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"GREAT ORMOND STREET HOSPITAL"

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jung wooyoung scese dal taxi e mise lo zaino giallo in spalla. accanto a lui, la madre ringraziava l'autista per il passaggio, mentre teneva in mano due bicchieri di starbucks. il ragazzo, abbastanza infastidito, tossì leggermente e portò una mano nei capelli, scostando i riccioli biondi dal viso.

"grazie mille." disse la donna, sorridendo all'autista del taxi. l'uomo annuì e, dopo aver alzato il finestrino della vettura, si allontanò dal marciapiede. "lascia fare a me." la madre prese dolcemente lo zaino dalla spalla del proprio figlio; egli sbuffò e attraversò la strada, tenendo la testa bassa e le mani nelle tasche dei jeans. "ti piace?" gli chiese guardandosi intorno con occhi sognanti; wooyoung alzò le spalle.
londra era la prima città europea che visitava, ma non era per niente contento; l'atmosfera era buia, fredda e delle nuvole ricoprivano il cielo.

"andiamo." sbottò il ragazzo, avanzando verso l'enorme edificio di fronte a lui. "ho bisogno di riposarmi." aggiunse, afferrandole il polso e trascinandola dentro con poca eleganza.

il 'Great Ormond Street Hospital' era l'ospedale pediatrico più famoso al mondo. la signora jung aveva preso accordi telefonici diversi mesi prima con il personale della struttura per far ricevere una consulenza medica. così, i due prenotarono il primo aereo disponibile per londra e bastò una semplice visita effettuata dal dottor kang a diagnosticare al ragazzo un grave problema al cuore.

"è davvero così necessario fare l'operazione, dottore?" chiese la signora jung, sul punto del collasso. il dottor kang yeosang la guardò e le fece un leggero sorriso, dispiaciuto per il dolore provava.

"mi dispiace, ma se non facciamo subito questo intervento, wooyoung morirà." ella si portò una mano al viso e delle lacrime iniziarono a bagnarle il viso. l'uomo, senza neanche esitare per un secondo, l'abbracciò, sospirando debolmente.

wooyoung aveva spiato la conversazione da fuori lo studio medico, e da allora non faceva altro che sognare quell'episodio ogni notte. appena chiudeva gli occhi, vedeva la disperazione negli occhi della madre, il dottor kang che la consolava e il suo corpo su una barella di ospedale, ricoperto da un velo bianco.

"tesoro, ti senti bene?" a svegliarlo dai suoi pensieri fu proprio la madre. "hai qualche fitta?" chiese ancora, poggiandogli una mano sulla spalla.

"sto bene: voglio solo sdraiarmi." la donna annuì e condusse lo verso l'ascensore. un silenzioso calò sui due: il ragazzo teneva lo sguardo basso, preso dai suoi pensieri, e la signora jung, d'altro canto, non proferì parola poiché aveva paura di scoppiare a piangere.

"wooyoung, eccoti qui!" le porte dell'ascensore si aprirono, mostrando l'imponente figura di park seonghwa, l'infermiere del reparto cardiologico. "mi domandavo quando saresti arrivato."

"buonasera, signor park." rispose la donna, sorridendo leggermente. "tesoro, potresti avviarti in camera? io nel frattempo mi
occupo di tutti i documenti da firmare." il ragazzo annuì e si riprese lo zaino, mettendolo in spalla.

"vieni con me, wooyoung. ti mostro la tua stanza." l'infermiere mise una mano sulla schiena del giovane paziente e lo condusse verso un breve corridoio. le pareti erano di un celeste chiaro ed erano decorate con vari disegni. "sfortunatamente, non hai un compagno di stanza, perciò ti toccherà stare solo un per un po'." aggiunse fermandosi davanti la stanza numero dodici.

"non è un grande male; la solitudine aiuta a riflettere molto." wooyoung entrò dentro e lanciò il proprio zaino sul letto. accanto ad esso, c'era un piccolo comodino e, all'altro lato, una grande finestra coperta da una tenda bianca.

"quanti anni hai?" seonghwa gli si avvicinò e incrociò le braccia al petto.

"diciassette."

"sei abbastanza maturo per la tua età: te l'hanno mai detto?" il ragazzo alzò un sopracciglio. "in ogni caso, se volessi staccarti un po' dalle tue riflessioni in solitudine, puoi sempre raggiungere gli altri ragazzi."

"non ho bisogno di fare amicizia. devo solo farmi operare al cuore e sperare di poter andare via il giorno dopo." rispose sbuffando, visibilmente infastidito dalle parole dell'infermiere.

