare al cuore anche in un momento così tragico che segna i protagonisti.
-Ho dei ricordi...
-Del tuo sorriso, di noi, e questo mi basta per sapere che sarai sempre qui.
Le toccò il cuore, perdendosi nei suoi occhi ambrati, non volendo mai più guardare nessun altro o pensare ad altro se non fosse stato Eveline Miller, lasciando cadere una lacrima che finì e rimase per sempre come muro tra di loro, facendolo poi voltare quando l'usciere stava per mettergli le manette.
Voleva baciarla, dirle che l'amava, ma la verità ha un prezzo non è così?
Le tenne la mano fino a farsela ammanettare con la forza, venendo trascinato fuori senza mai staccarle gli occhi di dosso. Eve aveva lacrime nere sulle gote, nemmeno il commento sarcastico di Olivier sentì.
-Proprio come suo padre finirà, lo sai Miller? È proprio vero che devi tornare a studiare legge.
Le fece la linguaccia andandosene fischiettando, lasciandole il dubbio che qualcosa non avesse funzionato nella meccanica della giustizia, del sistema. Sentiva odore di imbroglio e questa volta non poteva essere colpa di Hank.
In ogni caso tornò a casa, casa dell'uomo, parlando un po' con i fratelli per poi restare da sola, nella loro camera.
Si stese sul suo lato, annusando il suo profumo impresso nel suo cuscino, asciugandosi le lacrime infinite.
È questa la fine?
*poor loro. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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