Happiness doesn't exist
-Dormi bene, piccolina?
Mormorò ad un tratto Hank Palmer, abbassando lo sguardo con un sorrisetto vedendo Eveline Miller tutta assonnata e raggomitolata sul suo petto mentre stavano distesi sotto le coperte. Faceva fatica ad alzare e abbassare il diaframma poiché la ragazza era davvero tutta raggomitolata sul suo petto, ma respirava lo stesso. La sentiva tremare sempre nonostante il calore del piumone e del suo corpo, preoccupandosi di questo essere un po' troppo freddolosa, Hank improvvisamente si mise sul fianco sinistro facendola cadere di lato.
Senza parlare alzò la maglia del pigiama, portandola sopra Eveline così condividevano un pigiama in due.
Il tessuto tirava parecchio obbligandoli a stare appicciati e l'abbiamo capito che da qui partirono i primi baci fugaci come la scintilla che da inizio all'incendio.
Henry acquisì molta confidenza dopo ogni carezza, iniziando ad azzardare con galanteria essendo un uomo non un ragazzino. Lentamente avvicinava la mano alla base della schiena, vedendo chiaramente che Eve lo lasciava fare e anzi le piaceva questo suo osare con discrezione. Sensuale posò la mano venosa sulla sua anca, l'altra dietro al collo, guardandosi un secondo per poi baciarsi più a lungo senza staccarsi. La baciò anche mentre sorrideva, mordendole tante volte il labbro superiore, fino a giungere ai baci passionali con le lingue che si accarezzavano prima di entrare in campo alleato. Il dominio indomabile di Hank iniziò quando la strinse e chiuse in una gabbia avvolgendo una gamba sulle sue, finalmente potendo toccarle il fondoschiena come aveva sempre desiderato fare.
-Questo culo da monta...
Disse ghignando malizioso vedendola un po' sconvolta dalle sue parole, dandole il primo schiaffo sulle natiche per poi rimettersi la maglietta del pigiama allargata che gli scopriva il petto gonfio e allenato.
Salì sopra di lei, baciandola, passando le mani sulla pelle per sentire se fosse sicura o meno e quando ne ebbe la conferma con frenesia la spogliò lasciandosi spogliare al tempo stesso. Sospiri caldi, occhi bramosi, mani ovunque.
-Non osare fare un singolo rumore.
Ringhiò l'avvocato scendendo con una scia di baci verso il basso, prestando molta attenzione ai seni prosperosi, ma la sua rotta terminava proprio sul fiore di Venere simbolo di ogni desiderio maschile e femminile. Fece risalire una mano prima di donarle uno dei più grandi piaceri, guardandola dal basso con due occhi scuri e minacciosi. Le mise un dito in bocca che Eve prontamente iniziò a mordicchiare per stare zitta quando Henry cominciò a muovere quelle labbra da morsi sul suo centro.
Inarcò di scatto la schiena, invasa da un piacere unico ed impagabile, sentendo il respiro mancarle sempre meno mentre cercare di non fare rumore diveniva sempre più una tortura. Affondò le dita nel ciuffo morbido e scompigliato per trovare appiglio, tirando pugni al materasso quando la speronò con due dita assieme alla bocca paradisiaca. Tuttavia non le diede tutta la soddisfazione possibile e risalì verso di lei, posizionandosi in mezzo alle sue gambe aperte pronte per accoglierlo. Dolce le prese le mani portandole alla testiera del letto, lasciandosi mordere il mento quando affondò in lei sentendola divincolarsi un pochino. Restò fermo dentro di lei al fine di farla abituare alla sua misura, di indiscutibili dimensioni, iniziando piano a spingere per non farla spaventare subito.
Lui era abituato a non far rumore quindi si limitava a tenere la bocca spalancata per il piacere con qualche verso strozzato si piacere qua e là, ma fu davvero arduo azzittire Eveline che copriva le urla mordendogli le spalle e il mento quando Hank spingeva più forte guardando in avanti. Sentivano tanta lussuria da rendere l'obbligo del silenzio, per non essere sentiti dai fratelli, un inferno. Eve aveva il pomo d'Adamo del Signor Palmer premuto sul volto nel momento perfetto in cui la velocità divenne sempre più frenetica tanto che dovette tapparle la bocca con la mano per evitare guai.
