Capitolo 18

I wanna see the sunrise and your sins
Just me and you
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Svegliarmi di buon umore il lunedì non era per niente facile, soprattutto visto che avevo un orario scolastico molto pesante.

In soli 4 giorni di scuola ero già riuscita a prendere dimestichezza con alcuni prof: come ad esempio la professoressa Harper, che insegna lingue e cultura inglese.
La prima prima volta che la vidi mi era sembrata solo una vecchia megera ed invece ho scoperto che era tutto il contrario.
È stata super gentile con me e mi ha rispiegato per bene tutto ciò che quelli della mia classe avevano già fatto in questi mesi di scuola.

Mi era ancora un po' difficile stare senza Julia e August in alcune ore della giornata, visto che il nostro orario non combaciava del tutto.

L'unico prof che ancora non avevo conosciuto era quello di chimica e biologia giacché la settimana precedente non stava per niente bene e non era potuto venire.

Arrivai a scuola presto quella mattina ed entrai, andando dritto verso il mio armadietto.

« Buongiorno Diva » disse Marcus venendomi incontro con lo zaino sulle spalle, accompagnato da August che come sempre, era intento a scrivere qualcosa sul suo cellulare non notando la mia presenza.

« Io diva ? Macché » dissi mettendomi in posa. «...no photo please ».

Marcus scoppiò in una fragorosa risata ed io assieme a lui.

« Perché state ridendo ? » chiese confuso August posando il suo telefono nella tasca.

«...bentornato nel mondo dei vivi » disse Marcus dandogli una pacca sulla spalla.

« Oh, ciao Lola...» disse August dandomi un bacino sulla guancia. « hai dormito bene ieri sera ? » chiese visto che la sera precedente avevamo perso la cognizione del tempo ed eravamo rientrati tardi a casa.

« Ho dormito pochissimo... quasi nulla» dissi togliendomi gli occhiali da sole che indossavo, facendogli notare la mia faccia da "morta vivente". « Neanche con il trucco più pesante che avevo sono riuscita a togliere queste occhiaie orribili»

«... Ahm si nota » disse Marcus ridendoci su.

« Ha Ha Ha, molto esilarante... » dissi prendendo i miei libri e chiudendo l'armadietto. «... non so come riuscirò a fare sei ore di scuola con solo due ore di sonno e questa faccia »

« Dai che ci riesci, che hai alla prima ora ?» chiese Marcus prendendo sotto braccio ed iniziando a camminare.

Presi il mio telefono e controllai l'orario.

« Il professore Allen, Biologia credo... ancora non l'ho conosciuto » risposi bloccando lo schermo del mio telefono e posandolo nella tasca.

« Aia... buona fortuna allora » disse August guardandomi con lo sguardo serio.

« Perché ? È uno stronzo ? » chiesi incuriosita.

« Più che uno stronzo direi che è un psicopatico maniaco... ti ricordi nel primo cosa ci ha fatto fare ? » chiese Marcus girandosi verso August.

« Si che me lo ricordo, quella figuraccia ancora oggi mi è impressa nella memoria»
rispose August rimembrando l'accaduto.

« Che cosa vi ha fatto fare ? » chiesi aggiustando le fasce del mio zaino che mi stavano dando un po' fastidio.

« Allora, aveva capito che noi non avevamo fatto i compiti e ci ha fatto fare una presentazione...» disse August.

«... Fin qui tutto apposto, solo che la presentazione è stata davanti ad altre sei classi sue, compresa quella di "Miss Universo"... ci siamo ritrovati a mischiare cose chimiche ed abbiamo provocato una piccola esplosione in classe, tutti si misero a ridere di noi» continuò Marcus con tono incavolato.

« Poi urlò davanti a tutti : Che vi serva da lezione... io non tollererò persone incapaci e non volenterose di apprendere la mia materia » finì August fermandosi visto che erano arrivati nella loro classe.

Nella mia mente ho subito pensato " Ora si che sono fregata".

« Tranquilla, andrà tutto bene... in caso succeda una cosa del genere buttati dalla finestra, che fai più bella figura » disse Marcus appoggiando una mano sulla mia spalla. « ci vediamo alla terza ora... oppure no, chi lo sa ? » disse Marcus mettendomi ancora più ansia e paura.

Lo salutai ed andai verso la classe del professore Allen.
Arrivata alla porta iniziai a tremare.
Bussai alla porta leggermente ed aspettai un "prego" venire da dentro.
Ma nulla...

Aprì la porta e vidi questo uomo alto e robusto con uno sguardo omicida guardando verso di me.

« Non credo averti dato il permesso di entrare... » disse venendomi incontro.

«... mi scusi» dissi rossa dalla vergogna.

« Ora, chiudi la porta, bussa e aspetta che io dica "Prego" » disse facendomi indietreggiare a chiudere la porta.

Bussai più forte finché non sentì un urlo provenire da dentro.

Entrai di nuovo e dissi « Buongiorno ».

« Buongiorno a lei...signora ? » chiese controllando rapidamente il registro che si trovava sulla cattedra.

« Tuner... Lorelay Tuner » dissi a bassa voce.

« Sisi... sei di Dallas da quanto leggo qui » disse con ancora il registro aperto.

«Sono nata e cresciuta li » confermai.

« Capisco... » disse poggiando i suoi occhiali sul tavolo. « ti puoi sedere li » disse indicando un posto vuoto.

Non avevo ancora guardato la classe con cui avrei passato quest'anno scolastico.
Notai dei visi molto spenti ma solo uno di loro riuscì ad attirare la mia attenzione.
"Aspetta ma quello lo conosco...." pensai sedendomi al mio posto.

« Hey » disse la ragazza affianco a me.

Mi girai e vidi che era Kim, la cugina di Jonah, la quale avevo conosciuto alla festa.

«... Hey, che ci fai qui ? » chiesi salutandola.

«...beh, studio » rispose indicandomi i vari quaderni aperti davanti a lei.

« Wow... sono contenta di avere almeno una persona conosciuta in classe » dissi sorridendole.

«... ed io sono contenta di avere una compagna di banco finalmente » disse ricambiando il sorriso.

L'ora passò molto lentamente e il professore "Allen" ha rispiegato un po' delle cose da loro fatte in questo periodo.
Appena suonò la campanella mi alzai e guardai di nuovo quel ragazzo che prima mi sembrava tanto di conoscere.

« Thomas ? » dissi tra me e me guardandolo più attentamente.

«... Pieterse ? » chiese Kim sentendomi pronunciare quelle parole. « Si è proprio lui, nella sua magnificenza » concluse Kim prendendo il suo zaino.

« Pensavo fosse più grande » dissi uscendo dalla classe assieme a Kim.

« Ha 17 anni come noi...» disse Kim fermandosi. «...io devo andare da questa parte, ho storia ora...quindi ci si vede » disse salutandomi ed andando per la sua strada.

Andai dalla parte opposta a lasciare il libro di chimica nel mio armadietto e per poi andare alla lezione di filosofia.

"Ora non devo più preoccuparmi della solitudine nelle altre ore di lezione" pensai mentre un sorriso mi spuntava sul viso.

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