Capitolo 17

CAPITOLO 17

*bip bip bip*

Aprii gli occhi lentamente e presi un gran respiro, ma sentivo qualcosa in viso. Mi toccai la faccia, avevo una mascherina. Cosa stava succedendo? Sentivo la testa pesante, così mi alzai leggermente sui cuscini. Mi sentivo stanca, affannata...stordita. Non capivo più nulla. Misi bene a fuoco, mi trovavo ancora in ospedale, ero intatta: non ero morta.

"oh, si è svegliata, finalmente."
Vidi il solito infermiere e lo guardai stranita toccandomi la fronte.

"cos'è successo? P-perché ho questa cosa in faccia?"
Chiesi spaventata.

"si calmi, ha avuto un incubo ieri notte ed è andata in iperventilazione, è stato un bene che era qui."
Iperventilazione?

"vuole dire che...non respiravo più? I-io non ricordo tutto ciò."
Spiegai.

"lo so, stava dormendo, e non si è svegliata"
Spiegò a sua volte il gentile uomo di fronte a me.

"devo rimanere qui anche questa notte?"
Chiesi sperando vivamente in un 'si'.

"per questa notte si, dobbiamo farle qualche accertamento. Non dovrebbe capitarle più. Posso farle qualche domanda?"
Chiese e mi vennero i brividi, cosa doveva chiedermi?

"si..."
Mi sistemai sul letto e lo guardai.

"le è capitato altre volte di non respirare, o respirare male?"
Chiese prendendo un'agendina.

"no, è la prima volta..."
Risposi certa di quello che avevo detto.

"ha subito traumi in questi giorni? Oltre al leggero trauma cranico? Anche traumi psicologici, per i genitori, o amici..."
Chiese ed io mi sentii morire, non potevo mentire...ne andava della mia salute, quindi dovevo dire la verità.

"si."
Risposi sicura guardandolo negli occhi.

"va bene, ora si riposi...verrò a portarle il pranzo più tardi."
Mi sorrise e se ne andò.

"a dopo."

Aaron's pov

Mi svegliai con un forte mal di testa ed un asciugamano bagnata sulla fronte...la tolsi facendo molto piano e mi misi a sedere. Sentivo lo stomaco in subbuglio, e appena mi alzai corsi in bagno a vomitare.

"che schifo.."
Dissi una volta finito.

Mi sedetti per terra con la schiena e la testa poggiata al muro. Stavo una merda, ed era solo colpa mia, mi stavo uccidendo da solo. Sentii dei tacchi e pensai fosse Theresa che mi aveva sentito, infatti entrò in bagno ed io sorrisi salutandola con la mano.

"oh..Aaron, tutto bene?"
Chiese. No andava tutto una merda, io ero una merda, la mia vita era una merda.

"a meraviglia!"
Sorrisi nuovamente.

"devi mangiare qualcosa. Ho chiamato la scuola e ho detto che stavi male, infatti non ti ho svegliato. Sei tornato ubriaco a casa, Aaron cosa ti sta succedendo? Torna in te e riprenditi ciò che è tuo. Oppure puoi continuare a farti del male così."
Mi indicò con disprezzo ed io pensai che aveva ragione, dovevo lasciare tutto e riprendermi ciò che era mio. Dovevo riprendermi lei. Mi alzai da terra e feci uscire Theresa dal bagno, mi spogliai e mi feci una doccia fresca. Quando uscii vidi l'ora, erano le due del pomeriggio. Dovevo andare a casa sua. L'avevano dimessa? Dovevo scoprirlo subito.

Mi vestii ed uscii di casa con il sorriso di Theresa che mi accompagnava. Presi la macchina e misi in moto. Dopo vari minuti arrivai di fronte casa sua, e senza badare a niente bussai. Sentivo il cuore pulsarmi in gola e la paura si stava impossessando di me.

"si?"
Una donna apparentemente giovane e ben vestita spuntò sulla porta e mi guardò dall'alto al basso.

"salve vorrei vedere Abbie."
Dissi con il fiatone.

"vuole dire Abigail. Bhe, non è a casa, e poi lei chi è?"
Disse la signora con la puzza sotto il naso, doveva essere la madre.

"io sono Aaron Johnson."
Dissi guardandola stranita. I suoi occhi si spalancarono, dopodiché mi guardò male.

