4. Don't look for me

Andai in camera mia e mi vestii.

Solite cose, una maglia nera con le borchie sulle spalle, jeans blu e scarpe scure.

Scesi le scale.

Entrai in cucina e vidii già la tavola apparecchiata.

Dopo poco arrivarono tutti.

Entrò Liam in cucina.

"Ciao Zayn" mi accennò un sorriso che non fu ricambiato.

Lo salutai con la mano.

La tensione si tagliava con un coltello, nessuno aveva intenzione di parlare.

"Bene.. che ne dite se ci sediamo e iniziamo la cena?" propose mia zia guardandomi per avere una qualsiasi conferma.

Annuì solamente.

Strisciai la sedia sul pavimento procurando uno stridulo fastidiosissimo.

Liam fece una faccia strana, probabilmente per il rumore.

Mi sedetti di peso e appoggiai con non-curanza i gomiti sul tavolo.

"Puoi sederti, non ti mangio mica" dissi girandomi verso il ragazzo rimasto in piedi.

Lui sorrise per la seconda volta debolmente, poi mi porse un vassoio.

"Ho portato qualcosa per dolce, non mi pareva corretto presentarmi a mani vuote" concluse in fine.

"Hai fatto bene" dissi io avvicinadomi al frigo per mettere il vassoio, senza nenache controllare cosa ci fosse dentro.

"Oh, Liam, non dovevi" disse mio zio che fino a quel momento non parlò.

Ovviamnete, io dico una cosa e loro ne fanno un altra.

Lo guardai male.

La cena proseguì abbastanza bene, cercavano ogni volta di formare un dialogo con me, ma rispondevo soltano a mono sillabi.

Continuavo a fissare 'l'ospite'.

"Mmh.. dovrei andare in bagno, dove si trova?" chiese il moro.

"In fondo alle scale ultima porta a sinistra." dissi giocando con il cibo che avevo nel piatto.

I miei zii mi guardarono male, manco si fossero messi d'accordo.

"Si, ok, ho capito, lo accompagno." gli sussuirrai per renderli felici, senza farmi sentire da Liam.

Lo raggiunsi, ormai era a metà scale.

"Sai, hai una bella casa" disse annuendo solo.

"Già..." dissi.

Gli feci un cenno con la testa, per fargli capire che il bagno era dietro alla porta.

Dopo che ebbe finito, scendemmo le scale e continuammo a mangiare.

Arrivò l'ora del dolce.

Era una torta di carote.

"Ho optato a un dolce che più o meno piace a tutti" disse il più grande.

I miei zii annuirono e gli diedero ragione.

Prima di tagliarla, inviai una foto a Louis.

A Louis:
*immagine* muahaha... io mangio la torta di carote e tu no!

Da Louis:
stronzo! :(
Lasciamene una fetta.

Tagliai la torta e la misi in dei piattini, appoggiandoci dei cucchiai.

"Mmh.. Io non vorrei sporcare altra roba, mangio con la forchetta" disse Liam appena gli appoggiai il piatto davanti.

Io annuì solamente, quel ragazzo era strano.

*

Liam se ne era andato da qualche ora.

I miei zii dovevano partire il giorno seguente e io non riuscivo a prendere sonno.

Poco dopo mi arrivò un messaggio.

Da: Liam
"Grazie per la serata, spero di non averti disturbato."

A: Liam
"Si, mi hai disturbato."

Da: Liam
"Mi farò perdonare, domani ti va di vederci? :)"

A: Liam
"No, e ora se non ti dispiace smettila di cercarmi"

Non rispose più, ma avevo una domanda che mi frullava in testa, come cavolo faceva ad avere il mio numero.

Guardai l'orario, tra meno di un ora dovevo andare al locale.

Decisi di andarci prima.

Scrissi un bigliettino ai miei zii, dove gli avvertivo che ero uscito e gli salutavo se domani mattina non gli avrei visti.

Salii in macchina e misi in moto.

Accesi la radio e trasmettevano una canzone che avevo già sentito.

Take me to church - Hozier

Come sempre, una frase mi rimase in testa.

"We were born sick", you heard them say it ("Siamo nati malati" gli hai sentiti dire)

Io ero nato malato, nato per errore, per un gioco.

Nato per caso.

Mi sono sempre sentito diverso dagli altri.

Della mia infanzia non ricordavo praticamente nulla, se non dei flashback che mi apparivano ogni tanto.

Mi era solo stato raccontato.

In tutte le foto di quando ero piccolo, ero sempre solo, ma sembravo felice.

Soltanto in un paio di foto ero in compagnia, di un bambino, sempre lo stesso.

Parcheggiai a caso, e mi incamminai verso il locale.

Entrai dalla porta di quella che ormai era la mia seconda casa.

Salutai il ragazzo al bancone e andai a cambiarmi.

*

"..... E dall'altro lato c'è sempre il nostro 'volto della paura' il Kinggg!"

Nella stanza si sentivano grida assordanti.

Io mi posizionai meglio e quando il ragazzo fischiò l'inizio della gara, inizia ad attaccare.

Quel giorno avevo davvero bisogno di sfogarmi.

Avevo troppa tensione a dosso.

Combattei con almeno sei persone quella sera, ero stanco morto.

Mi avevano fatto sanguinare il naso e mi avevano pure spaccato il labbro.

Procurandomi come sempre qualche ferita qua e là.

Andai a prendere la mia roba, quando sentii qualcuno chiamarmi.

Mi voltati e lui era li.

Mi aveva seguito fino a dentro quel buco.

"Ti avevo detto di non cercarmi più." gli dissi.

"Avevo dei conti in sospeso con una persona e dato che ero qui, sono venuto a trovarti" disse avvicinandosi a me.

"Bene, ora che mi hai visto, ciao!" Stavo per andarmene.

Ma Liam mi prese per un braccio.

Continua

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