[ Al buio pt.2 ]

Rowan aveva davvero intenzione di battersi con lei usando tutte le sue capacità? Tutto questo le sembrava così folle da essere perfettamente plausibile. Non sapeva davvero da dove cominciare, non sapeva cosa fare, quindi decise semplicemente di scagliarglisi contro senza nessun preavviso. Il giovane la schivò con facilità per poi assestarle un colpo diretto dietro la schiena che la fece cadere a terra. Il pavimento era cosi duro da farle vibrare le ossa. Dyra non riusciva a credere che la avesse davvero colpita con quella potenza.

<< Non ha senso scagliarsi frontalmente contro un nemico più forte di te. Con quella foga poi... Ricordati che l'ira non ti porterà a concludere nulla. La strategia, la tenacia e la precisione sono la chiave. >>

L'ira non ti porterà a concludere nulla si ripeteva Dyra in testa mentre cercava di rimettersi in piedi.

Eppure in quel momento l'ira era l'unica cosa che riusciva a provare. Non fece in tempo a pianificare nulla che un colpo secco alle gambe la fece cadere sulle ginocchia. Rowan con un gesto rapido le poggiò un indice sulla fronte aggiungendo:

<< Se questo fosse stato un pugno Dyra saresti svenuta ed io avrei avuto tutto il tempo di ucciderti, cerca di imparare e non farti sorprendere più in questo modo. Pensa alla svelta e non indugiare. La prossima volta non mi fermerò. >>

<< Che dire, per fortuna che tu lo abbia fatto questa volta. >> la voce le uscì così affannata da darle quasi fastidio. Prima che Rowan potesse aggiungere nulla la ragazza saltò in avanti mirando in scivolata alle gambe del ragazzo. Per un attimo credette che lo avrebbe colpito, poi esattamente un secondo prima che gli fosse addosso Rowan si elevò in salto scavalcandola. La sensazione di pericolo non fece in tempo ad arrivarle al cervello che un nuovo colpo, ancora più forte del primo, la raggiunse nuovamente alla schiena. Dyra ricadde in avanti ma questa volta atterrò sulla spalla. Magnifico, non esisteva più nessuna parte del corpo che non le facesse male da impazzare. La ragazza se ne rimaneva raggomitolata sul pavimento cercando di attenuare il dolore che le stava infiammando tutta la parte sinistra del corpo. Mentre si rotolava su se stessa malediceva il momento in cui aveva accettato di diventare una cacciatrice, che poi, con sua grande sorpresa, ricordò essere stato poco più di ventiquattro ore prima.

Non riusciva a capire come potesse Rowan farle questo, come potesse colpirla con tanta forza malgrado sapesse quanto fosse stanca. Non riusciva più rialzarsi, era praticamente stremata e peggio di ogni cosa non era mai riuscita neanche a sfiorarlo.

Il ragazzo la guardava a terra con l'aria di chi non si aspettava un fiasco del genere, probabilmente non stava usando neanche la metà delle sue abilità ma quel poco che stava usando era comunque sufficiente a sfinirla. Il pensiero la fece infuriare ancora di più.

<< Dyra così non va bene, devi impegnarti di più o non andremo da nessuna parte, devi studiare il mio comportamento, devi usare al meglio i tuoi punti di forza. >>

Usare al meglio i suoi punti di forza, era questo che voleva Rowan ed era proprio questo avrebbe ottenuto. Con le ultime energie Dyra riuscì a rimettersi in piedi seppure barcollando vistosamente.

<< Bene, ma non serve a nulla rialzarsi se si ha intenzione di rifinire a terra prima di trenta secondi. Se vuoi per oggi possiamo smettere. >> La sminuì lui.

<< Oh no, non ora. >> la voce della ragazza era impastata di rancore.

Quando Rowan la vide per la seconda volta scagliarsi frontalmente contro di lui sbuffò in segno di disapprovazione. Era come se Dyra si rifiutasse di ascoltare i consigli che le stava dando.

Invece poi, nel silenzio della stanza turbato solo dai suoi passi veloci, accadde qualcosa che il giovane non aveva previsto. La ragazza a solo qualche metro da lui cambiò completamente traiettoria scattando con un balzo verso destra. Il dolore che si procurò alla gamba con quel repentino cambio di direzione fu lancinante. Rowan istintivamente si mise in una posizione di guardia mentre lei si scagliava contro gli scuri dell'unica finestra rimasta aperta per poi chiuderli rapidamente.

Ogni cosa piombò in buio quasi assoluto.

