46. Un futuro insieme

Giuseppe

Diedi uno sguardo all'orologio e notai che le 11 erano passate da qualche minuto. Ancora troppo presto per iniziare a preoccuparmi e quando alzai lo sguardo, Emma era lì. I miei occhi incontrarono i suoi coperti dal velo candido.

La donna che da lì a poco sarebbe diventata mia moglie era semplicemente splendida. La guardavo con occhi velati dalla commozione. Sembrava appena uscita da un libro delle fiabe e anzichè camminare, era come se fluttuasse mentre veniva nella mia direzione.

Quando sentii il frusciare del suo abito farsi sempre più vicino non riuscivo a credere alla fortuna di averla lì, davanti a me. Così bella, innocente. Suo padre porse la sua mano nella mia in un gesto vecchio quanto il mondo. Mi stava affidando la sua preziosa figlia e io lo guardai garantendogli che l'avrei amata e rispettata sempre, in ogni giorno della mia vita.

La cerimonia procedette fluida fino al momento delle promesse. Io tirai fuori il mio foglio ripiegato dalla tasca dell'elegante giacca, mentre Giulia si avvicinava ad Emma per porgerle il suo.

Mi schiarii la voce e sempre tenendo la mano di Emma nella mia, cominciai a leggere. "Chi mi conosce sa quanto io sia incline a pianificare ogni cosa, a programmare sempre tutto. Ma con te, niente è stato come me lo aspettavo. Sei stata il mio più grande sostegno in uno dei momenti più difficili della mia vita. Eri lì, al mio fianco e non mi hai mai fatto sentire solo. Di prove da superare ne abbiamo avute tante e senza che neanche me ne rendessi conto, sei diventata la donna della mia vita, la madre del mio secondo figlio e parte fondamentale della mia esistenza," dissi fermandomi per mandare giù il groppo in gola che mi impediva di proseguire. Guardai Emma che si tamponava sotto gli occhi emozionata e poi ripresi a parlare.

"Sei in ogni mio pensiero, da quando apro gli occhi al mattino a quando li richiudo ogni notte. Ti amo per il modo in cui guardi il mondo da eterna sognatrice e ti prometto che custodirò ogni tuo sogno come se fosse il mio e ti aiuterò a realizzarlo. Non smetterò mai di essere il tuo più grande sostenitore, la tua roccia, la prima persona a cui potrai sempre rivolgerti in ogni momento bello o brutto che sia. Voglio continuare ad emozionarmi insieme a te anche per le cose più semplici. Quando osservi cadere la prima neve dell'anno o ascolti il rumore della pioggia mentre fuori c'è un temporale, quando ne inspiri il profumo e con la mente viaggi in un posto tutto tuo. La vita è fatta di scelte e io ho scelto di mettere il mio cuore nelle tue mani e continuerò a farlo in ogni giorno della mia vita per sempre," conclusi carico d'emozione.

Fu poi il turno di Emma e prima di iniziare a leggere mi sorrise e si fece coraggio. Immaginavo quanto dovesse sentirsi in imbarazzo a parlare davanti a tante persone, ma quando le avevo proposto di saltare il momento delle promesse, non aveva voluto sentire ragioni. La solita testarda.

"Platone diceva che un tempo l'uomo e la donna erano una cosa sola, ma, Zeus, invidioso, li divise in due e li destinò a cercarsi per tutta la vita. Ebbene, io posso dire di essere stata così fortunata da averla trovata la mia metà. Non è stato semplice essere qui, l'una di fronte all'altro, ma ce l'abbiamo fatta. Dal primo momento in cui ho incontrato il tuo sguardo, ne abbiamo passate davvero tante e se siamo sopravvissuti ad una pandemia insieme, sono sicura che il resto sarà una passeggiata in confronto," disse ridacchiando della sua stessa battuta per smorzare la tensione.

