Capitolo 2

LA DECISIONE DEL DESTINO

Driiin! Il trillo sommesso della sveglia mi destò da qualunque sogno stessi facendo e mi avvertì che l'ennesimo giorno della mia vita stava cominciando. I giorni che mi avevano separato dal 15 settembre erano trascorsi velocissimi. Ogni giorno Jake usciva con due persone: una ragazza molto carina, con un grazioso caschetto nero, per cui, devo ammetterlo, provavo una fitta di gelosia, e un ragazzo dai capelli biondo scuro tagliati a spazzola. Ogni giorno che li vedevo uscire, era come se una lama mi venisse conficcata nel corpo. Ogni santa volta, lei correva verso di lui, e lo abbracciava, e poi si baciava con l'altro. Poi si girava verso la finestra a cui ero affacciata e bisbigliava qualcosa nell'orecchio di Jake come per dire: "Guarda, quella pazza ci fissa" e correva verso due moto nero lucido, saliva con il ragazzo, lasciando Jake da solo sulla sua moto. Quando poi lui tornava, mi salutava appena e saliva in camera, affianco alla mia, e si chiudeva lì a fare chissà cosa. Ogni settimana spediva una lettera a un destinatario sconosciuto e poi la rutine continuava così.

Mi alzai dal letto e guardai l'orologio: 7:35. Oh cavolo! Era il primo giorno di scuola e io dovevo ancora prepararmi. Sulla sedia della scrivania era appoggiata una blusa bianca con una cravatta bordeaux  e una gonna grigia e blu scuro che arrivava fino ginocchio. Sulla scrivania c'era un biglietto: Buona scuola, tesoro mio. Sono dovuta scappare a lavoro, appena torni a casa chiamami, così mi racconti tutto. Scusa, andrai a scuola con Jake. Mamma

Sorrisi tra me e me, mentre andavo verso il bagno. Mi vestii veloce. La blusa risaltava le forme. Afferrai il mio vecchio zaino della Eastpack a fiori. Scesi in salotto.

<<Buongiorno, bellezza.>> una voce giunse da dietro una torre di pancake.

<<Ah, ora ti degni di salutarmi?>> risposi io stizzita

<<Che cosa?>> mi domandò Jake

<<Da quando sono arrivata sei sempre uscito con una ragazza e un ragazzo e non mi hai filato neanche un secondo, Jacob! Ma non importa, ora mi rilasso e ti perdono.>>

Stava ridacchiando. <<Emi, quella ragazza è Jane Green, mia gemella. Era da sola con il suo ragazzo e non volevo che mia sorella stesse da sola con lui.>> rispose ridendo. Abbozzai un mezzo sorriso imbarazzato. Afferrai un pancake e lo addentai, sedendomi. Presi una tazza di latte e mandai giù l'ultimo boccone. Mi avviai verso il bagno del piano e mi lavai veloce i denti, mi pettinai raccogliendo i capelli in una lunga treccia che arrivava fino alla vita. <<Emily, sbrigati che dobbiamo andare!>> gridò Jake dal salotto. Gli urlai di essere pronta e mi passai un filo di matita sotto l'occhio.

Uscimmo da casa e mi porse un casco nero. Anche lui indossava la camicia bianca e la cravatta bordeaux. Lo infilai veloce in testa e salii sulla moto. Mi disse:<<Reggiti forte che ci mettiamo poco se vado veloce.>>. Ubbidiente mi strinsi fortissimo a lui, stritolandolo. Uscimmo dalla nostra via, Finland Street. <<Sai già qual è il tuo spirito guida?>> mi domando d'un tratto il ragazzo. <<Lo spirito?>> risi io

<<Sì, ognuno di noi ha uno spirito che rappresenta l'elemento verso cui siamo più tendenti, ovvero: terra, acqua, fuoco e aria. Di solito si mostrano quando devi prendere decisioni importanti, o ti cercano di salvare se sei in pericolo. Il più raro, nonché il più potente, è il drago Lan Se, che rappresenta l'equilibrio tra tutti gli elementi e compare solo ogni cento anni.>> lo sentii contrarre l'addome. <<Per favore, stringi di meno, o soffoco>> rise senza fiato virando verso Madison Street.

