//La rivincita di Susan//
Al secondo squillo di tromba eravamo già di sotto, mentre l'intero castello tremava sotto il fragore di passi affrettati sulle scale e del sinistro tintinnio delle armi che venivano distribuite ai soldati. Edmund si precipitò nel corridoio affollato, chiamando al volo due ninfe affinché mi aiutassero a prepararmi, ma io mi ero già avventata sul mio baule, estraendo l'armatura di Susan e sistemandomela addosso. La bellissima regina che avevo rimirato poco prima allo specchio era ora una guerriera. Mi sistemai alla meglio la casacca laddove era troppo lunga, ripiegandola alla meglio sugli arti; poi mi sistemai la spada al fianco e mi precipitai di sotto. Per poco non andai a sbattere contro Lucy.
«Scusami, Lu!» esclamai scansandola proprio all'ultimo secondo.
«Non fa niente» ribatté lei. «Ma dov'è Edmund?»
«È sceso di sotto. Credo sia andato alla ricerca di Peter.»
«Non trovo neanche Leo.»
Mi morsi il labbro. «Dobbiamo portarlo in un luogo sicuro» dissi con decisione.
«Me ne occuperò io» dichiarò Lucy. «Ci vediamo nella sala del trono. Corri, Penny!»
Senza stare a indugiare oltre, mi precipitai giù dalle scale, infilandomi negli interminabili corridoi marmorei e raggiungendo finalmente la sala dei Quattro Troni. Peter ed Edmund erano già arrivati e stavano confabulando animatamente fra di loro. Quasi non si accorsero del mio ingresso.
«Penny!» esclamò a un certo punto Edmund, notandomi in un angolo della sala intenta a parlare con il nostro generale.
Nel sentire la sua voce, mi voltai di scatto e corsi verso di lui. «Che facciamo?» esclamai.
«Tieni» fu la sola risposta.
Senza darmi neppure il tempo di ribattere, Edmund mi aveva messo fra le mani un piccolo arco ricurvo e una faretra carica di frecce dall'aria fin troppo familiare. Aggrottai le sopracciglia, profondamente contrariata. «Non posso» dissi con decisione, facendo per restituirgli le armi di sua sorella.
«Susan lo vorrebbe» mi esortò il Giusto.
«No!»
Un tremendo boato scosse il pavimento della sala, vibrando cupo sulle intricate nervature che la sostenevano. Va bene, non era certo il caso di stare a fare gli schizzinosi.
«Sei un incosciente» lo minacciai fra i denti mentre indossavo la faretra e incoccavo l'arco.
In quel momento, un'esplosione di passi affrettati sul pavimento annunciò l'arrivo di Lucy. Un'espressione di puro terrore si delineava sugli enormi occhi blu spalancati e sul rossore delle guance. «Vogliono combattere» fu tutto quello che riuscì a dire ansimando.
«Chi?»
«Quegli altri! Quelli che sono venuti con noi!»
«Non ti capiamo.»
Non era vero, avevo capito perfettamente.
«Mio fratello non combatte!» esclamai infatti con decisione.
«No,» mi contraddisse Peter «dobbiamo armarci tutti o verremmo sopraffatti.»
A quel punto, non so cosa mi trattenne dall'irresistibile tentazione di prenderlo a schiaffi. «Come puoi mandare al macello delle persone che non hanno mai preso in mano una spada? È solo un ragazzo!»
Il Magnifico si schermì con un'alzata di spalle. «Anche noi eravamo solo dei ragazzi, quando abbiamo combattuto la nostra prima battaglia.»
Mi affondai le dita nelle guance, serrando gli occhi e gemendo per la rabbia. La follia, ecco che cosa ci stava attaccando. Altro che Carlomeniani su navi fantasma e fine del mondo!
«Voi siete pazzi!» esclamai.
«Penny, Narnia cadrà da un momento all'altro, lo capisci?» replicò Peter indicando il cielo di fuoco che si estendeva alle nostre spalle. «È finita, non c'è più nulla da fare.»
Le sue parole risuonarono nella mia scatola cranica simili a una campana a morto. La disperazione mi fece crollare sulle ginocchia. «No!» gridai. «E allora perché combattere? Che senso ha tutto questo? Perché arrivare fin qui?»
A ogni parola, la verità emergeva sempre più crudele e letale. Era stata tutta colpa mia. Io avevo causato tutto quel macello. Se non fosse stato per la mia stupidità, Lewis non ci avrebbe mai sfidati a quel gioco di morte e di inganno e la storia non sarebbe mai finita. O forse no, la realtà era un'altra?
«Vostre maestà, ci attaccano!» esclamò un fauno facendo irruzione nella stanza proprio in quel momento.
