Telenovelas
TELENOVELAS
(Hank & Connor)
•••
Da quando Connor si è trasferito in pianta stabile a casa di Hank, ha scoperto un sacco di cose riguardo alle sue abitudini. Ha scoperto, per esempio, che pur sembrando un tipo trasandato, in verità lava tutti i panni prima che si accumulino, perché odia vedere la roba accatastata – lo aveva notato anche la prima volta che era entrato lì, vedendo che l'armadio era comunque in ordine, malgrado la cucina invece fosse uno schifo.
Ha scoperto, poi, che fa il bagno a Sumo almeno una volta alla settimana, nella grande vasca del bagno e che, questo, gli porta via metà della sua giornata libera.
Ha scoperto che anche se ordina quasi sempre d'asporto, Hank sa fare dei dolci buonissimi – gli ha detto che sua mamma gli ha insegnato a farli quando era piccolo, e Connor ha sentito un calore dentro quando glielo ha raccontato. Ha scoperto pure che Hank non usa androidi per le pulizie, non ne ha mai voluti, e non solo perché li odia – li odiava, almeno prima del suo arrivo, ma perché incentiva il lavoro per le persone in carne e ossa, così una volta alla settimana la signora Carla si reca lì e pulisce la casa; si limita solo a quello, Hank non vuole che tocchi le sue cose e le sposti. Tra cui, a volte, anche le sue armi che usa per il lavoro.
Connor ama girarsi intorno per cercare nuovi dettagli che compongono quella casa e, più nello specifico, adora soffermarsi sul salotto. Pur essendo molto grande, non ha un arredamento esagerato: ha un divano di pelle grigia al centro, un bel televisore dove Hank ci guarda le partite e un tavolino di vetro dove appoggiare cibi e bevande quando non vuole sedersi a tavola e stare più comodo. Il che succede praticamente tutte le sere.
Il tenente è seduto lì, ora, e sta facendo zapping alla tv. Connor ha appena finito di fare le coccole a Sumo che, improvvisamente, si è addormentato mentre gli grattava un punto esatto dietro l'orecchio, che pare piacergli molto. Ora è disteso sul pavimento con le zampe di lato e russa tanto quanto il suo padrone di notte. Fortuna che lui non dorme, la notte, ma la dedica alla lettura di libri (per lo più quelli che Hank gli ha consigliato) e la preparazione dei casi, quando ne hanno uno in corso. Così che l'altro si ritrovi sempre tutto scritto, e pronto per essere consultato.
Ormai Connor è diventato a tutti gli effetti il suo assistente personale, e anche se Hank finge che non sia così e che in realtà gli sia solo di peso e un rompiscatole, un ammasso di ferraglia e chip ma... lo sa benissimo che, se gli permette di rimanere lì a vivere, un po' come se fosse un figlio da crescere, è perché gli vuole bene.
Si avvicina a Hank, che ora si è fermato su un canale di Detroit, uno di quelli locali che non si vedono altrove a meno di usare dei satelliti ma... in effetti, a chi mai importerebbe di guardare quella roba?
Si siede accanto a lui, ormai totalmente conscio di aver finito le sue mansioni (ragione ancora troppo come un androide, per compartimenti stagni. Ogni compito ha la sua funzione e va eseguita in ordine, finendo prima l'altra), e può finalmente riposare, anche se non ne ha bisogno. Solo che Connor a volte la sente, la stanchezza. Non quella del corpo, perché non può, a meno di un errore di sistema o di un danno ai circuiti, non può spegnersi né perdere energia, ma a forza di stare vicino agli esseri umani, Connor ha cominciato a prendere le loro abitudini, specie quelle di Hank. A volte gli viene quasi voglia di assaggiare le sue birre o di mangiare i suoi manicaretti, ma non può e allora gli fa compagnia a tavola e, purtroppo, può solo sentire gli odori, che sono sempre allettanti e buoni..
Ha così preso quasi le sembianze di un umano che, quando si siede, lo fa con un «Oplà» che strappa un sorriso a Hank, ma che cerca di nascondere dietro un sorso di birra.