Dyra chiuse per qualche secondo gli occhi, riaprendoli notò che Rowan si era spostato dalla sua posizione forse nel tentativo di non essere intercettato, ora lo vedeva girarsi intorno alla ricerca di un qualcosa che non sapeva neanche identificare. Vide il suo ex-tutore perdersi nell'oscurità allo stesso modo in cui Ivan vi ci si era perso nel bosco. All'iniziò provò pena per quella persona che aveva deciso di sacrificare la sua carriera per dare a lei la possibilità di essere qualcosa di più di una normale alchimista, poi, il ricordo del dolore provato alla spalla le fece tornare alla mente con quanta forza fosse stata colpita dallo stesso ragazzo che ora stava annaspando nel buio. Fu a quel punto che senza neanche accorgersene il suo pugno si scontrò violento contro il torace di lui che, in un gemito di dolore, balzò all'indietro. Invano lui cercò di spostarsi nella palestra, un altro pugno lo raggiunse e poi un altro ancora. Non c'era luogo in quella sala abbastanza scuro perché Dyra non potesse vederlo. Il respiro di Rowan divenne mano a mano sempre più affannato al punto che la ragazza decise che quello strazio fosse durato fin troppo, con un colpo secco alle gambe lo costrinse in ginocchio proprio come poco prima aveva fatto lui e poi con l'indice puntato sulla sua fronte gli restituì quella cortesia che prima gli aveva mosso.

<< Se questo fosse stato un pugno ora tu saresti svenuto. >>

Rowan se ne rimaneva immobile e muto come fosse paralizzato. Non accennò a dare segni di vita fino a quando la ragazza riaprì gli scuri che precedentemente aveva chiuso, solo a quel punto il tutore mosse il suo sguardo su di lei.

<< Come... Come ci sei riuscita? Come facevi a sapere esattamente dove mi trovavo? >> Era la prima volta che lo sentiva balbettare.

<< Lo sapevo semplicemente perché ti vedevo Rowan. >>

<< Non è possibile, non filtrava luce dalle finestre, eravamo completamente avvolti nell'oscurità. Dimmi come facevi. >>

<< Te l'ho detto. Ti vedevo. Io sono scresciuta nella periferia di Windmore, lì viviamo alla giornata e capita spesso che io vada di notte in una radura non troppo lontana da casa a piazzare alcune trappole per catturare qualche lepre. So che tutto questo non è permesso dagli Stati ma conosco molto bene anche il rumore di uno stomaco che ha fame e per questo so valutare quando vale la pena correre il rischio. Procedo quasi sempre al buio per evitare di essere vista, penso sia per questo che, con il passare degli anni, i miei occhi si sono abituati ad adeguarsi all'oscurità prima e con migliori risultati rispetto agli occhi delle altre persone. So cosa stai pensando ora, che tutto questo sia stato molto scorretto da parte mia, ed è vero, me ne scuso. Ma ero così esausta e tu non la smettevi di colpirmi che... >>

<< Io penso che tutto questo sia meraviglioso. >> La interruppe lui.

<< Meraviglioso? >>

<< Si proprio così, meraviglioso. Penso sia la cosa migliore che potesse capitarci. Si è vero non sei ancora eccellente nel combattimento ma alla luce delle recenti scoperte mi sento di poter dire che ce la faremo. Insieme potremmo farcela. >> Rowan la fissava in un modo che la fece arrossire costringendola ad abbassare lo sguardo sul pavimento. Aspettava che anche lei dicesse qualcosa ma quando questo non accadde fu nuovamente lui a parlare.

<< Bene, come dicevo prima che tu facessi del mio torace la tua sacca personale, per oggi può bastare. E' quasi ora di cena. Dovrai affrettarti. Ci vedremo nuovamente qui domani pomeriggio. >> Concluse mentre si rialzava senza nascondere il dolore che i pugni della ragazza gli avevano provocato. Aspettò che Dyra abbandonasse la palestra per poi uscirne a sua volta.

Dyra si trascinò fino alla mensa dove prese posto in uno dei tavoli rimasti vuoti, alcune ragazze la stavano fissando ma non le interessava, non doveva avere un bell'aspetto e non si sentiva in dovere di averlo. Senza che lei se ne accorgesse Laila sgusciò via dal suo tavolo per raggiungerla e finire il pasto con lei.

<< Ehi ciao Dyra, allora come è andato il tuo primo giorno da rappresentate? >> Domandò Laila con un sorriso radioso.