"ti ha mandato tuo padre? Francisco?! Come si permette?"
Urlò lei ed io rimasi basito dalla sua reazione, fin quando John, il fratello di Abbie, comparve sulla porta.

"oh Aaron!"
Mi salutò guardando stranito la madre.

"sei amico del nemico?!"
Urlò la donna, ma che problemi aveva?

"Mamma, smettila. È un mio amico!"
Disse il ragazzo alzando gli occhi al cielo.

"vieni entra."
Mi prese per il braccio e mi lasciò una volta dentro casa, e mi chiese di seguirlo. Salimmo delle scale ed entrammo nella sua stanza. Si sedette sul letto e mi disse di accomodarmi su una sedia.

"cosa ci fai qui?"
Chiese il ragazzo di fronte a me.

"sono venuto per parlare con Abbie, ma non c'è.."
Dissi affranto. Almeno ci avevo provato, ora mi toccava andare in ospedale. Dovevo vederla e parlarle.

"ascolta Aaron."
Si alzò e mi guardò dall'alto in basso.

"so quello che è successo. Non è stata una bella cosa, io l'ho fatto per anni quello che hai fatto tu a mia sorella, ma senza stupide scommesse. Ora ho messo la testa a posto e dovresti farlo anche tu. Ormai l'hai ferita, non c'è altro modo per tornare indietro. Devi prenderti le tue responsabilità e levarti dalle palle, e se la farai soffrire ancora te la vedrai con me. Se no, cercati qualche altra persona da rovinare, ma a lei la devi lasciare in pace."
Mi minacciò, ma in parte mi aveva aperto gli occhi, e nel profondo lo ringraziai per questa semplice sfuriata. Dovevo cercare di mettere la testa a posto. Mi alzai a mia volta e ci guardammo dritti negli occhi.

"mi dispiace, hai pienamente ragione, ma non la lascerò andare così facilmente. Tua sorella mi ha colpito e ci tengo veramente a lei. Potrà sembrare di no, ma non la conoscevo prima, è stato qualcosa di inaspettato, lei mi capisce e non riesco a non pensare a lei."
Dissi aprendomi con lui. Dovevo dirglielo, dovevo farlo, altrimenti mi sarei beccato un altro pugno in faccia e saremmo andati entrambi in ospedale, e non per vedere Abbie.

"va da lei."
Quelle parole mi spiazzarono, prima aveva detto di starle lontana, perché mi stava dicendo di andare da lei?

"vai sbrigati, finisce l'ora delle visite!!"
Gli sorrisi, ma prima di uscire mi girai verso di lui.

"perché tua madre mi odia?"
Chiesi corrugando la fronte.

"i nostri genitori hanno lo stesso lavoro ed è normale che siano in rivalità."
Fece spallucce ed uscii da quella casa senza farmi vedere dalla donna malefica.

Entrai in macchina e accesi il motore partendo immediatamente. Arrivai all'ospedale in cinque minuti, se avessi incrociato la polizia mi avrebbero fatto una multa per eccesso di velocità. Parcheggiai e scesi dall'auto. La chiusi ed entrai in ospedale cercando un medico che mi avrebbe fatto entrare nella sua stanza.

Abbie's pov
A mezzogiorno mi avevano portato da mangiare, e avevo già finito dopo vari minuti. Il cibo dell'ospedale era orrendo, ma dovevo mangiare qualcosa, altrimenti il medico non mi avrebbe tolto quella mascherina, diceva che avevo bisogno di mangiare anche per respirare bene. Mi sentivo più libera senza quell'aggeggio di plastica sul viso. Dopo vari minuti entrò un'infermiera robusta, con i capelli rossi ed un paio di occhiali con un colore non identificato.

"c'è una visita"
Disse annoiata ed uscii facendo entrare l'unica persona che non mi sarei aspettata di vedere: Robin.

---------------------
Mi è venuto un capitolo molto corto, mi dispiace, ma non ho potuto scrivere di più. Quindi non metterò un "obiettivo" da raggiungere. Grazie per i magnifici commenti che alcune di voi mi lasciano, infatti le.ho ringraziate anche singolarmente, ma ringrazio anche tutte quelle persone ci mi scrivono di continuare, perché mi fate capire che la storia vi piace. Sto pensando se fare un secondo libro o finirla qui, deciderò più in là però. Adddioooss ❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top