"sai, quando avevo la tua età, sono stato ricoverato proprio in questo ospedale." seonghwa si sedette sul letto. "mi avevano diagnosticato una brutta malattia: i miei genitori mi avevano portato da diversi dottori in corea, e tutti gli avevano detto che sarei morto in sei mesi." wooyoung spostò lo sguardo sulla tenda bianca. "poi, il dipartimento medico di seoul mi trasferì qui e in pochissimo tempo fui operato. ricordo ancora come mi sentivo la sera prima dell'operazione, appena i miei genitori andarono via, un senso di solitudine s'impossessò di me. dalla vetrata della mia stanza riuscivo a vedere i bambini più piccoli di me piangere e singhiozzare. le loro madri gli davano un bacio sulla testa, li abbracciavano e poi andavano via, lasciandoli in lacrime con il personale della struttura." la sua voce era spezzata e un alone di tristezza si fece spazio tra i due. "a colpirmi di più fu un bambino di cui non ho mai conosciuto il nome. aveva dei lunghi capelli ricci e scuri che gli coprivano l'intero viso, ed era seduto su una sedia in corridoio. se ne stava in silenzio, tutto solo e con la testa bassa." seonghwa rise leggermente.

"come mai mi stai raccontando questo?" il ragazzo si avvicinò lentamente e si sedette accanto a lui.

"perché, adesso che ti guardo meglio, mi rendo conto che gli somigli proprio tanto.
per tutto il tempo che è stato qui, è sempre rimasto da solo, chiuso in camera. a fargli compagnia, c'era solo sua madre: lei gli leggeva sempre qualcosa, delle fiabe suppongo, e lui si limitava ad ascoltarla e a sorriderle ogni tanto."

"gli hai mai parlato?"

"si: una volta mi è capitato." egli chiuse gli occhi, come per scavare nei suoi ricordi.

"e cosa vi siete detti?" chiese wooyoung, grattandosi il naso.

"in realtà, non è stata una lunga conversazione. era appena finito l'orario di visite, e come sempre lui si era seduto su una sedia, ma questa volta stringeva un libro tra le mani. io avevo appena finito di fare la prima terapia di riabilitazione e me ne stavo tornando nella mia stanza, quando quel bambino iniziò a correre verso di me. mi si avvicinò e si nascose dietro la mia schiena, tirando l'orlo della mia maglietta con la mano libera. sai cosa mi disse?" il ragazzo scosse la testa. "«non lasciare che i pirati mi prendano»" l'infermiere ridacchiò. "all'inizio rimasi immobile, abbastanza confuso dalla situazione. ma, vedendo quanto quel bambino fosse spaventato dal personale dell'ospedale, iniziai a provare pietà per lui. così, il dottore che si occupava della sua terapia, decise di metterci nella stessa stanza."

"avete fatto amicizia?"

"si, più o meno. quella sera, mi ha raccontato che la madre non aveva finito di leggergli la sua storia preferita. mi dispiaceva vederlo triste, perciò mi sono offerto di leggergli la fiaba per farlo addormentare." wooyoung scosse la testa sorridendo.

"tesoro, come sta andando?" la madre irruppe nella stanza, facendo terminare il racconto di seonghwa. "il dottor kang sarà qui tra poco per darci le ultime informazioni sull'operazione."

* * *

"jung wooyoung! eccoti qui, finalmente. è da quando sei arrivato che cerco di venire da te, ma continuano a fermarmi." kang yeosang, il chirurgo dell'ospedale, entrò nella stanza del paziente dopo essersi sterilizzato le mani con un disinfettante istantaneo.

"salve, dottor kang."

"come ti senti, oggi?" gli chiese il medico, avvicinandosi al letto.

"sto bene, non c'è bisogno di chiedermelo ogni minuto." l'uomo alzò le braccia in segno di difesa, facendo ridacchiare la signora jung.

"va bene; passiamo al punto, allora. la tua operazione avverrà domani mattina: l'anestesista verrà da te verso undici per farti l'iniezione, perciò non ti sarà possibile cenare questa sera." wooyoung annuì. "appena ti sarai svegliato, ti verrà fatto un prelievo, insieme a qualche breve accertamento."

"non è un problema: il cibo dell'ospedale non è nemmeno così commestibile." il dottor kang ridacchiò leggermente.

"stasera, tornerò da te per controllare i tuoi valori. per qualunque dubbio o problema, non esitare a chiamarmi, intesi?" egli annuì.

"grazie mille per la sua disponibilità, dottor kang." l'uomo sorrise e uscì dalla stanza. "il dottor kang è un bravissimo chirurgo, vedrai che andrà tutto bene."

"perché mai dovrei preoccuparmi? tanto, oltre a rischiare la morte, non può succedermi nient'altro." la madre lo abbracciò di scatto, stringendo la sua testa al proprio petto.

"andrà tutto bene, non essere così drammatica. come hai detto tu, il dottor kang è un ottimo chirurgo: non ha senso preoccuparsi inutilmente." le disse deglutendo a fatica, come se avesse un nodo in gola. non era per niente sicuro di ciò che aveva appena detto alla madre, ma non poteva causarle altro dolore.

