7 - BLACK-FORK

Mi risvegliai in una stanza polverosa, con un tavolino al centro e degli scaffali addossati alle pareti. Però sulle mensole di essi non c'erano arredamenti, che li avessero tolti o spostati non si poteva sapere, ma ciò mi fece venire sospetti. Il locale sapeva da muffa, guardai in alto, ecco appunto, il soffitto era la dimora dei batteri.
Già era impossibile capire se fosse primavera, estate o chissà cos'altro, in più l'abitacolo era pervaso dalla penombra.

Avevo mal di testa, me l'accarezzai e scoprii i avere un bernoccolo.
Fantastico!

Avevo fame, tanto per cambiare. Mi alzai e notai una mappa sopra il tavolino, vidi dei cerchi rossi, uno sulla città in cui avevo alloggiato io, Drost. Quindi era la mappa di quella terra sconosciuta, evidentemente si chiamava Wrifhe-det.

Andai in cerca di una porta, non c'era. Prima però avevo notato una botola sul soffitto. Spostai il tavolo sotto quel passaggio segreto e ci salii sopra, la botola era chiusa.
Bene. Di male in peggio!

Evidentemente quella sconosciuta mi aveva rapito... Io stupida a fidarmi di stare lì con il primo che passa che in più parla una lingua imparentata con l'ostrogoto.
Volevo picchiarmi per la mia stupidaggine.
Stupida! Stupida! STUPIDA! Anzi no, deficiente!
Adesso ero intrappolata in una stanza senza vie di fuga.
Mi misi a sedere contro una parete, piangevo.
Come ho fatto a cacciarmi in una situazione del genere! E questa è soltanto colpa mia, soltanto colpa mia...

Le lacrime mi rigavano il volto, non cercai nemmeno di ricacciarle indietro, tanto che importanza avrebbe fatto.

"Perché piangi se non sei ancora morta, è una fortuna se ci pensi."

Lo disse pacatamente, come se non gli importasse niente di me, ma intanto faceva finta di consolarmi. Così gli rifilai una risposta tagliente.

"Dovresti saperlo che da morti non si può piangere, così mi compiango, da sola, prima che sia troppo tardi."

"Giusta osservazione."

"Allora hai voglia di mostrarti o vuoi giocherellare?"

"Sai, adesso che ci penso voglio giocare. Mi hai fatto venire una splendida, strabiliante, magnifica,... idea."

Poi disse una sfilza infinita di aggettivi che non sto a riportare.

"Ti dirò chi sono, ma non dove sono. Carino, turd il?"

Sentii un gruppo di persone che si mise a ridere, sette o otto per la precisione.

Non ci credo! Mi prendono in giro!

Le risate cessarono di colpo.
"Che cosa hai detto?"
Ora era una voce di ragazza a parlare.
Non capivo cosa stava succedendo.
"Niente!"
Risposta scontata, però io non sapevo davvero cosa intendeva.

"Scusa, forse la domanda non era formulata correttamente. Cosa hai pensato?"
"NIENTEEE!"
Urlo prolungato, insistente, fastidioso,... Tutto quello per far arrabbiare le persone.

Teste dure queste!

"Cosa? Prima dici che ti prendiamo in giro, e poi, come se non bastasse, ci dai delle teste dure! Ma almeno vergognati!"
"Ma neanche un po'!"

Mi arrivò un calcio sui denti.
"Ecco cosa ti meriti."

Lo disse con fermezza e convinzione. Lei era ancora lontana, doveva essere stato qualcun altro a tirarmi quella pedata. Dolorosa, aggiungerei dire.

Lei doveva essere una maga, strega, quello che è. E, io, bhe, sono una sfigata. Quindi sommiamo le cose, esce 0,0000001% di probabilità di poter uscire integra.

"Chi siete? Che cosa volete da me?"

Intanto il muro continuava a sostenere la mia schiena bagnata di sudore.
Almeno lui non mi abbandona.

"Ti risponderò solo a una delle tue due stupide domande."

Poi un'altra voce, maschile questa volta disse:"Siamo i Black-fork."

Non ci credo, era Liam!
Poi continuò così:"Hai presente scacchi? Credo di no, ma comunque, noi siamo i pezzi neri e tu sei l'unico pezzo bianco sulla scacchiera, il re. E noi abbiamo intenzione di fare matto!"
"Wae!"
Era Dahlia! Mi avevano tradito!

Glossario

Drost: civetta
Turd il: non è vero
Wae: giusto/sì

Angolo autrice

Cosa ne pensate della cartina di questa nuova Terra?
Spero vi piaccia! C'ho messo molto tempo a farla.
Ditemi cosa ne pensate.

- GiuliaTargaryen-

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