"Tu sei la mia stella polare, il mio punto di riferimento e se mai mi dovessi perdere, saprei sempre come tornare a casa, perché la mia casa sei tu. Ti prometto che per te ci sarò sempre, saprò ascoltarti e rallegrarti quando ne avrai bisogno. Ma più di ogni altra cosa, ti prometto che continuerò ad amarti così come ti amo ora, nello stesso modo folle e puro. Quando ero bambina sognavo di incontrare un principe azzurro in sella al suo cavallo bianco, ora vorrei dire a quella bambina che la realtà può essere molto meglio della fantasia. Non ho bisogno di un principe, ma solo di qualcuno che mi ami con tutto il suo cuore, e questa persona sei e sarai sempre tu," terminò non riuscendo a trattenere più le lacrime.

Arrivammo al tradizionale scambio degli anelli. Infilai la fede al suo anulare sinistro e la mia amata fece lo stesso con me. Concludemmo con la firma dell'atto matrimoniale e potei finalmente suggellare la nostra unione posando le mie labbra sulle sue. Ricordando di non essere soli, mi limitai ad un casto bacio tenendola stretta fra le mie braccia.

Mentre gli invitati applaudivano, ce ne stavamo abbracciati per la prima volta come marito e moglie. Mi scostai per poter guardare dritto negli occhi la donna che era appena diventata mia moglie. Le accarezzai il viso con devozione mentre le sorridevo emozionato.

Dopo le foto fatte nei meravigliosi giardini e poi sulla terrazza vista mare, io e la mia novella sposa entrammo nel locale. Il Dj annunciò il nostro ingresso sulle note di Thinking Out Loud di Ed Sheeran. Un suggerimento di Emma che avevo accolto ben volentieri. Era una canzone davvero molto dolce e romantica e potevo ben capire perché l'avesse trovata così adatta per il nostro primo ballo da marito e moglie.

Iniziammo a danzare felici l'uno tra le braccia dell'altra. "Sei bellissima," dissi posando la mia fronte sulla sua. "Una vera principessa."

Mi sorrise accarezzandomi la nuca. "Grazie... anche tu sei molto bello. Quindi ti piace il vestito che ho scelto?"

"Sì, assolutamente. Va tutto bene?" domandai per assicurarmi che ogni cosa fosse di suo piacimento.

"È tutto perfetto, mio dolce marito."

La prima volta che sentivo uscire quella definizione dalle sue labbra. Era un'emozione indescrivibile. "Ne sono lieto. Mia dolce moglie," affermai calcando bene sull'ultima parola.

Gli interni del castello erano un vero spettacolo. La sala ricevimenti in stile barocco era sontuosa e riccamente decorata. Eleganti arredi, impreziositi da stoffe di raso e seta facevano bella mostra di sé. C'erano decorazioni floreali bianche su ogni tavolo. Quello dedicato agli sposi, invece, richiamava il tema della Bella e la Bestia. Una rosa rossa incantata sotto una campana di vetro, petali dello stesso colore sparsi sul tavolo e alti candelabri dorati. Avevamo scelto di stare seduti da soli e allineare non troppo lontano da noi un tavolo dedicato alla famiglia più stretta: i nostri genitori, Niccolò e Fabrizio nel suo seggiolone. Alla fine, Valentina aveva preferito declinare il mio invito e di certo non mi ero offeso. Anche se eravamo in ottimi rapporti, potevo capire che preferisse non essere presente nel momento in cui sposavo un'altra donna.

Da tradizione, ai novelli sposi spettava l'incombenza di fare il giro dei tavoli per salutare tutti gli invitati. Come prima tappa, io ed Emma ci fermammo al tavolo di famiglia accanto al nostro.

"Ehi, Nicco. Che dici, ti piace?" domandai accarezzando con lo sguardo tutta la sala mentre gli passavo un braccio intorno alle spalle.

"Sì, bello. E mi piace un sacco il vostro tavolo. La Bella e la Bestia, eh?"