<<guida e sopporta idiota!>> risi. Avevamo svoltato in Saint Mary Avenue e al fondo della via si vedeva un grande edificio bianco in stile ottocentesco che sembrava uno di quegli edifici che a Torino si trovavano solo nella zona della Gran Madre. <<Quella è la Krönber High School, la nostra scuola. Attenta ai ragazzi sospetti, ci provano con tutte.>> lo sentii sorridere. Quando arrivammo Jake mi mise le mani sulle spalle e cominciò a farsi spazio tra la calca, salutando tutti gli studenti. Quando ci fermammo, mi sussurrò all'orecchio che ci saremmo visti poi a mensa.

<<Oh mio dio! Tu sei fidanzata con Green?>> mi domandò una vocina acuta da dietro le mie spalle. Mi voltai verso la voce e vidi una ragazza dai capelli mossi e biondi e gli occhi azzurri, "te pareva, un'altra ragazza perfetta" pensai. <<Scusa io sono Taylor Smith, sono al terzo anno.>> mi porse la mano e io la strinsi:<<Emily Lu, terzo anno anche io>>.

Una ragazza con i capelli biondi ornati da uno sgargiante shatusch rosa shocking, accerchiata da cinque ragazze bellissime, ma non quanto lei, che fumavano, mi fissava con il suo gelido sguardo pesantemente truccato, distogliendolo per qualche secondo per aprirsi la camicetta di quattro bottoni. La conoscevo quella tipologia di ragazze ragazze, sono quelle che per qualsiasi motivo dovevano trovarsi un ragazzo con cui pomiciare davanti a scuola per far ingelosire le altre ragazze, sennò non erano felici.

<<Oh, quella è Stephanie Dawson. È la ragazza dietro cui tutti sbavano e le ragazze intorno sono le sue seguaci: Tanya, Iris, Madison, Kara, e Catrine. Delle poco di buono pure loro, stanno con tre ragazzi contemporaneamente e non se ne fanno un problema. Dall'anno scorso, Stephanie si è fissata con Jacob Green perché è l'unico in tutta la scuola, insieme a Michael, il mio ragazzo, che non le va dietro come un cane. Credo che sia per questo che ti sta trucidando con lo sguardo>> disse Taylor. Dopo che mi ebbe dato il suo numero, mi guidò attraverso la calca di studenti  fino all'ufficio del preside. Mi augurò buona fortuna e scomparì nella folla. "coraggio" mi disse Amy, la vocina. Bussai.

<<Entri pure>> rispose una voce femminile.

<<Scusate, cerco il preside.>> dissi entrando.

<<E tu chi saresti?>> mi domandò insospettita

<<La nuova arrivata Emily Lu>>

<<Oh, certo cara! Ti chiamo subito il preside.>> da dietro la scrivania comparì una graziosa signora sui quarant'anni con una favolosa chioma bionda e riccia, occhi colore dell'erba e occhiali Rayban quadrati. Si alzò e vidi che indossava una gonna di jeans a tubino che arrivava fino al ginocchio e una camicia bianca aperta su due bottoni. Entrò in un ufficio dietro il bancone. <<Vieni cara, ti sta aspettando. Ah, io sono Jessica Owen, la segretaria del preside...>> non riuscì a finire la frase che una voce proveniente dall'ufficio la interruppe.

<<Entri, Emily.>> disse la voce tanto sicura quanto familiare.

<<Sono qui per l'elenco dei corsi che dovrò frequentare, e per presentarmi ufficialmente, almeno mia madre mi ha detto di fare così...>> risposi facendo due passi avanti.

L'ombra scura della sua testa si alzò all'improvviso:<<Come sta Charlie?>>

Lo guardai un po' stranita e feci qualche passo indietro.

