Capitolo 1
"Sentii quella bagnata e ormai gelida mano sul mio viso.
« Tranquilla tesoro andrà tutto bene » disse papà mentre l'acqua entrava da tutte le parti nella nostra piccola Smart Bianca tanto amata da mia madre.
Un sentimento di angoscia mi pervase tutto il corpo, mentre mio padre con tanta forza cercava di rompere quel sottile finestrino che nel guardarlo da fuori sembrava così fragile che con solo un soffio del vento potesse volare via.
« Lorelay »
Mi sentì chiamare da quel vuoto che ormai si era creato dietro di me, lì dove si trovava quel piccolo cofano dove papà ci teneva la sua amata chitarra Gibson regalatagli da mio nonno Eduard.
« Lorelay svegliati »
Era una voce familiare... dolce e amorevole.
« Mamma sei tu ? » dissi con le lacrime agli occhi cercando in tutti i modi di non avvicinarmi a quell'acqua sporca che entrava.
Papà ruppe il finestrino, all'improvviso tanta acqua iniziò ad entrare dentro la nostra amata auto.
« Piccola scimmiettina mia, allora devi nuotare più veloce che puoi » disse papà con le lacrime che ormai gli rigavano il viso.
« Hai capito amore ? »
Feci un semplice cenno con la testa e lui mi abbracciò forte.
Non credevo che quello sarebbe stato il nostro ultimo abbraccio.
Uscì dall'auto e iniziai a nuotare più che potevo.
« LORELAY » sentì ancora quella voce urlare il mio nome.
Nuotai più veloce in quell'acqua putrida.
« Lorelay !!! »
La voce si avvicinava sempre di più.
Finché qualcosa non mi prese per il piede..."
*
Aprì gli occhi in uno scatto repentino e vidi mia madre davanti a me con il broncio.
« Sono viva mamma tranquilla » dissi aprendo gli occhi ancora mezzi chiusi e mezzi aperti.
« Faremo tardi dal dottore » disse aprendo il mio armadio e prendendo una maglietta beige e una gonna nera.
Mi stiracchiai e sbadigliai dal sonno.
« Tranquilla che ce la fareeeeemo » prolungai la parola a causa di uno sbadiglio improvviso.
« Vestiti e lavati, sento la tua puzza da qui » mi guardò mia madre con lo sguardo di disgusto tappandosi il naso in segno di ripugnanza.
« Non puzzo così tanto dai » dissi alzando un braccio all'aria per annusare l'odore delle mie ascelle.
« ritiro quello che ho detto...»
Mi alzai da quel letto oramai tutto disfatto e mi diressi verso il bagno.
Mi fermai qualche minuto per contemplare il mio orribile aspetto di prima mattina.
Avevo i miei capelli bianchi dappertutto e la bava ormai asciutta per tutta la guancia.
"...che schifo" pensai.
Girai il rubinetto verso l'acqua calda.
"...la cosa migliore da fare è una buona doccia rilassante".
Entrai nella vasca, tirai verso di me il soffione della doccia e ci misi una mano di sotto per controllare la temperatura dell'acqua.
"Perfetta"
La vasca pian piano si riempì e al suon di "Lovesick" di Banks quasi mi riaddormentai in quel bagno paradisiaco.
Quando sentì mia madre bussare ripetutamente alla porta del bagno
« Arrivo » urlai in modo da farla smettere di bussare in continuazione.
Uscì dalla vasca e mi misi il mio accappatoio bordeaux.
Mi recai verso il lavandino dove si trovavano tutti i miei trucchi tanto amati della collezione autunnale della Kylie Cosmetics.
Mi truccai velocemente, volevo un effetto molto naturale visto che non dovevo uscire con i miei amici.
Mi asciugai i capelli e uscì da quel bagno ormai tutto sottosopra.
Indossai i vestiti che mamma precedentemente scelse per me, finché non sentì il clacson della nostra "Alpha Romeo Giulietta" suonare ripetutamente.
