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" PETER & WENDY "
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Soltanto Peter restò sul ponte e camminò su e giù fieramente finché non cade addormentato vicino al cannone. Fece uno dei suoi sogni, quella notte, gridò a lungo nel sonno, e Wendy se lo tenne stretto tra le braccia.
park seonghwa aveva perso la sensibilità del proprio corpo. guardava con aria spaesata i colleghi presenti in sala operatoria, alcuni dei quali gli stavano parlando. poteva vedere le loro labbra muoversi e i loro sguardi preoccupati, ma non riusciva ad udire le parole; gli fischiavano le orecchie e ben presto anche la vista cominciò a causargli dei problemi. di fronte a lui, il dottor kang tentava disperato di riportare in vita il cuore del ragazzo.
"choi san, stanza numero dodici!" un flashback attraversò la sua mente. laureato a pieni voti, seonghwa aveva fatto richiesta per entrare nel corpo infermieristico del Great Ormond Street Hospital di londra e, sorprendentemente, fu assunto nonostante la sua giovane età. "è in arresto cardiaco." nella sua mente, le immagini del primo giorno di lavoro scorrevano veloci una dopo l'altra. i suoi colleghi del reparto cardiologico si erano affossati intorno al corpo di un ragazzo dai capelli scuri, disteso sul letto della propria stanza. "seonghwa!" urlò qualcuno, indicandogli il defibrillatore appeso al muro proprio dietro di lui. si voltò per prenderlo, ma fu spinto via e cacciato dal dottor kang, il quale gli chiuse la porta in faccia. l'infermiere appoggiò la testa al vetro della porta, senza mai smettere di guardare i paramedici affaticarsi per salvare la vita di quel giovane paziente. "se non sei in grado di gestire questo tipo di situazioni, evita di starmi tra i piedi." lo rimproverò il chirurgo uscendo dalla stanza, mentre un'infermiera alle sue spalle copriva il ragazzo con un lenzuolo bianco dalla testa ai piedi. "non ho intenzione di tollerare un'altra esitazione da parte tua; se non te la senti di affrontare queste problematiche, dovresti cambiare reparto." seonghwa aprì la bocca per parlare, ma non riuscì a trovare le parole giuste; sotto lo sguardo severo del proprio superiore si sporse per guardare il letto di choi san che veniva spinto verso la sala mortuaria. un conato di vomito lo colpì in pieno petto, mentre le lacrime minacciavano di uscire da suoi occhi; davanti a sé, il ricordo del loro primo incontro lo trasportò via dalla realtà ancora una volta.
"cosa stai leggendo?" disse seonghwa raggiungendo un bambino seduto da solo in sala d'aspetto. egli non rispose, bensì gli fece vedere la copertina malandata del libro che teneva stretto tra le braccia. "peter pan..." lesse con voce bassa il ragazzo. "sai leggere?" aggiunse portando di nuovo lo sguardo su di lui; questi scosse la testa. "vuoi che lo legga per te?" gli chiese con un sorriso sul volto, cercando di tranquillizzarlo. il bambino annuì e ad aprì il libro a metà, porgendoglielo timidamente.
* * *
"capitano?" disse titubante yunho avvicinandosi a hongjoong, il quale aveva rivolto tutta la propria attenzione verso wooyoung. i pirati della jolly roger non avevano mai fronteggiato una situazione del genere: il ragazzo, sdraiato sul ponte della nave con gli occhi chiusi e il respiro debole, teneva la mano posata sul petto, continuando a dimenarsi e a gemere. "capitano?" ripeté yunho, cercando di farsi ascoltare; preso dalla rabbia, hongjoong si voltò e lo guardò infuriato.
"cosa c'è, marinaio?!" rispose a voce alta, attirando l'attenzione della ciurma disposta in cerchio intorno al corpo di wooyoung.
"sono desolato per avervi disturbato, capitano." sbottò il primo ufficiale, quasi come se fosse stufo del suo comportamento arrogante. "ma c'è una cosa che doveste vedere." continuò indicando qualcosa alle spalle della ciurma.
