Capitolo 19
Now I'm fucking lonely, and you didn't want me.
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Stare al passo con tutto ciò che gli altri avevano già fatto in questi mesi, era un po' più complicato di quanto mi sembrasse all'inizio.
Alla fine della scuola, il telefono mi squillò e notai la scritta "Queen👱🏼♀️" comparirmi sullo schermo.
« Hey amore, sono davanti al parcheggio della scuola... fai in fretta che questo pomeriggio abbiamo un appuntamento con il dottor Harem » disse mia madre mentre varcavo il cancello della scuola, ricordandomi che oggi è il tanto atteso giorno della verità.
« Ti ho vista, sto venendo » dissi girandomi per salutare August e Marcus.
Julia aveva una brutta influenza quindi non era riuscita a venire a scuola.
Appena saputa la notizia: August diede l'idea di andarla a trovare tutti insieme ed io naturalmente accettai senza però ricordarmi dei miei impegni.
"Devo trovare un modo di fare tutto quanto" pensai aprendo la porta della nostra Alpha Romeo, entrando in macchina e dando un veloce bacio sulla guancia di mia madre.
Tornata a casa, avevo la testa che mi scoppiava, mi toccai la fronte ed era bollente come la sabbia di una spiaggia dopo un'interminabile giornata estiva.
"È a causa del vento che ho preso l'altra sera... niente di che" pensai poggiando il mio zaino sul letto e scendendo a mangiare qualcosa velocemente per poi andare alla clinica del dottor Harem.
Mamma notò il mio malessere mentre andavamo alla clinica.
« Stai bene ? » chiese avvicinandosi con la mano fino a toccarmi la fronte, distraendosi un'attimo dalla strada. « ma sei caldissima...» disse con tono preoccupato.
« Tranquilla sto be...» venni interrotta da un prurito fastidioso alla gola, che mi fece tossire.
Il mal di testa si fece sempre più forte e nel tentativo di non pensarci, reclinai il sedile e mi addormentai.
Più tardi sentì una fredda mano toccarmi il viso, aprì gli occhi lentamente e guardai il volto di mia madre, preoccupatissima per la mia salute.
«...non stai per niente bene, si nota » disse vedendomi in quella situazione. «...ti farò prescrivere qualcosa da Jebediah»
"Jebediah ? Da quando mia madre chiama per nome uno dei nostri dottori ?" pensai mettendomi composta sul sedile.
Scendemmo dall'auto all'unisono ed entrammo nella clinica.
Poggiammo le nostre giacche su degli appendiabiti all'entrata ed aspettammo giusto qualche minuto finché il dottor Harem, con un lungo camice bianco e lo stetoscopio sul collo, entrò nella stanza.
« Buonasera » salutò educatamente venendomi incontro.
Educatamente lo salutammo ed egli ci invitò a sedere.
Ci sedemmo su due comode poltrone in pelle e la prima cosa che notai fu il cartellino con il suo nome sulla scrivania.
Le bianche pareti dello studio davano un senso di oppressione in me mentre mi guardavo attorno.
« I risultati sono arrivati questa mattina » disse aprendo un cassetto e togliendo da esso una cartella con numerosi fogli.
"Lorelay Adele Tuner" lessi nella mia mente ciò che c'era scritto su uno dei fogli, sforzandomi un po' la vista.
«...ho buone notizie» poggiò la cartella sul tavolo ed incrociò le dita. «... la massa tumorale è stabile, non c'è alcuna metastasi»
Un sorriso spuntò sul viso di mia madre e fece un sospiro di sollievo, mentre sentiva quelle parole.
«Però...» disse il dottor Harem tornando allo sguardo serio di sempre. «dobbiamo intervenire immediatamente, in modo da estrarre la massa tumorale il prima possibile ed iniziare con i cicli di chemioterapia»
Sentire le parole "intervenire", "immediatamente" e "chemioterapia", riuscì a riportarmi alla normalità.
«...dobbiamo decidere il giorno dell'intervento» disse guardando verso mia madre.
Iniziarono a parlare ed io per un attimo mi scollegai dal mondo.
Pensai ai miei amici, alla mia nuova scuola, a Big Joe e al mio nuovo lavoro.
L'unica cosa che riuscì a dire in quel momento fu...
«Cosa succederà alla mia voce ? »
Il dottor Harem, girandosi dalla mia parte, mi ascoltò attentamente.
«... ho appena ricevuto una proposta di lavoro»
Mia madre mi guardò confusa, dalle parole da me pronunciate.
« Come cantante in un locale al centro... la paga non è delle migliori ma devo pur cominciare da qualche parte» dissi guardando verso mia madre
Ella mi guardò con uno sguardo da "dopo ne riparliamo con più calma".
« Per le prime due settimane dopo l'intervento, non credo riuscirai a parlare facilmente... c'è anche la possibilità che la tua voce muti...dopodiché inizieremo i cicli di chemio e, se non ci sono complicazioni, riuscirai tranquillamente a cantare nel giro di un mese» disse il dottor Harem tranquillizzandomi.
Dopo una lunga chiacchierata decidemmo di fare l'intervento il venerdì successivo.
Il dottor Harem mi prescrisse degli antinfiammatori da prendere in caso il raffreddore peggiorasse e dopo averlo salutato, ce ne tornammo a casa, dandogli appuntamento al giovedì successivo.
Avvertì a Marcus che mi ero procurata un brutto raffreddore e che dovevo stare a riposo.
Gli chiesi anche se poteva avvertire Big Joe e che se in caso migliorassi, gli sarei andata a trovare per discutere degli orari di lavoro e di quando avrei iniziato.
"Devo anche avvertirgli delle mie condizioni di salute" pensai mentre salivo le scale di casa.
Mi sdraiai sul mio letto e dopo qualche ora di riposo mi risvegliai molto meglio.
Presi il mio cellulare che si trovava sopra il comodino ed inviai un messaggio a Julia.
Ju💫
«Scusami se non sono riuscita a venire 💕...»
« Non fa niente, Marcus mi ha detto che ti sei procurata un bel raffreddore come me 🤧»
« Sisi, ora mi ritrovo sul letto a creare radici» digitai ed inviai toccandomi le tempie che ancora mi dolevano un po'.
«Ti auguro di guarire presto 🤗»
«Anche tu, abbiamo sentito la tua mancanza oggi a filosofia❤️»
«Aw, che amori che siete... ora però devo andare a farmi una doccia...ci sentiamo più tardi🌸»
« A più tardi 🌙» inviai e rimisi il cellulare dov'era.
Mi alzai e scesi le scale, notando un grosso camion davanti casa nostra.
"...finalmente sono arrivati i nostri mobili" pensai, ricordandomi che erano in ritardo da ormai una settimana e ci toccava utilizzare i mobili dei vecchi proprietari.
«Siamo qui da neanche un mese e abbiamo già nuovi vicini» disse mamma notando la mia presenza. «penso che come regalato di benvenuto sarebbe un gesto carino fargli una una torta... che ne dici ?» chiese guardandomi.
"Nuovi vicini ?" pensai guardando più attentamente fuori e notando diversi signori che trasportavano pesanti mobili nella casa accanto alla nostra.
«Uhm... certo» risposi a mia madre ancora intenta a guardare fuori casa, incuriosita.
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