"Esatto e non dire quello che stai pensando. Lo so che stai per fare una battuta delle tue..." dissi ammonendolo.

"Sul fatto che Emma sarebbe la Bella e tu la Bestia? No papà, ti assicuro che non stavo per farlo," disse trattenendo a stento una risata.

Alzai gli occhi al cielo e poi cercai la mia sposa con lo sguardo. La trovai all'altro capo del tavolo, intenta a controllare che Fabrizio fosse a suo agio nel seggiolone fornito dal locale.

Poco dopo mi raggiunse e la attirai a me passandole un braccio intorno alla vita. Da una parte mio figlio e dall'altra la mia dolce moglie. Si sporse verso Niccolò per passargli una mano fra i capelli e gli sorrise. Mentre mi stavo godendo un po' di sana armonia familiare, qualcuno mi mollò una forte pacca sulla spalla facendomi sussultare.

Il responsabile mi si parò davanti. "Giuseppe! Sei sempre il solito furbastro..." disse Massimiliano, uno dei miei più vecchi amici. Dietro di lui c'era il resto del gruppo, tutti conosciuti ai tempi dell'università. Ci eravamo persi un po' di vista, ma ci tenevo che fossero presenti anche loro in una giornata per me tanto importante.

"E come mai?"

"Ci tenevi nascosta questa meraviglia. Non si fa," disse scuotendo la testa mentre guardava Emma in un modo che non mi piaceva affatto. Con fin troppo interesse per i miei gusti. "Cos'è, avevi paura che qualcuno te la rubasse?"

"Ora ve la presento, quante storie. Massimiliano, Claudio e Gianluca... questa è mia moglie, Emma" dissi pieno d'orgoglio.

"Molto piacere," salutò improvvisamente timida mentre abbozzava un sorriso.

"Anche più bella dal vivo," disse Massimiliano dando di gomito agli altri due che concordarono con cenni d'assenso e mugolii d'approvazione. Molto probabilmente l'avevano già vista su qualche giornale o sito web che parlava di noi e della nostra storia.

"Ehm, grazie. Giuseppe dobbiamo proseguire il giro dei tavoli," disse Emma mostrandosi fintamente dispiaciuta. Non vedeva l'ora di tirarsi fuori da tutte quelle attenzioni che la mettevano a disagio.

"Sì, è vero. Ci vediamo dopo," salutai impaziente di svignarmela quanto lei.

Emma fece per girarsi e la vidi un po' in difficoltà mentre cercava di indirizzare l'abito nella giusta direzione.

"Posso aiutarti?"

"Ce la faccio, tranquillo" disse mentre finiva di sistemare lo strascico dietro di sé. Aveva un aspetto così regale mentre lo faceva.

Dopo esserci assicurati di aver salutato tutti, tornammo finalmente al nostro tavolo. Non avevamo ancora avuto il tempo di restare un po' soli da marito e moglie e la cosa non mi faceva per niente piacere.

"Non vedo l'ora di averti tutta per me," dissi mentre mi avvicinavo per depositarle un veloce bacio dietro l'orecchio.

"Credo che dovrai aspettare a lungo, marito. Siamo solo al primo... "

"Toglimi una curiosità, moglie. Terrai questo vestito per tutta la giornata?"

"Come mai vuoi saperlo?" domandò studiandomi mentre allacciava le braccia intorno al mio collo.

"Perché se avessi bisogno di aiuto per un cambio d'abito, sono più che disponibile..."

"Mi dispiace deluderti, ma non ne avrò bisogno. Questo vestito è così bello che voglio tenerlo il più possibile. Mi piace troppo essere un principessa," disse accarezzando la gonna di tulle con aria sognante.

"Ehi, non hai bisogno di un vestito per essere una principessa. Soprattutto la mia principessa," affermai mettendole una mano dietro la schiena. Annullai la distanza fra di noi per darle un bacio caldo, rassicurante, godendomi la morbidezza delle sue labbra.

