[ Non è la fine pt.2 ]

Laila aspettava nella sua camera l'amica che non sarebbe mai arrivata. Avvolta in un mantello scuro Dyra si trascinava in direzione del Tredicesimo Palazzo ripensando a tutte le decisioni sbagliate che aveva preso nella sua vita. Sotto quel vento che non riusciva a spazzare via tutti i pensieri che le vorticavano in testa la ragazza riconobbe il suo punto di rottura, il punto dal quale tutto poteva iniziare o finire con la stessa indefinibile probabilità.

La sala nella quale stava aspettando Rowan era avvolta nell'oscurità più totale e, malgrado l'estate fosse appena finita, un insolito gelo la faceva da padrone tra quelle mura. Ci volle più di un'ora perché un pacato rumore di passi fosse flebilmente udibile per quei corridoi. A giudicare dall'andatura Rowan doveva essere di ottimo umore.

<< Sei qui? >> Chiese il ragazzo quasi bisbigliando.

<< Si. Sono qui. >>

<< Non ti vedo. Aspetta che... >> Venne interrotto mentre tentava di accendere una fiaccola.

<< Non farlo. Non accenderla. >> Lo stroncò lei.

<< Cosa?! Perché no? Dyra non riesco a vedere nulla se non...>> A quel punto Rowan venne interrotto per la seconda volta.

<< Ti ho detto di non farlo. >>

<< Va bene. Ma spiegami almeno il motivo. >>

<< Perché se lo facessi diventerebbe tutto ancora più difficile, diventerebbe tutto ancora più reale. >> Rispose lei con un'espressione di straziante disperazione che l'altro, a causa del buio, non riuscì neanche a vedere.

<< Cosa diventerebbe più reale Dyra? Non riesco a seguirti. Cos'è successo? >> Chiese palesemente confuso.

<< Devo lasciare l'Accademia Rowan, devo lasciarla al più presto. Qualcuno ha scoperto di Guen, qualcuno senza scrupoli, un folle. Devo andarmene da qui, devo andarmene prima che sia troppo tardi, prima che io sia solo un altro corpo senza vita gettato in un fossato. Non posso competere con questo, con questa follia. Non posso più gestire l'immagine della luce nei suoi occhi mentre mi chiedeva della morte di Guen. Io non posso più. >>

<< Calmati adesso! Devi dirmi di chi stai parlando, posso sistemare ogni cosa, devi solo dirmi un nome. >> Disse lui in un tono non molto rassicurante mentre il suo volto assumeva un'espressione mai vista prima che fece gelare il sangue nelle vene dell'altra.

<< Mai. Non trascinerò più nessuno giù con me in questo gorgo di orrori. >>

<< Tu non capisci! Devi dirmelo! Non posso accettare che qualcuno mandi all'aria tutto il lavoro, tutti i sacrifici, tutto il dolore di questi anni. >> Replicò Rowan se possibile anche più determinato di lei.

<< Sei tu a non capire, ho preso la mia decisione. Non tornerò indietro. È arrivato per me il momento di pensare alla mia famiglia, a me stessa, ad Isac, il momento di rimettere insieme tutti i pezzi della mia vita che sono stati sparpagliati ovunque in questi anni. Non c'è nulla che tu possa fare o dire per farmi cambiare idea, mi dispiace. Ho solo pensato fosse giusto dirtelo. Domani mattina andrò negli uffici del Palazzo Centrale e comunicherò alla Direzione la mia decisione, sono più che sicura che non mi ostacoleranno, anzi ne saranno perfino sollevati. Molti di loro non aspettano altro da tempo ormai. Finisce qui Rowan, io finisco qui. >> Il tono di Dyra adesso era insolitamente calmo come quello di chi sapeva di fare la cosa giusta.