<<I-io è meglio che vada, sennò perdo le lezioni>> balbettai indicando la porta.

Il preside uscì dall'ombra e si avvicino a me e sì, era proprio lui, quello era: <<Papà!>> gridai. <<Shhh... Emi non urlare!>> si portò una mano alla bocca.

Dopo che lo abbracciai, lo salutai di fretta, passando così alla stanza dove Jessica stava lavorando.

<<Signorina Owen?>> domandai. Lei alzò lo sguardo dal monitor:<<tra poco signora, cara. Comunque, cosa volevi chiedermi?>> mi rispose tutta sorridente. Evitai domande, la vita della segretaria non era affare mio. <<Posso avere l'elenco dei corsi?>>

<<Oh, sì certo. Ecco, questi sono i fogli, quando hai finito le lezioni me li riporti qua, che te li firma Shang, questo è l'elenco settimanale delle tue lezioni, questa è la mappa della scuola e questi sono tutti i tuoi libri, per questi devi ringraziare una persona che non dico chi è.>> tirò fuori da sotto la scrivania una miriade di libri e fogli e indicò con un rapido gesto del capo la porta con la targa Preside. La ringraziai e uscii dalla segreteria. Appena varcai la soglia, fui investita da una ragazza che correva.

<<Scusa, scusa, che sbadata, non volevo distruggerti, ma sono in ritardo... ehi, aspetta! Non ti ho mai vista in giro, io sono Sophie Soul, e tu sei...?>> la ragazza aveva dei magnifici capelli neri e lisci come la seta, gli occhi scuri e indossava un paio di Rayban da vista con la montatura quadrata.

<<Emily, Emily Lu, ma puoi chiamarmi semplicemente Emi>> le sorrisi, aveva tutti i capelli in disordine ed era così buffa.

<<Allora, Emi, qual è la prima lezione che frequenti?>>

<<Uhm, arte, credo>> dissi afferrando il foglio.

<<Allora sbrighiamoci, siamo in ritardo!>> esclamò correndo di nuovo. Io le gridai dietro di tenermi il posto di fianco a lei e che sarei arrivata a breve. Mi avvicinai all'armadietto a me assegnato. Per fortuna era proprio davanti all'aula di arte, di modo che, dopo aver posato i libri avrei potuto subito dirigermi verso la lezione.

Arrivata in classe notai, con un po' di sgomento, che quasi tutta l'aula era occupata da ragazze e le sei poco di buono che mi avevano fulminato quella mattina erano in prima fila, poco distante da Sophie, che si sbracciava. Stephanie si stava sbottonando per bene la camicia per mettere in mostra il seno, e tutte le sue seguaci la imitavano. Poi mi guardai attorno. Tutte le ragazze si stavano sistemando i capelli.

<<Okay, ragazze, prendete le tele e cominciate a dipingere. Stephanie? Non credo che le tue compagne vogliano vedere ciò che sta sotto la tua camicia, quindi, chiuditela.>> disse un ragazzo biondo con gli occhi azzurri che indossava un basco.

<<Solo perché sono gelose. E poi, Eugine, so che tu vorresti vedere quello che c'è sotto la mia maglia già a tempo.>> rispose Stephanie con una voce così acida che avrebbe potuto corrodere il tavolo.

<<Ne parliamo dopo, signorina Dawson.>>.

Tirai fuori dallo zaino i pennelli e i colori. Afferrai una tela dalla cattedra e tornai al mio posto. <<Oh guarda un po', Kara. L'italiana è nel nostro corso. Si dice che siano degli artisti, ma da come tiene i pennelli, secondo me non lo è.>> disse ridendo falsamente Stephanie. Le sue seguaci ridevano come delle galline.

Mi sedetti non badando a cosa dicesse quella ragazza.

