Pazzia
Rimango paralizzata senza irrigidirmi a quel contatto inaspettato, ho sentito attraverso il suo corpo che i nostri due corpi appiccicati lo stavano mettendo in difficoltà, ma questo ha seriamente bisogno di rivedere il suo autocontrollo per diana!
Lo spingo via con forza.
-Ma sei scemo? Che ti viene in mente!
Lui abbassa lo sguardo e si stropiccia le mani nervose come un bimbo che viene rimproverato dalla madre per aver combinato una marachella. Questa volta la marachella non è seria, è di importanza mondiale!
Tenta di avvicinarsi a me che istintivamente faccio un passo indietro e lo minaccio con lo sguardo che se muove un solo muscolo finisce dentro un cespuglio del suo giardino.
-Ho perso il controllo, perdonami.
Mi passo una mano sul viso con fare stanco, non lo avrei mai giudicato uno che possiede così poco autocontrollo, soprattutto quando l'ho visto in un'intervista dove minimo avrebbe dovuto picchiare a sangue il giornalista e invece, con sfrontata pacatezza, si è alzato ha detto due parole ed è uscito, calmo e incazzato nero allo stesso tempo.
-Ma sei tu che mi stavi appiccicata in quel modo!
-Ah, quindi adesso è colpa mia?
-Più o meno.
Sbuffo infastidita.
-Senti, tu devi curare una tua immagine e io la mia, per quanto voglio essere me stessa e provare a stare simpatica a tutti come fai tu, quindi lasciami in pace e contatti fisici misurati.
I suoi occhi se possibile si fanno più scuri ed ho paura del buio che vedo dentro di essi.
-Non darmi ordini Carter, tu non decidi cosa fare con me, se io ti abbraccio tu ricambi. Sei solo una ragazzina.
Si avvicina pericolosamente e mi squadra da capo a piedi con fare quasi schifato. Ehiii, io questo lo reputavo il più simpatico, tenero e paziente del mondo e ora fa il superbo arrogante?! Io lo sotterro.
-Non fare lo stronzo apposta per incutermi timore, perché fai solo ridere.
-Tu devi fare quello che ti dico io in casa mia, okay?!
Lo spintono presa dalla collera.
-Sai cosa sei? Sei un prepotente, arrogante ed esibizionista che crede di avere tutto perché è il sex symbol imbattuto di Hollywood. Io ti credevo il più umile degli attori, il più vero e il più sincero. Alla fine siete tutti uguali, un branco di viziati figli di papà che schifano le persone povere o diverse da loro! Sei come loro, sei come la feccia del cinema.
Sei solo un copione ambulante, falso come una moneta di legno.
Questa sera mi è caduto un idolo.
Lui sbatte un pugno contro la parete e respira pesantemente. C'è una cosa che riesco a scorgere nei suoi occhi, finzione.
Da attore a attore riesco a dedurre quando uno sta recitando e credo che lui stia facendo la parte dello stronzo senza saperne il motivo.
Lascio che la cosa vada avanti, lo metterò con le mani nel sacco dopo.
-Tu non sai nulla di me Carter, non azzardarti a parlare a me con quel tono!
-Non sei mio padre, non puoi costringermi a fare tutto quello che vuoi!
Lui tenta di fare la faccia arrabbiata oltre ogni limite ma non è ancora arrivato a quel livello di recitazione.
-Smettila di recitare, con me non abbocca!
Scoppiamo a ridere e subito dopo mi chiede scusa nel modo più tenero possibile.
Mi trascina verso il suo piano e mi fa sedere di fianco a lui, insegnandomi le note e tutto il resto.
Vedo la luce dei suoi occhi che cambia quando mette le mani sui tasti, diventa un ragazzino il giorno di Natale.
-Chi ti ha insegnato?
-Mia madre.
Oh. Sua madre. Che è morta. Prima che la tristezza torni a comandare lo rassicuro.
-È la vita Robert, non possiamo cambiarla.
-Tu non sei proprio il tipo da 'mi dispiace'?
Faccio finta di pensarci su.
-Cerco solo di non essere banale!
-Tu sei banale, é inutile che provi il contrario. Impara da zio Robert, il meno banale di questa Terra!
Lo faccio cadere dal seggiolino.
-Questo era banale?
Chiedo, sorridendo innocua.
Mi prende in braccio e mi butta sui puff enormi che riempiono un lato della stanza.
La morbisodità mi circonda e sprofondo fino a toccare il pavimento.
Faccio finta di soffocare.
-Ti salvo io!
Si butta sui puff e mi salva, portandomi sul divano. Io continuo a far finta di essere morta visto che ci piace giocare.
-Resta con me.
Sta per farmi una respirazione bocca a bocca, maledetto.
Torno in me e, mentre scatto a sedere, ci tiriamo una testata secca.
-Ahi, stai attento!
Mi passo la mano sulla parte offesa.
-Dammi ancora la colpa e ti faccio dormire nei sotterranei.
-Nella spa quindi? Molto gentile.
Continuiamo a parlare finché lui mi accarezza i fianchi, ho notato che il suo sguardo si inteneriva ancora di più ad ogni mio movimento, dovevo aspettarmelo.
-Downey, io...
-Lasciamelo fare, sai che sono impulsivo.
-Non sei impulsivo, sei stronzo, è diversa la cosa.
Lui mi fa il solletico.
-E ammettilo che brami le mie labbra!
-Non nego che siano belle, ma non le voglio sulle mie labbra.
-Solo uno.
-E poi che fai, perdi il controllo e mi stupri?!
Lui apre la bocca.
-Non sono così impulsivo!
Vabbe dai, si vive una volta sola giusto? Accontentiamolo e facciamola finita.
Si avvicina al mio volto.
-Mi piaci.
-Pensavo che mi dicessi ti amo.
-Ti amo.
-Anche io mi amo.
Lui pone fine alle mie battutine stupide e mi bacia, lentamente. Improvvisamente è diventato un bimbo al primo bacio alle elementari?! Ha dato dei baci da Oscar, si sta trattenendo!
Un sapore di menta mi stuzzica impercettibilmente.
Non appena accenna ad aumentare io mi stacco.
-Solo uno.
Lui abbassa lo sguardo e sorride timido....lui, timido. Robert Downey Jr imbarazzato. Non credevo fosse possibile.
-Ti sei imbarazzato? Tu e non io?
-Emily sei te che mi fai sentire così.
-Potrei usarlo a mio vantaggio.
Lui sorride e mi fa alzare.
-Bello spettacolo.
Una voce femminile ci raggiunge, facendoci girare.
Susan ci fissa.
*tan taaaaan! Non mi perdo in discorsi stupidi perché devo animare una cena tutta depressa, animo giovani! Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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