[ L'Accademia ]
Un sussultò la riportò alla realtà, era rimasta l'unica persona in una sala piena di sedie, scattò in piedi e si diresse a grandi passi verso la mensa. Finito il pranzo si diresse nella sua stanza dove decise che l'unico modo per far sì che il tempo trascorresse il più rapidamente possibile fosse quello di dormire. L'idea di addormentarsi di pomeriggio le sembrava impensabile ed irrealizzabile. Proprio lei che spesso trovava faticoso assopirsi anche dopo un'intera giornata di lavoro non aveva nessuna possibilità di riuscirci ora, nel bel mezzo del pomeriggio, dopo non aver fatto praticamente nulla per giorni. Pur non avendo molte altre possibilità decise comunque di fare un tentativo. Non lo riteneva neanche possibile eppure il sonno la prese senza troppa fatica, la prese e la condusse altrove.
Non riusciva a credere di aver dormito ininterrottamente dal pomeriggio del giorno prima alla mattina del giorno seguente ma il sole era troppo alto nel cielo per essere diversamente e la pancia le gorgogliava per aver saltato la cena. Aveva dormito più di quanto era solita fare in tre giorni, aveva provato a far in modo che il tempo passasse più rapido e con una crescente soddisfazione dovette ammettere a se stessa di esserci riuscita. Era ancora in tempo per la colazione che quella mattina fu più che mai abbondante. Prima della lezione tornò sul balcone dell'ultimo vagone. Non riconosceva più le montagne, i boschi le sembravano diversi, gli alberi erano più alti e di un verde più intenso, l'aria decisamente più fredda. Quella terra che vedeva non sembrava più la sua terra. I polmoni la ringraziarono.
Quando si girò per rientrare vide la ragazza con gli occhi da rana che, come la mattina precedente, la fissava con un ghigno sulla faccia. La risatina che seguì fu, se possibile, anche più acuta della prima. Dyra si sentì improvvisamente stupida per quanto era accaduto il giorno prima, si era lasciata infastidire da una viziata e spocchiosa ragazza del centro. Quella mattina non ci sarebbe riuscita, quella mattina avrebbe vinto lei.
La guardò cercare nella tasca la chiave della stanza ed innervosirsi nel non trovarla. Chiuse con delicatezza la porta che conduceva al balcone poi camminando verso "occhi da rana" le sorrise, mentre continuava ad avanzare il sorriso sulla faccia di Dyra si trasformò gradualmente in una smorfia di commiserazione mista a pietà. Quando le fu proprio accanto il suo passo era così deciso da risuonare per tutto il corridoio. Non poté vederla ma sapeva che occhi da rana si era girata per seguirla con lo sguardo lungo tutto il tragitto perché quando le mura la sottrassero alla sua vista la sentì lasciarsi scappare un'imprecazione per il nervosismo. Qualsiasi fosse il motivo per cui quella ragazza volesse infastidirla non si era rivelato forte abbastanza, non quella mattina, non con un aria come quella.
Il vagone comune era già pieno quando Dyra fece il suo ingresso, per sua fortuna alcune sedie erano rimaste vuote nella parte più esterna della sala. Non fece in tempo a sedersi che le trombe squillarono ancora una volta.
<< Buongiorno matricole. >> Il coordinatore Rhan sembrava diverso quella mattina. Aveva un aria esausta, come se non avesse chiuso occhio per tutta la notte. La formale divisa era stata rimpiazzata da un'uniforme molto meno appariscente, anche il tono era meno solenne.
<< Vi informo con gioia che giungeremo all'Accademia poco dopo la cena. Per quell'ora dovrete trovarvi tutte davanti le porte delle rispettive stanze con i vostri effetti personali già raccolti e riordinati. Un addetto degli Stati Generali ci comunicherà quando sarà sicuro lasciare il treno. >> Il tono era spazientito così molte ragazze iniziarono a chiedersi quale motivazione avesse causato tale cambiamento.
<< Ieri vi ho anticipato che "vi verrà offerta l'opportunità di scegliere" tra quattro classi di specializzazione. Nel dettaglio esse sono:
La prima è quella del guerriero, ovvero coloro che si specializzeranno nel combattimento corpo a corpo o a breve distanza. La padronanza di armi di breve raggio come spade, mazze e coltelli è un requisito indispensabile per tale classe. Vieni richiesta una discreta forza fisica e sopportazione al dolore, nonché abilità nell'utilizzo dello scudo difensivo. La prima lezione da imparare è proprio che lo scuso se ben usato si può trasformare nell'arma più temibile di un guerriero.
La seconda classe è quella dei cacciatori, addestrati per il combattimento a distanza tramite armi a lungo raggio come archi o balestre. Il sangue freddo risulta indispensabile per un cacciatore così come la rapidità nel prendere decisioni e la capacità di prevedere le mosse dell'avversario. La lucidità è sicuramente un requisito fondamentale per tale classe. E' importante capire che un buon cacciatore non è quello che ha una buona mira ma quello che sa far in modo di finire i suoi nemici prima che questi possano raggiungerlo.