<<Tu che ti sei seduta sei Emily Lu, giusto?>> mi domandò il professore. Annuii. <<Bene, io sono Eugine Moon, il tuo nuovo professore di arte, ma tu puoi chiamarmi Eugine.>> mi sfoderò un favoloso sorriso magnetico.

<<Mio dio! Lo puoi chiamare Eugine? Solo Stephanie lo chiama per nome. Ti spiace se ti racconto un po' di gossip sulla nostra classe di arte?>> disse Sophie. Sorrisi e annuii. Presi i colori e cominciai a disegnarla. Le ciocche di capelli non volevano saperne di stare dietro le orecchie, e quindi ogni cinque secondi una minuscola ciocchettina alla volta cadeva giù.

<<Allora, si dice che Stephanie e il professore abbiano una storia, ma non le solite storie, una storia del tipo che lei va a casa di lui a dormire e poi lui la accompagna a scuola. Impressionate, no? Poi, quella è Jane Green, una ragazza molto popolare qui a scuola. Per un certo periodo le cinque seguaci di Stephanie erano tanto amiche con Jane, ed erano anche simpatiche, ma quando Stephanie si è trasferita qui, due anni fa, ha attirato l'attenzione delle seguaci, con quel suo fare molto "meglio di me non c'è nessuno" e lei è rimasta da sola, poi è diventata amica con me, Taylor e Nox. Lo vedi il ragazzo lì, coi capelli biondo scuro? Quello è Jack Stewart, il fidanzato di Jane. Stanno molto bene insieme e stanno insieme da circa due anni, prima che arrivasse Stephanie, che irrimediabilmente ci ha provato con lui, ma Jane l'ha quasi picchiata fuori da scuola, così non si è più avvicinata. Poi, sai, io non sono fidanzata, ma vedi, quel ragazzo coi capelli neri, gli occhi a mandorla e la pelle olivastra? Lui è Jake Green, il fratello di Jane. Si dice che non viva più con Jane e la loro sorella maggiore, Jasmine, che è andata via, ma che sia andata a vivere con una famiglia molto buona che ha origini di questa zona, e che ogni mattina una ragazza che abita con lui lo vede a torso nudo. Pensa che culo quella lì. Mi pare che la madre della ragazza si chiami Charlotte Slone, che abbia due figli: Marco e Emily. Ma guarda, non è il mio tipo. Invece guarda quello lì. Quello è George Jackson, capelli biondi, occhi verde acqua... da svenire.>> si sventolò la mano come se le mancasse l'aria.

<<Vedo che la nostra Sophie non perde occasione per chiacchierare>> una ragazza con un caschetto nero, gli occhi azzurro ghiaccio e la pelle chiara era arrivata da dietro e ci stava sorridendo. <<Jane Green, mi spiace per quest'estate.>> mi sorrise di nuovo porgendomi la mano. La strinsi.

Dietro di lei c'era quel ragazzo coi capelli biondo scuro e i riflessi miele che le teneva la mano dolcemente.

<<Jack Stewart, migliore amico di Jake e fidanzato di Jane>> mi porse la mano. Io sorrisi imbarazzata, ma non la strinsi. Non volevo nessun contatto con ragazzi che potessero ricordarmi anche un solo minimo dettaglio di Marco. Non parlavo con mio "fratello" dal giorno dell'arrivo, quando mi aveva rivelato la verità.

<<Cavolo, sei veramente brava! Non me lo aspettavo!>> sorrise Jane prendendo tra le mani il mio quadro.

<<No, non sono così brava...>> arrossii e abbassai lo sguardo.

<<Tu dovresti aiutarci per l'allestimento del ballo di inizio anno che si terrà il 3 ottobre... si va beh, faccio prima così.>> mi porse un volantino blu scuro con le scritte bianche. Diceva: "3 ottobre. Ballo per festeggiare l'inizio della scuola (anche se non c'è nulla da festeggiare). Inizio ore 7 P.M. nella palestra della scuola.

