[ Il Treno ]

Il gruppo di ragazzi era completamente circondato dalle guardie degli Stati Generali, per qualche strana ragione il pensiero che a breve anche lei si sarebbe trovata con loro la fece sentire improvvisamente importante. Sapeva che le guardie erano lì solamente per assicurarsi che nessuna delle matricole tentasse la fuga ma il semplice fatto che quelle persone fossero li per lei era abbastanza. La parte nord della piazza era completamente vuota fatta eccezione per i ragazzi e gli inviati degli Stati. Le espressioni che le matricole avevano ora sui volti erano molto più pacate di quelle che aveva visto nella mattinata in piazza. Probabilmente molti di loro stavano iniziando a valutare la situazione in modo più accurato. Dyra oltrepassò la fila di guardie accostandosi al gruppo senza dire nulla.

Non erano passati che pochi secondi quando una voce si distinse dalle altre.

<< Bene, bene, stavo aspettando proprio te dolcezza. >>

Dyra chiuse gli occhi in un gesto di rassegnazione. Forse quella voce non ce l'aveva con lei ma se così non fosse stato i tre anni per lei erano appena iniziati nel peggiore dei modi. Non conosceva nessuno, chi avrebbe potuto chiamarla? Aspettò qualche secondo prima di voltarsi per evitare una brutta figura nel caso in cui la frase non fosse stata indirizzata a lei. Il ragazzo della piazza la stava studiando compiaciuto, lo stesso ragazzo che le aveva fatto perdere il controllo giorni prima e che le aveva giurato vendetta. Nella sua testa esplosero mille voci, tutte chiedevano una tregua, tutte volevano andare via da quel posto ma soprattutto da quella persona.

<< Sembra tu non sia contenta di vedermi. >> La provocò lui.

<< E come potrei esserlo, nessuno potrebbe esserlo. >> La conversazione era appena iniziata ma l'ira di quel giorno già la ripossedeva come una marionetta. Tentò di calmarsi ripensando a tutti i guai in cui si era cacciata non avendolo fatto la prima volta. In parte funzionò.

<< Capisco dolcezza. Ad ogni modo io sono Ivan. Ricordatelo! >> Concluse lui prima di voltarsi per riprendere la conversazione che aveva interrotto per lei.

Dyra fu sorpresa nel vederlo desistere così facilmente. Non era stata né insultata né minacciata, aveva sinceramente temuto di peggio.

La conversazione che il ragazzo stava sostenendo sembrava piuttosto animata, le due persone con cui stava dialogando erano un ragazzo alto e robusto ed una ragazza minuta con degli occhi celesti troppo grandi per la sua faccia. Entrambi erano chiaramente residenti della parte centrale di Windmore, lo si vedeva dai vestiti e dall'aria di sufficienza con cui si guardavano intorno. Lentamente arrivarono una alla volta tutte le matricole. Dyra aspettò con la schiena appoggiata al muro che il gruppo fosse al completo, non parlò con nessuno e nessuno cercò di parlarle. Quando anche l'ultima matricola li raggiunse le guardie fecero segno di muoversi verso la stazione. Due treni, uno accanto all'altro, li stavano aspettando. Le guardie comunicarono alle ragazze di salite sul primo treno ed ai ragazzi di aspettare vicino al secondo. Dyra si sorprese per la buona notizia, almeno per il viaggio Ivan, se veramente così si chiamava, non la avrebbe infastidita.

Quell'anno le ragazze erano molte meno dei ragazzi, Dyra non conosceva con esattezza il numero dei ragazzi ma ad occhio le sembrarono almeno il doppio. Prima di salire sul treno ricevette un biglietto ed una chiave con su scritto A15. Pensò si trattasse della chiave dell'armadietto in cui avrebbe riposto le sue cose per il viaggio ma, una volta salita, la scoprì invece apparteneva ad una porta. La stanza A15 era grande più o meno quanto il salone di casa sua, la presenza di un solo letto le fece capire che non l'avrebbe dovuta dividere con nessun'altra matricola. L'armadio era capiente, il materasso morbidissimo e sul piccolo tavolo erano perfino stati messi dei fiori. Per la prima volta si trovò a sperare che il viaggio non durasse così poco come le avevano detto. Sarebbe rimasta molto volentieri in quella stanza, da sola, con tutte quelle comodità e perfino un piccolo bagno. Il finestrone della sua stanza affacciava sulla banchina dove i ragazzi stavano aspettando gli inviati degli Stati Generali. Aprì la tenda per guardare fuori ed in quell'istante la travolse la sensazione che Ivan, da fuori, la stesse osservando. Non poteva distinguerlo tra la folla ma, per qualche strano motivo, ne era sicura. Rapidamente richiuse la tenda e si sedette sul letto.

