capitolo 1.

"Scappa David!". L'invito al mio compagno non era rivolto per aver tardato ad una festa di compleanno, magari fosse cosi, la normalità ormai non esiste più, dietro di noi un nostro ex amico, Raul cercava di morderci. Era piuttosto veloce, molto più di me ma in qualche modo riuscivo a correre, forse per la paura di essere presa da quella cosa che un tempo amavo, perché si, quello era il mio ragazzo, dolce, romantico ed ora non è altro che un essere privo di sentimenti intendo solo a soddisfare la propria fame.
Non so bene quando tutto questo è cominciato, all'inizio era un semplice virus con pochi casi ma col passare dei giorni è diventato pericoloso ed inarrestabile. La radio e la tv consigliavano di stare chiusi in casa ma non approfondivano la situazione forse per paura di qualche rivolta o che so.
Le prime notizie vere e proprie furono date troppo tardi infatti già un quarto della popolazione mondiale era infetta. Inizialmente si prestava soccorso, ma pare non ci fosse nulla da fare, un decesso veloce raccontavano i notiziari, nel giro di poche ore più della metà di quel quarto era morta ma non era finita lì. Qualche settimana e nuovi sintomi si manifestavano sui corpi dei contagiati, pare sia un virus che attacca il cervello dicevano ma ancora non sapevano che ciò che sembrava una semplice pandemia si sarebbe trasformata in una vera e propria riserva di caccia.
Continuavo la mia corsa, David dietro cercava invano di continuare, non so quanto ancora riuscirò ad avanzare, avevamo entrambi il fiatone mentre il nostro ex compagno sembrava non avesse niente. Oltre a quello dovevo prestare attenzione alla strada, macchine e oggetti bloccavano il passaggio probabilmente la gente pensava che andare da un altra parte avrebbe dato loro una nuova speranza ma non è stato cosi.
I pochi che sono rimasti qui e soprattutto vivi e vegeti hanno imparato a sopravvivere da soli oppure a creare degli accampamenti come noi due.
Con noi non abbiamo molto: vivande, delle torcie ancora funzionanti, una fune, qualche medicazione d'emergenza e una pistola di fortuna. Aimè, erano finite le munizioni, quando stavamo cercando delle provviste, abbiamo trovato un gruppetto di predoni. Purtroppo le leggi dell'uomo e la morale vengono meno quando la civiltà finisce. Non esiste più una società, per cui vale il detto "Homo Homini Lupus" ovvero " ogni uomo è un lupo per gli altri uomini". In questo mondo non cè spazio per i sentimenti, non avevo avuto il tempo di piangere, non avevo il tempo di pensare al perché proprio a lui, dovevo fare solo una cosa: combattere per sopravvivere.
Infondo a noi una strada rotta, la parte opposta era troppo lontana ma forse con un po' di sforzo ci sarei riuscita. Con il cuore in gola sprecai le mie ultime forze per quel salto, sotto di noi un fiume in piena. Uno due e tre, salto. Fortunatamente atterro sull'asfalto, poco vicino c'era la morte certa. Aiutai David che riuscì a malapena a tenersi ad un tubo e con una spinta lo tirai su, entrambi ci girammo verso il nostro ex amico, ci fissava, le lacrime a quel punto scesero involontarie, quelle labbra che toccavano le mie ora erano piene di bubboni da cui fuoriusciva sangue misto qualche liquido più giallastro, aveva degli occhi rossi, si muoveva ed emetteva suoni incomprensibili. Ricordo ancora il giorno in cui ci siano conosciuti, se solo penso alla felicità di quel tempo, ora invece, tutto questo mi sembra irreale.
Cosa succederà da oggi in poi?

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