<< Capisco... io capisco ogni singola parola, ogni paura, ogni perplessità. Le capisco e per questo le rispetto, rispetto le tue scelte come spero anche tu rispetterai le mie. Non posso lasciarti andare, sei troppo importante, senza neanche accorgertene sei inevitabilmente diventata il volto della Quarta Terra. Dyra tu sei la prima cacciatrice del Continente. >>

In risposta lei si limitò ad accennare un inaspettato sorriso mentre a testa bassa comminava in direzione dell'uscita.

<< Devo confessarti che pensavo sarebbe andata diversamente... Questa sera, in questo palazzo, noi. >> Aggiunse poi Rowan rassegnato e malinconico.

<< Si... Anche io. >> Concluse lei con ancora più malinconia mentre abbandonava il ragazzo alla solitudine dei suoi pensieri.

Il sole che filtrava dalla grande vetrata rettangolare illuminava l'intero salone nel quale Dyra stava pazientemente attendendo di essere ricevuta dalla Direzione Accademica. Le due guardie davanti alla grande porta di legno la fissavano a turno mentre lei si scrollava di dosso anche le ultime tracce della polvere usata per il riconoscimento della matricola. L'attesa fu così snervante che le sembrò di impazzire su quel confortevole divano color avorio ma proprio mentre le ultime speranze di essere ricevuta in quella mattinata la stavano abbandonando la maniglia, quasi impercettibilmente, ruotò.

<< 0024200 può accomodarsi. >> Fu una terza guardia a parlare mentre con un colpo secco le spalancava la porta.

Seduta dietro ad una scrivania insensatamente enorme se ne stava in silenzio la stessa donna che l'aveva interrogata durante l'Assemblea straordinaria che era stata indetta per giudicare la sua assenza alla Riunione annuale. Accanto alla donna altri quattro o cinque inviati degli Stati Generali lavoravano freneticamente su pile e pile di documenti. Nessuno parlò per qualche secondo, poi, quando anche l'altra riconobbe Dyra, il silenzio venne infranto.

<< Ero certa che non sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto la sua faccia nel mio ufficio. Mi dica, cosa la porta qui nel Palazzo Centrale questa volta? Suppongo non si tratti di una frivolezza se è stata disposta ad attendere quasi due ore davanti ad una porta chiusa. >> A quel punto tutti nella stanza smisero di lavorare ed alzarono lo sguardo fino ad incontrare la ragazza alla quale erano state rivolte tali parole.

In quel preciso istante Dyra ripensò a Chort, ai suoi inganni, a quando era stata colpita e incatenata, ripensò a Rhan e Rowan, a Laila, ripensò a se stessa, ripensò ad ogni cosa. Completamente smarrita in un vortice di vita già vissuta e che non riusciva proprio a dimenticare esitava rispondere a quella donna che con fare autoritario la fissava stupita dall'inaspettata esitazione della ragazza.

Avrebbe voluto essere forte abbastanza per continuare la sua battaglia da dove l'aveva lasciata, avrebbe voluto essere un po' meno stanca per riuscire a rialzarsi ancora una volta ma gli occhi di Ivan le apparivano davanti in ogni singolo istante di quell'estenuante conflitto interiore. Difronte a quella follia si sentiva priva di armi, del tutto esposta e vulnerabile. Per un po' il caos più totale si impadronì dei suoi pensieri, poi, più forte delle circostanze, l'immagine della sua casa che bruciava li riordinò tutti in una manciata di istanti.

<< Purtroppo è così, non si tratta di una frivolezza. Sono venuta qui, nel Suo ufficio, per dirle qualcosa che probabilmente molti aspettavano da tempo... >> Improvvisamente un brusio confuso ma chiaramente udibile si sollevò da oltre la porta dalla quale era entrata.