Eravamo intenti a raccontarci di come avevamo trascorso la sera prima, mentre eravamo separati, quando la nostra attenzione venne richiamata dalla voce di Giulia. Era accanto al dj e si era fatta passare il microfono per parlare.

"Per quelli di voi che non mi conoscono, sono la testimone della sposa, nonché sua cara amica!" disse con entusiasmo.

Dalla faccia stupita della mia sposa, notai che non si aspettava per niente un discorso.

"Ricordo chiaramente il giorno in cui ho conosciuto Emma. Eravamo alle elementari e io mi avvicinai a lei per chiederle un pennarello in prestito. Era una bambina dolce e gentile e da quando la conosco non è mai cambiata. Siamo sempre state unite come sorelle e anche se ora c'è un po' di distanza a separarci, i nostri cuori saranno sempre vicini. È un onore essere cresciuta con te. Ti vorrò sempre bene e sono sicura che il tuo sposo sappia quanto è fortunato ad averti come moglie," disse facendo una pausa, presa dalla commozione.

Certo che sapevo quanto ero fortunato. Emma era la donna della mia vita e la amavo con tutto il cuore. Le passai un braccio intorno alle spalle per attirarla a me e posarle un bacio sulla fronte.

"Tanti auguri amica mia! Che tu possa essere sempre felice!" disse concludendo il discorso con le lacrime agli occhi. Venne verso il nostro tavolo mentre nello stesso momento, Emma si alzava per andarle incontro. Si scambiarono un lungo e tenero abbraccio. Ero felice che Emma avesse un'amica di così lunga data che le fosse tanto affezionata.

Le due vennero verso di me sorridenti e ancora abbracciate.

"Giulia ha chiesto al dj qualche canzone anni 90-2000 per ballare insieme in nome dei vecchi tempi. Vieni anche tu?" domandò Emma entusiasta. Mentre parlava era partita una canzone dei Backstreet Boys e la cosa non era per nulla incoraggiante.

"Non vorrei intromettermi."

"Mmm non cercare scuse. Dai vieni," affermò tirandomi per un braccio.

"Ok," dissi alzandomi mal volentieri. Non ero un gran fan del ballo, ma cercai di fare uno sforzo per far contenta la mia sposa.

In fondo non era così male essere in pista a ballare e divertirsi. All'inizio ero un po' preoccupato di come avrebbe fatto Emma a muoversi, ma da sotto tutto quel tulle era riuscita a tirar fuori un anello in cui infilare il polso per essere più libera nei movimenti.

Ci spostammo in giardino ed Emma sfoderò il suo mini bouquet da lanciare e dopo un paio di finte, la composizione floreale finì dritta fra le mani di una sua lontana cugina.

Per il taglio della torta era stato allestito un tavolo sotto un gazebo fatto di lucine dorate. La meravigliosa creazione di pasticceria multipiano era in stile classico, color avorio con decorazioni floreali in tinta. Come da tradizione, tagliammo insieme la prima fetta, mentre in aria iniziavano ad esplodere i primi fuochi d'artificio.

La serata era ormai quasi giunta al termine. Dopo aver mangiato la torta, erano partiti altri giochi pirotecnici nel giardino. Tenevo stretta Emma a me per la vita mentre li osservava incantata. Le sfiorai il collo con le labbra per richiamare la sua attenzione. Si girò nella mia direzione e mi sorrise raggiante.

"Allora che dici, tutto all'altezza delle tue aspettative?" domandai sorridendole a mia volta.

"Molto di più. Te l'ho già detto che ti amo?"

"Sì, ma è sempre bello sentirtelo dire. Ti amo anch'io e ho tutta una vita per ripetertelo," dissi suggellando con un dolce bacio la promessa di un futuro insieme. Un futuro che vedevo radioso e felice. Non ne avevo alcun dubbio con Emma al mio fianco.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top