[ Rowan ]

Il grande cancello dell'Accademia si aprì nuovamente quella notte. Il gruppo dei ragazzi attraversò le mura quasi un'ora dopo l'arrivo delle ragazze. Dyra e le altre erano rimaste ferme per tutto il tempo ad aspettare che qualcuno si degnasse di informarle sul da farsi. Non sapeva come fosse possibile ma i ragazzi sembravano molto più stanchi di loro, probabilmente il loro viaggio non era andato nello stesso modo, forse non erano neanche riusciti a riposare.

Il coordinatore stava parlando ad un'inviata degli Stati Generali, con un mano indicava il gruppo di matricole ormai al completo mentre con l'altra gesticolava freneticamente. Indossava nuovamente la sua uniforme, dell'uomo stanco e trascurato che quella mattina aveva tenuto la sua lezione nel vagone comune non rimaneva più traccia.

Le dita di Dyra stavano quasi per perdere la sensibilità quando la donna, che fino poco prima stava ascoltando il coordinatore, si avvicinò al gruppo di matricole per condurle ad i rispettivi dormitori. Il quartiere riservato agli allievi del primo anno era situato a sinistra del grande edificio centrale. Le matricole avrebbero alloggiato in due diversi edifici, uno per i ragazzi e l'altro per le ragazze. Le stanze erano tutte uguali tra loro, un letto, uno scaffale, un armadio ed una piccola scrivania. In ogni armadio la divisa grigia aspettava l'arrivo della neomatricola che la avrebbe indossata.

L'uniforme era un punto fondamentale per l'accademia nonché per la distinzione delle matricole secondo il suo colore. Grigia per la prima metà del primo anno e poi, dopo la specializzazione, diversa a seconda della carriera intrapresa. Rossa per i guerrieri, verde per i cacciatori, bianca per i guaritori e blu scuro per gli alchimisti.

Quando la mattina seguente Dyra la indossò si sorprese nel notare che le calzava a pennello. Si passò la parte finale della manica tra le dita, non pensava fosse così spessa, sicuramente con quella avrebbe resistito al freddo senza troppi problemi. Il tessuto era morbido e liscio in modo da non ostacolare alcun movimento. Se non fosse stato per il colore avrebbe giurato quello fosse il capo più bello che lei avesse mai posseduto.

Il cortile del dormitorio brillava per la rugiada del mattino. Il sole era appena sorto mentre un piccolo gruppo di ragazzi si stava dirigendo verso il palazzo nel quale si sarebbe tenuta la prima lezione della mattina. Dyra preferì godersi dalla sua finestra la quiete di quelle strade ancora per qualche minuto prima di abbandonare a sua volta l'edificio. A breve anche le matricole degli altri anni si sarebbero riversate per i viottoli dell'Accademia cercando di raggiungere i rispettivi campi di addestramento ma per il momento le strade erano ancora semivuote, sembrava come se il resto del corpo matricole se la stesse prendendo comoda in modo che i neoarrivati del primo anno potessero imparare ad orientarsi all'interno delle mura dell'Accademia con la maggiore tranquillità possibile.

Le gambe di Dyra si fermarono davanti alla scalinata di un palazzo sul quale era scritto " Palazzo numero 13". Quello doveva essere il posto.

Sulla porta di ogni aula era stata affissa una lista di nomi, le matricole erano state assegnate alle rispettive aule in ordine alfabetico. Dyra cercò a lungo il suo nome e quando lo trovò fu contenta di vedere che la sua classe fosse una delle meno numerose, appena venti matricole. Non sapeva come mai ma molte classi avevano un numero di allievi differente tra loro. Cercò una soluzione per qualche secondo poi preferì entrare piuttosto che porsi delle domande alle quali, per il momento, non sapeva trovare risposta.

Il tutore se ne stava seduto sulla scrivania con le gambe incrociate, era poco più che un ragazzo anche se la barba castana conferiva al giovane un aria autoritaria e decisa.

<< Benvenuta, al corso introduttivo per le matricole del primo anno. Io sono il tutore di questa classe, il mio nome è Rowan. Lei invece è? >>

<< Sono Dyra Dane, matricola 0024200. >> Rispose lei.

I due si scrutarono per qualche secondo poi il ragazzo la invitò a prendere posto tra gli altri allievi già arrivati. Il tutore si presentò ogni volta che una nuova matricola faceva il suo primo ingresso in aula utilizzando per tutte la stessa identica frase. Le ultime volte, alle orecchie di Dyra, sembrò più una canzoncina irritante che un cordiale benvenuto.

Le classi erano miste di ragazzi e ragazze, Dyra controllò più volte la piccola lista che era stata incollata su ogni postazione lasciandosi scappare un sospiro di sollievo quando non trovò nessun Ivan registrato nella sua aula. Continuò a scorrere la lista con l'intento di verificare se occhi da rana, che aveva recentemente scoperto chiamarsi Guen, vi fosse invece menzionata. Il cuore perse un battito quando lesse poco sotto il suo nome quello di Laila. Forse era proprio la figlia di Isac, la stessa ragazza di cui le aveva parlato la madre.