Abbiamo disperatamente bisogno di aiuto per allestire. Per tutte le informazioni rivolgersi a Jane o Jake Green.". Sorrisi un po' imbarazzata. Cosa poteva fare la ragazza nuova ad un ballo della scuola che era simile alle feste di istituto che facevamo a scuola? Io non ero una di quelle popolari con tanti ragazzi attorno e non credevo che in quella strampalata scuola di un'isola dimenticata da mezzo mondo ci fosse posto per una come me, ma evidentemente mi sbagliavo.

<<Wow, Emily, sei un'artista! Hai il colore nelle vene.>> un caldo sospiro mi accarezzò le orecchie, doveva essere, logicamente, un alunno, nessun professore si avvicinava tanto ad un'alunna, perciò mi girai di colpo e tirai un forte ceffone al sospiratore, ossia Moon.

<<Oh mio Dio! Mi scusi, mi scusi tanto, non volevo farle del male!>> esclamai mortificata. La pelle chiara del professore era stata segnata da un marcato segno di cinque dita sulla guancia sinistra. Kara rise falsa:<<Guarda, la ragazza di Green va a fare la civetta con Il-Professore-Che-Sta-Con-Stephanie>> la sua voce acida risuonava nella mia mente. Le sventolai la mano come per farle capire che sarebbe arrivato pure a lei il ceffone.

<<Emily, volevo solo complimentarmi per il tuo disegno. Hai ritratto Sophie alla perfezione, ogni dettaglio perfetto.>> disse Eugine Moon massaggiandosi la guancia.

La mia amica afferrò il quadro e lo osservò, poi parlò andando in falsetto:<<Mi stai prendendo in giro, vero? Io non sono così figa!>> io sorrisi e le risposi che quella era lei e che se voleva poteva tenere il dipinto. Annuì entusiasta. Firmai veloce e sorrisi. Il resto della mattinata trascorse veloce, finche non arrivò il momento di mangiare. Jack stava aspettando Jane fuori dall'aula in compagnia di Jacob. Sorrisi tra me e me, e mi avviai verso la mensa, che non sapevo dove si trovasse. Sentii una mano sulla spalla e resistetti all'impulso di tirare un pugno a chi mi stesse toccando. Mi voltai lenta e vidi Taylor seguita da Sophie. <<Oh mio Dio! Ho saputo della lezione di arte! Nessuno ha mai tenuto testa a Stephanie e alle Stephine! Oggi Kara era furiosa.>> disse Taylor ridendo come una matta. Mi passarono davanti Kara e Tanya. L'ultima aveva i capelli biondo platino, tinti, con uno shatousch nero. Stava dicendo:<<Secondo me la nuova ragazza se la fa con Jacob all'insaputa della madre!>>. Aveva una voce molto dolce, se non fosse stato per le parole, e un fantastico accento francese. Come si permettevano di giudicarmi. Non erano loro le prime che stavano con cinquecento ragazzi contemporaneamente? Kara stava con un ragazzo più grande, 22 anni circa, e contemporaneamente con Jeremy Evance e Serge Kronberger. Due dei ragazzi più fighi della scuola... te pareva! Sophie mi prese per un braccio e mi trascinò a mensa.

<<Ti avviso, qua il cibo non è delizioso...>> mi disse guardando schifata il vassoio vuoto.

<<Vuoi qualcosa, Sophie?>> chiese una signora in carne con un buffo grembiule verde ed una cuffietta per i capelli.

<<Per oggi passo la pasta, Ilenya, sai, ho avuto quel problema.>> si portò le mani alla gola e passò alla portata dopo.

<<Tu cara?>> mi domandò Ilenya. Chiesi poca pasta, come quando ero in Italia. Evitai il secondo e presi solo un po' d'acqua. Pagai in tutto due Rupie Indonesiane.