"levatevi di mezzo!" borbottò hongjoong facendosi spazio tra i suoi uomini; quando ebbe la visuale completamente libera si bloccò a metà strada. "non è possibile..." a quel punto, diversi occhi indiscreti si voltarono verso il punto in cui, pochi minuti prima era sdraiato il corpo senza vita di san. voci sconvolte iniziarono a levarsi tra il gruppo di pirati, del tutto stupefatti. "dov'è andato?" urlò il capitano della nave guardandosi minacciosamente intorno. la fialetta avvelenata gli cadde dalle mani; il liquido sporcò il legno del vascello, mentre alcuni pezzi di vetro raggiunsero la boccetta che san aveva fatto rotolare via dopo averla bevuta.
"cerchi qualcuno?" chiese san seduto sulla gabbia di vedetta del veliero. un sorriso spavaldo gli comparve sul volto mentre si godeva la scena sotto di lui.
"tu..." sussurrò hongjoong afferrando la spada dalle mani di un pirata per puntarla in alto. "ti diverti tanto, non è vero?" aggiunse cercando di restare impassibile, nonostante una terribile sensazione cominciava a pervaderlo per tutto il corpo.
"può darsi." rispose il ragazzo facendogli l'occhiolino, ma tutta la sua felicità scomparve non appena si accorse della situazione di wooyoung. scese velocemente a terra e, ignorando le minacce di morte che il pirata stava borbottando, gli s'inginocchiò.
"s-san?" disse debolmente il biondo, ma fu subito azzittito da san. questi gli mise una mano sulla guancia fredda e l'accarezzò dolcemente, cercando di non scoppiare a piangere nel vederlo in quella situazione.
"cosa ti succede, woo?" nel sentire in mondo in cui aveva abbreviato il suo nome, wooyoung aprì gli occhi e sorrise.
"non mi sento molto bene, san..." gli rispose senza interrompere il contatto visivo; un silenzio tombale cadde tra di loro, mentre il sole che splendeva sull'isola che non c'é cominciava a venir coperto da nubi scure.
"no, wooyoung—" mentre il respiro del biondo era sempre più debole, quello di san aumentava di secondo in secondo, così come la paura di perdere quel ragazzo a cui si era tanto affezionato. "non andare via, per favore..." disse assottigliando lo sguardo, mentre avvicinava la mano libera la mano libera alla fronte del ragazzo per spostargli i capelli dagli occhi. "...non lasciarmi, ti prego." mugolò con le lacrime che gli bagnavano le guance senza pietà.
"m-mi dispiace" disse wooyoung; quando l'ultimo raggio di sole scomparve, un'atmosfera cupa si creò attorno ai due ragazzi. nessun membro della ciurma provò ad avvicinarsi o ad intervenire in qualche modo, come se quella scena li avesse colpiti dentro ancor più di tutte le vite che avevano distrutto durante i loro saccheggi.
"non puoi abbandonarmi..." affermò san quando gli occhi del biondo si spostarono verso l'alto, interrompendo il loro contatto visivo. "...io ho bisogno di te." continuò afferrandogli il volto con le mani e, nel momento in cui il cuore del ragazzo smise di battere, si sporse verso di lui, facendo toccare dolcemente le loro labbra. chiuse gli occhi per lasciarsi trasportare dal momento e arrossì come non gli era mai successo prima d'ora.
"ne ho abbastanza." sbottò hongjoong cercando di colpire san ma la sua lama incrociò quella di yunho, il quale si era interposto tra i due. "è un ammutinamento questo?" gli domandò sorpreso: il tradimento del suo primo ufficiale era un colpo profondo nell'orgoglio.
"non sono mai stato un membro della tua ciurma." sbottò yunho senza abbassare la spada. "ho scelto di mia spontanea volontà di vivere su questa nave per controllare qualsiasi tua iniziativa contro san e i bimbi sperduti." aggiunse ghignando alla vista dello stupore del pirata. "conduci un'esistenza abominevole, capitano; ed io non desidero passare un minuto in più su questo vascello deprimente." dietro di lui, san si allontanò dal volto di wooyoung, il quale batté le palpebre diverse volte.
"è tutto vero, hongjoong." affermò il ragazzo alzandosi in piedi dopo aver aiutato il biondo a mettersi seduto con la schiena poggiata contro l'albero maestro. "yunho ha sempre fatto la spia per me; suppongo che abbia svolto bene il suo lavoro visto che non hai mai sospettato nulla." continuò afferrando la propria spada da terra e raggiungendo il primo ufficiale.