-La smetti di disobbedire o no?!
Mormorò coi denti digrignati ed uscì da lei, girandola a pancia in giù.
La tenne ferma dandole tanti sculaccioni che la fecero lacrimare un pochino e sorpresa fu capire che infondo le piaceva da morire sapere quanto fosse dominante l'avvocato a letto. La penetrò da dietro, spingendo con tutta la sua potenza che dovette tenerla stretta per i capelli per non rischiare una commozione cerebrale date le numerose testate che dava alla testiera. Preso dall'indole selvaggia avvolse un braccio attorno al fragile collo stringendo lievemente, volendo guardarla negli occhi mentre spingeva fino a sentire dolore ai muscoli in azione. Eveline lo guardava adorante con le sfumature delle iridi ambrate che stavano andando a fuoco. Uscì da lei, sedendosi e vedendola baciargli il petto e mordere ogni parte dell'addome come una selvaggia, muovendosi sensuale e cattiva verso il membro ancora bisognoso di attenzioni.
Ne assaggiò la punta e già lo sentì sussultare, iniziando a muovere le labbra e la lingua in senso circolare cercando di dargli il massimo del piacere mentre lui si divertiva a sculacciarla ancora. Lo vide contrarre gli addominali in un modo che la fece diventare di fuoco ardente, incrementando la velocità con cui si muoveva lungo l'asta finché non esplose con la bocca tappata in tempo dalla mano della ragazza.
-Dio voglio rifarlo all'infinito.
Commentò abbracciandola.
Passarono la notte a dirsi parole dolci, tantissimi ti amo, credendo di aver finalmente trovato la pace che cercavano. Hank le promise perfino una vacanza ovunque volesse andare, o un posto sicuro nel mondo degli avvocati, le promise tante cose e si sa che le promesse sono fragili quindi meglio non farne neanche una.
Il mattino seguente Eveline, mentre si preparava i pancakes, sentì qualcosa morderle il didietro e si girò dando uno schiaffo ad Hank che ridendo continuò a stuzzicarla divertito. Tutto molto bello, fantastico, anche quella scatola impacchettata che trovò la Miller in bagno quando ci si chiuse dentro per truccarsi, ma ce n'erano due di scatole purtroppo.
Una viola prugna, l'altra di un bluetto che pareva l'ultima sfumatura prima del viola: i suoi colori preferiti.
Aprì quella viola trovandoci una giacca da liceale con le linee sulle maniche, sul colletto e sui fianchi del blu che ho descritto sopra, il resto viola prugna e sul taschino c'erano ricamate una corona d'alloro che semi-circondava una bilancia. Aveva sempre sognato un qualcosa di così personale che la rimandava ai fantastici anni del collegio, quasi si commosse leggendo dal biglietto il fatto che Hank era l'autore di quel regalo.
La indossò con orgoglio, aprendo l'altra scatola dove ci trovò una cassetta da usare per quelle vecchie cineprese.
Badando bene che non ci fosse nessuno, scese in cantina, azionando la cinepresa di Dale. Aspettò e poi vide quel video. Ma non uno qualsiasi: il video di Sam ed Henry che si davanti alla pazza e selvaggia gioia in riva al lago.
La data non c'era, era stata tolta, e alla fine del filmato lesse un "ti sono mancato?"
Capì subito che ci fosse Olivier dietro a tutto questo, e io ve l'ho detto che avrebbe sferrato l'ultimo colpo una volta fuori dai giochi, così incavolata nera salì sopra lanciando la cassetta addosso ad Hank che stranito la fissò.
-Mi prendi sempre in giro, eh?!
Strillò con la gola già bruciata dalle lacrime e gli occhi rossi.
Dopo tutte quelle frasi amorose che le aveva sussurrato, quelle promesse, quelle carezze, lui se ne fregava e andava ancora dalla barista nonostante in quella stessa notte tra le tante promesse c'era quella di non farlo più con Sam?
È quando credi che arriva e invece scompare, che la felicità non esiste.
*uh uhhhhh, guai. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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