[ Allo sbaraglio pt.1 ]

La neve aveva ormai abbandonato i territori circondanti l'Accademia. Gli ultimi freddi erano difficili da ricordare, con la primavera si risvegliava ogni cosa nella Quarta terra. L'aria profumava di fiori, i torrenti erano forti e limpidi. Alcune ferite erano state sanate dal tiepido clima primaverile, altre invece erano rimaste ancora aperte. Dyra e Laila passeggiavano lungo lo stradone. Passato il primo periodo con Chort le ragazze avevano ritrovato la complicità che le aveva sempre caratterizzate. Lo stesso Chort si era rivelato un problema di gran lunga inferiore di quello che poteva sembrare in principio. La carogna dopo neanche due settimane si era rassegnata ad ammettere che probabilmente Dyra era la persona che più meritava di trovarsi nella sua classe. Ivan e Guen sembravano aver perso qualsiasi interesse nei suoi confronti o per necessità o per convenienza. Ogni cosa sembrava filare liscia ma Dyra era piuttosto restia ad abbassare la guardia, si sa che è proprio in momenti come questi che la malasorte ti esplode addosso scagliando ovunque pezzi di passato che tagliano ancora come lame.

Le giornate all'Accademia erano tutte uguali, allenamenti, pasti fugaci e piacevoli passeggiate con l'amica. Una routine che poteva sopportare, non che avesse scelta di fare altrimenti ma almeno poteva concedersi qualche minuto di ristoro in giornate che erano davvero dure a finire.

A poco a poco anche le altre matricole avevano smesso di accigliarsi nel vedere la fascia dei rappresentanti dei cacciatori stretta al braccio di una ragazza. Più i giorni passavano e più l'intera faccenda iniziava a viaggiare tra l'indifferenza generale e per Dyra questo non poteva che essere un enorme successo. Forse l'unica macchia scura in quello che sembrerebbe un paesaggio quanto meno roseo era Rowan. Da quel pomeriggio nel Tredicesimo palazzo non si erano più visti, le cose erano rimaste così, come le avevano lasciate nella poca luce di quella stanza. Ogni tanto Dyra si era chiesta dove fosse finita tutta quella premura che le era stata mossa, che fine avessero fatto tutti quei consigli su Chort e su come tenersi fuori dai guai, sotto quale tappeto fossero stati spazzati. Consigli che, almeno per il momento, non le sembravano più necessari.

L'allenamento procedeva in maniera soddisfacente, la fatica era per lo più sopportabile ed i risultati non si erano fatti aspettare più di tanto. La precisione nel tiro era migliorata moltissimo, gran parte dei cacciatori era ormai in grado di colpire da buona distanza qualsiasi oggetto in movimento grande almeno quanto una mela con un margine di errore davvero esiguo. I tempi di mira si erano notevolmente accorciati e la penetrazione del dardo era stata irrobustita da ore passate a sollevare pesi. Persino Chort non se la sentiva di sgridarli più del dovuto, non lo avrebbe mai creduto ma quei ragazzi avevano davvero lavorato sodo in questi mesi. È per questo che ora se ne stava tranquillamente sdraiato sulla sua scrivania mentre la classe sudava ogni singola goccia di sudore in quella palestra.

Dyra si preparava a sostituire la corda del suo arco, la cui forma insolita veniva accentuata dal sole che vi ci batteva sopra proiettando riflessi opachi sul volto della ragazza. Sembrava come se due archi fossero stati fusi in uno per realizzarlo. Un arco riflesso di legno scuro alle cui estremità erano state incastonate due lunghe stecche di metallo che si avvolgevano a spirale per svariati centimetri attorno al corpo dell'arco. L'impugnatura era di un legno più chiaro e levigato rispetto al resto dell'arma, spesso la ragazza si perdeva nel percorrere con lo sguardo tutte le sue curve, in qualche modo riusciva a convincersi che quell'arco fosse stato creato per lei, che le appartenesse. Chort non di rado si fermava a fissarla ma non si sapeva se lo facesse perché infastidito dalla sua presenza in classe o per una sua strana curiosità, probabilmente non riusciva a capirlo neanche lui. Nell'Accademia erano tutto così abituati al protocollo che una novità come lei era capace di stordirli per mesi, forse anni.

<< Ti servirà una corda più spessa. >> Era proprio il vecchio che nel frattempo si era alzato dalla sua scrivania per venire a sedersi accanto a Dyra.