<< Bene grazie, ed il tuo? >>

<< A meraviglia, le lezioni sono entusiasmanti, le dispense di erbe medicinali pressoché infinite, anche l'insegnante non mi pare affatto male. Ma tu sei sicura di stare bene? Ti vedo un po' assente. >> Il tono eccessivamente entusiasta di Laila la infastidì.

<< Tranquilla va tutto bene, sono solo un po' stanca. >> Si limitò a rispondere.

<< Capisco, è perfettamente comprensibile, chissà che fatica avrai dovuto fare oggi. Senti dopo cena ti va di chiacchierare un po' sotto i portici, dicono che la neve non durerà ancora per molto e questo mi sembra un buon modo per salutarla. Non ci staremo molto, giusto il tempo di rilassarci un attimo. >>

<< Non credo sia una buona idea Laila, come ti ho detto sono molto stanca vorrei solo andare a riposare, perdonami. >> Laila la fissò con gli occhi di chi si aspettava una risposta diversa, poi, senza far trasparire la sua delusione, continuò.

<< Va bene, non fa niente. Se vuoi ti lascio mangiare in pace che non sembri molto gradire compagnia questa sera. >>

<< Si forse è meglio. Sono sicura che dopo una bella dormita tornerò più pimpante di prima. >> Questa volta l'espressione di Laila era del tutto incredula. Dyra le aveva davvero chiesto di rimanere da sola. Ricomponendosi sollevò dal tavolo il suo vassoio e salutando l'amica riprese il posto al tavolo che aveva lasciato poco prima.

Dyra non riusciva a credere di averle davvero detto quelle cose. Il suo comportamento era stato imperdonabile, del tutto sconsiderato ed offensivo nei riguardi dell'unica persona in quel posto alla quale importasse qualcosa di lei. Avrebbe voluto scusarsi, cercare un modo per farsi perdonare ma le forze le venivano meno quindi decise di raggiungere la sua stanza il prima possibile dove, senza neanche sfilarsi la divisa di dosso, crollò sul letto sprofondando all'instante in un sonno senza sogni.

Il giorno seguente la trovò ancora più indolenzita della sera prima. Era in ritardo ma almeno non avrebbe dovuto perdere tempo per infilarsi la divisa visto che non indossava altro da ormai ventiquattro ore. Pensò di farsi una rapida doccia ma l'idea che in meno di trenta minuti sarebbe stata completamente sudata per gli sforzi dovuti all'allenamento la fece desistere.

Anche quella mattina, malgrado l'avesse di certo riconosciuta, la guardia all'entrata del Quinto palazzo le chiese di porgergli l'avambraccio allo scopo di mostrargli la matricola.

Neanche aveva preso posto in aula che Chort già tuonava rimproveri e lamentele, di tanto in tanto la vena che gli correva sul collo sotto le fasciature iniziava a pulsargli per la foga. Quel modo inutile di sbraitare le dava la nausea. Improvvisamente, anche influenzata dalle rivelazioni che le aveva fatto Rowan il giorno prima, non vedeva in quell'uomo nulla di buono. Le cose non migliorarono quando l'istruttore iniziò a ringhiare alla classe di sbrigarsi con gli esercizi che aveva assegnato, sempre più folli, sempre più estenuanti. L'unico momento in cui Dyra fu contenta di sentire la sua voce fu quando, dopo la pausa per il pranzo, l'istruttore iniziò a spiegare alla classe le varie tipologie di archi e balestre tra le quali avrebbero potuto scegliere. Nessuno si aspettava una diversificazione così ampia, c'erano archi da lungo raggio, medio o breve, archi di precisione o da perforamento, archi con possibilità di lancio multiplo o sequenziale, archi elastici o semirigidi, archi di tutte le dimensioni e via dicendo. Per qualche secondo l'intera classe rimase estasiata alle parole esplicative di Chort dimenticando quella sensazione di disprezzo che ormai più o meno tutti avevano iniziato a provare nei suoi confronti. Finita la sua spiegazione concesse ad ogni matricola trenta minuti per la scelta della propria arma. Contrariamente a quanto accaduto in mattinata Chort si comportava in maniera stranamente pacata in quel pomeriggio, quasi equilibrata. Nessun grido, nessuna frase di scherno nei confronti dei ragazzi, nessun rimprovero, probabilmente considerava il moneto della scelta della propria arma una sorta di rito sacro e per questo lo rispettava. Dyra aveva memorizzato tutte le nozioni date ed ora non sapeva cosa scegliere, come tutti in quell'aula avrebbe voluto un consiglio che non avrebbe avuto. Non sapeva se avrebbe avuto la possibilità di modificare la sua scelta nei giorni seguenti o se, come in passato, avrebbe dovuto portarla fino alla fine. Non aveva certamente intenzione di chiederlo a Chort, non lei che doveva fare di tutto per dimostrarsi più sicura degli altri né tanto meno poteva convincere qualcuno a farlo al posto suo, da quando era in quell'aula nessuno le aveva ancora rivolto la parola, nessuno l'aveva neanche degnata di uno sguardo fatta eccezione per Ivan che ogni tanto si divertiva a lanciarle qualche occhiataccia. Continuò dunque a girare impazientemente davanti agli scaffali esaminando attentamente ogni arco che vi fosse custodito. Le varie ipotesi le turbinavano nella testa, cercava di capire quale fosse la scelta più adatta al suo fisico.

