7) tutto secondo i piani
Alle ore 6 Vincent e Michael erano nella stanza delle ragazze, si stavano preparando alla loro missione, Liz piangeva in un angolo, proprio in quel momento entrò Justin con in mano un involucro lungo stretto "Le ho prese dalla vetrina della palestra" . Vincent si avvicinò e prese il fagotto: era molto pesante . "Molto bene, siamo pronti ". Indossavano abiti neri e un passamontagna blu scuro ciascuno. Vincent si avvicinò a Liz "Mi presti un paio di guanti neri" disse sorridendo sotto il passamontagna. Lei gli passò un paio di sottili guanti da donna, erano leggeri e profumati ognuno con la stampa della lettera E dorata, lui lì indossò ugualmente "Te li riporto quando ci vediamo, so che sono unici al mondo". Liz lo abbracciò "Però torna, promesso?" Vincent annuì e si alzò, tolse dal fagotto il contenuto. Ora nelle sue mani c'erano due splendide spade giapponesi. "Scusa Justin, ma solo io e lui sappiamo usarle in caso di bisogno" disse ponendola al suo fianco e legando l'elsa alla sua cintura. Si salutarono tutti. Samantha baciò dolcemente il passamontagna di Michael in corrispondenza delle sue labbra. Aprirono la finestra e si calarono. Avevano attraversato il giardino per metà quando Vincent, che conduceva la spedizione, fece segno di fermarsi. Indicava avanti, cinque uomini stavano controllando il giardino illuminandolo con potenti lampade. Cercarono di fare il giro e si arrestarono dinnanzi al muro "Prima tu" sussurrò Yates. Vincent scavalcò il muretto cadendo dalla parte opposta con leggerezza, pochi secondi dopo il suo compagno gli cadde accanto. Davanti a loro si ergeva un enorme complesso, l'alloggio di tutto il personale, l'ufficio del preside e i centri logistici. Avanzarono in un aiuola di rose stando ben attenti che le loro spade non cozzassero contro la terra, evitando ogni minimo rumore riuscirono ad avvicinarsi alla porta "Non capisco perché ci hai fatto portare queste spade, Vince" sibilò la voce arrabbiata di Michael. "Sta zitto, ci serviranno per forzare le serrature e aprire gli archivi" soffiò fra i denti la voce impaziente di Vincent. In quel momento una pattuglia di guardie stava passando e fecero silenzio. Una volta al sicuro si avvicinarono alla porta. Vince estrasse la spada con eleganza e la infilò tra la porta e il muro. Yates si voltò per controllare che nessuno stesse pattugliando la zona mentre il suo compagno prendeva la spada con due mani e con un colpo tagliava la serratura. Aprirono la porta procurando solo qualche minimo cigolio, mossero i loro passi lentamente, uno dopo l'altro. Erano in un lungo corridoio, illuminato solo da alcuni luci di un bianco pallido, con porte su ogni lato. Con un gesto Michael ne indicò una riportante la scritta "Archivio: riservata al personale". La forzarono ed entrarono, mentre Vincent controllava il corridoio richiudendo la porta dietro di sé. Michael aveva appoggiato la sua spada su un tavolo e stava sfogliando lentamente i cataloghi che contenevano informazioni su ogni dipendente "Hey Vince, eccolo". Si avvicinò al foglio che il suo compagno teneva in mano "Ufficiale medico: Hans Meyer. Sotto copertura come insegnante e istruttore del corso della prima, sezione S -diplomato all'accademia delle scienze di Berlino, laureato in psicologia, entrato nell'esercito per prestare servizi medici durante la guerra contro la Turchia. Dotato di capacità chirurgiche eccellenti e doti di analisi psicologiche sviluppate. Si occupa dell'isolamento mentale di soggetti e del loro successivo smistamento nei padiglioni Z E U ...-Interruppe la lettura "Avevamo ragione, sono soldati e medici" sussurrò Vince. Il suo compagno ascoltava in silenzio e stava assumendo un'espressone preoccupata sotto il suo passamontagna. Si udirono dei passi provenire dal corridoio. Yates afferrò il curriculum e lo rimise al suo posto, mentre con un colpo di spada Vince rompeva le imposte della finestra e saltava fuori seguito a ruota da Michael. Atterrarono nel giardino e per poco l'urto non spezzò le gambe a Vincent . Dalla finestra una luce illuminò la stanza, segno che le guardie erano entrate. Vince si mise a correre verso il muretto che li separava dal giardino dei dormitori, aveva perso di vista Michael ma non gli importava, doveva scappare e salvarsi. Dietro di sé udiva le urla delle guardie che si stavano accorgendo dell'intrusione. Arrivò al muretto e si lanciò per scavalcarlo. Aveva già una mano dall'altra parte quando una robusta mano lo afferrò per un piede e lo scosse violentemente facendolo cadere dalla parte sbagliata e trascinandolo a terra. La sua vista era annebbiata, percepiva a mala pena la fioca luce della luna ed intravvide una figura davanti a lui, evidentemente colui che l'aveva trattenuto lo stava guardando. La vista tornò perfetta . "Ti avrebbero scoperto" sussurrò la figura che si rivelò essere Michael. Al di là del muro si udivano voci di guardie . Vincent ringraziò con un cenno il suo compagno di disgrazia e si spostarono vicino al cancello, in una piccola serra in cui coltivavano dei fiori pregiati. "Qui non potranno scoprirci, bella idea Yates". Nascosero le loro spade sotto terra e si sdraiarono per nascondersi, ma poco dopo le urla delle guardie li spaventarono, si stavano dirigevano verso la serra. Nell'aria si diffuse un sibilo ad ultrasuoni, le orecchie di Vincent fischiavano insopportabilmente "Non riesco a stoppare il tempo Yates" sussurrò "questo fischio blocca i nostri poteri, non riusciamo a concentrarci". Si appiattirono mentre le guardie entravano nella serra e la perquisendo ogni angolo. Occorreva fare qualcosa, Vincent prese un sasso e lo lanciò al di fuori della serra, il rumore che fece rimbalzando sul selciato attirò l'attenzione dei guardiani che si precipitarono fuori per controllare. Finalmente Vince poté alzarsi e correre velocemente verso il muro, stracciò con le mani il telo che ne componeva la parete. Percorse seguito da Yates un piccolo sentiero al riparato dai cespugli di rose e finalmente arrivarono a una parte di muro che non era pattugliata "Merda" imprecò Vince con veemenza "nulla è andato bene!" Yates si guardava attorno con ansia , cercando a destra e a sinistra se c'erano guardie. Vince si arrampicò sul muro con agilità e lo scavalcò, si girò aspettando che il suo compagno lo seguisse ma udì dei rumori dall'altra parte e vide delle luci , segno che le guardie erano giunte. Nonostante questo Michael Yates scavalcò il muro e cadde al fianco di Vince, molto lentamente si alzarono "Che disdetta, sapevano che eravamo entrati, sapevano in che stanza eravamo, sapevano perfino che eravamo nella serra ... nulla va secondo i miei piani" detto questo a bassa voce, Vincent fece segno di proseguire verso il loro balcone. Un suono, simile allo sfregare di due parti metalliche si udì alle spalle di Vincent. Si girò lentamente temendo il peggio, davanti a lui la figura di un soldato lo stava puntando con una pistola "Magari non secondo i tuoi di piani". Gli si avventò contro "Fuggi Michael" urlò. Il suo compagno si diede alla fuga mentre alle sue spalle Vincent Moore veniva catturato.
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