Capitolo 2
Eravamo tutti sconvolti.
Continuavamo a chiederci perché avessero scelto proprio noi, perché avessero deciso di fare questo maledetto esperimento.
C'era un grande chiacchiericcio in quella stanza e, per la prima volta, la strana ragazza dietro di me parlò, facendo girare tutti verso di lei.
<< E io dovrò passare un anno intero in una casa con voi? Bella merda >> disse tranquillamente, alzandosi dal divano, oltrepassando tutti ed entrando dentro una porta.
Dopo essersene andata iniziarono a lamentarsi del suo comportamento.
<< Che caratterino!>> disse Harold.
<<Con quella sarà difficile convivere.>>borbottò una ragazza.
<<Che stronza.>>
Stranamente, non riuscii ad ascoltare quello che stavano dicendo alle sue spalle.
Infatti, subito dopo mi alzai e seguii la direzione della ragazza scontrosa.
Varcai la porta dalla quale era entrata pochi minuti prima e la trovai davanti a me, girata di schiena.
Davanti a lei c'era un tabellone e per terra delle valigie con scritto sopra dei nomi.
Dopo essersi accorta della mia presenza, si scostò e si appoggiò con le spalle al muro, lasciandomi guardare cosa fosse quel tabellone.
Era in legno, sopra c'era scritto: "Assegnazioni delle camere da letto", ed era organizzato con dei numeri in fila e accanto due nomi.
Cercai istintivamente il mio.
"340... Camila + Lauren"
Chi era Lauren?
Dopo qualche secondo arrivarono anche gli altri.
<< Ehi.>> esclamò un ragazzo, entrando << Cosa sono questi? >>
<< Le camere e la persona con cui la divideremo.>> spiegai.
<< Dove sono io... >> disse cercando il suo nome << 343... Ethan + Ally >>
<< Sei con me >> rispose una ragazza, la più bassa tra tutti.
Arrivò Harold, guardò il suo nome e rimase sconsolato.
<< Ovviamente io sono quello con la stanza singola. >> mugolò << Tra tutti e sette quello che è rimasto senza compagno sono io >>
Tutti a turno cercarono i loro nomi nel tabellone, e io aspettavo che la mia compagna di stanza si facesse avanti.
"Stanza 341 = Dylan + Normani
Stanza 342 = Harold
Stanza 343 = Ethan + Ally"
Non avevo ancora trovato la mia compagna di stanza.
Alla fine mi feci coraggio e parlai.
<< Chi è Lauren? >>
Tutti mi guardarono e rimasero in silenzio.
Il loro sguardo si spostò sulla figura dietro di me.
Mi girai e trovai la ragazza appoggiata al muro con le braccia incrociate.
<< Sono io Lauren.>> affermò, guardandomi negli occhi con sguardo fiero.
"Cazzo" pensai.
Calò il silenzio.
Sentii borbottare dietro di me dei "Poveraccia" o "Buona fortuna" o "Mi dispiace per lei".
Mi feci coraggio e annuii.
Mi avvicinai verso le valige, messe in fila sul muro dove era appoggiata Lauren.
La mia era proprio quella accanto a lei.
Mi chinai per prendere la valigia e non appena mi ritirai su, il suo volto era davanti al mio, a pochi centimetri di distanza.
Si era avvicinata a me mentre ero chinata per la valigia.
Il mio cuore perse un battito, ma cercai di ritornare in fretta con i piedi per terra.
Aumentai la presa sulla valigia con sopra il mio nome, uscii dalla stanza e iniziai a cercare le camere.
Gli altri seguirono il mio esempio, compresa Lauren, ovviamente per ultima.
Girovagai per la casa, fino a che non mi trovai davanti a una rampa di scale.
Salii e arrivai a un pianerottolo molto ampio con tante porte, una accanto all'altra.
Cercai quella con sopra il mio numero e, con grande sollievo, la trovai subito perché era la seconda a destra.
La aprii e trovai davanti a me un'enorme camera da letto.
La parete che dava all'esterno era completamente in vetro e affacciava sul giardino, come la cucina e la sala.
Lungo un lato, attaccato al muro, c'era un letto matrimoniale e lo stesso anche sul muro parallelo.
Il pavimento era parquet e le lenzuola del letto erano bianche come il colore delle pareti.
Lo schienale del letto era di un nero opaco, decisamente contrastante col resto della camera.
Oltre ai due letti matrimoniali, c'era un armadio di legno e un paio di cassetti con due lampade moderne.
Mentre guardavo ogni piccolo particolare della stanza, arrivò anche Lauren che, una volta entrata, si fiondò su uno dei due letti.
"Dio, come farò con lei?" pensai, cercando di non guardarla. "È la maleducazione fatta persona."
Presi la mia valigia e andai verso il mio letto, visto che la mia "coinquilina" aveva già scelto il suo senza prima chiedere.
La aprii e tirai fuori tutti i vestiti, che subito dopo misi dentro alla mia parte di armadio.
Io avevo la parte destra, lei la sinistra.
Mentre io sistemavo la mia parte di camera, lei stava sdraiata sul letto a guardare ogni mio singolo movimento.
Mi dava sui nervi.
Sentire i suoi occhi su di me, mi stava facendo impazzire.
<< Vuoi una foto? >> domandai alla fine, girandomi verso di lei, con aria di sfida. Lei continuò imperterrita a scrutarmi da capo a piedi.
<< Volentieri >> rispose seria.
Mi diede ancora di più sui nervi, perciò sbuffai e tornai a disfare la valigia, lasciando perdere.
Dopo aver messo apposto la mia roba, mi sdraiai sul letto, cercando di rilassarmi.
Guardai Lauren.
Mi guardò come dire: "Adesso tocca a me? Che palle"
Si alzò e iniziò a fare le stesse cose che avevo fatto io poco prima.
I ruoli si erano invertiti: lei svuotava la sua valigia, mentre io guardavo il suo corpo muoversi in giro per la stanza.
Aveva una silhouette mozzafiato.
Con la coda dell'occhio si accorse che la stavo guardando e sorrise maliziosamente.
<< Vuoi anche te una foto? >>
<< A differenza tua risponderò con un sincero no, grazie. >>
<< Non sei interessata? >> domandò.
<< Assolutamente no! >>
<< Allora scolla gli occhi dal mio culo, tesoro.>>
<< Non lo sto guardando. >>
Si girò verso di me per un attimo, guardandomi intensamente negli occhi, per poi riprendere quello che stava facendo.
Non ci credeva che io non le stessi guardando il culo.
Beh, sinceramente, mi cadde l'occhio più di una volta su quel bel culo.
Aveva un corpo così perfetto, si muoveva come una dea e provai una strana sensazione.
"Mi sto eccitando?" pensai, chiudendo gli occhi per non guardarla più. "No, no, no. Basta."
<< Qualcosa non va? >>
Riaprii gli occhi e trovai Lauren seduta sul bordo del mio letto, che mi fissava con la testa inclinata da un lato.
Il suo sguardo serio e neutro mi dava sui nervi in una maniera assurda.
Era fredda come un robot.
Non lasciava trasparire le emozioni che stava provando, se fosse sincera o mi stesse prendendo per il culo.
<< S-Sto bene..>> balbettai.
<< A me non sembra,sei agitata. >> mormorò con voce roca, avvicinandosi lentamente. << E sembri agitarti ogni secondo di più. >>
Cosa cazzo mi stava succedendo?
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