<< Si lo credo anche io. >>

<< E se lo credi perché stavi per legare questa? Con una corda di questo tipo non sarai mai in grado di scoccare due frecce contemporaneamente. Perché l'hai capito che il tuo arco può farlo vero? >> Domando lui in tono scocciato.

<< Si signore. L'ho capito il giorno stesso in cui lei si è preoccupato di spiegarmelo. >> La risposta le uscì fuori dalla bocca un po' troppo insolente che quasi cercò di reprimerla ma l'uomo non ne sembrò offeso.

<< Bene, sappi che il fatto di non avere le palle non ti da il diritto di farti ripetere le cose fino allo sfinimento solo per fartele entrare in quella testa, almeno non in questa classe. >> Chort sbuffò. << Le donne non capiscono mai. >> Convinto delle sue parole si allontanò da Dyra che, senza perdere tempo, iniziò nuovamente ad incordare il suo arco.

Era convinta ci fosse del buono in lui, che quel vecchio burbero non avesse davvero l'intenzione di ostacolarla più di quanto il protocollo lo costringesse a fare. Dubitava fortemente che stesse pianificando un futuro intervento degli Stati Generali per far rivedere la sua posizione all'interno dell'Accademia o addirittura per provvedere alla sua espulsione.

Da dopo l'Arena Ivan non le aveva più rivolto neanche una parola ma poteva ancora, anche se di rado, riconoscere quegli sguardi taglienti e pieni di rancore che era solito lanciarle. Niente di più che i capricci di un bambino viziato a cui hanno strappato di mano il giocattolo.

I capelli ormai le erano diventati troppo lunghi al punto di diventare ingestibili se non legati in una coda. In un combattimento capelli così lunghi rappresentavano per l'avversario un vantaggio che sarebbe stato meglio non concedere. Avrebbe voluto tagliarli già da almeno due settimane ma pensò che a Giselle avrebbe fatto piacere farlo per lei una volta tornata nella periferia di Windmore, mancava ormai poco più di due settimane, poteva aspettare.

In quante occasioni le era mancata la periferia, sua madre, la radura, le sue radici che da sempre erano tutte lì, a Windmore.

Ormai l'arco era stato correttamente incordato, Dyra estrasse due frecce dalla faretra metallica appoggiata al suolo le incoccò entrambe e poi fece cenno all'assistente di azionare la carrucola in modo che il suo bersaglio iniziasse a muoversi. Una sagoma di una persona ad una discreta distanza inizio ad animarsi mossa da rumorosi cingoli. Appoggiò i polpastrelli dell'indice, del medio e dell'anulare sulla corda. L'indice al di sopra della prima freccia, il medio fra le due e l'anulare sotto la seconda. Tenderla le costò uno sforzo non indifferente, era sempre più faticoso tendere una corda nuova rispetto ad una già usata, seguì per un secondo il suo bersaglio e poi lasciò che l'arco facesse il resto. Una delle due frecce si conficcò nella testa del manichino l'altra nello stomaco, la ragazza lanciò uno sguardo a Chort che la stava fissando durante il tiro. Quello sguardo diceva " Dimmi vecchio, secondo te ho imparato che il mio arco può lanciare anche due frecce? ". L'istruttore si limitò a voltarsi dall'altra parte con fare annoiato.

Quel pomeriggio Laila sembrava stranamente inquieta, passeggiava nervosamente avanti e indietro sulla soglia dell'entrata al dormitorio, i suoi piedi non sembravano conoscere alcuna sosta.

<< Se continui finirai con il consumarti le suole degli stivali. >>

<< Lo so Dyra è solo che non mi sento tranquilla. >> Si giustificò Laila

<< Qual è la ragione della tua preoccupazione? Lo sai? >>

<< Non di preciso, e questo mi irrita ancora di più, è come una velata sensazione di disagio che mi impedisce di pensare ad altro. Credo sia per la riunione con la Direzione di fine anno. E' stata fissata per dopodomani lo sapevi? >>

<< Si lo so, ma non hai motivo di essere nervosa, vedrai a noi del primo anno non rivolgeranno neanche la parola. Tutto quello che dovremmo fare e starcene sedute ad ascoltare tutto quello che la Direzione dell'Accademia ha da dire annuendo e facendo finta di capire mentre in realtà staremo pensando a quanto siano brutte le loro facce. >> Commentò Dyra in tono neanche troppo scherzoso.