Ci sedemmo in un tavolo con sei posti vicino alla finestra. Mi sistemai in centro, odiavo stare ai margini, mi ricordava quando ero stata emarginata da tutta la mia classe, perché ero "diversa", in qualche modo. Vicino a me si sedette Sophie e di fronte a quest'ultima si sedette Taylor. Inforcai due pazzi di pasta e li addentai. All'ingresso della mensa c'erano Jack e Jane che entravano per mano, seguiti da una ragazza bionda. Sophie la vide e la chiamò sventolando la mano. Jane baciò di sfuggita il ragazzo e trascinò ridendo la bionda verso di noi.

La sconosciuta salutò con la mano Tay e Sophie, e si incamminò verso di noi, il suo sguardo si fermò su di me. <<Lei è Nox Valentia, ma noi la chiamiamo Ananas, perché è bionda e ha gli occhi verdi, e ama l'ananas.>> mi sorrise Taylor innocente.

Ananas arrivò saltellando allegramente e canticchiando uno dei tormentoni estivi del momento, quando fu ormai ad un paio di metri di distanza da me, con una smorfia buffa e la testa inclinata si mise a prendere le misure della distanza formando con pollici e indici un rettangolo con al centro la mia diffidente e divertita persona. Poi fece un sorriso pericolosamente malizioso e spiccò un balzo degno di una gazzella ma con la grazia di un ananas per poi buttarmisi felicemente addosso. Persi l'equilibrio e cademmo entrambe a terra ridendo. Mentre eravamo prede di una ridarella acuta Ananas cercò di scusarsi tra le lacrime giustificandosi dicendo che Cotton Eye Joe la esaltasse esponenzialmente e che essendo sua ufficialmente dichiarata amica dovrei conoscere ed accettare  tutti i rischi che ne derivano. Dopo pochi secondi un colpo di tosse seguito da una voce proveniente da sotto di noi ci interruppe gentile e divertito ma con un certo tono comprensibilmente frettoloso. Abbozzai uno "Scusa" frettoloso alzandomi con Ananas che se la rideva sotto i baffi. <<Nulla>> rispose lo sconosciuto <<Non ero mai stato travolto da una bella ragazza, e Ananas non perde occasione per travolgere qualcuno.>>.

Alzai lo sguardo, sentendo una voce abbastanza familiare. Il ragazzo sorrise. Era Jake. Si era alzato le maniche fino a farle abbastanza corte. Ananas gli sorrise compiaciuta. Sembrava che si stessero scambiando i pensieri. Poi improvvisamente Jake scoppiò a ridere e fu subito seguito da Jane, Taylor e Sophie, che sembrava avessero capito la silenziosa battuta.

<<Ora è meglio se mangiate, care mie, oppure mi svenite qui a scuola. Ah Jane, per il trasferimento, è già tutto pronto. Ho chiesto a Charlotte se potevi venire a vivere con noi, e lei ha detto di sì!>> sorrise Jake. Jane lo fissò incredula. Visti così, sembravano solo amici, lei non era simile a lui, avevano la pelle totalmente diversa e gli occhi opposti.

Jake se ne andò sorridendo. E non ne capivo il motivo. Era proprio bello.

<<Allora, con chi andrai al ballo?>> Ananas mi fece cadere dalle nuvole.

<<Non lo so, magari non ci vengo...>> risposi.

<<Eh no cara! Io so con chi andrai! Secondo me dovresti andare con Jake. Sembrate, come dire, Destinati.>> Ananas sorrise maliziosa.

"Destinati... mi piace pensare che tu sia una destinata" disse Amy, la voce interiore.

<<No... lui è circondato da ragazze bellissime come te, Stephanie, Kara, Catrine, Tanya, Iris e Madison. Perché dovrebbe volere me?>>

<<Perché tra voi c'è chimica>> Tay mi regalò un buffo sorriso sgambo e alzò e abbassò le sopracciglia più volte. Mi strozzai con la pasta e tossii.

<<Tu sei totalmente pazza. Sicuramente nessun ragazzo vorrebbe stare con la nuova arrivata, non tutti amano i cambiamenti.>> affermai abbassando lo sguardo.