Il sole era ormai sparito da un pezzo quando il treno iniziò a muoversi. Dopo pochi secondi la velocità raddoppiò poi triplicò e così via fino a quando Dyra sentì lo stomaco contorcersi, corse alla finestra e con un gesto secco scostò la tenda, Windmore sembrava sempre più piccola ed il dolore allo stomaco aumentava ogni metro di più. Quasi gridò quando realizzò di non essersi mai spinta così lontano da casa in tutta la sua vita. La città non era orami nulla di più di un puntino lontano, la ragazza pensò alla madre, la immaginò seduta davanti al camino che beveva un infuso. Sicuramente in quel momento anche Giselle la stava pensando, ma Windmore si allontanava e lei sapeva che i pensieri ad una certa distanza diventano pericolosi, diventavano nostalgia.

Fu sinceramente grata quando qualcuno bussò alla sua porta tirandola fuori dal silenzio in cui era sprofondata. Prima che potesse girare la maniglia una voce di donna le disse:

<< Buonasera, la informiamo che entro trenta minuti tutte le matricole dovranno riunirsi nel vagone mensa per la cena e per ricevere istruzioni riguardo la programmazione del viaggio. Arrivederci. >>

Rimase dietro la porta senza far scattare la serratura fino a quando sentì la donna bussare ad un'altra stanza per riferire lo stesso messaggio. Il vagone mensa era probabilmente il più grande di tutto il treno, i tavoli posizionati ai lati erano lucidi come fossero appena comprati. Quando Dyra entrò alcune ragazze erano già arrivate occupando i primi posti a sedere. Percorse l'intero vagone per raggiunge i tavoli in fondo rimasti ancora vuoti e quando vi arrivò vi si sedette in silenzio. Due ragazze la raggiunsero, sembravano amichevoli o perlomeno sicuramente provenienti dalla periferia. Si capiva subito, si vedeva da come passavano le mani sul tavolo per percepirne la liscezza, nello stesso identico modo in cui, poco prima, lo aveva fatto lei. Le ragazze si presentarono cordialmente ma neanche loro sembrarono molto loquaci in quell'occasione. Quando la cena iniziò degli inviati degli Stati Generali entrarono nel vagone per ricordare alle matricole che, una volta finita la cena, avrebbero dovuto aspettare sedute l'arrivo di un incaricato per le disposizioni riguardo la giornata di domani.

La cena fu deliziosa, la carne era tenerissima e saporita, molto meglio di quella che riusciva a ricavare dai cinghiali catturati alla radura. Le patate cotte al punto giusto e per niente molli, il pane, anche se squisito, non reggeva il confronto con quello alle olive di Giselle. Sembrava che anche le altre due ragazze avessero apprezzato la cena al punto che una si lasciò scappare uno sospiro di soddisfazione. Nel chiasso della mensa si distinse chiaramente un rumore simile ad uno squillo di tromba. La sala piombò nel silenzio ed un uomo sulla quarantina fece il suo ingresso. Doveva essere discretamente importante vista l'elaborata divisa che indossava ed il numero di medaglie che vi portava appuntate. L'uomo osservò con cura tutte le matricole nella sala, poi, dopo alcuni secondi che sembrarono un'infinità, ruppe il silenzio.

<< Buona sera ragazze, spero abbiate gradito la cena. Io sono il coordinatore Rhan, il mio compito è quello di introdurvi, per tutta la durata del viaggio, alla vita accademica. Il Comandate mi ha appena informato che, considerate le favorevoli condizioni climatiche prevediamo di arrivare a destinazione tra due giorni esatti. In questi due giorni sarà mia premura spiegarvi quale comportamento adottare una volta arrivate, i principali criteri di funzionamento nonché il sistema organizzativo dell'Accademia. La prima lezione si terrà domani mattina nel vagone comune subito dopo la colazione delle sette. Non servirà certamente specificare che chiunque non si presenterà o arriverà in ritardo alla lezione incomberà in una sanzione disciplinare. Auguro a tutte un buon riposo. Adesso siete pregate di raggiungere le vostre stanze con la massima celerità possibile. >> Detto questo un nuovo squillo di tromba accompagnò l'uomo mentre usciva dal vagone.