Da quando era partita non aveva mai più pensato a quella storia né tanto meno a tutte le cose che si era lasciata alle spalle ma adesso, leggendo quel nome, ogni pensiero la stava riportando a Windmore, a Giselle, alla radura, ad Isac.

I pensieri giravano così veloci nella sua testa che dovette afferrare con le mani la sedia sulla quale era seduta per non perdere l'equilibrio. La porta che le sbatté alle spalle la riportò in aula tra gli altri. Una ragazza se ne stava ferma davanti all'entrata, non ebbe bisogno di sentire il suo nome, quella era sicuramente Laila. Aveva gli occhi ed i lineamenti di Isac, quella era la ragazza di cui le aveva parlato la madre, non c'era alcun dubbio. Dyra pensò a come si sarebbe dovuta comportare, probabilmente avrebbe fatto finta di nulla, avrebbe recitato la sua parte fino al moneto in cui le due avrebbero avuto l'occasione di presentarsi. Non fece in tempo a prendere una decisione definitiva che il tutore Rowan invitò la classe, ormai al completo, a lasciare l'aula per recarsi al piano inferiore.

Le matricole entrarono timidamente in una grande stanza simile ad una palestra di allenamento fornita di tutto, dalle spade ai bastoni, dagli archi agli scudi.

Dyra si stupì, aveva immaginato che almeno le prime lezioni sarebbero state puramente teoriche e invece le cose stavano prendendo indubbiamente una piega molto diversa. Decisamente molto fisica e clamorosamente poco nozionistica.

<< Ragazzi. >> Tuonò improvvisamente Rowan nel silenzio della palestra.

La classe venne scossa, il suo timbro era molto diverso da quello che aveva usato poco prima nella classe. Nessuno si sarebbe aspettato un tono di voce così forte da un ragazzo così giovane e questo contribuì a garantirgli la totale attenzione delle matricole.

<< Come probabilmente vi sarà stato detto ad ogni tutore viene riservata la facoltà di stabilire secondo quali criteri addestrare la propria classe nonché quali lezioni impartire, quali approfondire e quali tralasciare. Io credo fermamente che quando in un futuro non così lontano vi troverete sulle coste delle Prima Terra tutte le simpatiche tiritere che potrei farvi leggere in questa prima metà dell'anno vi risulteranno del tutto inutili e che, invece, preferirete aver avuto qualche mese di addestramento in più alle spalle. Questo è quanto ho deciso per voi, non mi amo dirlo ma devo informarvi che qualsiasi obiezioni a riguardo verrà inevitabilmente ignorata senza eccezione alcuna. Per concludere sappiate che ogni cambio di classe è severamente proibito. >>

Dyra sorrise nel accorgersi che almeno per questa volta non aveva nulla in contrario, giusto per questa volta le andava bene che qualcuno avesse preso una decisione al posto suo. Se avesse potuto scegliere come organizzare il suo primo periodo di addestramento non avrebbe certamente saputo fare di meglio.

Il tutore Rowan spiegò alla classe che per i primi giorni l'allenamento sarebbe stato quasi esclusivamente fisico e non tecnico, le matricole avrebbero dovuto imparare a dosare e concentrare la propria forza nei colpi.

Iniziarono dai bastoni, picchiando fendenti decisi su alcuni manichini assicurati al suolo con notevoli pesi. I ragazzi dovevano far cadere a terra il manichino colpendolo esclusivamente con il bastone. All'inizio il compito non sembrò di difficile attuazione quasi a nessuno, ma, più le matricole tentavano e più cambiavano idea a riguardo. Anche Dyra aveva largamente sottovalutato l'efficacia dei pesi posizionati alla base del manichino al punto che quando lo vide restare praticamente immobile, anche dopo averlo colpito al massimo delle sue forze, un espressione di disappunto le comparve sul volto.

Alcuni ragazzi riuscivano già a farli dondolare vistosamente da destra a sinistra ma per il momento nessuna matricola del gruppo era riuscita nel suo intento.

Rowan osservava la classe in silenzio, li guardava fallire senza fornire loro nessuna informazione utile, si sarebbe detto li stesse studiando, forse addirittura valutando. Alcune ragazze avevano rallentato il ritmo dei colpi, alcune sembravano proprio sul punto di arrendersi quando, perla prima volta da tempo, il tutore si rivolse alla classe.

<< Non riuscirete mai ad abbattere un nemico di quella stazza colpendolo in questo modo. Non potete utilizzare solo la forza delle vostre braccia. Dovrete usare ben altro, dovrete coinvolgere ogni muscolo del vostro corpo partendo dalle gambe arrivando fino ai polsi. Ogni singolo movimento può caricare il vostro colpo in maniera esponenziale. >> Senza aggiungere altro raccolse un bastone da terra, lo afferrò saldamente con la mano destra e poi, tramite un movimento fluido che parve una danza vibrò un pensate colpo al manichino che per una frazione di secondo rimase immobile ma poi, quasi inspiegabilmente, venne balzato via come fosse fatto ti cartone.