«Che guardi?», chiede Connor, e l'altro quasi si strozza con la birra quando si rende conto che si è fermato a guardare una telenovela vecchia di almeno vent'anni e sembra essere molto interessato.
«Niente, di solito non c'è molto a quest'ora, così mi sono fermato qua.»
«Puoi sempre mettere un film.»
«No, non mi va», risponde Hank, mentre non scolla gli occhi dal televisore e si ammutolisce, alzando pure il volume per ascoltare meglio. Sullo schermo ci sono immagini di qualità pessima, con gente vestita in modo che Connor non ha mai visto in vita sua ma che devono essere da qualche parte nella sua memoria interna. Così a fondo, però, che non riesce a trovarle.
Una donna dichiara il suo amore a un uomo che, però, la scansa via con un gesto teatrale fin troppo melodrammatico e lei, infelice, si getta a terra e lo prega di non andare via.
«Perché lui se ne va?», domanda.
«Boh, non lo so... forse... forse lei non è sua moglie ma l'amante, e lui ha scelto di lasciarla e restare con la consorte.»
«E perché non se ne va e basta, invece di fare tutto questo dramma?», chiede, giustamente – almeno a lui sembra giusto così e Hank, con una faccia indefinibile, gli lancia un'occhiata di lato che lo confonde di più.
«Altrimenti la serie sarebbe già finita da un pezzo.»
«Secondo me non è lei l'amante.»
«Ti dico che è lei», risponde Hank, con decisione, prima di dare un altro sorso alla sua birra.
«E tu come fai a saperlo? Guardi questa roba?»
Il silenzio che scende è più imbarazzante di quello che cala quando Gavin dice una delle sue cattiverie e nessuno ride o lo sprona a fare di più e resta solo come un idiota a sperare che qualcuno gli dia corda. Hank fissa il televisore, visibilmente in difficoltà, ma non sembra propenso a rispondere a quella domanda che, Connor pensa, sia scomoda.
«Guardi questa roba?», ripete, con la voce un po' più squillante, e Hank gli fa cenno di scansarsi, siccome si è avvicinato troppo a lui con la faccia stupita.
«Ogni tanto! Non c'è mai un cazzo su questi canali. Ce ne sono duecentomila e nessuno che proponga mai qualcosa di interessante. Mi è capitato di vedere 'sta roba e alla fine mi ha preso. Ora, in completo disinteresse, la sto seguendo, ma questo non significa che mi piaccia»
«Però ti appassiona. Sai tutto! Fingi di non sapere ma sai la storia. Te la sei cercata tu internet?», chiese Connor, perché dai suoi calcoli, stanno guardando la puntata duemilatrecento e non ci crede che Hank abbia iniziato a vedere quella roba sin dal primo episodio.
«Giusto per capire il contesto», risponde, burbero, cercando di nascondere l'imbarazzo che lo sta pervadendo. Connor nota che è quasi arrossito, ma non glielo farà notare.
«Beh, visto che sto guardando anche io raccontami un po' la trama», gli dice, e Hank non sembra proprio nelle condizioni di farlo, siccome è così preso dalla visione che non stacca gli occhi un attimo dal televisore.
Sospira. «Non hai da fare quelle tue cose per i casi? Le mappe... concettuose, o come le chiami tu?»
«Concettuali. No, ho finito tutto, sono senza nulla da fare e mi piace stare qui a guardare la tv con te. A te non va?, Se vuoi vado di là, ma Sumo si è addormentato, non posso coccolarlo.» Risponde con una raffica di parole, e Hank alza gli occhi al cielo, continuando a cercare di seguire la trama, e Connor lo sa, ma vuole anche sapere di cosa parla quella roba e perché lo ha preso tanto.
«Okay, d'accordo! Questo tizio è un ricco industriale che viaggia per il mondo. Si ritrova in Brasile per firmare un trattato ma gli fanno un'imboscata e lo rapiscono. Il capo mafioso che lo ha preso ha una figlia», indica il televisore, quando inquadrano la ragazza ancora a terra, in lacrime, «Lei. Il capo mafia decide di entrare in società losche con il protagonista, lui e lei si innamorano, ma lui ha una moglie e un figlio che lo aspettano a Santo Domingo. Riceve una lettera dove gli dicono che la moglie sta morendo, e lui si vuole precipitare a casa per riscattare una somma di denaro, perché la moglie ha ereditato un sacco di soldi dal padre petroliere. Insomma, si vuole sbarazzare dell'amante per poter mettere mano ai soldi, ma lei non glielo sta permettendo.»