<< Probabile, eppure questa sensazione non vuole lasciarmi. No, è più di una sensazione, sembra quasi il dolore che deriva da un rimpianto. Come se si potessero avere rimpianti su qualcosa che deve ancora accadere. Che cosa stupida, stupidamente fastidiosa. >> Gli occhi di Laila erano sinceramente turbati da qualcosa che non riuscivano a vedere e questo finì con il preoccupare anche l'amica.

<< Capisco quello che provi, tutti abbiamo brutti presentimenti riguardo qualcosa almeno una volta nella vita. E' umano e noi siamo umani. Ma sai anche che le cose spiacevoli accadono sempre, in continuazione e a tutti, perciò è inutile stare male per qualcosa che probabilmente non accadrà. Sai che potremmo fare invece? Potremmo iniziare a parlare di tutte le cose che faremo una volta che saremo tornate a casa, di tutto il tempo che dovremo recuperare. Si questo sarebbe meglio. Sai, io quasi la vedo, oltre le montagne, che mi aspetta. >> Cercò di persuaderla Dyra, cercò di persuaderla e Laila la lasciò fare.

Quando sta per iniziare un nuovo giorno non puoi sapere cosa ti porterà, ed è per questo che è importante essere pronti, pronti per tutto e per nulla, pronti per ogni eventualità che la vita può offrire, pronti e basta. Dyra lo aveva imparato e così, mentre si dirigeva a grandi passi verso il Palazzo Centrale, si ripeteva in mente il piccolo discorso che aveva preparato in caso la Direzione l'avesse interpellata. Non le era possibile sapere quale carte avrebbe avuto in mano fino al momento in cui le avrebbe effettivamente pescate dal mazzo ma poteva almeno provare ad indovinarle, indovinarle era più che lecito.

Quella mattina avrebbe voluto vedere Laila prima della riunione, magari avrebbe tentato di tranquillizzarla vista l'inquietudine dei giorni precedenti ma della ragazza al dormitorio non c'era traccia. Era questo il motivo per il quale i suoi passi si seguivano così rapidi malgrado il largo anticipo, aveva pensato che Laila si fosse già recata al Palazzo Centrale troppo nervosa per rimanersene al dormitorio.

Il rumore del cappuccio che le sbatteva contro la schiena la rilassava al punto da non farle notare lo strano rumore di ghiaia che provenne dal piccolo vicolo che aveva appena superato. Certe volte basta una distrazione, una svista e la vita cambia strada, il destino rimischia tutte le carte ed il cuore, che fino a poco prima pulsava la vita nelle vene tutto d'un tratto non pulsa più.

Quando il rumore dei passi che rapidi seguivano i suoi fu chiaramente udibile la ragazza si arrestò di colpo e tentò di voltarsi ma qualcosa la colpì alla tempia. Sentì le gambe piegarsi come prive di ossa. Prima di perdere conoscenza pensò al discorso che di era preparata, a quanto pare alla fine non si è mai pronti abbastanza. Laila lo sapeva, aveva tentato di avvertirla, nulla di buono sarebbe capitato quel giorno ed ormai era troppo tardi per crederci, per prepararsi, ormai bisognava andare allo sbaraglio.

Il pavimento sotto di lei era freddo e sconnesso. La testa le faceva un male insopportabile, la vista era sfocata al punto da non riuscire a distinguere quasi nulla di quello che la circondava. Le mani istintivamente cercarono un appiglio da qualche parte, le ci vollero alcuni minuti prima che potesse mettersi seduta, la testa le girava così tanto che rischiava di vomitare ad ogni singolo movimento. Qualcosa le pesava lungo tutta la schiena fino al collo, cercò di portarsi il braccio dietro per tastarne la consistenza e quando ci riuscì la sua mano cozzò contro qualcosa di metallico per poi correre tremolante al collo, un anello metallico poggiava sulle clavicole, una spessa catena d'acciaio partiva dall'anello e finiva fissata al muro.

