Capitolo 2
"I'm falling in the pieces"
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È incredibile il fatto che mia madre non si mosse di un millimetro da quando ricevette quell'orribile notizia.
« È mortale ? » chiese tenendo gli occhi fissi sul volto del dottor Hook.
« Con le cure adatte penso che sua figlia potrà vivere per altri...»
Feci uno scatto felino da quella sedia e me ne andai da quella stanza vintage e ormai troppo opprimente per me.
Appena aprì la porta e mi ritrovai una ragazza bassina dai lunghi capelli neri che mi guardava spaventata.
La superai e mi diressi verso una grande finestra sudicia, credo che l'ultima volta che l'hanno pulita sia stata almeno un secolo e mezzo fa.
Aprì quell'immensa finestra sporca che dava su un piccolo balcone malcurato, come il resto in quella sala d'attesa malconcia.
Una brezza di vento gelido mi colpì così forte da quasi farmi cadere.
Il paesaggio era tutto tranne che come l'orribile interno.
Così rustico e perfetto che quasi mi emozionai con tanta bellezza.
Sotto di me si trovavano alcune aiuole con dei fiori sparsi, l'odore di petunia si sentiva nell'aria.
Mi sedetti sulla grata a guardare il paesaggio magnifico davanti a me.
Non volevo pensare alla mia probabile morte e al fatto che forse avrei perso la voce per sempre.
Sentì qualcosa di bagnato rigarmi il volto.
Le lacrime mi facevano colare tutto il trucco sui vestiti.
Non smisero più per un lasso di tempo che sembrava eterno.
Caroline's Pov:
Vidi mia figlia andarsene dalla stanza, tutto questo era troppo per lei.
« Per altri vent'anni, trenta... noi medici non sappiamo precisare abbastanza bene quanto tempo resta a certi pazienti...» il dottore fece un'inquietante pausa e si rimise gli occhiali sul volto.
«... so che è difficile per lei signora mi creda...» sospirò «ma dovete essere forte signora, anche io ho una figlia e capisco come deve essere difficile per lei...» si incrociò le dita.
«...ma »
Non riuscì a finire la frase che una ragazza dai capelli corvini, occhi sul marrone chiaro dell'età di mia figlia entrò nella stanza.
«...scusate per il disturbo» disse sorridendo.
« Lei è Agata, mia figlia » disse il dottore facendo cenno alla ragazza di avvicinarsi.
Non riuscivo a provare nulla...
Vi è mai capitato di provare troppe cose allo stesso tempo e andare poi in panico ?
Ansia. Paura. Tristezza. Dolore.
C'era un caos nella mia testa, non riuscivo a pensare a nient'altro che "Non voglio perdere mia figlia".
« Come si spiega che la mia bambina sanissima dalla nascita abbia una malattia così tremenda nel suo corpo ?... »
Le lacrime che prima non uscivano ora erano irrefrenabili.
Cercai di alzarmi ma ebbi un mancamento e mi ritrovai per terra.
« la mia b...a...m...bina » balbettai con quelle gelide lacrime che scendevano rigandomi il volto e bagnando dappertutto.
Il dottor Hook si alzò e si sedette accanto a me per terra.
« Tranquilla signora che con la medicina odierna riusciremo a guarire sua figlia...» venne interrotto dal braccio di sua figlia che si poggiò sulla sua spalla in modo leggiadro.
« lasciala sfogare...» disse in modo quasi inaudibile. -...non credo riuscirai a far ragionare una donna in preda ad un dolore così grande -
Lola's Pov
Passai quasi un ora fuori a sentir quell'odore paradisiaco e a scordarmi che...
"Cazzo ho una malattia mortale..." pensai ridendo ma al tempo stesso pensavo al mio futuro.
Un futuro oramai incerto e pieno di sofferenza.
Mi cadranno i capelli per la chemio ?
Passerò più tempo in ospedale che a casa ?
Davvero non so più cosa aspettarmi dalla mia vita.
Sentì la porta aprirsi e mia madre uscì.
Il suo trucco molto naturale era ormai colato dalle fredde lacrime che le stavano scendendo sul viso.
Aprì la finestra e corsi verso di lei, non riuscivo a vederla in quelle condizioni.
« Grazie mille dottore » disse asciugandosi il viso con la manica della sua giacca rosa cipria.
« Vi lascio il numero di un mio collega...» prese il telefono e inviò il numero sul cellulare di mia madre.
«... lui potrebbe aiutarla, è un oncologo specialista in curare tumori »
Sentire quelle parole mi fece venire un angoscia indescrivibile.
Ringraziammo ancora il dottore e ci avviammo verso l'uscita.
Entrati in macchina un silenzio pervase il tutto... era ancora troppo presto per parlare di noi e di questa cosa.
Avevo bisogno di stare un po' per conto mio.
Presi il mio IPhone dalla tasca e chiamai Michael, un mio carissimo amico, abbiamo fatto le medie insieme ma ci siamo piano piano persi di vista durante il liceo pero sempre rimanendo molto legati tra di noi.
~Honey🌸
«Ho bisogno di vederti... ci troviamo tra 30 minuti sotto casa tua»
Non gli diedi neanche il tempo di rispondere che chiusi il telefono e mi girai verso mamma che ormai aveva smesso di piangere e guardava la strada con lo sguardo pensieroso.
« Mi puoi accompagnare alla...» non riuscì a finire la frase che dovetti portare la mano alla gola dal dolore lancinante che sentì.
Mamma preoccupata distolse lo sguardo dalla strada.
« Scimmiettina stai bene ? » disse mamma preoccupatissima.
Non sentivo quel nomignolo da secoli...
« ahm... » cercai di schiarirmi la voce ma non usciva nulla in un primo momento.
« Ora andiamo in farmacia...» disse prendendo un foglio casuale nella borsa con lo sguardo sempre rivolto sulla strada.
Fa male pensare che mamma non abbia avuto neanche un solo momento di pace da quando papà è morto.
Tra il lavoro,la scuola e le cazzate varie si faceva in trenta solo per me.
Ed ora questo...
Lei si che è una guerriera.
Trenta minuti dopo arrivammo nel parcheggio di questo grande centro commerciale.
Mamma scese velocemente dalla nostra "Alpha Romeo" e mi aprì la portiera, prendendo anche la sua borsa che si trovava per terra vicino ai miei piedi.
Ci dirigemmo verso l'entrata molto luminosa di quel centro commerciale.
Una grossa insegna verde spiccava all'entrata.
"Farmacia"
Mamma corse dentro a comprare le varie medicine mentre io rimasi fuori a guardare dalla vetrina i vestiti della nuova collezione di "Zara"
"Ormai la mia vita è orrenda, un po' di shopping aiuterebbe tantissimo a smaltire il tutto" pensai guardando quella magnifica gonna in promozione.
Quando vidi mamma uscire mi diressi verso di lei.
Aveva la sua borsa piena di medicine,tutte diverse e con nomi super complicati.
A volte mi chiedo... solo a me capitano così tanti casini ?
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