11. Stop

"Sono le cicatrici di una guerra, già persa in partenza".

-

Mi svegliai durante la notte in preda ad un attacco di panico.

Che cazzo avevo fatto?

Mi vestii e corsi fuori di casa.

Presi una sigaretta dalla tasca dei miei jeans.

"Fanculo, accendino di merda" mi incazzai con l'accendino perché non ne voleva sapere di funzionare.

Dopo ben 10 minuti, quell'aggeggio, si decise ad andare.

Aspirai il fumo e mi misi a camminare per le vie silenziose e misteriose della città.

Mi sentivo come pedinato.

Udì uno scricchiolio più vicini di quello che sembrava.

Mi girai.

Era un gatto. Mi abbassai e lo accarezzai.

Che non lo avessi mai fatto.

Pensai.

*

Mi svegliai in uno spazio minuscolo.

Ero legato, non ci misi tanto a capire dov'ero.

Ero nel cofano di una macchina.

Provai a liberarmi, ma ormai la macchina si stava accostando.

Feci finta di dormire.

Il cofano si aprì e il mio corpo fu impossessato da un attacco di terrore improvviso.

Mi sollevarono e mi portarono in uno stanzino, pensai fosse nel seminterrato.

Se ne andarono e mi lanciarono su una superficie più o meno dura.

Gemetti dal dolore.

Avevo sbattuto la testa contro il muro.

Cercai di liberarmi dalle corde presenti alle mie braccia e alle mie gambe.

Mi strofinai gli occhi, era tutto buio.

Camminai lungo le pareti, per poco non andavo a sbattere.

Trovai l'interruttore della luce.

Ero come avevo supposto nel seminterrato.

C'era un sacco da box appeso al centro della stanza.

Un tavolo al lato destro attaccato al muro con una sedia, mooolto strana vicino.

Mi avvicinai a guardarla.

Era un sedia a dondolo, con sopra un album fotografico.

For our love.

Era il titolo presente sull'album.

Provai ad aprirlo, quando entrò un uomo incappucciato all'interno della stanza.

"Ti sei svegliato" pronunciò con una voce che sembrava quasi provenire dal otre tomba.

Sgranai gli occhi.

"T-tu chi sei?" Chiesi leggermente impaurito.

"Cosa ci faccio qui?" Continuai.

"Scoprirai molto presto chi sono" annunciò.

"Tu qui.. Sei una cavia" disse avvicinandosi a me.

Mi sentivo la gola secca.

"Cosa devo fare?" Cercai di non mostrare di essere impaurito, fallendo miseramente.

"Lo scoprirai prossimamente.. Per ora ti basterà solo sapere che dovrai fare quello che ti dico, TUTTO!" Scandì bene l'ultima parola, prendendomi dal colletto della maglietta.

Mi ribellai.

Provai a tiragli un calcio, ricordandomi che sapevo combattere.

L'uomo lo schivò.

"Vedo che sei già attivo.. Ma non ti preoccupare.. Ci pensiamo domani" mi disse.

"Vaffanculo" urlai.

"Su Zayn.. Su, non ti disperare" ridacchiò.

Mi mise giù.

"Come sai il mio nome?" Chiesi preoccupato.

"Questo non ti deve interessare, buona notte Zayn!"

*

Erano le 4:56 del mattino e ancora non riuscivo a prendere sonno.

C'era la porta chiusa, provai un paio di volte a calciarla.

Ma nulla.. Era in ferro.

Ripensai a Liam.

Cazzo quanto mi mancava.

Chissà cosa avrà pensato in quel momento.

Porca troia, che fastidio!

Pensai.

Oramai erano le 6:30 del mattino e io ero riuscito a prendere sonno da due minuti, quando sentii la porta sbattere forte.

"Buon giorno Zayn.. Dormito bene?" Mi domandò l'uomo con la voce metallizzata.

"Fanculo" misi la faccia sotto il cuscino.

"ALZATI!" Urlò

'Fanculo a te e alla tua
dannata voce.

Pensai.

Mi alzai.

Ero vestito come ieri, misi una mano tra i capelli, cercando di sistemarli un po'.

"Allora.. Oggi inizieremo subito con il primo esperimento" disse.

Sembrava uno scienziato pazzo nei film Hollywoodiani.

Lo fissai stranito.

La paura che avevo ieri era piano piano andata via.

"Vedi quel sacco da box?"

Annuì.

"Bene, dovrai prendetelo a pugni.. Devi metterci tutta la rabbia che hai dentro, ma senza guantoni e tutte le volte che ti dirò 'stop' tu ti dovrai fermare" concluse.

Questo è pazzo.

Pensai.

"E se non volessi?" Chiesi di rimando.

"Oh beh.. Allora saranno guai seri" constatò lui.

"Di che tipo?" Chiesi.

"Non mi sfidare, ragazzino"

Lo guardai male.

Io non ero un ragazzino, io ero il King.

"Hai presente quel libro che c'è su quella sedia? -Annuii- beh, in quell'album ci sono le risposte a tutte le tue domande, io aiuto te.. E tu aiuti me. Ogni volta che farai quello che ti dico, tu potrai chiedermi qualsiasi domanda" constatò l'uomo.

Okay, lo ammetto, mi aveva colpito nel l'orgoglio.

Non so cosa e non so perché, ma ci fu qualcosa che mi spinse ad accettare.

*

Era da circa 20 minuti che stavo tirando pugni a quell'aggeggio, a mani nude.

Faceva male, non credo di aver mai provato così tanto dolore in vita mia.

"Stop!" Finalmente esaudì quel essere infame.

Mi guardò le mani.. Mi aveva attaccato alla pelle un apparecchio strano.

Ogni tanto lo guardava.

Non potevo più aspettare.

"La domanda?" Chiesi.

"Vai.. Chiedi pure tutto quello che vuoi" disse.

"Cosa c'è o meglio, c'era tra me e Liam?" Chiesi.

Spazio autrice:

Ziao Ragazzuole👋
Sono ritornata.

Spero che il capitolo sia all'altezza di qualche stellina.

Commentate se vi è piaciuto.

Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo... Io lo so.. Muahahha.

Mi sento cattiva, però vi voglio bene.

Grazie mille per i +5k awaw

Un bacio, Gaia❤️

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