[ L'Arena pt.1 ]
Le trombe risuonarono nell'Accademia. A Dyra sembrò di essere tornata indietro al giorno del censimento nel quale quel suono l'aveva svegliata esattamente nella stessa maniera.
Questa volta il ritmo era diverso, era decisamente più incalzante ed opprimente. Serviva a ricordare agli studenti che non c'era più tempo per prepararsi, come se qualcuno potesse davvero dimenticarsi che il giorno dell'Arena era ormai arrivato, come se le matricole del primo anno non ci stessero pensando ininterrottamente già da più di una settimana.
Fuori era ancora buio così decise di rilassarsi per qualche minuto sotto l'acqua tiepida della doccia. Sarebbe stata una giornata molto intensa e voleva affrontarla al meglio. Appoggiò la divisa grigia sulla sedia e si fermò a guardarla, molto probabilmente quello sarebbe stato l'ultimo giorno in cui la avrebbe indossata. Improvvisamente ebbe paura, voleva più tempo, non le piaceva l'idea di cambiare divisa né tanto meno addestramento. Il getto d'acqua le massaggiava la schiena mentre la testa era leggermente piegata in avanti. Lasciò che l'acqua la avvolgesse rendendo ancora più evidente il contrasto tra il nero corvino dei capelli bagnati e il pallore della pelle chiarissima.
Le voci delle altre ragazze nel corridoio la distolsero dallo stato di torpore nel quale era caduta. Rapida si asciugò ed indossò l'uniforme, si pettinò i capelli e poi li legò in una treccia. Prima di uscire dal bagno si fermò davanti allo specchio, la sua immagine riflessa la fece sorridere, Giselle non l'aveva mai vista con i capelli così lunghi né tantomeno così pallida. Avrebbe voluto sapere come andavano le cose a Windmore, come procedeva il lavoro alla lavanderia, come stava la madre. Uscendo dal bagno scosse la testa per scacciare quei pensieri.
L'appuntamento quella mattina era fissato per le otto davanti all'entrata del grande palazzo centrale. Una volta arrivate le matricole sarebbero state chiamate, divise per classi ed ordinate in modo decrescente secondo l'anzianità del tutore. Probabilmente la classe di Dyra sarebbe stata una delle ultime vista la giovane età di Rowan. Il tutore avrebbe proposto la specializzazione di ogni alunno davanti ad una speciale giuria convocata dagli Stati Generali. In poche ore le prime sfide avrebbero avuto inizio nell'Arena. Malgrado mancasse ancora molto alle otto gran parte delle matricole del primo anno si erano già radunate davanti al cancello del palazzo centrale. Quello era l'unico giorno in cui l'Accademia tollerava lo stato di agitazione dei ragazzi giustificandolo con il non indifferente carico nervoso al quale le matricole erano sottoposte. Tra i tanti volti si distingueva quello di una ragazza dai capelli rossi che rideva così istericamente alle battute delle sue amiche da rimanere senza fiato.
Dyra e Laila stavano parlando tranquillamente con le spalle appoggiate al recinto del palazzo. Laila non sembrava affatto agitata, Dyra si chiese se stesse cercando di trattenersi o se fosse veramente così serena. L'Arena era pur sempre la prima vera prova che affrontavano da quando erano arrivate lì, nessuno poteva rimanere così calmo.
<< Ti sta osservando. >> Disse Laila strappando Dyra ai suoi ragionamenti.
<< Chi mi sta osservando? >>
<< Ivan, è lì, dietro quel gruppo di ragazzi. È già qualche minuto che lo sto tenendo d'occhio. >> Il tono di Laila era infastidito.
<< Non me ne ero accorta, ti prego non farti notare oppure non la smetterà più. Quel tizio è insopportabile, comincio a pensare che non mi lascerà mai in pace. >> Laila era sul punto di ribattere ma le trombe la interruppero.
Un inviato degli Stati si stava accingendo a chiamare la prima classe all'interno dell'edificio. Era la classe del tutore Ghal, un uomo basso e grasso che saliva a fatica gli scalini dell'entrata seguito da una trentina di studenti. Dyra si chiese come poteva un uomo tanto goffo preparare delle matricole alla specializzazione. Dopo neanche dieci minuti li vide riapparire, i ragazzi ridevano e gridavano come fossero appena usciti da una festa, il tutore Ghal guardava i suo allievi con aria soddisfatta. Un'altra classe venne convocata e poi un'altra ed un'altra ancora. L'intero processo fu molto più rapido di quello che aveva pensato. Non trascorse molto tempo che fu anche il loro turno. Rowan li aspettava già in cima alle scale, Dyra sbuffò quando pensò che nessuna delle altre classi aveva dovuto salire la scalinata da sola. Era una sciocchezza ma Rowan non li stava accompagnando neanche in quello, lui li aspettava in cima.
