Can time heal all wounds?
-E cosa dovremmo dire noi ad Hank, eh?
Urlò il fratello maggiore Glenn senza ottenere risposta da Eveline Miller che era già uscita dalla casa con appresso tutte le sue valigie, sbattendo la porta così forte che quasi uscì dai cardini. La sua casa, tutto ciò che le serviva, stava racchiuso in uno zaino e due trolley. Puntava a ricostruirsi una vita perduta a Boston, magari anche a New York nel centro di Manhattan dove dicono che i sogni si avverano. Aveva abbastanza soldi per comprarsi un panino e da bere, ma di certo non un taxi per Chicago e un biglietto aereo. Eppure camminava testarda come un mulo, sotto il caldo e il freddo, sfidando il vento impetuoso che la stava spingendo indietro con insistenza. Lei testa china come un toro e camminare, sissignore. Giunse addirittura al cartello che segnava la fine della città, rivolgendosi verso campi infiniti e sterminati di grano e quant'altro. Affaticata si fermò un attimo sentendo i pieni cocenti e la gola aridissima, bevendo dalla bottiglietta d'acqua che aveva portato nello zaino. Sapeva che stava facendo una cazzata, ma in compenso l'altra sua metà la illudeva che fuori da Carlinville ci fosse soltanto avventura e divertimento come in un libro per ragazzi.
Aveva toccato il fondo un'altra volta e per ripicca scappava, come se così facendo non avrebbe mai più sofferto.
Capì di aver camminato per niente quando la Jaguar nera ruggì davanti a lei, lasciando uscire un Hank sia felice che arrabbiato.
Sbuffò.
-E allora proprio non mi ascolti!
La fece finire con le chiappe per terra dopo aver tirato un calcio al trolley su cui stava seduta.
-No sei tu che non mi ascolti Palmer!
Rispose alzandosi non in vena di litigare o peggio.
Lo guardò meglio: il volto di solito fiero ora era spento senza più nessun segno di tracotanza, gli occhi sempre brillanti come diamanti ora erano vitrei come se qualcuno in prigione gli avesse risucchiato via l'anima. Il fisico non aveva subito nessuna variazione, anzi le spalle parevano più larghe del solito, ma alla fine nel mondo conta la mente non la forza fisica.
-Mi hanno detto cosa ti è successo, e sai che ti dico? Che sei una bambina stupida la quale pensa di aver sofferto abbastanza per andarsene credendo di poter vivere per sempre felice e contenta!
Infuriato la prese per il colletto della giacca, alzandola da terra con le fronti che si sfioravano.
-Miller scappando non risolvi nulla. Il vero problema è come risolverlo quindi adesso non me ne frega un cazzo di come tu ti senta, di cosa tu stia pensando, ma ti giuro che se non torni in quella fottuta città e combatti come la donna forte che sei, possano maledirmi tutte le femministe del mondo, sappi che ti riempirò di botte fino a ridurti a brandelli per poi mangiarmi i tuoi resti!
Terminò facendo uscire le ultime parole come un ringhio profondo, attaccando la fronte alla sua fino a far schiacciare i nasi. Eveline alzò le mani calmandolo, fermando quella parte che la tirava verso New York.
-Anche tu mi sei mancato stronzo di un Palmer.
Con un ghigno saccente attese di essere rimessa a terra, aspettando che calmasse il suo respiro.
Quando fu pronto a far parlare il cuore invece che le mani, la protagonista era tutta orecchie.
-Dio mio quanto puoi essere impossibile Miller, il problema è che mi piaci proprio per questo. Mi hai salvato dalla prigione, hai combattuto per me pur sapendo di non star difendendo una persona buona e che merita di essere libera, una persona che nemmeno ti piace. Non posso dimenticarlo, nemmeno dimentico il fatto che tu appartieni a questa città come essa appartiene a te. Ragiona e torna indietro, da me, ora che siamo finalmente senza pericoli possiamo conoscerci di più.
Eveline frenò il suo monologo prendendogli le mani, sorridendo con le lacrime agli occhi.
-Hank non pensare per un singolo secondo che io ti odi, chiaro? Hai più difetti che pregi, ma questo non significa che tu sia una brutta persona. Io so che infondo sei buono, che ti penti davvero quando esageri, che cerchi di controllare la tua rabbia per quanto impossibile. Sai che sei capace di fare del male a sangue freddo, e questo ti spaventa anche se cerchi di far finta di avere il potere. A me piaci comunque, non mi importa sapere cosa hai fatto in passato perché qua dentro...
Posò dolce la mano sul suo cuore, sentendolo battere allegro e vivo.
-C'è l'uomo più puro che abbia mai conosciuto, dietro alla bestia.
Hank chiuse gli occhi cangianti per un secondo giusto per lasciar cadere qualche lacrima straripante, poi mise le mani sui fianchi sottili di Eveline, avvicinandola.
-Perché mi dici tutto questo?
La risposta fu più commovente di quanto sembri.
-Perché....ti amo...
La baciò, ma non un bacio selvaggio dettato dagli alcolici, non un bacio dettato dal bramoso desiderio: un bacio che ti prende per mano e ti porta in paradiso senza morire, un bacio che ti fa volare sulle onde del mare, un bacio che si muove e si sfoga secondo l'amore. Presero le valigie, tornarono a casa che questa volta è casa anche per Eveline. Durante il viaggio l'avvocato esperto le scoccava sguardi davvero inspiegabili.
Henry la protesse in un dolce abbraccio, baciandole continuamente la tempia sopportando i singhiozzi tumultuosi che invano tentava di fermare.
-Shh, shhh....
Sussurrò calmo, sedendosi con lei in braccio.
La lasciò alzarsi, guardandola tutta stropicciata dagli eventi con sguardo completamente perso e ammaliato, distogliendolo quando venne beccato.
-Eveline non sono molto bravo a dire cose dolci, però....
Lo bloccò subito, stropicciando gli occhi come una bimba appena sveglia cosa che fece intenerire anche il cuore più avvelenato come quello di Palmer.
-Sono un casino, non so nemmeno reagire e combattere, camminare a testa alta....ho sofferto, quando piango sembro un gobelin, ho queste labbra troppo grandi, questi occhi..ahh come faccio a piacerti se sono soltanto una stupida ragazzina ancora in cerca di un obbiettivo?!
E con ciò lasciò parlare le sue tipiche insicurezze che ci portiamo avanti per sempre, non solo da piccoli, con la paura di non essere mai abbastanza belli o buoni per quelli a cui teniamo particolarmente o al mondo intero.
-E sei ancora un capolavoro.
Commentò Henry sorridendo sincero, accarezzandole quelle labbra a detta sua troppo grandi, tutti i difetti che odiava. Si alzò sovrastandola come sempre, solo che adesso Eveline non si sentiva una formica di fronte alla montagna, ma una guerriera ferita protetta dal migliore degli scudi.
Lo guardò per l'eternità.
-Potrà il tempo guarire tutte le ferite?
Annuì.
-Insieme credo proprio di sì.
*guardali che cuccioli che sono. Sorry for the errori ma ho tanto sonno. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top