Nessuna delle ragazze abbandonò la sala o neanche provò ad alzarsi dal tavolo per quasi un minuto. Era come se tutte stessero aspettando che quell'uomo si allontanasse il più possibile prima di guadagnare a loro volta l'uscita. Dyra non capiva il motivo di tale comportamento, né tanto meno aveva intenzione di assecondarlo così, senza eccessivi convenevoli, salutò le due ragazze alzandosi educatamente dal tavolo, attraversò l'intera sala ed uscì esattamente dalla stessa porta dalla quale era entrata. Dopotutto il coordinatore si era raccomandato di raggiungere le camere al più presto.

Il letto le sembrava così accogliente da farle temere che se ci si fosse seduta non avrebbe più avuto la forza di rialzarsi. Prima di abbandonarsi al sonno si costrinse a togliersi i vestiti sporchi di dosso, a rinfrescarsi al meglio nel piccolo bagno e a pettinarsi i capelli con la spazzola che si era portata nella sacca. Quando finalmente si distese la stanchezza era inspiegabilmente sparita. Mille dubbi le affollavano la mente rubandole il sonno. Dal finestrone della sua stanza si vedeva bene la luna, era quasi piena ed emanava una luce argentea meravigliosa. La tensione di tutta una giornata si era andata a nascondere da qualche parte insieme al sonno che aveva perduto. La ragazza si rigirava irrequieta sotto le coperte ma quando fu proprio sul punto di perdere la pazienza lo sguardo le si posò sul suo avambraccio. 0024200.

Quel numero era lì, lo sentiva. Per tre anni lei stessa sarebbe stata quel numero, 0024200. Ripensò al buffo ometto che glielo aveva fatto a Windmore ed al fuoco che aveva sentito appena il timbro era venuto a contatto con la sua pelle. Poi, con la mano sinistra appoggiata sopra alla matricola, senza accorgersene si addormentò.

Fu la luce che filtrava dalle tende a svegliarla molto prima del necessario. Non sapeva il motivo ma un insolito nervosismo la pervadeva sin da appena sveglia. Era strano, molto strano, aveva riposato serenamente, i movimenti del treno non avevano minimamente turbato il suo sonno e per di più fuori il sole brillava più luminoso che mai. Tutto sembrava procedere senza intoppi eppure avrebbe preso a pugni qualsiasi cosa molto volentieri. Dyra non era mai stata una persona violenta, né tanto meno irrequieta ma quella mattina tutto le dava fastidio, persino lo specchio che appeso al muro rifletteva la sua immagine. I piedi la costringevano a camminare in tondo per tutta la stanza, provò a fermarli ma l'unica cosa che ottenne fu un orribile sensazione di costipazione. Decise allora di vestirsi alla svelta e di raggiungere l'ultimo vagone dove un piccolo balconcino le avrebbe permesso di respirare un po' d'aria fresca. Il treno era come una gigantesca serpe grigia che strisciava tra le montagne, percorrendolo Dyra si sorprese di quanto fosse più lungo di come si era immaginata. Arrivata nell'ultima locomotiva spalancò la porta che dava sul piccolo balcone e senza indugiare la oltrepassò. L'aria era fantastica, fresca, profumata di muschio e limpida come nella radura di Windmore. Il malumore stava lentamente sciamando quando sentì un risatina alle sue spalle. La ragazza dagli occhi troppo grandi la stava osservando da dentro il vagone con ancora un mezzo ghigno stampato sulla faccia. Cosa voleva da lei? Perché la guardava in quel modo? Dyra iniziò a fissarla a sua volta assumendo un espressione che tutto sembrava tranne che amichevole, a quel punto la ragazza tirò fuori da una tasca la chiave della sua stanza, la aprì e vi sparì dentro. Bene, ogni tentativo di rilassarsi era stato appena reso vano da quella risata. Se prima si sarebbe accontentata di prendere a pugni qualsiasi cosa ora l'idea era leggermente cambiata, quella ragazza non le piaceva e ricordarla in piazza che parlava con Ivan sicuramente non la spingeva a cambiare idea a riguardo.

Difficilmente l'aria fresca sarebbe bastata a calmarla ora, svelta si richiuse la porta alle spalle e si incamminò verso il vagone mensa. Quando arrivò la sala era già aperta ed alcune ragazze avevano iniziato a mangiare. Se normalmente le possibilità che Dyra avvertisse il bisogno di socializzare non fossero molte, quella mattina erano pressoché nulle. La colazione fu rapida sia per il poco appetito dovuto all'abbondante cena della sera precedente sia per il tentativo di evitare che qualcuno si sedesse al suo tavolo.