Era come se qualcuno stesse facendo pressione per accedere nell'ufficio della donna. A poco a poco il brusio divenne più forte fino a diventare inconfondibile, più di una dozzina di voci all'unisono chiamavano il suo nome. L'urlo furioso delle guardie che si videro travolgere da quella folla inarrestabile arrivò giusto un secondo prima che le porte della direzione cedettero sotto la spinta di tutte quelle mani che ne avevano avuto abbastanza di restarsene in attesa nell'ombra.

All'improvviso la sala venne riempita da più di cinquanta matricole, alcune del primo, altre del secondo, altre ancora del terzo anno. Tutte erano lì per lei, per mostrarle quanto il suo coraggio le avesse ispirate, per farle capire che dal coraggio non può che nascerne dell'altro. Vicini in prima linea, davanti al gruppo, Rowan e Laila la fissavano senza dire nulla. Erano gli unici a non parlare. Mentre l'intero Palazzo Centrale piombava nel caos più assoluto una decina di guardie fecero il loro ingresso per sedare la rivolta, dietro di loro, in disparte, Ivan e Chort assistevano allo susseguirsi degli eventi. Le guardie avevano appena iniziato a respingere, in maniera non pacifica, le prime matricole protestanti quando la donna le bloccò semplicemente sollevando il palmo della mano destra verso il soffitto. Paradossalmente con quel minuscolo gesto la quiete, sebbene solo apparente, venne ristabilita. Guardie e matricole si separarono, perfino il brusio più sommesso venne meno. Tutti in quella stanza aspettavano con il fiato sospeso che fosse il momento di agire o che non lo fosse più.

In quello scenario paradossale Dyra cercava di capire cosa stesse accadendo alle sue spalle, il perché tutte quelle persone fossero lì urlando il suo nome.

<< Le avevo già detto che lei matricola 0024200 mi avrebbe portato altre seccature, ne ero praticamente certa e come può ben vedere non avevo torto. Ora se vuole continuare il suo discorso e spiegarmi cosa l'ha portata fin qui in questa mattinata e magari anche fornirmi delle delucidazioni sul perché mi debba trovare invasa da una folla di matricole urlanti. Sono davvero impaziente di saperne di più sul motivo di questa imperdonabile intrusione nonché aggressione. >> A quelle parole le guardie si tesero come guidate da un'unica volontà pronte ad intervenire nuovamente al minimo cenno di ribellione.

Per la prima volta Dyra si girò verso il gruppo che, fino a quel momento, le era rimasto alle spalle. Nel voltarsi rimase sorpresa nel constatare l'effettivo numero di persone che erano accorse. Molti volti le erano del tutto sconosciuti, non aveva la più pallida idea di chi fossero la maggioranza di quelle matricole eppure loro erano lì per lei, per sostenere in qualche modo il messaggio che aveva avuto il coraggio di lanciare. Il suo sguardo cadde prima su Rowan e subito dopo su Laila. Entrambi le annuirono con il capo in un gesto di reciproca approvazione. Dyra si sentì morire, Rowan non si era arreso, davvero non l'avrebbe lasciata arrendersi, non ora. Poco importa al mondo della sua paura di trascinare con se nelle sue disgrazie anche solo un'altra persona perché adesso, in quella sala, erano radunati decine e decine di ragazzi pronti a calarsi in quello sventurato gorgo insieme a lei e, prima tra tutti, Laila che non le era mai sembrata più sicura di adesso.

Quando si voltò nuovamente la donna davanti a lei sembrava improvvisamente esausta e oltremodo nervosa, martellava freneticamente le dita sull'enorme scrivania scandendo un ritmo opprimente che costrinse Dyra a fare un respiro profondo prima di iniziare a parlare.

