Capitolo 3 • La leggenda - pt 1
Durante le ore che seguirono, Iris e Berenice non riuscirono a fare a meno di pensare a quel vecchio libro, costruendoci intorno ogni possibile assurdità.
Mentre aiutava zia Rosie a raccogliere le uova dal pollaio, Berenice tentò più e più volte di estorcere qualche informazione alla zia cercando di non farle capire che, per quante scuse si inventasse, lei e Iris l'avevano vista, quella mattina, in soffitta.
La stessa cosa cercò di fare Iris con zia Cocò, ma sfortunatamente per lei e la cugina, i risultati di quelle assidue domande furono solo seccati sospiri da parte delle due anziane signore.
Cocò aveva capito che le nipoti sapevano più di quanto dovessero e non era certo intenzionata a dare loro delle risposte che avrebbero potuto essere fraintese. Lei e Rosie si erano ripromesse di parlargliene quella sera. Iris e Berenice non avrebbero dovuto attendere per molto ancora.
La vecchia signora sospirò, versando dell'acqua sulle radici di un'ortensia. Ormai avevano rimandato troppo a lungo.
* * *
Iris e Berenice si accoccolarono una accanto all'altra sul divano del salotto, curiose di sapere quale sarebbe stata la storia che le zie avrebbero raccontato loro quella volta. Era una sorta di rito che le cugine si portavano appresso dalla più tenera età quello di ascoltarne una nuova ogni sera d'estate e ora che erano cresciute quei vecchi racconti non avevano perduto il loro incanto.
Zia Rosie, che si era già accomodata su una grossa poltrona rivestita da una stoffa a motivi floreali, riempì di acqua calda quattro tazzine di porcellana e vi immerse diverse bustine di tè che scelse con cura da una scatolina di legno scuro. Tisana al mirtillo per la sorella, infuso alla menta per Berenice, tè alla pesca per Iris e una camomilla leggera per sé. Porse due tazze alle nipoti, che iniziarono a mescolare in silenzio.
Fremevano dalla voglia che iniziassero a raccontare, ma le zie non sembravano avere alcuna fretta.
Cocò, che fino a quel momento era rimasta immobile davanti alla finestra, lo sguardo tagliente che scrutava l'avvicinarsi della notte, si accostò al vassoio e iniziò a sorseggiare lentamente la sua tisana. Quando finalmente ebbe svuotato la tazza, inforcò un paio di occhiali spigolosi, si sedette sulla grande sedia a dondolo ed estrasse da una delle ampie tasche delle gonna un voluminoso libro rosso, lo stesso che Iris e Berenice avevano intravisto fugacemente quella mattina.
Le due cugine si lanciarono un'occhiata complice.
– Care nipoti, – esordì Cocò incrociando le mani in grembo, – come probabilmente avrete capito, questa non è una sera come le altre, perché quella che stiamo per raccontarvi non è una storia come le altre.
Iris notò che mentre zia Cocò parlava Rosie picchiettava nervosamente le dita sul bordo della tazza. Doveva trattarsi di qualcosa di davvero importante, per renderla così agitata.
– Vi starete probabilmente chiedendo perché questa sera abbia deciso di accompagnare il nostro racconto con un libro – continuò Cocò indovinando i pensieri delle nipoti. – Ma ogni cosa a suo tempo, come dico sempre.
Accarezzò impercettibilmente il volume con il palmo della mano e lo ripose con attenzione accanto a sé. Posò sulle ginocchia la cesta dei lavori a maglia, accese la lampada sul tavolino il legno di rovere del salotto e si appoggiò allo schienale imbottito. Scelse dal mucchio di lana un grazioso golfino ancora incompleto e, sferruzzando rapida, cominciò a raccontare.
– Care nipoti, dovete sapere che la nostra storia ebbe inizio molto, ma davvero molto tempo fa. – La donna socchiuse gli occhi e sospirò profondamente, come se cercasse di riportare alla memoria ricordi molto antichi, sepolti dalla polvere degli anni.
Zia Rosie approfittò di quel momento per riempire di nuovo le tazze della sorella e delle due ragazze.
– Ebbene, in quell'epoca lontana, in un luogo che oggi non compare più in nessun atlante geografico, esistevano due regni, popolati da creature magiche e misteriose.
– Oh... – Iris sospirò pesantemente e si accasciò sul divano con fare deluso.
– Dimmi, cara. Cosa c'è?
– Ecco, zia, avrei sperato che quella di stasera non fosse uno di quei racconti che iniziano con un C'era una volta e si concludono con un lieto fine – sospirò, abbracciando un cuscino ricamato. – Non so come spiegarlo, ma pensavo che la comparsa di quel libro avesse qualcosa a che fare... – Lasciò la frase in sospeso, volgendo uno sguardo alla cugina. – Con noi.
– Già – si intromise Berenice. – E poi voi due eravate così strane oggi.
Le due zie si scambiarono uno sguardo preoccupato, ma Cocò si affrettò a rivolgere nuovamente la sua attenzione al lavoro a maglia.
– Però un attimo fa hai detto che esistevano due regni, e molto tempo fa per giunta, quindi la storia che ci racconterete stasera non può essere molto diversa dalle altre, giusto? – proseguì Iris con un velo di sconforto nella voce.
– Che cosa intendi, Iris? – chiese la zia, cercando invano di nascondere la sua irrequietezza.
– Nulla. Solo che questa storia non può essere in alcun modo collegata con noi, né con quel libro – concluse Iris affondando la schiena nel vecchio divano. Berenice annuì, come per confermare ciò che aveva detto la cugina.
– Beh, cocchina – azzardò zia Rosie titubante. – Io credo che non sempre tutto sia come sembra e se tu pensi che questa storia non possa contenere degli enigmi nascosti, in realtà forse... – Zia Cocò lanciò un'occhiataccia alla sorella. – Cioè, voglio dire che potrebbe essere così, ma potrebbe anche non esserlo... Oh povera me, non riesco mai a tenere la bocca chiusa – borbottò zia Rosie.
Le orecchie delle cugine si fecero più attente. – Cosa vuoi dire zia? Avanti spiegati meglio – la incitò Berenice.
– Oh, beh, stavo solo dicendo che... Insomma, ormai è arrivato il momento. Giusto cielo, è così complicato. Cocò, ti prego, spiegaglielo tu – disse Rosie cercando l'aiuto della sorella.
– Credo che zia Rosie voglia semplicemente dire che bisognerebbe ascoltare tutta la storia prima di apportare conclusioni affrettate - replicò Cocò.
Zia Rosie la guardò con un'occhiata interrogativa. – Oh, Cocò, ma che dici, non era certo questo che... – Zia Cocò la zittì con una gomitata ben assestata. Rosie si morse un labbro e sorrise imbarazzata.
– Allora, vogliamo cominciare con questa storia o no? – domandò con una certa impazienza Berenice, che iniziava a stancarsi di tutte quelle frasi dette e non dette.
Zia Cocò annuì sollevata. Iris affondò delusa la guancia nel palmo aperto, con uno sbuffo appena percettibile. Avrebbe tanto voluto che quella strana conversazione proseguisse. – Ma non potreste prima spiegarci che cosa sta succedendo? – propose speranzosa.
– Eh no, Iris, adesso mi hai proprio stancata con tutte queste domande. Possibile che non possiate starvene tranquille ad ascoltare? – le riprese zia Cocò. – Suvvia, cercate di non interrompermi più, d'ora in poi. Anche tu, Rosie, silenzio. Ho bisogno di concentrarmi. Allora dov'ero rimasta? Ah, sì...
Tanto tempo fa...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top