<<Guarda che la metà dei ragazzi ti stanno fissando. Uno tra i quali è Jeremy Evance, che stava per baciare Tanya, quando ti ha vista. E poi guarda, George Jackson ti sta guardando come se ti volesse mangiare.>>disse Taylor, vedendo poi il volto triste di Sophie e pentendosi di quello che aveva detto.

Io finii di mangiare veloce e andai in giardino, prendendo il telefono e ascoltando musica mentre mi andavo a sedere sotto un'anonima quercia. "Ciao Emi." Sentii nella mia testa una voce inrauchita dal tempo. "ciao, ma chi sei?" pensai.

"sono la quercia, cara"

dio mio, una quercia mi stava parlando.

"scusi signora quercia, ma io vorrei ascoltare la musica."

"stai attenta, Emi, la decisione del destino arriverà presto".

Mi alzai di fretta, staccando gli auricolari e vidi in lontananza che Tanya stava urlando contro Jeremy perché mi aveva guardato. Jeremy era un bel ragazzo, capelli neri, occhi verdi e un volto da ritratto. Era uno dei ragazzi più belli della scuola, e naturalmente una delle sei arpie se lo era accaparrato e davanti alla scuola lo esponeva come il trofeo di una gara, baciandolo continuamente davanti all'entrata. E intanto stava con altri due ragazzi e, se avevo capito bene le chiacchiere di Sophie, che per i miei gusti parlava troppo veloce ed alcune cose erano difficili da captare, Serge Kronberg si era accorto che lo stava tradendo con il suo migliore amico ed allora la volava lasciare.

Mi avviai verso il corridoio, così da prendere e posare i libri. Arrivai davanti all'armadietto e aprii l'anta.

<<Ehi bellezza!>> mi disse una voce profonda da dietro la parta di metallo. Cercai di ignorarla, anche se c'era qualcosa che mi spingeva a scoprire chi fosse la persona che mi aveva parlato.

<<Scusa, ma io sto parlando con te. Tu non sai con chi stai parlando.>> continuò la voce.

Mi girai verso di lui e lo squadrai con fare molto professionale. <<George Jackson, occhi verde acqua, capelli biondo grano. Affascinante, intelligente, orgoglioso, ma molto insicuro, innamorato di una ragazza che crede non lo ricambi. Molto nervoso, cerca di dare l'idea di essere un duro, mentre probabilmente ha un peluche nello zaino.>> affermai sorridendo soddisfatta, dato che mi guardava stupefatto. Mi chiese come avevo fatto a capire tutte quelle cose di lui, risposi:<<Intelligente perché sei venuto qui, certo, ma non mi hai chiuso l'anta per farti notare, orgoglioso perché hai detto "non sai con chi stai parlando". Insicuro perché quando ti ho guardato hai evitato il mio sguardo. Innamorato perché, beh, oggi a mensa ho visto che guardavi sognante o Jane o Sophie, poi, nervoso perché hai le unghie tutte mangiucchiate. Il peluche è perché ho visto che lo infilavi nell'armadietto stamattina.>>. Mi fece un sorrisetto imbarazzato. Mi chiese il numero ed io all'inizio ero un po' imbarazzata e diffidente, ma mi sembrava scortese dire di no. Gli scrissi veloce il numero sul telefono, ed infilai frettolosamente il libro nello zaino. Raggiunsi Jake e Jane all'uscita.

<<Che cosa voleva George Jackson da te?>> mi chiese Jake nervoso, appena arrivai.

<<Niente, stavamo parlando, e calmati!>> risposi. Lui mi sorrise e io ricambiai il sorriso.

<<Al posto di sorridervi sdolcinatamente, piccioncini, sbrigatevi, che dovete arrivare a casa prima di Jack e me... sennò credo che Marcus potrebbe impazzire!>> rise Jane dandoci una spintarella.

Spazio autrice :)
Spero che il mio racconto ci piaccia, quindi lasciate taaante stelline e commenti :)
Bacioni :*
Lalla

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