La sala in cui vennero condotti era quantomeno spoglia, una giuria assonnata presiedeva lo svolgersi dei fatti da una posizione sopraelevata rispetto alla classe. Le matricole presero posto ordinatamente occupando meno della metà delle sedie che erano state preparate per l'occasione. Prima di rivolgersi alla giuria Rowan si voltò una volta verso la classe facendo correre i suoi occhi su ogni studente. Quando alla fine il suo sguardo si fu posato anche sull'ultima matricola si rivoltò verso la giuria e con un sorriso iniziò il suo breve discorso.
<< Salve, io sono il tutore Rowan, sono qui per mettere Voi giuria e le matricole al corrente della carriera specialistica che io, con il potere concessomi dagli Stati Generali, propongo per ciascuno di loro. Se non ci sono obiezioni inizierei con l'elenco. >> La voce di Rowan tremava leggermente.
<< Nessuna obiezione può procedere. >> Rispose il membro anziano della giuria.
Rowan trafficò con un taccuino fino a trovare la pagina che stava cercando.
<< Rosaline Beth. >> La ragazza si alzò in piedi e quasi cadde per la tensione, Rowan la guardò negli occhi.
<< Classe Guaritori. >> lo sguardo di Rowan era fermo sulla ragazza che, rivolgendosi alla giuria, timidamente accettò il giudizio del tutore.
<< Steven Cant, classe Guerrieri >> Il ragazzo accettò.
Classe Cacciatori, classe Guaritori, classe Alchimisti, la lista scorreva veloce, nessuno aveva neanche provato a rifiutare l'indirizzo proposto da Rowan.
Dyra infastidita si domandò come mai la classe dei Guaritori si chiamasse così e non delle Guaritrici se le uniche matricole che potevano entrarvi erano ragazze.
Giselle da bambina le diceva spesso che il mondo alcune volte gira al contrario e quella doveva proprio essere una di queste.
<< Laila Cull, classe Alchimisti. >> Risedendosi Laila sorrise all'amica con l'aria di chi si era appena tolta un peso.
<< Dyra Dane >> Dyra stava ancora guardando Laila quando Rowan chiamò il suo nome. Si alzò cercando di puntare bene i piedi, il tutore la studiò per qualche secondo in più rispetto al resto delle matricole, lo sguardo di Dyra era invece fisso sulla giuria.
<< Classe Cacciatori. >> La ragazza non realizzò subito quanto accaduto, fu lo stato di agitazione della giuria a farle capire che qualcosa di sbagliato era appena successo. Si guardò intorno confusa, le altre matricole la osservavano increduli, gli occhi di Laila era completamente sgranati, nessuno si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere, neanche lei, non più.
Rowan l'aveva proposta come cacciatrice. Cercò di riacquistare lucidità ma più provava e più la testa le girava, era sul punto di cadere seduta quando una mano strinse la sua. Era Laila che vedendola così disorientata si era avvicinata per sostenerla. Con quel semplice contatto fisico Dyra riuscì a riacquistare parte del controllo perduto, almeno quanto le serviva per dire "accetto". Al suono di quella parola la giuria entrò completamente nel caos, mani agitate, sguardi di disappunto, urla di incomprensione. Rowan se ne stava in piedi con la testa bassa, probabilmente sapeva di aver appena distrutto la propria carriera, probabilmente sapeva che la giuria non avrebbe avuto pietà.
La verità è che aveva paura, così come Dyra che si domandava se sarebbe stata all'altezza del suo incarico, se ce l'avrebbe fatta e quanto le avrebbero reso la vita impossibile. La ragazza avrebbe voluto intercettare lo guardo di Rowan ma il tutore non dava cenni di volerlo schiodare da terra. La testa di Dyra iniziò a vorticare nuovamente i minuti successivi furono confusi ed ovattati. Solo di una cosa era certa, che anche solo per un momento, travolti dalla stessa paura lei e Rowan erano stati vicinissimi.
