Capitolo 6

CAPITOLO 6

"Abigail."

Una voce profonda mi fece girare, oh no.

Mi girai lentamente e lo vidi...era di fronte a me, a un metro di distanza, e mi fissava. Il suoi occhi erano fissi contro i miei e il cuore cominciò ad accelerare. Non dovevo avere paura di lui, o essere intimidita, dovevo essere me stessa.

"ci vediamo da me alle quattro."

Ordinò.

"possiamo fare alle sei?"

Avevo pianoforte, e non avrei saltato la lezione per uno come lui.

"va bene, questo è l'indirizzo."

Mi porse un foglietto di carta avvicinandosi.

Adesso era molto più vicino, ed io non vedevo l'ora di correre via. Non volevo vederlo, mi aveva umiliato e non volevo stare in coppia con lui. Speravo che la prof mi cambiasse compagno, ma ovviamente non poteva...

"okay, a dopo!"

Mi girai ma lui mi prese per un braccio costringendomi ad essere nuovamente di fronte a lui.

"aspetta..."

Persi un battito e mi allontanai, di qualche centimetro, quando mi accorsi che i nostri nasi erano vicini, troppo.

"mi dispiace per ieri, a volte dico cose che non penso..."

Disse senza distogliere lo sguardo, e pensai che magari era vero, magari non lo pensava veramente. Ma sapevo che il 'mi dispiace' non era sincero, così capii che voleva dirle quelle cose. Lo pensava veramente...io lo sapevo.

"va bene."

Restammo per qualche secondo in quella posizione, però poi mi lasciò e mi sorpassò, andando verso una macchina nera.

Rimasi ancora lì, ripensando a tutto, ero qui solo da qualche giorno e già mi ero fatta degli amici e dei nemici...c'era Juli che era simpatica, e si stava dimostrando una vera amica, poi c'era lui, stavo cominciando ad odiarlo seriamente, ma dovevo sopportarlo, non potevo permettermi nemici...me ne sarei andata presto da qui, non l'avrei più rivisto...

Appena mi girai non vidi la macchina di mio fratello, fantastico, ero anche a piedi.

...

Appena arrivai a casa, dopo essermi persa due volte, salii al piano di sopra e presi i libri per pianoforte, non ne avevo molti, ma quelli che avevo erano difficili ma belli. Scesi di nuovo al piano di sotto e salutai mia madre, dicendole che dovevo andare da Mika.

Appena arrivata a casa sua mi sedetti sul divano, ero molto in anticipo, ma non avevo compiti per domani.

"come va la scuola? Ti trovi bene?"

Chiese porgendomi una tazza di caffè fumante.

"si, bhe...insomma."

Feci spallucce.

"qualche bullo?"

Rise...in realtà era più un figo stronzo e strafottente. Di solito non dicevo parolacce, ma era la descrizione del suo carattere, ci stava.

"nha.."

Risposi bevendo il caffè.

"allora che c'è? Sai che puoi dirmelo."

Sorrise.

Era vero, lui non era come i miei genitori, con lui si poteva parlare di tutto, e non mi avrebbe giudicato, come mia madre, lei mi giudicava in tutto, non potevo dirle nulla! Mi voleva uguale a lei, ma non ero come lei.

"nulla, solo che ho conosciuto un ragazzo-"

Mi bloccò.

"un ragazzo?!"

Quasi si affogò.

"no, bhe non è come pensi, non andiamo molto d'accordo, è odioso e strafottente! Sinceramente non voglio averci a che fare!"

Sbuffai alzandomi e posando la tazzina nella piccola cucina, era un monolocale la casa, aveva tre stanze e la cucina era legata al salotto, era accogliente.

"ti piace..."

Commentò ed io mi girai per guardarlo e urlargli un:

"no."

Si mise a ridere vedendo la mia faccia sbalordita. Non mi piaceva affatto. Cosa non aveva capito del "odioso e strafottente"? Avevo solo detto che era un bel ragazzo, basta, niente più. Era uno come tanti e non mi doveva piacere.

"va bene, non insisto, aspetterò che me lo dica tu."

Andò verso il pianoforte ed io, esitante, feci lo stesso.

Le due ore passarono, purtroppo, velocemente, ed io ero già a casa per cercare qualcosa da mettere. Optai per dei pantacollant e una maglia grigia e nera, dietro un po' più lunga. Misi il giubbino e presi la borsa con dentro i libri e i quaderni di matematica.

Scesi di sotto e per poco non mi scontrai con mia madre. No...

"Abigail...dove vai?"

Chiese.

"devo andare a fare un progetto a casa di un mio...mio amico"

Ammisi. Non era mio amico.

"bene, quando pensi di tornare?"

Chiese con la sua solita aria da saputella.

"non lo so, appena finisco arrivo."

Dissi ovvia, e lei mi guardò dall'alto al basso.