L'avevano incatenata, le avevano messo un guinzaglio come fosse un cane randagio. All'improvviso un'orrenda sensazione di costrizione la pervase, si sentì mancare l'aria, con tutte le sue energie tentò di staccarsi il collare, non sapeva neanche più se quello fosse effettivamente un collare o qualcuno stesse tentando si strangolarla. L'idea di urlare per chiedere aiuto le faceva inorridire, non aveva così tanta aria per gridare e rimanere in vita allo stesso tempo. Una grata alta affacciava su uno dei tanti viottoli sperduti dell'Accademia, da quello che riusciva ad intravedere oltre le sbarre di ferro le ombre erano già abbastanza lunghe sul terreno, non doveva mancare molto al tramontare del sole. Il rumore della catena che sbatteva contro il muro veniva accompagnato da un tintinnio più delicato, un piccolo lucchetto le dondolava proprio sotto il collo come un gioiello, un ciondolo, un regalo di un ammiratore. Rapida con l'indice della mano destra cercò il buco della serratura mentre con la sinistra prendeva tra i capelli arruffati una forcina. In quel momento fu contenta di non averli tagliati, se lo avesse fatto non avrebbe avuto bisogno delle forcina per fissarli nell'acconciatura. Le bastarono pochi movimenti per far scattare la serratura del lucchetto, i cancelli dei sotterranei di Windomore l'avevano preparata adeguatamente. Lasciata cadere la catena a terra Dyra si fece scivolare lungo la parete palesemente provata, segni di abrasione erano chiaramente visibili un po' su tutto il collo. Probabilmente si era procurata quelle escoriazioni nella foga di liberarsi del collare. Mentre se ne restava con lo sguardo fisso oltre la griglia realizzò che la sua mano sinistra era poggiata su qualcosa di meno freddo del pavimento, abbassando lo sguardo notò che vi era stato lasciato un voglio. Lo portò davanti agli occhi e malgrado la vista le fosse tornata quasi del tutto dovette attendere ancora qualche secondo prima che le parole fossero leggibili:

" La cacciatrice cerca guai ed è brava a trovarli. A presto ".

Se prima poteva almeno sperare che le ostilità nei suoi confronti nell'Accademia fossero cessate ora non le rimaneva che ricominciare nuovamente a guardarsi le spalle.

Ricordava chiaramente il rumore di passi dietro di lei e di essere stata colpita alla testa mentre camminava ma quando le ritornò in mente anche dove fosse diretta riuscì a stento a sopprimere un grido. La riunione con la Direzione doveva essere ormai terminata da un pezzo. Aveva il terrore di immaginare cosa le sarebbe accaduto per non avervi preso parte, probabilmente non era mai successo prima, il pensiero delle conseguenze era più forte di qualsiasi dolore così si alzo in piedi spinse via la grada e utilizzando alcune scanalature nella parete si arrampicò fino a strisciare fuori dalla fessura.

Era in strada, non molto lontano dal punto in cui era stata colpita. Chi poteva averle fatto questo? Ivan era il principale candidato ma era comunque convinta che la scelta fosse ben più ampia, molti nell'Accademia avrebbero avuto almeno un motivo per farlo. Il fatto di non averlo neppure messo in conto prima che fosse troppo tardi la fece inorridire.

Cosa avrebbe potuto dire alla direzione per giustificarsi? Incolpare Ivan senza alcuna prova era escluso, sarebbe stata la mossa giusta per autodistruggersi, poteva tentare di raccontare semplicemente la verità, le cose esattamente come erano andate, magari la punizione sarebbe stata più clemente, forse non l'avrebbero neanche sollevata dal compito di rappresentante. Continuò a ragionare sul da farsi mentre correva, sporca, ferita e scomposta verso il dormitorio.

Anche se avesse raccontato la verità probabilmente molti non le avrebbero creduto, pensando si trattasse soltanto di una scusa per coprire un'imperdonabile dimenticanza. I pochi che le avrebbero dato retta avrebbero discusso della faccenda fino a renderla di dominio pubblico e questo non andava bene, chiunque l'avesse colpita si sarebbe sentito realizzato e invitato a continuare ancora ed ancora, le persone avrebbero potuto vedere in lei quella debolezza che ormai da quasi un anno cercava di celare ai loro occhi. Le era stato detto di non commettere altri errori ma questo, in qualsiasi modo venisse girato, lo era.

Non sembrava ci fosse qualcosa di giusto da dire, ogni ipotesi sembrava ugualmente sbagliata e distruttiva. La rabbia e la frustrazione che stava provando venne interamente incanalata nella corsa, il dormitorio si avvicinava rapido come mai prima eppure la furia non accennava a sciamare. Un rappresentante non aveva molti compiti se non quello di essere una matricola meritevole e prendere parte alla maledettissima riunione di fine anno, a lei era stato reso impossibile anche questo.