Qualcuno la condusse fuori di lì, la aiutò per le scale e la appoggiò con la schiena al muro. Non sapeva chi fosse stato, ma gli fu grata a prescindere.
Quando tornò lucida Laila era li che la fissava.
<< Mi senti? >> Le chiese un po' preoccupata.
<< Si. È solo che non ero pronta, non sono pronta. >> Rispose Dyra.
<< Lo so, ti capisco. Chiunque avrebbe reagito allo stesso modo. Come ti senti ora? >>
<< Ho paura, paura di ogni singola conseguenza. >> La voce di Dyra tremava tantissimo.
La notizia doveva essersi già sparsa tra le altre matricole visto che molti la fissavano con aria incredula.
<< Fidati di quello che sto per dirti, sei pronta. Dyra tu sei pronta. Nessuno si sarebbe giocato la propria carriera per qualcuno che non fosse stato pronto. Io e Rowan lo sappiamo, devi saperlo anche tu. >>
E' vero, Rowan aveva sacrificato un po' troppe cose per lei, non poteva deluderlo, non voleva deluderlo. Una sensazione insopportabile la attanagliò lo stomaco. Una nausea improvvisa seguita da violenti colpi di tosse la costrinsero in ginocchio. Entrare nei Cacciatori era il suo obbiettivo, ed ora che lo aveva raggiunto sarebbe voluta scappare, un'alchimista, sarebbe stato meglio essere un'alchimista. Si odiò per quello che stava pensando e con l'odio la nausea non poté che aumentare rapidamente.
<< Ascoltami Dyra, ora puoi scegliere, puoi rimanere qui in preda alla paura oppure puoi cercare di calmarti, rimetterti in piedi e venire con me al dormitorio. Abbiamo ancora un po' di tempo prima dell'Arena, e non so tu ma io ho voglia di vincere. Si Dyra ora possiamo vincere entrambe. >> Laila non le stava mentendo, non era più il momento di esitare, ora bisognava combattere, combattere o lasciarsi distruggere.
Dyra cercò di calmare la tosse, avrebbe voluto ringraziare l'amica ma il fiato era ancora troppo corto allora fece qualcosa che non era solita fare, l'abbraccio.
Quello era il suo modo per ringraziarla di quanto stava facendo per lei, di tutta quella forza che aveva saputo darle. Si rimise in piedi e con un gesto del capo le fece capire di essere pronta. Le due iniziarono a camminare verso il dormitorio, più si allontanavano più i mormorii tra le altre matricole si facevano forti, così forti da sembrare urla.
Una volta arrivate Dyra pensò che la stanza di Laila fosse molto più ordinata della sua, anche il letto era stato rifatto con più cura.
<< E così abbiamo la nostra prima cacciatrice, sono contenta sia tu Dyra, trovo che il verde dell'uniforme ti starà benissimo, ti metterà in risalto gli occhi. >> Scherzò Laila.
<< Ma anche un cappello sarebbe andato bene. >> Rispose l'altra anch'essa scherzando.
<< Bene... ho una notizia buona ed una cattiva per te Dyra, quale vuoi sapere per prima?>>
<< La cattiva, prima la cattiva. >> Rispose.
<< Ivan è stato selezionato per la Classe dei Cacciatori. >> Lo disse con una spietata semplicità, guardando Dyra negli occhi. L'aria divenne densa come il cartone. Laila si aspettava che l'amica vacillasse per qualche secondo ma non accadde.
<< Bene, poi? Qual è la buona notizia? >>
<< Ovvio la buona notizia è che puoi batterlo e se lo farai per lui sarà una doppia sconfitta. >> Dyra rimase leggermente delusa, avrebbe voluto qualcosa di più ma si accontentò perché aveva appena capito che bisogna stare molto attenti a quello che si desidera perché una volta chiesto può accadere che lo si ottenga.
<< Beh sarà un buon modo per chiudere i conti che abbiamo in sospeso, nel bene o nel male. >>
<< Avete un conto in sospeso? Non me lo avevi detto. >> Chiese Laila palesemente disorientata.
Dyra serrò le labbra rendendosi conto di non aver detto nulla a Laila di quanto accaduto nella piazza di Windmore.
<< Non te ne ho mai parlato perché non sono neanche sicura sia l'effettiva ragione per cui mi sta dando il tormento. A me sembra tutto così folle, è una storia abbastanza lunga e senza senso ti ho risparmiato una noia >> cercò di sviare Dyra
<< Potresti comunque dirmelo ora. >>
<< Ora? E che senso ha ammorbarti ora con qualcosa che sta per essere chiuso?! >>
<< Giusto. >> Laila le sorrise annuendo leggermente, era senza dubbio la figlia di Isac.
Le due parlarono così di gusto da dimenticare ogni problema. Persero completamente la cognizione del tempo e quando la riacquistarono senza dire nulla scattarono in piedi ed iniziarono a correre a perdi fiato verso una delle sale mediche del terzo edificio dell'Accademia.
Lì si sarebbe tenuta la prova dell'Arena per i Guaritori. Quando arrivarono davanti la porta c'era Rowan seduto per terra con le gambe incrociate e la testa leggermente piegata all'indietro appoggiata al muro. Dyra non avrebbe voluto vederlo, non voleva sapere né cosa gli avessero fatto né tanto meno a quale sanzione era andato incontro. Accelerò il passo per raggiungere il secondo ingresso ma non fece in tempo ad aprire la porta che le matricole stavano già alzandosi per abbandonare la sala. La prova era conclusa, una ragazza castana piangeva circondata da alcune amiche.
Avevano già il primo viso, quello dei rappresentante dei Guaritori. Dyra cercò tra la folla Laila dopo averla persa di vista una volta entrata in sala. Un brivido le corse lungo la schiena, i prossimi a sfidarsi sarebbero stati proprio gli Alchimisti.
Quando la rivide Laila era in fondo all'aula già circondata da tutte le altre matricole della classe Alchimisti. Si precipitò per le scale fino a raggiungerle e quando fu dentro al gruppo chiamò l'amica. Non aveva più l'aria sicura di qualche minuto prima ma a confronto con le altre era comunque la più tranquilla.
<< Allora ci siamo. >> Esordì Dyra.
<< Sembra di si. Mi hanno appena detto che la sfida si terrà nell'aula laboratorio del quarto piano, stanno già preparando la sala. Non ci vorrà molto. Dyra io credo tu debba parlare con Rowan prima della tua Arena. >>
<< Tu ora non pensarci e cerca di vincere che mi farebbe piacere essere l'amica di una rappresentante. Buona fortuna Laila. >> Fu tutto quello che riuscì a replicare.
<< Grazie ci proverò. Ma tu ricordati quello che ti ho detto. >> Non fece in tempo a finire la frase che Dyra venne costretta da un inviato degli Stati Generali a lasciare la sala.
L'aula laboratorio aveva molti meno posti della precedente, sebbene mancasse ancora molto all'inizio dell'Arena Dyra si trovò costretta ad occupare uno degli ultimi sgabelli liberi. I suoi nervi si tesero all'estremo quando Rowen le si sedette accanto.
<< Credevo che i tutori avessero dei posti riservati >> Balbettò Dyra.
<< Infatti li hanno ma come avrai notato di recente le cose hanno preso una piega inaspettata. >> La ragazza si sentì morire, allora aveva veramente perso il suo posto come tutore, l'Accademia lo aveva punito anche per colpa sua. Dyra assunse un'espressione a metà tra la riconoscenza ed il dispiacere.
<< Perché? Perché lo hai fatto? >>
<< L'ho fatto perché era la cosa giusta da fare per moltissime ragioni. Le cose devono cambiare e da qualche parte bisogna pur iniziare. E poi durante l'ultima lezione ti ho vista tirare, quando tutti se ne sono andati dopo aver saputo della mia assenza tu sei rimasta ed hai tirato. Non avevo mai visto nessuno mettere così tanto di sé in quel gesto. Senza nessuna vergogna ti confesso che, per un attimo, mi hai lasciato senza parole. Ed è per questo che non mi pento di quello che ho fatto, sono sicuro che te la caverai e che non avrai alcun problema a farti rispettare nella tua categoria. >> Dyra lo osservava confusa.
<< Come hai potuto vedermi, tu non c'eri, tu non sei venuto all'ultima lezione, tu non eri in palestra io ne sono sicura. Allora ci hai ingannati. >> gli occhi della ragazza correvano veloci da destra a sinistra cercando di fare chiarezza.