Poi abbiamo la classe dei guaritori alla quale viene affidata la sanità di tutto il corpo accademico e militare. In caso di un attacco giocheranno un ruolo fondamentale, la loro tempestività e conoscenza sarà in grado di cambiare le sorti di coloro che sono stati feriti e, pertanto, dell'intera guerra. Le competenze richieste per questa classe sono prevalentemente mentali, ovvero un'elevatissima capacita di concertazione, una buona attitudine allo studio e, fondamentale, la capacità di lavorare sotto pressione, sotto la pressione di tutte le vite che dovranno salvare.
Per finire ci sono gli alchimisti il cui compito è quello di ottenere dalla scienza, dalla chimica e dalla natura qualsiasi cosa posso comportare un vantaggio per il proprio esercito. Saranno loro ad occuparsi della continua ricerca di armi sempre più letali, di veleni, di rimedi e sonniferi sempre più rapidi ed efficaci. Una normale ferita di spada, se superficiale, non è sufficiente ad uccidere un nemico, ma se la lama della spada viene precedentemente trattata con una qualsiasi sorta di veleno anche il graffio più superficiale può risultare letale. In fondo perché sprecare tre frecce per un nemico quando potrebbe benissimo bastarne una?!
L'esito di una possibile guerra dipende unicamente dall'efficienza con cui le quattro classi saranno in grado di interagire e coordinarsi tra di loro. Da nient'altro. >>
La sala seguiva nel silenzio più totale. Nessuna delle matricole osava distrarsi, questo doveva per forza interessarle tutte, questo era quello che presto sarebbero diventate.
<< Va da sé che per motivi fisico-psicologici i tutori all'accademia proporranno ai ragazzi una carriera come cacciatori o guerrieri, mentre voi ragazze verrete invece indirizzate alle classi di guaritrice e alchimista in cui la forza fisica rappresenta un accessorio trascurabile. >>
Dyra ebbe un sussulto. Non amava le restrizioni e questa le sembrava addirittura una restrizione nella restrizione. L'Accademia voleva illuderti di poter scegliere la tua specializzazione ma alla fine era comunque lei a farlo per te. Era dunque questo quello che intendeva il coordinatore con "E' caldamente raccomandato assecondare l'opinione del proprio tutore". Allora avrebbe anche potuto dire "vi consiglio di stare zitte e buone ed accettare tutto quello che dovrete accettare, perché non c'è modo in cui l'Accademia cambi opinione sul vostro conto." Si guardò intorno per cercare sul volto delle altre lo stesso sgomento che animava il suo ma nessuna sembrava condividere il suo pensiero, nessuna sembrava neppure averci fatto caso. L'indifferenza delle altre non fece altro che accrescere la sua irritazione al punto che, quasi senza accorgersene, quando il coordinatore chiese per l'ennesima volta se qualcuno avesse dei dubbi la sua voce sorprese la sala.
<< Salve, io vorrei sapere in che modo costringere le neomatricole a " scegliere" la propria specializzazione in base al sesso possa risultare proficuo per una buona riuscita dell'addestramento. Gli Stati Generali hanno mai preso in considerazione quanti eccellenti guaritori sono stati costretti ad arruolarsi come guerrieri solo perché maschi? E quante ragazze avrebbero potuto dare il meglio di loro con la spada ed invece sono state obbligare a risultare mediocri nella preparazione dei veleni o nella pratica di bendaggi? In che modo tutto questo favorisce l'efficienza di cui lei prima ci ha parlato? >> Non poteva crede di averlo detto. Aveva appena contestato un insegnamento ricevuto, lo aveva già fatto e non era ancora arrivata all'Accademia. Le ginocchia le vibrarono sotto il peso delle sue parole, un mormorio sommesso si espanse rapido nella sala, qualche risatina le mise a dura prova i nervi ormai tesissimi.
Il coordinatore cercò per qualche secondo il volto di Dyra tra gli altri e quando lo individuò il suo sguardo diventò così tagliente che la ragazza fu costretta ad abbassare il capo per qualche secondo. Giselle le aveva insegnato che nel tenersi fuori dai guai ci si guadagna soltanto ma anche che, una volta che ci si finisce dentro, pentirsene non serve a nulla, anzi... Tanto vale andare avanti, tanto vale finire quello che si aveva iniziato. Gli occhi di Dyra si risollevarono dal pavimento per puntare dritto davanti a lei.
<< E lei sarebbe? >> Chiese il coordinatore palesemente alterato.
<< Sono Dy... >> La lingua per qualche assurdo motivo le si impuntò.
<< Io sono 0024200 signore. >> Il coordinatore fece cenno ad un suo assistente di prendere nota, la sala era nuovamente piombata nel silenzio.