«Basta piagnucolare!» ruggì Peter severo. Una fiamma selvaggia gli brillava nello sguardo color zaffiro, facendolo somigliare incredibilmente a quello di un grande felino pronto ad attaccare. «Coraggio, siamo re, siamo guerrieri! Dobbiamo difendere questo regno fino alla fine, come Aslan ci ha insegnato! Lo abbiamo fatto una volta e lo faremo ancora, in nome di Narnia. Un re non fugge, non abbandona il suo regno, il suo popolo. Avanti, ora!»
Le sue parole pronunciate con la sua voce chiara e decisa, sotto quello sguardo fiammeggiante, parvero restituirci in una sola volta tutto il coraggio e la forza d'animo che la paura ci aveva momentaneamente sopito. Di colpo eravamo di nuovo lì, come la prima volta, schierati e pronti a combattere per quel mondo magico che ci aveva rapiti dalla monotonia del nostro quotidiano, trasportandoci in un universo che avevamo potuto chiamare casa. E che qualcuno, mosso da chissà quali propositi perversi, era deciso a distruggere.
«Peter ha ragione!» esclamai sguainando la spada. «Andiamo! PER NARNIA E PER ASLAN!»
«PER NARNIA E PER ASLAN!» esclamarono gli altri all'unisono; poi, schierati come un piccolo esercito, ci precipitammo fuori, ponendoci sulle nostre postazioni sulla sommità dei bastioni a strapiombo sull'abisso, sospesi a metà strada fra un cielo di fuoco e un mare del color del sangue. Man mano che le navi nemiche si avvicinavano, comete fiammeggianti discendevano a tutta velocità dall'alto, striando il cielo di nubi incandescenti e schiantandosi al suolo fra fumo e detriti, divorando e polverizzando ogni cosa ostacolasse il loro cammino.
"È la fine", pensai mentre lo stomaco mi si stringeva in una morsa dolorosa. "Susan!" Il mio pensiero si volse verso di lei, la mia sorella, la mia amica, uno dei maggiori punti di riferimento che avevo avuto dal mio ingresso in quella famiglia straordinaria. Mi chiesi dove fosse in quel momento, se per caso avesse bisogno di noi, lontana da tutto ciò che conosceva. Improvvisamente, la strana sensazione di coraggio e benessere che mi aveva invasa più di una volta tornò a farsi sentire all'apice della sua potenza, invitandomi con un fiotto di calore proveniente dalle profondità del mio torace a tendere l'arco verso l'orizzonte.
In quel momento, diedero l'ordine di prepararsi ad aprire il fuoco. Ci fu il segnale, poi i nostri dardi si abbatterono sulle navi nemiche, mentre dal mare gigantesche palle di fuoco saettavano verso di noi, ancora più micidiali delle comete che cadevano dal cielo. In pochi istanti, ci ritrovammo completamente ricoperti di sangue e detriti. Non vedevo più nulla, né sapevo cosa stava accedendo attorno a me. I miei occhi bruciavano per la polvere, il mio corpo ardeva per le ferite che lo avevano lacerato. Improvvisamente, mi resi conto di essere stesa a terra e di avere gli occhi fissi sulla mano arrossata dal mio stesso sangue.
«PENNY!»
La voce veniva dall'alto, lontana, troppo lontana. Qualcuno mi chiamava dallo squarcio che si era creato quando il bastione era crollato, inghiottendoci completamente in una voragine da incubo. Attorno a me, non un rumore provocato da creatura vivente. Erano tutti morti.
«PENNY!»
«Ho fallito» mormorai mentre le forze mi abbandonavano.
Sentivo che tutto attorno a me ribolliva, soffiava, sprofondava, bruciava. Il nulla avanzava e non avremmo potuto fare niente all'infuori dello stare a guardare. Era finita, era tutto finito.
«Hai vinto, Lewis» dissi chiudendo gli occhi, pronta ad abbracciare l'abisso.
Ma qualcosa mi trattenne. Una mano, una mano calda e tremante mi sorreggeva, tirandomi a sé con tutte le sue forze. Levai il capo e mi ritrovai a fissare due bellissimi occhi neri.
«Edmund» gemetti mentre le forze mi abbandonavano.
Il ragazzo mi strinse ancora più forte, trattenendomi dall'abisso che mi chiamava a pochi centimetri da noi, accoccolati sulla cima polverosa del bastione che si stava inesorabilmente sgretolando sotto i nostri piedi. Il ragazzo non parlava. Non ce n'era bisogno, per rendersi conto di come stavano le cose. Narnia stava svanendo a vista d'occhio e lo stesso sarebbe stato per noi.
«Dove sono gli altri?» chiesi frastornata.
Edmund scosse il capo. Mi si gelò il sangue nelle vene.
«No!» esclamai. «NO!»