Trovato il vagone comune rimase delusa dalle sue dimensioni modeste. Si scelse una sedia né troppo vicina né troppo lontana dal tavolo del coordinatore e vi si sedette. In poco tempo la sala fu quasi piena e l'aria venne scossa dal solito squillo che preannunciava l'arrivo di un inviato degli Stati Generali. Quella mattina anche quel suono le sembrò dannatamente insopportabile. Il coordinatore fece il suo ingresso indossando la stessa uniforme della notte precedente.

<< Buongiorno, spero abbiate riposato bene. Oggi sono qui per introdurvi al sistema di ripartizione dei vari corsi del triennio accademico nonché per mettervi al corrente riguardo alcune restrizioni presenti sul suolo accademico. Mentre un assistente controllerà la presenza in sala noi inizieremo con il dare qualche indicazione sul comportamento richiesto in accademia. >> Seguirono lunghissimi minuti di ammonizioni, consigli e divieti: è vietato mostrare ostilità nei confronti di un'altra matricola, è vietato contestare l'insegnamento dell'istruttore, è vietato disobbedire alle regole comportamentali, è vietato, è vietato, è vietato. Sembrava come se l'unica cosa permessa fosse il dimenticarsi la vita passata e lasciare che l'Accademia ti trasformi in quello che più riteneva opportuno.

<< Il primo anno accademico è così suddiviso: per la prima metà dell'anno le lezioni saranno comuni a tutte le nuove matricole, sia maschi che femmine, vi verranno fornite le basi generali indispensabili per gli anni successivi. Alla fine della prima metà dovrete scegliere una specializzazione, gli stessi tutori che vi hanno fatto da istruttori vi indirizzeranno alla specializzazione che loro ritengono più adatta per voi. E' caldamente raccomandato assecondare l'opinione del proprio tutore. Le possibili classi di specializzazioni sono quattro ma di questo parleremo nella prossima lezione. E' importante ricordare che una volta scelta una classe non verrà concesso di cambiarla in alcun caso. Dalla seconda metà del primo anno le lezioni diventeranno differenziate secondo la classe di appartenenza, non saranno quindi più comuni all'intero corpo matricole. >>

Le ragazze ascoltavano in silenzio cercando di recepire il più possibile di quello che veniva loro detto. Ogni tanto il coordinatore Rhan chiedeva se qualcuna di loro avesse delle domande a riguardo ma mai nessuna ebbe il coraggio di sfruttare tale opportunità per chiarire qualche dubbio. Dyra sembrava soddisfatta di ciò che apprendeva o perlomeno non contrariata.

<< Nel secondo anno sarete sottoposte ad un allenamento specialistico più intenso e dettagliato rispetto a quello della seconda metà del primo anno. Nel periodo estivo tra il primo e il secondo anno vi verrà concesso di fare ritorno a casa per due mesi. Tale opportunità verrà anche concessa agli allievi che concluderanno il secondo anno di accademia. Differentemente accadrà per quelli del terzo che al termine dell'anno verranno inviati a monitorare le coste della Prima Terra per tutta la durata dell'anno successivo. >>

La freddezza ed il distacco con cui spiegava e pianificava i futuri di quelle ragazze erano disumani. Stava giusto spiegando che ogni matricola sarebbe stata privata della propria libertà decisionale per i prossimi quattro anni e che l'ultimo di questi sarebbe stato interamente trascorso al fronte nello stesso modo in cui normalmente si chiede a qualcuno se gradisce dell'altro vino.

<< Gran parte del terzo anno verrà dedicato alla preparazione al fronte e alle strategie di combattimento nonché di sopravvivenza. >> L'uomo si interruppe, poi guardò oltre la porta d'entrata e fece un cenno con la testa.

<< Bene matricole, la vostra prima lezione è terminata, non sono state programmate lezioni pomeridiane. Ci rivedremo nuovamente domani mattina nel vagone comune. Vi consiglio, ancora una volta, di riposare il più possibile nel tempo libero che vi viene concesso. E' quanto meno auspicabile iniziare l'addestramento accademico nelle migliori condizioni fisiche possibili. >> Lo squillo delle trombe confermò che la lezione era appena conclusa.

La sala si svuotò rapidamente ma Dyra rimase seduta senza muoversi. La condizione di transito in cui si trovava la turbava, era ormai abbastanza lontana da Windmore da non considerarsi più libera ma ancora non troppo vicina all'Accademia per percepirne la costrizione. La transazione era snervante, sapeva quello che le aspettava alla fine dell'attesa ma non poteva ancora sentirlo sulla pelle. Se avesse potuto avrebbe iniziato subito, l'addestramento, il servizio, l'Accademia, tutto.

L'ultimo giorno per essere Dyra della Quarta Terra, l'ultima boccata d'aria prima dell'apnea, l'ultima.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top

Tags: