14 - INDIFFERENZA
Mi vestii in fretta con le cose della sera prima, uscii di corsa dalla mia stanza, tutti che correvano alla rinfusa, c'era chi urlava. Nelle sale della reggia erano tutti agitati, dai servitori ai padroni stessi. Passai tra tutta quella confusione, vidi dottori e infermiere correre verso il giardino interno, sbirciai cosa portavano in mano: bende, medicinali, pomate e molto altro.
Andai in direzione della massa e seguii il flusso continuo di persone che ti trascinava con sé fino ad un giardinetto affollato di gente.
Cercai di sbirciare cosa accadesse da sopra la folla.
Cavolo, non si vede niente! Troppe teste alte...
Cercai di farmi spazio tra la folla, per un po' ci riuscii però dopo dovetti fermarmi, la folla era troppo accalcata.
Allora mi misi a origliare una conversazione tra due servi.
"Tu la conosci quella?"
"No, non ci ho mai parlato, però ho sentito dire che era un'amica di lady Aideen."
L'altro rispose:"No, impossibile. Lei non si a mai vedere, si dice sia isolata da anni, parla solo con i suoi genitori in casi estremi."
Ad un certo punto si intromise nella conversazione un terzo uomo.
"Io so chi è!"
"Parla! Oppure vuoi stare qua a girarti i pollici?"
"Calmaaaa!"
L'altro gli rispose a tono.
"Ma che sei venuto a fare qui se fai il misterioso?!"
Intervenne l'altro, facendo peggio.
"Ehhh, l'atmosfera si sta scaldando!"
Mi misi le mani sui capelli, ma davvero non ce la facevano a dire un nome?! Ero così frustrata da quel comportamento da parte dei tre...
"E va bene! Ve lo dico! Però che stress che siete."
Momenti di silenzio...
"Allora?"
Uffa! Parla, cosa ti costa?!
Lo forzarono a parlare i due.
"La tizia là in mezzo si chiama Ilaria, o almeno così ho sentito."
Mi sentii mancare, ero andata in iperventilazione, non ce la potevo fare...
Ad un tratto una voce urlò:"SILENZIO!"
Temevo il peggio.
La folla si ammutolì all'istante, si univano i respiri pesanti delle persone; stavano aspettando il verdetto finale. Mi congelai, sembravo una statua di pietra con i nervi tirati per la tensione.
La voce proseguì.
"È MORTA."
Basta perdite!
Pensavo sarei scoppiata a piangere, invece restai lì impalata con i pugni stretti, le mie unghie pervoravano la soffice carne del mio palmo.
La gente si dissipò in giro per la reggia come se non fosse appena successo nulla.
Odiavo tutta quella indifferenza, mi ricordai mio padre, mi diceva sempre 'L'indifferenza è il modo più subdolo di abbandonare qualcuno.'
Parole sante quelle.
Solo in quel momento capii il vero significato della frase.
Adesso non avevo più nessuno davanti, solo in quel momento vidi, mi avvicinai.
Davanti a me era accasciato un corpo privo di vita.
Ilaria...
Piansi, mi inginocchiai dinanzi a lei con il volto rigato di lacrime.
L'ho persa... Anche lei.
Adesso di chi mi sarei potuta fidare? Non conoscevo nessuno, e Aideen non sembrava volermi dare una mano.
"SVEGLIA!!! È ORA DI ALZARSI!"
Che rotta!
"Devo proprio?" Chiesi con voce assonnata.
"DAIIII! SONO SOLO LE 5!"
"CHEEEEE?!"
Mi pietrificai, presi pienamente conoscenza di quel che aveva detto, e mi alzai a sedere guardando malissimo la porta.
Davvero voleva che mi alzassi a quell'ora?!
Non ci penso proprio!
Mi ributtai a faccia in giù sul letto coprendomi la testa con il cuscino.
"DAIIII! DI SOLITO SONO SVEGLIA DALLE 4! SONO STATA FIN TROPPO GENTILE!"
"Ahhhhhhh!"
Non ne potevo più.
Sentii la persona al di là della porta ridere fragorosamente.
È davvero strana Aideen.
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