<< No, non vi ho ingannati, avevo solo bisogno di chiarirmi le idee e quello era indubbiamente il modo più rapido per farlo. >>
<< Come ho fatto a non vederti? Come hai potuto nasconderti così bene? Come? >>
<< Dyra io sono un guerriero che dopo aver trascorso un anno al fronte ha deciso di non tornare a casa per rendersi ancora utile qui, all'Accademia, vicino a mio padre, il coordinatore. Ci sono molte cose che ancora devi imparare, avrai tempo. Vedrai tra poco meno di un anno sarai capace di percepire la mia presenza anche ad occhi chiusi. Devi solo aspettare, darti del tempo. >>
Tutte quelle informazioni le fecero venir voglia di uscire a prendere una boccata d'aria. Rowan aveva sostenuto l'addestramento accademico nella classe dei Guerrieri e di ritorno dal fronte aveva deciso di rimanere accanto al padre in Accademia. Il pensiero che quel giorno, mentre dava tutta se stessa all'arco lui fosse lì ad osservarla la fece arrossire, quasi vergognare.
<< Adesso cosa farai? >>
<< Questa è una bella domanda, mi è stato concesso di rimanere tra le mura dell'Accademia per via di mio padre ma non mi è più consentito insegnare. Dovrò trovarmi un passatempo o uno sfogo ricreativo suppongo. >> Concluse lui un po' a disagio.
Dyra era sul punto di aggiungere altro ma le sfidanti entrarono in sala, una voce spiegò le regole della sfida. Gli Alchimisti avrebbero dovuto fabbricare una sostanza altamente corrosiva in grado di sciogliere e rendere inutilizzabile la lama di una spada. Venivano dati loro a disposizione diversi materiali tutti innocui presi singolarmente ma capaci di cose impensabili se combinati nel modo giusto.
Laila si era sistemata in uno dei banchi centrali, si guardava intorno alla ricerca di qualcosa che potesse servirle per la prova ma la verità era che tutto intorno non c'era nulla se non altri banchi. Dyra si lasciò scappare un sorriso quando la vide sbuffare appena Guen si sedette al tavolo da lavoro accanto al suo. Non molto dopo tutte le postazioni furono piene.
Vennero spinti in sala alcuni carrelli ricoperti con dei teli bianchi. Uno squillo di tromba segnalò l'inizio della competizione. Quando due dei tutori rimossero i teli dai carrelli un mormorio di disappunto e sgomento si espanse rapidamente tra tutte le partecipanti. Nell'Arena erano sempre state portate le sostanze già precedentemente lavorate ma non questa volta, quest'anno le cose sarebbero state più impegnative. Stipate in centinaia di barattoli senza etichette migliaia di piantine aspettavano solo che qualcuno tra le matricole iniziasse a lavorarle per formarne un composto. Nessuno studente in quella sala si era neanche immaginato una crudeltà simile. Le piante sembravano tutte uguali, i colori, le forme, gli odori si mischiavano e confondevano nell'agitazione generale.
Dyra pensò che in una situazione del genere non sarebbe stata in grado di fare nulla.
Durante le lezioni, nella clama più totale, e con le rappresentazioni delle piante e le indicazioni giuste un lavoro del genere avrebbe potuto rivelarsi ostico ma fattibile ma invece lì, con quella confusione ed in quelle condizioni, no nessuno ci sarebbe riuscito. Guardò verso l'amica e la vide ancora al tavolo mentre gli altri si stavano lanciando sui carelli come se sapessero cosa cercare e dove. Laila fissava un punto non distinto tra la folla, sembrava inconsapevole di quanto le accadesse intorno, come assente. Dyra iniziò a preoccuparsi quando Guen sfrecciò accanto all'amica e lei neanche si mosse. L'agitazione cresceva al passare di ogni secondo per poi svanire di colpo quando Laila spostò lo sguardo dal nulla al suo tavolo con un sospiro profondissimo. Si arrotolò le maniche fino ai gomiti e, senza nessuna fretta, si avvicinò ai carelli. Studiò tutti i barattoli senza toccarli poi, ad una ad una, iniziò a prelevare alcune piantine da contenitori diversi. Dyra rimase senza fiato, l'amica aveva lo sguardo deciso di chi non stava andando a caso. Si chiese come potesse sapere quali piante scegliere, come facesse a riconoscerle senza neanche una targhetta o un'illustrazione.
<< Se la cava la tua amica sai? >> Dyra si voltò verso Rowan che aveva parlato.