Il tempo scorreva ed i suoi dubbi non facevano che aumentare fino a quando non lo vide, appoggiato su uno degli ultimi scaffali della sala l'aspettava l'arco che, dal primo secondo, capì l'avrebbe accompagnata per molto tempo. A colpirla non furono le caratteristiche strutturali o le potenzialità che per altro neanche conosceva ma la sua forma, la sua forma le ricordava la periferia, la madre, la sua vita. Senza dubbio se la sua vita avesse avuto una forma sarebbe stata quella ed è per questo che quando lo afferrò non si mise a valutarne la durezza ma istintivamente lo tese come per scoccare una freccia immaginaria.

Una volta che tutti ebbero scelto la propria arma, l'insegnate chiese a tutte le matricole di lasciare il proprio arco o la propria balestra su un tavolo con accanto scritta la propria matricola. Gli addetti, poco dopo il termine della lezione, avrebbero iniziato ad incidere ogni matricola sul rispettivo strumento. Dyra fu contenta di apprendere la notizia, quell'arco era ormai esclusivamente il suo e a lei quell'arco piaceva immensamente. Scrisse le sue sette cifre su un foglietto e poi lo appoggiò sopra al tavolo accanto all'arma aspettando che l'istruttore li congedasse. Non dovette attendere molto, giusto il tempo che tutti assicurassero la propria matricola allo strumento al quale era destinata. Appena fu libera si precipitò in strada dirigendosi a grandi passi verso il Tredicesimo edificio, era euforica, stranamente sovraeccitata. I muscoli di tutto il corpo le facevano meno male del giorno precedente tranne per la spalla che ancora non sembrava volerne sapere di sanarsi. Quando arrivò nella palestra Rowan non c'era ancora allora si mise ad aspettarlo seduta sotto l'unica finestra rimasta aperta dal giorno prima. Dopo qualche minuto d'attesa la serratura venne fatta scattare dall'esterno.

<< Salve Rowan. >> Salutò Dyra.

<< Ciao Dyra, hai fatto presto oggi. >>

<< Si, la lezione è finita prima del previsto, questo pomeriggio abbiamo dovuto solamente scegliere la nostra arma. Ho trovato un buon arco. >> Rowan la guardava perplesso.

<< Già vi ha fatto scegliere la vostra arma? Quel vecchio è un idiota. >> Borbottò tra sé e sé per poi continuare.

<< E cosa hai scelto? Un arco da penetrazione o da muro? A colpo multiplo o sequenziale? A lungo o corto raggio? >> Rowan sembrò infervorirsi molto sull'argomento.

<< Non lo so Rowan, ho scelto un arco di cui mi piacesse la forma. >> Replicò lei sapendo che la sua risposta avrebbe provocato sgomento nell'animo del giovane.

Rapidamente l'espressione di Rowan cambiò da incuriosita ad incredula, la bocca semiaperta faceva da cornice ad una smorfia che non necessitava di ulteriori esplicazioni al punto che Dyra nel vederla si fece scappare una sonora risata.

<< Che facciamo iniziamo? >>

<< D'accordo ma oggi quella finestra deve rimanere aperta, o non imparerai nulla. >>