Nessuno riusciva a fare domande, nessuno riusciva neanche a credere con quanta facilità quel ragazzo avesse letteralmente spazzato via quel manichino con una sola mano.

<< Non posso spiegarvi quali movimenti fare, la modalità del colpo varia secondo la vostra fisionomia, secondo la vostra struttura muscolare e ossea. Posso solo incitarvi a trovare la vostra tecnica e garantirvi che una volta trovata ognuno di voi sarà in grado di far sbalzare il proprio manichino altrettanto lontano indipendentemente dalla propria corporatura. Per i più fortunati di voi basteranno poche ore, per gli altri saranno richiesti giorni forse settimane ma a nessuno in questa classe verrà concesso di arrendersi. Sappiatelo. >>

Detto questo Rowan lasciò rapidamente la sala salutando la classe e dandole appuntamento a tre ore dopo.

Dyra non poteva credere che se ne stesse andando per davvero, che razza di tutore avrebbe lasciato delle neomatricole sole il primo giorno di addestramento dopo neanche venti minuti di "lezione" per giunta.

Quel comportamento le sembrò inaccettabile e del tutto irresponsabile, stava già per far presente il suo punto di vista agli altri quando l'aria venne scossa da un schiocco simile a quello di una frusta. Qualcuno aveva già ricominciato ad allenarsi, a poco a poco il rumore dei fendenti che cozzavano contro la superficie di cuoio dei manichini divenne sempre più frequente. Dyra si vide allora costretta ad abbandonare il proprio disappunto e a riprendere il suo allenamento.

I primi tentativi furono un fallimento totale. Più che un movimento fluido il suo sembrava una contrazione scomposta di muscoli a caso, poi, dopo svariati tentativi, il manichino iniziò a oscillare prima leggermente poi in maniera più marcata.

Le ore passarono veloci tanto era concentrata nei suoi colpi, la spalla cominciava a farle male ed il polso ogni tanto cedeva la presa facendole volare il bastone dopo l'urto. Osservando gli altri dovette riconoscere che alcuni ragazzi avevano conseguito notevoli progressi ma anche lei non era stata da meno. Mentre si massaggiava il polso dolorante un rumore diverso catturò l'attenzione di tutti, un ragazzo dai capelli rossi era appena riuscito a far cadere il suo manichino. Rowan, appoggiato con una spalla sulla porta, iniziò lentamente a battere le mani.

<< Complimenti, abbiamo il nostro primo successo. >>

Perché era lì? Li stava osservando? Da quanto? E soprattutto come mai non si era accorta fosse in aula?

L'idea che quel ragazzo ci fosse riuscito prima di lei la infastidiva più del normale. Avrebbe voluto essere la prima a riuscirci, avrebbe voluto essere lei.

Dopo il primo successo del ragazzo le matricole si lanciarono in una folle corsa per il secondo posto, intensificarono il ritmo, smisero di scambiarsi opinioni, molti rinunciarono perfino al pranzo.

Il pomeriggio passò tra un insuccesso e l'altro, nessun'altra matricola nella classe era riuscita nel suo intento. Il tutore Rowan annunciò a tutti la fine della lezione ed invitò i ragazzi a ritirarsi nei rispettivi dormitori per riposare. Poi, mentre i primi già abbandonavano la sala e i più testardi avevano finalmente smesso di menare fendenti, avvicinandosi a Dyra le comunicò che era desiderata nell'ufficio del coordinatore Rhan per discutere di quanto accaduto sul treno durante la seconda lezione e che quindi non avrebbe potuto far ritorno al suo dormitorio ancora per un po'.

Non poteva crederci, sarebbe stata punita per aver espresso un dubbio quando veniva continuamente esortata a farlo. Il coordinatore aveva davvero riportato l'accaduto, quello che aveva fatto era stato davvero ritenuto così grave.

Un brivido le pervase il corpo come un'onda, le gambe tracciarono una semicirconferenza perfetta, il braccio iniziò un movimento mai fatto prima, senza accorgersene il suo bastone stava viaggiando velocemente verso il manichino. L'onda che le correva lungo tutto il corpo era ormai arrivata ai polsi quando la punta del suo bastone cozzò contro la parte alta del torace del manichino. Il fantoccio iniziò a vibrare e poi, dopo una frazione di secondo, sbalzò indietro fino ad atterrare sul suolo con un tonfo fragoroso.

<< Sono pronta per andare nell'ufficio dell'coordinatore signore. Non conosco la strada, mi ci può condurre lei? >> lo sguardo di Dyra era quello di chi aveva appena provato a se stessa qualcosa.

<< Con piacere signorina. >> Rispose lui lasciandosi scappare un sorriso di compiacimento.


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