#3 La missione
Arrivo al castello verso le dieci di mattina mentre nel cortile interno molti artigiani stanno preparando le bancarelle che serviranno la sera stessa in occasione della festa dell'estate: c'è un aria di trepida attesa e un venticello frizzante agita le tende e le vesti dei lavoratori che approfittano di questa festa per far scoprire ai loro figli la vita di città e che mentre i loro genitori lavorano giocano a palla o a far rotolare il cerchio tra di loro o, per i più temerari, con figli di gente nobile, subito richiamati dai loro genitori troppo schizzinosi per accorgersi che a quell'età non esistono ranghi sociali; anche la mia infanzia ha avuto questi momenti di gioco e di spensieratezza, piccole pause felici in una vita di fatiche e di miseria, come una radura in una foresta che assapori mentre ci passi ma sai che finirà e che ritornerà la foresta dura e inospitale.
Passata la piazza principale mi dirigo attraverso uno stradone verso il castello di Ulrich dove spero mi aspetterà una missione e noto che la città non è cambiata per niente: quattro arterie principali che, partendo dalle mura, arrivano fino al castello e nel mezzo le case povere e le viuzze strette e maleodoranti della mia, e di molti altri ragazzi, gioventù, dove un pezzo di pane è considerata una ricchezza e dove per sopravvivere qualcuno deve morire... sono lontani quei giorni ma ogni tanto ci penso e un'ondata di rabbia e di sconforto assale il mio spirito prima di dissiparsi lentamente lasciando posto alla calma di questi anni.
Arrivato a palazzo le guardie non mi fermano più, hanno imparato a riconoscere questo abbigliamento e anzi, mi salutano cortesemente ridacchiando per chissà quale motivo mentre un loro collega apre le porte e mi lascia entrare nella sala delle udienze: questo salone imponente, costruito da Ulrich per permettere a ogni cittadino di parlare con lui, è una grande sala illuminata da grandi finestre laterali che dal pavimento salgono fino al soffitto alto circa trenta metri, decorato con scene di battaglie e vittorie del re mentre sul pavimento sono esposte armi e armature di tutti i generi e provenienti da diversi regni lontani.
Mi incammino verso il re e appena mi vede allontana il consigliere che gli stava parlando e si alza per venirmi ad abbracciare.
"Caro amico, da quanto tempo?"
"Fin troppo mio sire"
"Ti stavo giusto aspettando per una missione particolarmente delicata"
"Di che si tratta vostro onore?"
"Una missione che, se non portata a termine, potrebbe decretare la fine di questo regno"
"Mi dica di più"
"Seguimi, andiamo in un luogo più appropriato dove conoscerai tutti i dettagli e... i tuoi compagni di avventura!"
Come? Compagni? Ci manca solo qualche idiota che mi faccia rischiare la vita perché troppo indaffarato a lodarsi ed a elogiarsi! Non se ne parla, mi rifiuto, IO...
Entriamo nella stanza e... siamo seri?
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