<< Bene signorina, un tono del genere all'Accademia la avrebbe portata direttamente ad una pesante sanzione disciplinare. Tuttavia non mi sento di escludere che il suo comportamento, un volta giunti a destinazione, troverà ripercussione in un qualche provvedimento. Per risponderle, nessuno le ha detto che è proibito per una matricola decidere la propria classe di specializzazione anche qualora questa risultasse differente da quella consigliata dai tutori. L'Accademia si guarda bene dall'effettuare discriminazioni di qualsiasi sorte. >> Affermò il coordinatore ma nel dirlo non convinse neanche se stesso.
<< Mi scuso per il tono adottato Signore, non era certo mia intenzione risultare inopportuna. Lei mi sta quindi dicendo che in passato ci sono state ragazze a cui è stato concesso di intraprendere la carriera del guerriero o di ragazzi diventati guaritori giusto? >>
Segui un'imbarazzante pausa in cui nessuno parlò.
<< Non esattamente, non è mai accaduto. Fino ad ora ci siamo potuti ritenere fieri del buonsenso dei nostri allievi. Se non ha altre domande mi piacerebbe concludere la mia lezione. >>
Dyra non annuì limitandosi a rimanere in silenzio. Non ascoltò più nulla di quello che seguì, la testa era volata altrove. Quell'uomo aveva davvero detto quello che aveva detto e nessuno, a parte lei, sembrava averci dato la benché minima importanza. Non le importava se adesso sarebbe stata richiamata oppure se nessuna delle ragazze le avrebbe più rivolto la parola dopo quella scenata. Era la cosa giusta da fare e lei l'aveva fatta.
Il coordinatore non guardò mai più nella sua direzione se non quando alla fine della lezione, poco prima di uscire dal vagone comune, ricordò alle matricole le regole sul comportamento da tenere nell'Accademia.
Il resto del viaggio fu tutto un susseguirsi di pensieri scomodi, non ce la faceva, avrebbe davvero voluto far finta che tutto quello non fosse mai successo ma non ci riusciva. Era successo.
Prima che la sirena suonasse per avvertire le matricole dell'imminente arrivo all'Accademia Dyra decise che qualsiasi cosa sarebbe successa in futuro lei non avrebbe mai scelto la specializzazione che il suo tutore le avrebbe "proposto". Anche a costo di andare contro ai suoi interessi, anche qualora il tutore la avrebbe indirizzata proprio alla classe che più preferiva. Cosa avrebbero potuto farle dopotutto? Espellerla? Punirla? Era irrilevante.
Un abbozzo di sorriso le comparve sul volto quando realizzò che forse non era veramente così brava a tenersi lontana dai guai o forse semplicemente non lo era più, dopotutto Windmore era lontana e la vecchia Dyra era rimasta a terra, era rimasta a terra mentre il treno partiva.
I suoi pensieri vennero bruscamente interrotti dalle trombe, il treno stava per arrivare alla stazione. Le sue cose erano già preparate sopra al letto, in poco tempo le raccolse e si mise ad aspettare davanti alla porta della A15 per le nuove disposizioni degli inviati degli Stati Generali. Un ragazzo mai visto prima passò a ritirare le chiavi di tutte le stanze. Alcune matricole stavano ancora radunando i propri effetti personali quando il treno si arrestò ed il coordinatore esortò le ragazze a scendere.
L'aria era così fredda che Dyra rimpianse di non aver portato con sé una giacca più pesante, ad ogni respiro dalla bocca fuoriusciva una piccola nuvola di vapore. Alla radura aveva visto tante notti, molte erano così buie da togliere il fiato ma nessuna era neanche lontanamente paragonabile a quella. Le stelle sembravano spente, la luna agonizzante. Tutto quello che circondava la piccola stazione scarsamente illuminata era indecifrabile anche per lei. L'unica cosa facilmente distinguibile era proprio l'Accademia. Poco più in alto, forse su una collina, si erigeva imponente l'enorme complesso in roccia grigia. Le bandiere della Quarta Terra a strisce rosse e blu sventolavano su tutte e quattro le torri.
Ad essere sinceri Dyra se la era immaginata molto diversa, quella le sembrava molto di più un forte di guerra che un'accademia di addestramento ma il freddo era troppo pungente per ragionarci sopra e così fu contenta quando, dopo una non piacevolissima camminata, furono per la prima volta tra le mura dell'Accademia Dum della Quarta Terra. Un complicato sistema di edifici si elevava all'interno delle mura, molti dei quali risultavano simili tra loro, fatta eccezione per alcune strutture più alte, i dormitori e l'imponente palazzo centrale.
Si sentiva in lontananza lo sferragliare di un treno, probabilmente i ragazzi erano appena arrivati in stazione. Dunque ci siamo, pensò Dyra. Tutto stava per cominciare e, come sempre, non poteva più aspettare.
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