"a stasera!"

Mi salutò ed uscii di casa.

Passarono dieci minuti, prima che trovassi la casa, e quando la trovai rimasi a bocca aperta. Era forse più grande della mia, di poco. Di fuori era bellissima, aveva un giardino curato. Ai lati era tutto verde, nel centro, per raggiungere la porta, c'era solo del terreno. Una specie di piccolo sentiero. I fiori piantati erano magnifici.

A destra vidi due macchine, la nera di questa mattina, e una grigia accanto. E poi ero io la 'figlia di papà' e la viziata......

Percorsi il piccolo sentiero, e mi accorsi che ai lati, per terra, c'erano delle specie di lanterne che illuminavano il terreno dove si camminava...wow!

Bussai, esitante, e dopo un minuto circa, mi venne ad aprire una signora abbastanza alta, con occhi azzurri, capelli castani e una corporatura fine. Era magra e giovane, mi accolse con un grande sorriso, era caldo e dolce, non come quello di mia madre...

"salve, io sono Abigail, un'amica di Aaron, sono qui per studiare con lui."

Sorrisi alla donna di fronte a me.

"oh si, posso chiamarti Abbie?"

Chiese ed i miei occhi si illuminarono.

Il suo leggero accento inglese e le sue fossette mi fecero sorridere ancor di più.

"certamente!"

Acconsentii, gliel'avrei comunque detto io.

"vieni, non stare sulla soglia, fa freddo."

Mi invitò ad entrare e il miei occhi si spalancarono...era una casa enorme, come sembrava da fuori, ma dentro era ancora più bella.

Appena si entrava c'era un salone, con divani e una televisione, a sinistra una cucina, e dietro il salotto c'erano delle scale, che portavano al piano di sopra. Più a destra c'era un lungo tavolo di legno con in centro un vaso di fiori. Scommetto che alla signora piacevano i fiori.

"Aaron! C'è una tua amica qui!"

La signora chiamò Aaron dalle scale.

"comunque io sono Theresa! Non mi ero presentata!"

Arrossì ed io le sorrisi.

Sembrava veramente gentile, non come Aaron. I capelli le ricadevano morbidi sulle spalle, il vestito bianco e nero, che le arrivava alle ginocchia, era molto bello ed elegante.

Dopo poco arrivò un uomo alto, con spalle larghe, capelli grigi e poca barba. Aveva gli stessi lineamenti di Aaron, gli stessi occhi verdi e la stessa corporatura. Era vestito in modo elegante, e appena mi vide si avvicinò alla moglie.

"ciao, tu sei?"

Sorrise.

"mi chiamo Abigail, sono qui per studiare con Aaron."

Sorrisi al signore dall'aria potente.

"io sono il padre, Francisco!"

I capelli dell'uomo erano corti, il vestito era nero, molto elegante. Indossava una cravatta nera e la camicia al di sotto era bianca. Era più alto della moglie, ma sembravano fatti l'una per l'altra. Mi ricordai la sera in cui uscii con Aaron, lui gli stava gridando contro, chissà come mai.

"eccomi."

Vidi Aaron scendere velocemente le scale e raggiungere i genitori, indossava dei pantaloni di tuta grigia, delle scarpe sportive nere e una canotta nera. Non aveva freddo? Però dovevo ammettere che in questa casa si stava piuttosto bene, era molto grande, ma non era fredda come la mia.

"bene, noi usciamo, torniamo questa notte."

Aspetta come?!

"come?"

Chiesi non volendo e mi tappai la bocca mentre nella mia mente cercavo di uccidermi.

La signore rise e si avvicinò a me.

"Francisco ha un'importante riunione questa sera, e dobbiamo andare entrambi."

Sorrise dolcemente facendo sparire il rossore dalle mie guance.

Annuii soltanto, dopodiché uscirono da casa lasciandomi sola con questo muscoloso ragazzo in canottiera......

Non stava veramente accadendo...

"allora, rimani qui oppure mi segui?"

Chiese alzando un sopracciglio.

Era di fronte le scale, mentre io ero ancora ferma lì. Mi mossi per andare verso di lui, e salimmo le scale. Il piano di sopra era formato da un lungo corridoio, a destra c'erano tre porte, a sinistra due. Noi entrammo nella porta, in mezzo, a destra.

Di fronte a me vidi un letto matrimoniale disfatto, a desta una batteria e una finestra, a sinistra un armadio e una scrivania con sopra un computer e una lampada.

"questa è la mia stanza, non badare al letto"

Disse sedendosi sulla sedia girevole alla scrivania.

Rimasi in piedi osservando ogni minimo particolare, a destra notai una libreria, al muro dove c'era la porta. Mi avvicinai sotto il suo sguardo, e osservai i libri che vi erano posti. La maggior parte li avevo letti, altri no. Accarezzai la copertina di un libro che non avevo mai letto :"ragione e sentimento"...

