Capitolo 8
"If you got youngblood, this is our time"
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Scoprire che tutti gli altri club scolastici si trovavano sottoterra era un qualcosa di magnifico.
Appena scesi le scale iniziai ad intravedere ragazzi correre da tutte le parti con dipinti in mano oppure ragazze intente a scrivere per il giornalino della scuola in una piccola stanza.
Era tutto molto ben diviso con spazi equi per tutti.
« Mi sorprende come questo luogo non ti disgusti neanche un po'... » disse il ragazzo dai lunghi capelli marroni accompagnandomi tra quei corridoi come Caronte che traghettava Dante dall'altra parte dell'acheronte.
« Perché dovrebbe disgustarmi una cosa così magnifica ? » chiesi confusa.
« È magnifico il fatto che il nuovo preside non si importi di noi ed abbia fatto ampliare la palestra e ci abbia buttati qua giù ? Hai un senso di magnifico molto diverso dal mio allora ragazzina » disse il ragazzo guardandomi stranito.
« Ahm... non lo sapevo questo davvero, è da due giorni che sono arrivata in questa città ed è già tanto se so come arrivare nel bagno di casa mia » dissi ironizando sulla cosa.
« Tranquilla non me la sto prendendo con te, volevo solo farti capire le condizioni di questa scuola da quando il signor Kennedy ha lasciato il posto a suo figlio John, un signore che si importa solo di soldi e fama »disse con tono arrabbiato.
« La signora Carter non me ne ha parlato di questa cosa » dissi confusa.
« Non lo dicono mai, fanno pensare che sia una scuola bellissima e alla fine ti ritrovi con questo» disse indicando tutto il disordine in uno sgabuzzino con la scritta "Art in progress".
« ... e quindi si importa solo con lo sport scommetto » dissi ragionandoci sulla situazione.
« Si, ed è una cosa orribile, ci ha tagliato i fondi per i saggi di fine anno e molte altre cose ed è già tanto che abbiamo il ballo di fine anno »
Era incredibile il modo in cui quel ragazzo parlava con tanta grinta di quel argomento, si notava la sua rabbia uscire da tutti i pori mentre pronunciava quelle parole.
« Siamo arrivati, questa è l'ala di musica qui puoi trovare ciò che stai cercando, è stato un piacere ragazzina » disse sorridendomi.
« Scusami se non mi sono presentata, piacere Lola »
« Io sono Marcus, molto piacere, ora devo andare che se August scopre che sono fuori dall'aula di chitarra e non sto ripassando, mi uccide » disse Marcus correndo in direzione ad una delle aule ed entrandoci.
"Che ragazzo interessante" pensai mentre giravo per il corridoio dell'ala di musica.
Un armonia classica e piacevole mi attrasse in direzione ad una delle classi.
Entrai ed intravidi questa ragazzina dai lunghi capelli neri alle prese con una grossa arpa.
Il suono che quello strumento emetteva era celestiale.
Rimasi a bocca aperta alla visione di tale leggiadria nel manovrare le corde di quello strumento.
Quando la ragazza finì iniziai ad applaudire come un ebete davanti alla porta.
« Grazie » disse alzandosi e facendo un inchino come se avesse appena finito un saggio duratosi ore e ore.
« O mio dio, sei incredibile » dissi con un tono sorpreso entrando nell'aula.
« Questo ? Non è niente, solo una ninna nanna che il mio maestro mi ha detto di imparare »
« Non sapevo che esistessero ancora persone interessate a strumenti così classici » dissi sorpresa nel vedere la bellezza di quella ragazza.
« È da ormai 8 anni che suono l'arpa, me ne innamorai la prima volta che vidi "Gli aristogatti" e la sentì suonare da Duchessa la gattina bianca, un modo un po' strano di innamorarsi di uno strumento non credi ?» chiese ridendoci su.
« Piacere io sono Lorelay Tuner ma mi puoi chiamare Lola » dissi porgendo la mia mano in segno di amicizia.
« Julia Martinez ed il piacere è tutto mio » disse afferrandomi la mano.
Sentì le sue mani piene di lividi e bolle, "...le mani di una vera artista" pensai sorridendo.
- Sei nuova da queste parti ? Non ti ho mai vista per i corridoi della scuola » chiese incuriosita.
« Si, mi sono appena trasferita qui »
« E di dove eri ? »
« Dallas » dissi con un tono malinconico.
« Wow, la patria della musica Country, Johnny Cash, Dolly Parton e Robert Tuner, un mito che se ne è andato troppo presto... » disse dispiaciuta.
Sentire quel nome è stato molto duro per me, cercai di non far intravedere il mio dolore ma era troppo difficile.
«Stai bene ? » chiese preoccupata Julia.
« Sisi tranquilla, ora devo andare però » dissi avviandomi verso l'uscita.
« Allora ci si vede in giro per la scuola...» disse sorridendomi.
Camminai per i corridoi di tutta la scuola finché per sbaglio entrai in palestra ed intravidi la stessa ragazza che prima mi fulminò con lo sguardo per aver parlato con il ragazzo dai bei occhi, ballare assieme alle sue amiche.
Erano davvero brave, rimasi ipnotizzata dal fatto che riuscivano ad essere sexy ma non volgari e penso che qualsiasi cosa al suon di "When i Grow Up" delle The Pussycat Dolls diventi volgare.
Improvvisamente una di loro sbagliò e si fermarono tutte.
« JOSY TI HO GIÀ DETTO CHE IN QUESTA PARTE DEVI FARE UNO, DUE, DUE E TRE » urlò arrabbiatissima la ragazza di prima.
« Penso sia la capitana delle Cheerleader » dissi tra me e me facendomi uscire una risatina per ciò che è accaduto prima.
Improvvisamente la ragazza di prima notò la mia presenza ed iniziò ad avvicinarsi.
Notai che i suoi capelli a dir la verità erano rosso tramonto.
« Ahm... scusami che hai da ridere ? » chiese arrabbiata.
« Nulla nulla, continuate pure » dissi smettendo di ridere.
« Ma che carina, non sai che è vietato guardare gli allenamenti delle "Wild Roars" ? »disse guardandomi sarcasticamente dispiaciuta.
« Chi ? » chiesi confusa.
«Le Mitiche "Wild Roars"... la squadra di cheerleaders più fantastica della nazione» disse quella ragazza mettendosi in posa.
« Scusami, sono nuova qui, non so molte cose ancora di questa città quindi...»
« Awww poverina non sa ancora molte cose» disse la ragazza generando un coro generale di ragazze senza un Q.I adatto da capire che seguire un'ape regina è una cosa che si vede solo nei film.
« Tolgo il disturbo allora » feci per andarmene ma venni interrotta dal braccio di quell'orribile ragazza che mi stritolava il polso.
« No no carina, non vai da nessuna parte, ora ti insegniamo noi come si ragiona qui alla Washington High School » disse con tono intimidatorio.
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