<< Io non capisco come sia possibile, mi sento confusa. >>
<< Devi esserlo, è per questo che adesso tu sei qui seduta accanto a me e non in mezzo a loro. Comunque sono contento che qui abbiamo già finito almeno avremo più tempo per l'Arena dei Guerrieri e dei Cacciatori che solitamente sono quelle che richiedono più tempo. >> Disse lui come tranquillizzato.
<< Come sarebbe a dire che qui abbiamo già finito se hanno appena iniziato a lavorare le piante? >>
<< Vero, ma hanno già scelto tutti gli ingredienti, in più la lavorazione non è lunghissima per questo tipo di impasto. Credimi è questione di minuti. >> Replicò lui senza dare troppa importanza alla risposta.
<< Le matricole potrebbero aver sbagliato alcuni degli ingredienti costringendosi così a ricominciare tutto da capo. >> Continuò Dyra ancora più confusa.
<< Infatti, è stato così. Tutti hanno sbagliato, tutti tranne Laila. Quella ragazza ci ha fatto risparmiare un sacco di tempo. Sii contenta per lei, la tua amica sarà la rappresentante per gli Alchimisti. >> Seguì un silenzio che non aveva bisogno di essere spiegato.
Dyra era rimasta con la bocca semiaperta a fissare l'amica che ancora sminuzzava delle foglie. Era davvero riuscita ad individuare le piante che le occorrevano in quel disordine e Rowan era stato davvero capace di seguire le sue mosse anche da molti metri di distanza. Come era possibile, tutto questo era quanto meno impensabile, nella sua testa le domande giravano in mulinelli di incertezze.
Dopo qualche secondo si arrese all'evidenza, non avrebbe mai potuto capire nulla di quanto successo in quella sala così smise di provarci e per la prima volta da quando la tromba aveva suonato in quella sala guardò Laila con il cuore sereno. Avrebbe voluto farle capire che aveva vinto, che lei lo sapeva già, che, almeno lei ce l'aveva fatta. La osservò impastare, fondere e mischiare ad una velocità inaudita. Tutto quello che li divideva dal momento della nomina di Laila non erano altro che inutili attimi di transito, in qualche modo la storia era già stata scritta.
Alcuni studenti avevano già provato ad applicare il loro composto sulla lama ma nessuno aveva ottenuto un risultato decente. Dyra si alzò in piedi quando vide Laila avvicinarsi all'unica spada presente nella sala con un piccolo recipiente porta liquidi stretto tra le mani. Versò l'intero contenuto sulla lama stando ben attenta a non schizzarsi, il ferro divenne prima rosso incandescente poi bianco, nella sala calò il silenzio assoluto, per qualche secondo la spada scricchiolò come fosse sul punto di spezzarsi poi, senza preavviso, iniziò a sciogliersi come un cubo di ghiaccio gettato nella lava. Quando della lama non rimase che una chiazza informe le trombe suonarono. L'odore forte del metallo che friggeva si propagò ovunque nell'aula. Laila era la nuova rappresentate per la classe specialistica degli alchimisti. La ragazza cercò tra la folla il volto di Dyra e quando la vide in piedi e con le braccia alzate rivolte verso il cielo che la salutava un'espressione soddisfatta le comparve sul volto.
Nessuna delle due aveva avuto grandi amicizie nella propria vita però da quello che stavano imparando non era poi così male, certe volte, in due, il buio non fa quasi più paura.
L'Arena dei Guerrieri era un'arena a tutti gli effetti. I ragazzi si sarebbero sfidati in duello nell' anfiteatro dell'Accademia con delle armi create appositamente per l'evento, un colpo non sarebbe stato capace di creare una ferita permanente a chi lo subiva o di recidere l'armatura della quale erano stati muniti ma il dolore sarebbe stato comunque non indifferente. Ogni partecipante aveva il diritto di arrendersi ed abbandonare la competizione in qualsiasi momento, altrimenti si veniva regolarmente eliminati una volta che si finiva con la schiena a terra. L'ultimo guerriero a rimanere in piedi nell'Arena sarebbe stato il vincitore.