"signora jung, l'orario delle visite è terminato; mi dispiace, ma deve lasciare l'ospedale." un'infermiera bussò alla porta della stanza, riportando i due alla realtà. la donna si staccò dal corpo del ragazzo e, dopo essersi asciugata le lacrime con un fazzoletto preso dalla borsa, gli diede un bacio sulla guancia.

"ti voglio bene." disse, sorridendogli a fatica, mentre cercava di trattenere delle nuove lacrime che minacciavano di uscire dai suoi occhi.

"anch'io, mamma. ma adesso vai, prima che si faccia buio." l'infermiera le mise una mano sulla schiena, accompagnandola verso l'ascensore del piano.

wooyoung, ormai rimasto solo, prese il suo zaino e lo aprì. non vi era molto, se non un paio di magliette pulite e dei pantaloncini comodi per dormire. tirò fuori il cellulare dalla tasca esterna e gli auricolari. ascoltare un po' di musica lo avrebbe sicuramente distratto, ma il suo stomaco brontolava e l'odore di cibo proveniente dal corridoio non era per niente d'aiuto.

"morirò di fame." sussurrò, togliendosi gli auricolari e scompigliandosi i capelli. "se non mi uccide l'intervento, lo farà la fame." il ragazzo si alzò dal letto e andò in bagno per cambiarsi. qualche minuto dopo, ne uscì con una maglietta bianca a maniche corte, piuttosto larga per il suo esile corpo, e con dei pantaloncini estivi del medesimo colore. "che cosa dovrei fare adesso? non ho neanche sonno!" egli uscì dalla stanza e decise di visitare la struttura per colmare la noia.

"wooyoung, che cosa stai facendo?" disse una voce alle sue spalle, facendolo spaventare. "non dovresti andartene in giro per l'ospedale da solo. potrebbe succederti qualcosa." seonghwa gli si avvicinò.

"potrebbe solo venirmi un attacco cardiaco, niente di che." rispose il ragazzo, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloncini.

"che cosa stai combinando?"

"niente, volevo solo fare un giro."

"bene, adesso però torna a letto. è vietato pavoneggiarsi per l'ospedale." l'infermiere lo guardò con uno sguardo severo.

"prima posso farti una domanda?" l'uomo annuì. "ricordi ancora il titolo del libro che hai letto a quel bambino? visto che non riesco a prendere sonno, magari posso cercarlo online e leggerlo."

"se vuoi, ne conservo ancora una copia qui in ospedale: seguimi." seonghwa lo condusse verso la libreria del piano. "eccolo qui."

"è pieno di polvere e ha la copertina rovinata." disse, afferrando il libro dalle mani dell'infermiere.

"forse è un po' malandato, ma puoi leggerlo lo stesso."

"si, è fattibile." wooyoung cercò di pulire il libro con l'orlo della maglietta, ricoprendola di polvere. "Peter Pan? ma è una fiaba per bambini!"

"tu dici? io credo che ritornare bambino per un po' non ti faccia male." il ragazzo sospirò. "ti accompagno in camera." egli sorrise caldamente e lo accompagnò fino alla sua stanza. il ragazzo si sdraiò sul letto e l'infermiere sistemò il saturimetro, collegato all'enorme apparecchio accanto al letto, sul dito del paziente.

"devo per forza dormire con tutti questi fili intorno al corpo?"

"dobbiamo tenerti sotto osservazione, specialmente durante la notte. capisco che possano essere abbastanza fastidiosi, ma è per il tuo bene." a interrompere i due fu il dottor kang, che aveva appena bussato sulla vetrata della stanza.

"come va, ragazzo? sono passato a controllare i tuoi valori, ma vedo che il tuo infermiere personale ha fatto prima di me."

"in realtà, lo stavo rimproverando." il dottore alzò un sopracciglio. "l'ho beccato a gironzolare per l'ospedale."

"jung wooyoung: sei qui da poche ore e già mi causi problemi." il ragazzo deglutì, pensando di ricevere un altro rimprovero, ma dovette ricredersi quando i due adulti iniziarono a ridere.

"sono nei guai?" chiese, morendosi il labbro.

"assolutamente no." l'uomo gli si avvicinò e aggiustò la flebo legata al suo braccio. "così dovrebbe andare bene; se durante la notte hai qualche problema, premi il pulsante accanto il materasso: un infermiere sarà subito da te e mi avviserà di qualche possibile complicazione." in risposta, il ragazzo annuì. "che cosa stai leggendo?" chiese il chirurgo, togliendosi gli occhiali.

"Peter Pan."

"interessante." sussurrò. "mi raccomando: attento ai pirati." aggiunse, facendogli l'occhiolino.

"buonanotte, wooyoung." seonghwa spense la luce della stanza, lasciando accesa solo la lampadina sul comodino.

"notte." rispose il ragazzo.
quando i due lasciarono il corridoio, egli aprì il libro, seppure controvoglia, e ne lesse la prima riga.

"tutti i bambini crescono, tranne uno."

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soundtrack: 'Receiving the Book', by Maurizio Malagnini (Peter & Wendy, 2015).

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