"lo puoi prendere, l'ho letto almeno cinque volte.."

Disse con sguardo attento.

Presi il libro con cautela e l'osservai. Non era ridotto male, anzi... non credevo leggesse così tanto.

"non credevo leggessi..."

I miei pensieri parlarono, e volevo solo uccidermi. In poche parole gli avevo detto che era un ciuccio, il solito 'bad boy' ignorante.

"so che sono bello, ma non tutti i lettori sono brutti!"

Si alzò e mi venne incontro.

"i-io non...non ho detto questo.."

Divenni rossa quando lo vidi di fronte a me, e la sua altezza sembrava immensa.

Si avvicinò al mio orecchio e parlò:

"allora...studiamo?"

Ero più che sicura che lo stesse facendo a posta.

Non dovevo cedere, non dovevo essere come tutte le altre, e non avrei fatto nulla...solo matematica.

Si allontanò e si sedette sul letto con il libro e il quaderno in mano. Presi le mie cose e mi sedetti accanto a lui. Per fortuna non successe nulla, studiammo due ore, e vidi che fuori ormai era buio.

"finalmente!!"

Si sdraiò sul letto esausto ed io risi. Rese anche lui e mi guardò.

"so che probabilmente te l'ho già detto, e te lo sto dicendo da quando ci siamo incontrati, ma comunque mi dispiace per l'altro giorno, a volte seriamente dico cose che non penso..."

Aaron's pov

Dovevo cercare di non essere irascibile con lei. Dovevo trattenermi oppure avrei perso la scommessa. Dovevo stare calmo...

Dovevo farle capire cosa si stava perdendo, così sarebbe stata lei a venire da me, ed io non sarei sembrato un imbecille. Dovevo baciarla...ecco...e se lei mi avesse respinto? No, non l'avrebbe fatto. Dovevo fare con calma, ma dovevo farlo quella sera...

"oh...bhe non preoccuparti"

Arrossì. Era timida, arrossiva sempre.

Dovevo cercare di baciarla quella sera, ma come?

"vuoi rimanere a mangiare qui? Non ho nulla da fare, e ho la pizza"

Sfoderai il miglior sorriso.

Per un momento sembrò persa, non sapeva cosa dire...ed io speravo dicesse di si, ma non l'avrebbe detto..

"non penso di poter rimanere, i miei mi aspettano.."

Disse tentennante.

"va-"

La mia voce fu interrotta dal telefono che squillava da sopra il comodino... era Robin...cazzo.

"hei bro?"

Mi scusai con lo sguardo.

"bro! Domani c'è una super festa, vieni?"

Guardai la ragazza di fronte a me, stava osservando il libro che le avevo regalato...sembrava così timida e fragile, per un momento ripensai alla scommessa, ma alla fine respinsi quei pensieri.

"certo!"

Sorrisi e chiusi la telefonata.

"e così...ti piace leggere"

Andai vicino a lei, era in piedi vicino la libreria.

"si molto"

Rispose sorridendo, senza guardarmi.

"anche a me...bhe abbiamo qualcosa in comune"

Risi e lei alzò lo sguardo su di me, e sorrise senza dire nulla, ma diventò rossa.

Riuscivo a capirla senza che parlasse...riuscivo a capire i suoi pensieri, a leggerla, era molto vulnerabile, ma non potevo usare questo contro di lei, l'avevo già fatto troppe volte in passato...

"comunque domani c'è una festa, che ne dici se andiamo insieme?"

Cosa stavo dicendo? Volevo seriamente presentarmi lì con lei? Bhe era una bellissima ragazza, aveva un corpo da urlo, e non potevo lamentarmi.

Mi guardò persa per qualche secondo, dopodiché parlò:

"bhe...si, va bene"

Disse infine.

"perfetto"

Perfetto, lì l'avrei baciata, e se avesse bevuto, ci avrei guadagnato qualcosa.

"si..."

Mi guardò in imbarazzo e poi continuò.

"ora...ora credo che io debba andare a casa!"

Disse torturandosi le mani. Annuii e scendemmo al piano di sotto, era strano avere una ragazza a casa e non fare nulla...di solito quando le ragazze venivano da me...bhe...venivano...

"ti passo a prendere domani alle nove"

Dissi accompagnandola alla porta.

Uscì fuori e si fermò sulla soglia.

"va bene, ci vediamo di sera, visto che non c'è scuola"

Sorrise ed io ricambiai facendole l'occhiolino.

"grazie per la lezione prof"

Rise e girò le spalle per andarsene, non la fermai e la vidi allontanarsi.

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#SPAZIOME#
Okay, non è granchè ma è perché non sono riuscita a scrivere molto in questi giorni, vi prometto che aggiornerò presto con vari colpi di scena anche c: non odiatemi io vi amo.

Ora vado ciao! ❤

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