<< Sono venuta qui per lanciare un messaggio. Per ribadire nuovamente agli Stati Generali che io sono qui, che sono ancora qui. Sono stata ingannata, punita, picchiata, umiliata, legata. Ho perso tutto quello che avevo, la mia casa e me stessa. Perfino qui all'Accademia la complicità intera di alcuni elementi mi ha duramente messa alla prova, l'ultima volta tra tutte esattamente ieri sera, pochi minuti dopo l'arrivo, in cui ho dovuto ricevere delle visite non esattamente gradite nel mio alloggio. Questo tipo di complicità, meno velata di quanto ho lasciato far credere, mi spaventa, anzi, mi nausea ma non per questo mi fermerà, né ora e né mai. Mi sono rialzata tutte le volte e non ho intenzione di smettere ora. Quindi sì, quello che volevo dirle non era una frivolezza, non lo è mai stato. >> Fu quella la prima volta in cui Dyra si sentì veramente accettata, la primissima volta in cui furono le altre persone a darle tutta quella forza che non riusciva più a trovare in se stessa. E aveva funzionato, si sentiva forte, si sentiva inarrestabile.

<< Si rende conto che quello che sta dicendo verrà... >> Iniziò la donna.

<< Non ho finito. Mi ha chiesto cosa ero venuta a fare ed ora, io, glielo sto dicendo. Mi lasci finire, mi chiederà se mi rendo conto solo allora. >> La interruppe Dyra in tono serio togliendo il fiato a tutti i presenti che istintivamente si portarono una mano alla bocca.

<< Volevo anche aggiungere... >> Cominciò a dire la ragazza mentre si voltava verso Ivan e Chort che aveva intravisto poco prima fuori dalla porta della Direzione.

Quel gesto colse i due completamente alla sprovvista che, una volta riconosciuti da tutti i presenti, furono costretti a fare il loro ingresso nell'ufficio.

<< Volevo anche aggiungere che io sono una cacciatrice, anzi, che sono la prima cacciatrice nonché rappresentante per la classe del secondo anno e non ho davvero nessunissima intenzione di vergognarmene né tanto meno di farmene una colpa. A chi questo non va a proprio genio farà bene a farsene al più presto una ragione, oppure ad uccidermi perché è questo l'unico modo che avete a disposizione per liberavi di me. Sappiate che io non ho intenzione di cedere, io non ho più paura, davvero non ne ho più. Ecco... ora ho finito. >> Concluse mantenendo lo sguardo fisso su Ivan e Chort.

La sala rimase in un silenzio agghiacciante che non necessitava di nessuna spiegazione fino a quando, quasi impercettibilmente, Laila bisbigliò all'orecchio di Rowan.

<< Ma cosa sta facendo? Così finirà con il firmare la sua condanna a morte. >>

<< Al contrario... >> Rispose l'altro mentre uno strano sorriso gli appariva sulla faccia.

<< Non sta più cercando si sopravvivere, ora, con tutta se sessa, ha deciso di iniziare a vivere... e sai... penso che ce la farà. >>



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[ Spazio autore da leggere poiché moderatamente LETALE. xD ]

Prima cosa... AUGURI A TUTTIIIIIIII. Spero davvero che questo 2016 si riveli un anno a dir poco fenomenale.

Questa mattina mi sono svegliato e ho deciso di volervi fare un regalo per il primo dell'anno e quindi mi sono messo a scrivere questa seconda parte del capitolo. Spero vi piaccia :')... è finalmente arrivata una gioia per Dyra, un po' di meritato supporto :P.

Mi scuso per tutti gli eventuali (e molto probabili xD) errori, questa volta essendo in settimana bianca non ho davvero trovato il tempo di rileggere il capitolo ma lo farò a breve. (Visto?! Vi penso anche in vacanza) U_U.

Un grazie a tutti voi che seguite "The Hunter", che lo continuate a votare e a commentare. Per me è davvero importante, in qualche modo mi ripaga delle notti insonni :P.

Grazie anche a tutti coloro che hanno iniziato a seguire la mia raccolta "Get Inspired" siete davvero il Top xD.

Ancora un buon anno a tutti, fatemi sapere se il capitolo vi  è piaciuto, un saluto a todos. Ciauuuz

2XPlus3Y



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