Mentre correva per le scale esterne del dormitorio cercando di raggiungere la sua stanza le idee nella sua testa presero forma. Avrebbe raccontato alla Direzione di essere caduta mentre si dirigeva verso il Palazzo centrale, di aver sbattuto la testa e di aver perso conoscenza fino al tramonto oppure di essere svenuta a causa di un malore improvviso. Si sarebbe umiliata davanti l'intero corpo amministrativo e probabilmente le sarebbe stata revocata la carica di rappresentante, ma la punizione sarebbe stata più clemente, sarebbe stata la punizione che si può dare ad un idiota che inciampa nei suoi passi. L'intera faccenda avrebbe avuto un impatto minore nell'Accademia, sarebbe stata derisa ma almeno non avrebbe contribuito ad incitare altri agguati del genere.

Quando arrivò sul pianerottolo non era già più convinta di quanto appena pensato, Laila era seduta davanti alla sua porta in lacrime. I passi pesanti di Dyra risuonarono nel corridoio facendo sollevare il viso della ragazza. Gli occhi erano rossi e segnati dalla stanchezza, l'espressione esausta e allo stesso tempo assente.

<< Dyra... da adesso in poi essere forte non ti basterà, da adesso in poi dovrai essere inarrestabile. >> Così dicendo Laila si alzò in piedi ed iniziò a camminare verso l'amica.


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[ Spazio autore: un'infinità di chiacchiere e primo prestavolto. xD ]

Allora ci sono alcune cosette da dire :).

Prima di tutto...Che macello!!! Povera Dyraaaaa, qualcuno le tolga questa fottuta sfiga di dosso!!!

Per la fretta non ho avuto il tempo di risistemare il capitolo quindi passatemi gli eventuali errori, siate buoni, I'm very sorry. Spero comunque il capitolo vi sia piaciuto e grazie a tutti di cuore per seguire,"stellinare" e commentare la mia storia :').

Poi... Ebbene sì anche questa volta avremo un capitolo diviso in due parti [ Allo sbaraglio pt.1 ] e [ Allo sbaraglio pt.2 ]. Che novità ;). Prometto che poi cercherò di ritornare alla normalità ma anche questa volta mi è stato inevitabile dividere poiché non ho ancora ben deciso che svolta far prendere ai recenti avvenimenti e volevo ragionarci sopra ancora un po' ma non mi andava neanche di farvi aspettare troppo per il nuovo capitolo. Quindi non lapidatemi! ;)

Piccolo spoiler: malgrado non sia ancora certo delle dinamiche nei prossimi due capitoli molte situazioni verranno capovolte. Nell'Accademia si stanno dicendo un sacco di cose ma saranno tutte vere? Occhio!

Per concludere...alla fine per quanto riguarda la faccenda dei prestavolto la maggioranza ha votato "si" malgrado anche i "no" si siano fatti sentire, come ho già detto le motivazioni di entrambi erano molto valide. Spero che nessuno si senta troppo scontento a riguardo, alla fine come dicevo è semplicemente una foto, nessuno vi vieterà di continuare ad immaginare i personaggi come più vi piace o come avete sempre fatto :P.

Arrivando a noi, avevo detto che avrei cominciato da Dyra ma il fato ha voluto che pochi giorni fa stessi quadrando una serie TV ( chissà quale -.- ) ed un attore al suo interno mi ricordasse tremendamente Ivan, citando dal primo capitolo [ Windmore ]:

" Aveva i capelli corvini e gli occhi dello stesso celeste chiaro della sacca che reggeva, la faccia era pervasa da un ghigno di sfida. "

A mio avviso è davvero azzeccato, l'attore è Ramsay B... emh volevo dire Iwan Rheon ;).

Cosa ne pensate? Vi sembra sufficientemente st****o? Ditemi, ditemi! Qualora la mia scelta non vi soddisfi proponete un sostituto con un commento o votatene uno già proposto da altri. Al raggiungimento di una maggioranza il prestavolto verrà modificato. Ma ribadisco... Iwan è perfetto, anche il nome lo ricorda!!! xD

Credo per ora sia tutto. Ciauz ;)

2Xplus3Y

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