Levai lo sguardo, cercando il mare e il cielo di fuoco, ma non li trovai. Attorno a noi c'era la più totale oscurità. E il silenzio.
"Hai perso, sciocca ragazzina", tuonò nella mia mente la voce di Lewis. "Hai voluto giocare contro di me e io te l'ho permesso, anche se sapevi già che avresti perduto. Come pensavi di metterti contro il creatore di questo mondo? Io l'ho generato e io ora lo distruggo, a adesso tu perirai insieme a esso!"
Soffocai a fatica un singhiozzo. Aveva ragione. Ora avremmo dovuto pagare. Mi strinsi ancora di più a Edmund. Saremmo morti insieme. Uniti per l'eternità, come avevamo sempre desiderato nelle nostre folli fantasticherie. Bell'affare.
«Edmund,» dissi con gli occhi carichi di lacrime, pronta all'ultimo passo «ti amo.»
Lui mi strinse più forte a sé, come in un ultimo tentativo di proteggermi dall'abisso. «Scusami» fu tutto quello che riuscì a dire. «Non avrei mai voluto che finisse così.»
Chiusi gli occhi, attendendo che il nostro destino si compisse. Qualche tempo prima mi avevano detto che avrei potuto cambiare, che avrei potuto evitare una cosa del genere. Io volevo solo vivere la mia vita, nel mio mondo, ma insieme a delle persone che non gli appartenevano. Mi maledissi per la mia follia, per la mia incapacità di vedere la realtà per quella che era. Quello era il prezzo dei sogni, il più alto di tutti. Sentivo la voce trionfante di Lewis rimbombare nella mia testa, una voce severa, tronfia, vincitrice.
«Sicuro di aver vinto, Lewis?»
Il mio cuore ebbe un tuffo. Conoscevo quella voce. Susan.
«Hai fatto un grosso errore, caro il nostro Maestro» continuò Susan imperterrita. «Un errore imperdonabile. Mi hai lasciata fuori, è vero. Ma come pretendevi di non riuscire a controllarmi, trascurandomi in questo modo? Vecchio sciocco!»
Udii chiaramente Lewis digrignare i denti per la rabbia. "Ah, maledetta sgualdrina!", abbaiò con rabbia.
«Mi hai dimenticata nel mondo degli umani e ora io posso trasformarmi da Personaggio ad Autore, così come la mia più cara amica è diventata Autore e Personaggio allo stesso tempo. E adesso sarò io a mettere la parola fine.»
"Piccola vipera, lo sai che non puoi farlo", la sfidò il suo creatore.
A quelle parole, Susan si limitò a rispondere con la sua risata argentina. «Non se non ho qualcuno che mi appoggia» ribatté. «E quel qualcuno è Penelope. Penny, adesso devi fare una scelta. So già che cosa deciderai. Narnia non esiste più, ma il tuo cuore? Dove vuoi che viva, che torni? È il tuo ultimo passaggio, Penny. Il nostro ultimo passaggio. Non sprecarlo.»
Il cuore prese a correre più velocemente, richiamato energicamente alla vita. Guardai Edmund, i suoi occhi sempre più neri e stanchi, guardai il vuoto che ci eravamo lasciati dietro e il sangue sulle mie mani. Poi guardai la mia anima.
«Per sempre» sussurrai dolcemente.
Poi tutto svanì nel nulla.
**** Non posso crederci, penultimo capitolo anche qui! Troppe emozioni da entrambe le storie, considerato anche quanto sta succedendo. Allora, che ne pensate di questo colpo di scena? Ve lo aspettavate che arrivasse Susan e ribaltasse completamente la situazione? Come ho già detto più volte in passato, il personaggio di Susan è uno dei miei preferiti e non mi è mai andato giù il fatto che alla fine della saga venga appiattita in quel modo - anche se sicuramente c'è una spiegazione, dal momento che dovrebbe simboleggiare chi ha perso la fede, o più semplicemente è diventato adulto - Supposizione a parte, qui ci troviamo nel magico mondo delle fanfiction, dove (come ben sapete) la regola principale è che... non ci sono regole! ;) Fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti, la settimana prossima ci saluteremo come si deve con l'epilogo <3
Per chi come me ha già i fazzoletti in mano, vi ricordo che il nostro è solo un arrivederci: il 13 settembre infatti partiamo con una nuova storia, e se avete amato questa e soprattutto le sue atmosfere romane non potete assolutamente perderla! - anche se avrà atmosfere decisamente più dark -
Per qualsiasi anticipazione, curiosità o semplicemente se avete voglia di fare due chiacchiere, mi trovate sul mio profilo Instagram le_storie_di_fedra.
Non mi resta che augurarvi un sereno weekend e a prestissimo!
Vi voglio bene <3
F.
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