"mi hai rovinato la vita." gli disse il pirata con odio mentre abbassava l'arma. "ma sono in grado di riconoscere una sconfitta quando mi si presenta davanti agli occhi." aggiunse lasciando cadere a terra la spada. "però, sappi che il mio atteggiamento nei tuoi confronti sarà sempre lo stesso: l'odio che provo verso di te andrà avanti in eterno, fino a quando la morte non deciderà di venirmi a prendere."
"sei un uomo vile e crudele, hongjoong." rispose san riponendo la spada nel proprio cinturino. "ma ciò non significa che tu non possa redimerti." yunho gli passò il coltello e si tolse il cappello dalla testa, lanciandolo ai piedi del pirata.
"addio, capitano." disse yunho alzando la mano per salutarlo ironicamente, poi si voltò verso san, il quale stava aiutando wooyoung a rimettersi in piedi.
"non preoccuparti, sono qui per te." disse il ragazzo cercando di tranquillizzarlo. gli portò il braccio destro attorno alle spalle e mise l'altro sotto le ginocchia, per poterlo tirare su. "ti riporto a casa, wooyoung." aggiunse malinconico sotto lo sguardo di yunho, il suo amico più fidato, di hongjoong, il suo nemico mortale, e tutto il resto della ciurma che lo guardava alzarsi il volo e diventare sempre più distante.
* * *
"seonghwa!" urlò il dottor kang scuotendolo per un braccio. "infermiere park!" aggiunse portando la mano al suo volto per schiaffeggiarlo; qualcuno lo spinse di lato, scuotendo la testa, e si accostò accanto al chirurgo, passandogli uno strumento da lavoro tra le mani.
"d-dottore?" balbettò seonghwa, ritornando alla realtà. si strofinò gli occhi e si guardò intorno con uno sguardo confuso; i suoi occhi si posarono sul corpo di wooyoung, il quale era ancora incosciente a causa dell'anestesia, ma aveva ripreso a respirare.
"pensavo avessi superato quella fase." borbottò yeosang con il volto sudato. "avrebbe potuto morire, ma siamo riusciti a salvarlo." continuò senza distogliere lo sguardo dal paziente. "non lasciare che i demoni del tuo passato influenzino le tue azioni future." disse poi afferrando i punti di sutura da un piatto che gli stava porgendo un'infermiera.
"si." affermò seonghwa riprendendo il controllo della propria mente e del proprio corpo. le sue orecchie furono subito invase dal suono emesso dalla macchina sanitaria posta a pochi metri da lui; questa volta, però, indicava segni e valori vitali del ragazzo stabili, come non lo erano mai stati da quando gli era stata diagnosticata la malattia al cuore.
"preparate la sua stanza, tra pochi minuti lo portiamo fuori." annunciò il medico una decina di minuti dopo, mentre si accingeva a tagliare con una forbice di piccole dimensioni l'ultimo punto di sutura. entrambe le porte della sala operatoria furono aperte per lasciar passare il letto con il paziente; la signora jung, seduta su una sedia della sala d'attesa con le mani strette al viso e i gomiti poggiati sulle ginocchia, scattò in piedi e si strofinò gli occhi rossi e secchi. seonghwa le sorrise e con alcuni paramedici portò il letto fuori dal corridoio, mentre il dottor kang si avvicinava alla donna.
"l'intervento è stato un successo." le disse mettendole una mano sulla spalla per rassicurarla. "non abbiamo avuto particolari complicazioni, perciò tra meno di una settimana sarà possibile dimetterlo." dopo aver udito queste parole, ella si lasciò andare tra le braccia del chirurgo, scoppiando un'altra volta in lacrime. preso alla sprovvista, yeosang si limitò a stringerla a sé, arrossendo visibilmente e accarezzandole dolcemente la schiena. "il peggio é passato." le disse qualche istante dopo lasciandola andare. "dovrà solo svolgere un paio di mesi di riabilitazione per prendere sicurezza." aggiunse conducendola verso il corridoi principale del reparto cardiologico. la signora jung si asciugò gli occhi con il fazzoletto che teneva stretto tra le mani e, dopo aver ringraziato il medico, si affrettò a raggiungere la stanza del figlio mentre un vortice di emozioni positive le attraversava il corpo.
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soundtrack: 'Peter and Wendy', by Maurizio Malagnini (Peter & Wendy, 2015).
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