<< È giusto, tu cerca solo di non farmi troppo male o domani non riuscirò ad allenarmi con Chort. Per la cronaca il dolore alla spalla non vuole saperne di passare. >> Lui annuì e senza aspettare neanche un secondo iniziò a correre velocemente verso di lei. Dyra fece un respiro profondo vedendolo arrivare, rimase immobile fino a quando le fu quasi addosso, poi facendo perno sulla gamba sinistra lo schivò cercando di assestargli un colpo alla schiena ma mancò il bersaglio. Più rapido di lei Rowan girò su se stesso scivolando sul pavimento e dandosi una spinta sia con le braccia sia con le gambe puntò nuovamente la ragazza. Questa volta Dyra ebbe appena il tempo di vederlo arrivare per scattare di lato. Sentì lo spostamento d'aria causato dalla rapidità di lui agitarle i capelli. Quando Rowan realizzò di essere stato schivato nuovamente una strana furia comparve nel suo sguardo alimentata da un'umiliazione che non pensava di poter provare. Non ripartì subito ma indugiò qualche secondo guardando Dyra come non guardava più nessuno da tempo. Quello sguardo pietrificò la ragazza, quello sguardo era quello di un folle, fu per questo che quando il ragazzo ripartì lei non provò neanche a schivarlo. Ogni parte del suo corpo era di pietra. Rowan la afferrò all'altezza del bacino placcandola a terra. Il peso di lui su di lei e la costrizione che i suoi muscoli le esercitavano sulle sue braccia le fecero tornare in mente l'uomo che quella notte l'aggredì lungo il sentiero che portava alla radura. La violenza della morsa dell'aggressore non era molto diversa da quella di Rowan, un brivido di paura le percorse tutto il corpo facendola contorcere in uno spasmo disperato. Lui la vide raggomitolarsi sotto il suo peso senza mollare la presa sulle braccia di lei, era come se non avesse dato alcuna importanza a quella reazione disperata che il corpo di Dyra gli aveva lanciato. Fu proprio quando Dyra capì che lui non si sarebbe fermato, nello stesso modo in cui non si era fermato l'uomo che Ivan aveva ingaggiato per violentarla, che i suoi occhi si sgranarono posseduti dal terrore. In quel momento la notte calò nella stanza, malgrado la finestra fosse rimasta aperta per Dyra il buio fu ovunque intorno e dentro lei. Nell'oscurità le sue labbra si schiusero nell'unica parola che fu capace di scapparle dall'anima. " Aiuto" .

Fu il suono di quella disperata richiesta e gli occhi di lei fissi nel soffitto a dare a Rowan la consapevolezza di quello che stava facendo. Come sorpreso dalla sua stessa foga mollò rapido i polsi di lei e rotolò di lato accasciandosi ansimante sullo stesso freddo pavimento sul quale, per alcuni secondi, rimase impotente lei.

Poi, senza fare rumore, Dyra si ricompose e lentamente si alzò per avviarsi verso la porta. Quando fu quasi a metà della stanza, ancora seduto per terra Rowan gridò.

<< Ti prego non andare. Scusami non so davvero cosa mi sia preso. È solo che...che... Ti prego perdonami. >> Dyra arrestò i suoi passi per qualche secondo. Non si voltò né disse nulla, lasciò solo che lui la vedesse lì, di spalle ed immobile nel centro della stanza perché potesse capire quello che era appena accaduto. Appena si sentì pronta ricominciò a camminare verso l'uscita fino ad oltrepassarla, senza guardarsi indietro, mai.

Nel vederla lì, con quella divisa, con quella determinazione Rowan poteva pensare Dyra fosse invincibile, poteva pensare lei non provasse dolore ma sarebbe bastato guardarla negli occhi in quel preciso istante per far crollare tutte le opinioni a riguardo.

Era così, in quell'istante attraverso gli occhi di lei si riusciva a vedere l'anima e malgrado il volto rimanesse impassibile l'anima stava sanguinando, stava sanguinando dappertutto.


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[ Spazio autore ]

Questa volta sarò breve (perché ho sonno) :).

Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto anche perché per la prima volta abbiamo visto un lato di Rowan che non conoscevamo!

Per quanto riguarda la storia dei prestavolto ho deciso di aspettare ancora un capitolo prima di contare i vostri voti perché, almeno di recente, l'opinione si è leggermente divisa. Trovo che tutte le motivazioni che sono state date sia per i "SI" che per i "NO" siano estremamente valide e concrete anche per questo ho pensato fosse giusto darvi un po' più di tempo. Va detto che per il momento stanno vincendo i "SI" quindi se la pensate diversamente e non lo avete ancora fatto vi invito ad andare a votare a riguardo nel capitolo precedente [ Al buio pt.1 ].

Più in generale invito chiunque non lo abbia ancora fatto a votare, il tempo stringe e servono voti!!!! :S. Qualora a vincere siano i "si" già nel prossimo capito si voterà per il primo prestavolto e questo sarà quello di Dyra. Quindi meditate gente :P

Credo sia tutto. Stay strong e al prossimo capitolo :P

2Xplus3Y


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