I ragazzi si riscaldavano lungo tutto il perimetro dell'anfiteatro tirando fendenti e improvvisando schivate. I Guerrieri erano di gran lunga la classe più numerosa quell'anno, i tre quarti di questi non sarebbero durati più di qualche minuto, la vera sfida sarebbe iniziata solo dopo la scomposta rissa inziale. Rimasti in poco più di trenta partecipanti gli sfidanti avrebbero iniziato a studiarsi, i colpi e le eliminazioni sarebbero diventati molto più lenti e pianificati. Si poteva dire che la sfida esisteva solamente per coloro che superavano l'ammucchiata iniziale.
Le due si sedettero in una delle prime file, l'anfiteatro era molto grande e praticamente la metà delle matricole erano coinvolte nella sfida quindi, almeno per questa volta, i posti abbondavano. Dyra pensò che la prossima volta non avrebbe dovuto trovarsi un posto a sedere, la prossima volta sarebbe toccato a lei.
<< Allora alla fine ci hai parlato con Rowan? >> Le domandò Laila.
<< Certo, tu ti sei degnata di vincere ed io gli ho parlato, entrambe manteniamo la parola data. >> Ironizzò Dyra.
<< E come è andata? >>
<< Non bene, ha perso l'incarico da tutore ma gli è stato concesso di rimanere in Accademia. >>
<< Beh era prevedibile. Non gli è andata poi così male. Sai già dove si terrà la tua Arena? >>
<< No, mi è stato solo detto di scendere nell'anfiteatro alla fine della sfida dei Guerrieri. >>
<< Sei nervosa? >>
<< No, non sono affatto nervosa. Sono terrorizzata. >> Rispose Dyra scoppiando a ridere.
<< Sai posso capirti, per un attimo, quando li ho visti gettarsi su quei carelli come dei demoni, lo sono stata anche io. Comunque vada tu sarai la prima di qualcosa, quindi rilassati hai già abbastanza per essere fiera di te. >>
Il suono delle trombe era diventato ormai familiare quel giorno e quando per l'ennesima volta scosse l'aria nell'anfiteatro i ragazzi ricrearono l'inferno in terra. Grida, schianti, scatti folli si, senza dubbio quello era l'inferno. In poco più di cinque minuti la metà dei ragazzi aveva già abbandonato l'Arena. Nell'aria ogni tanto si sentivano degli schiocchi fragorosi, le grida di chi veniva sconfitto a terra o di chi concertava tutta la propria forza in un colpo. Dyra rabbrividì. La sfida degli Alchimisti era stata molto difficile ma completamente diversa, qui usciva fuori tutta la cattiveria, la violenza di cui si era capaci. Si immaginò in quello scontro e si sentì paralizzare quando realizzò che sarebbe già stata sconfitta a terra. Forse non era così sbagliato che nessuna ragazza fosse sottoposta a questo, forse aveva davvero remato contro qualcosa di giusto. Le mancò l'aria anche se nell'anfiteatro l'aria era ovunque, senza avvisare Laila si alzò e risalì alcuni gradini fino all'uscita centrale. Aveva deciso di aspettare lì fuori la fine dello scontro, a breve l'amica la raggiunse ma non le disse nulla, sapeva che non aveva alcuna voglia di dialogare in quel momento e dopo lo spettacolo che aveva visto nell'anfiteatro ne aveva tutte le ragioni. Aspettarono senza dire una parola che le trombe annunciassero il terzo dei rappresentanti e quando lo fecero entrambe si precipitarono nell'anfiteatro per scoprirne il volto. Un ragazzo alto e robusto agitava le braccia in segno di vittoria, non lo aveva mai visto prima ma dal viso sembrava una brava persona. Zoppicava vistosamente, doveva aver ricevuto numerosi colpi alla gamba destra considerando il modo in cui se la trascinava dietro, eppure nessuno era riuscito a farlo cadere.
Quello era il volto dell'ultimo Guerriero in piedi nell'Arena.
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[ Spazio autore: ]
Ormai rileggere i capitoli prima di pubblicarli è diventato un optional ;) mi scuso ma il tempo stringe davvero ultimamente :S
A distanza di 1 solo capitolo abbiamo raggiunto anche il secondo traguardo delle 500 stelline! Grazieeeeeee a tuttiiiiii :P! Ora si punta dritti alle 1000! Yeah! :P
Spero moltissimo il capitolo vi sia piaciuto e che non usciate pazzi nell'attesa della Arena Pt.2 ;)
Piccolo spoiler? ... Avete presente quel momento in cui un passato che pensavate ormai sepolto ritorna invece a farvi del male? Bene!
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