«Tutto questo in più di duemila puntate?», chiede Connor, stupito, e Hank gli lancia un'occhiata veloce, poi alza le spalle.
«Ti ho fatto proprio un riassunto. Se ti interessa te la scarichi da internet e te la guardi quando noi persone vere dormiamo, Connor. Se la mia spiegazione non ti ha soddisfatto, peggio per te.»
«No, no, mi ha soddisfatto, ma ci sono film che in meno di due ore raccontano molto di più.»
«Ho tralasciato gli intrecci e ora, per l'amor di dio, lasciami guardare questa benedetta puntata!», urla Hank, ed è diventato tutto rosso in viso.
Da quando Connor vive lì è diventato più tollerante nei confronti delle sue domande stupide, o almeno così le ha definite il tenente, ma a volte non riesce proprio a tenere a freno quel caratteraccio che si ritrova. Non rimane male ma gli viene da sorridere all'idea che, a parte tutta la vita incasinata che conduce, Hank abbia trovato qualcosa che gli interessa così tanto da non riuscire a tollerare nemmeno le sue cavolate. È così concentrato che vorrebbe fargli una foto e appenderla alla lavagna di sughero che sta in cucina, dove da qualche tempo, a parte le foto di Sumo, Hank ha attaccato anche quelle dove sono insieme, alla fine dei casi o durante qualche passeggiata fuori – alcune con la neve, altre con il sole. Ce ne sono così tante, ormai, che Connor può definirsi davvero parte della famiglia e, a dirla tutta, questo lo rende estremamente felice.
«Ti faccio una proposta, tenente», dice, improvvisamente, e Hank pare improvvisamente incuriosito, anche se non gli dà quella soddisfazione, siccome non lo guarda direttamente ma solo con una mezza occhiata.
«Che vuoi? Se me la dici poi mi prometti che stai zitto e mi lasci guardare?», chiede, e Connor ride. Non può farne a meno. Lo diverte, quel comportamento, ed è uno dei motivi per cui vivere con Hank è così stimolante. Lo fa sentire sempre così dannatamente umano. L'affetto che mette anche in quelle piccole frasi dette con durezza, lo sente tutto, anche se non potrebbe. Anche se i sentimenti sono cose nuove, e l'empatia è così forte in lui che a volte lo fa anche piangere.
«Ho appena trovato su un sito di roba vintage i file digitali di tutta la serie. Se mi dai il permesso di comprarlo, possiamo cominciare a vederlo insieme, da domani sera, che ne dici?»
«Mh?» Hank ora sembra interessato. Sembra aver teso l'orecchio come fa Sumo quando sente la parola croccantini . Connor ridacchia e, avvicinandosi di più a lui, gli dice, in tono confidenziale:
«C'è un'offerta speciale, lo pagheresti davvero poco. Tipo tre dollari.»
Hank alza di più la testa e pure le sopracciglia, poi si volta a guardarlo e, con un mezzo sorriso scaltro, annuisce.
«Seh, perché no. Dopotutto ci vuole un po' di trash in questa vita, no?», risponde, e Connor sa che in verità è entusiasta all'idea di poter guardare la telenovela per intero, sin dal primo episodio. Sarà un viaggio lungo, lunghissimo, di chissà quante puntate, ma lo faranno insieme, ogni sera, dopo il lavoro. Seduti su quel divano che, finalmente, non ha posto solo per Hank e Sumo.
«Vado, allora!», esclama e Hank torna a guardare la tv, sorridendo divertito per quella sua proposta e Connor è felice di aver finalmente dato al tenente di Detroit un nuovo motivo per essere felice.
Anche una cosa stupida come vedere la tv spazzatura insieme.
FINE
NOTE AUTORE:
Ringraziate pure Lande di Fandom per questo delirio senza alcun senso XD
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top