« Sto scendendo » urlai mentre scendevo le scale di casa quasi scivolando.
Presi il mio IPhone rimasto sul tavolo dalla sera precedente, il suo caricabatterie e misi tutto in una piccola borsa presa all'ultimo minuto su uno degli appendiabiti all'entrata.
Diedi un veloce bacio alla chitarra di papà prima di uscire.
Mamma la teneva vicino alla porta così da contemplarla sempre e ricordare che mito era suo marito, un uomo pieno di talento e grinta.
« Sarai sempre con me tranquillo » dissi tra me e me mentre chiudevo l'immensa porta di casa mia.
Mi ritrovai lo sguardo arrabbiato di mamma rivolto verso di me mentre entravo in quell'auto pulitissima.
« Scusami mi sono quasi addormentata nella vasca da bagno » dissi ridendo.
« L'ho notato...» sospirò «...che devo fare con te ? »mi guardò con i suoi enormi occhi marrone chiaro, aveva uno sguardo preoccupato.
« Scusami davvero » dissi dispiaciuta e abbassai lo sguardo.
Sentii una mano accarezzarmi la testa dolcemente.
« Andiamo dai che sennò facciamo più tardi di quanto non siamo già » disse premendo sull'acceleratore conducendoci in centro.
~ Clinica del Dottor Hook ~
Appena arrivai mamma mi fece scendere e parcheggiò per bene dietro l'angolo in modo tale che dopo riuscissimo a girare in fretta.
« Entriamo ? » chiese mamma porgendomi la mano destra e indicandomi con la sinistra la porta dello clinica.
Entrando, sentii una bruttissima sensazione.
Una sensazione che avevo provato pochissime volte... Paura.
Da alcuni mesi mi lamentavo dolori continui nella zona della laringe tanto forti che smisi di cantare totalmente...anche se cantare è la mia ragione di vita.
Entrai in quella sala d'attesa oprimente.
Presentava le pareti di un blu tendente al celeste comune degli ospedali, un parquet laminato di un marrone spento che mi faceva venire la depressione solo a vederlo e delle poltroncine nere e il tutto era orridamente abbellito da poster di medici che sorridevano.
Quel posto era inquietante.
"...meglio entrare nella tana di "Pennywise" pensai togliendo il telefono dalla tasca assieme alle mie amatissime cuffie.
Aspettammo all'incirca 20 minuti prima che quell'orrida porta aprisse e un signore di mezza età ci aprisse.
« Siete i signori Tuner no ? » Ci rivolse la parola mentre ci avvicinavamo ad egli.
« Sisi. Piacere Caroline Tuner » disse mamma porgendogli la mano.
« Piacere io sono il Dottor Jorge Hook » disse affermando la mano di mia madre con forza.
« ... e tu devi essere Lorelay » continuò guardandomi e sorridendomi.
« Accomodatevi »
Il suo ufficio era totalmente diverso da ciò che potevi trovare fuori.
Era molto illuminato e ben arredato con diverse piante qua e là e tutti i suoi premi appesi sulle pareti.
Mi sedetti in una sedia vintage molto carina.
Iniziai a fissare i premi qua e là e non capì molto in discorso finché non senti quelle precise parole.
« Signora... » disse il medico togliendosi gli occhiali e poggiandoli sul tavolo.
«... vostra figlia ha un tumore nella regione tracheale »
"Sapete qual'è la sensazione che si prova dopo che il tuo mondo letteralmente ti crolla addosso? La stavo provando in quel preciso istante"
//Spazio scrittore🌹:
Non scrivo da molto tempo qui su Wattpad e l'altro giorno mi è tornata la voglia di scrivere subito dopo un sogno folle che ho avuto.
Ho messo insieme i pezzi dell'intero sogno (togliendo naturalmente la parte troppo "no sense" ) ed ho creato questa storia.
Fatemi sapere se vi è piaciuto come primo capitolo💕✨
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