Capitolo IV
"Ti consiglio di non prendere il taxi, costa molto. E poi é sera, meglio arrivare presto alla Stanford University" mi consiglia Caroline nel parcheggio dell'aereo porto di Stanford, California.
Dalla mia posizione riesco a vedere il tramonto, il cielo ha una meravigliosa sfumatura rosa carne, e le nuvole sembrano zucchero filato alla fragola.
Ci sono molte auto nel parcheggio, tutte diverse. Io non ho mai avuto un auto, nonostante abbia la patente. É come se ormai sapessi che ce l'avrei fatta ad arrivare fin qui e prendere una macchina sarebbe stato inutile.
Ancora non riesco a credere che la mio grande ed unico sogno si sia realizzato. Anche se, non sono potuta restare con Carmen e Nate. Ma come dice il proverbio: non si può avere sempre ciò che si vuole.
"E allora, cosa devo fare?" domando spostando lo sguardo dal parcheggio alla ragazza vicino a me.
"Ti accompagno io, dobbiamo andare entrambe alla Stanford, giusto?" risponde con tono ovvio e inizia a camminare per il parcheggio.
Vedo che caccia un mazzo di chiavi dal bagaglio a meno mentre inizia a gurdarsi intorno.
"Si, ma... - cerco di dire mentre le cammino dietro trascinando con pigrizia le borse- tu hai una macchina?" domando alla fine, senza un collegamento logico.
Dopo aver percorso, non so quanta strada di parcheggio, finalmente risponde alla mia domanda.
"Ovvio che ho un'auto. Ricordi? Io vivo in questa città e poi andiamo non sono una 16-enne!" esclama lasciando le sue borse a terra per premere il tasto su una delle chiavi.
Le luci ,di una macchina nera vicino alla ragazza, lampeggiano, per indicare la sua apertura.
"Metti tutto nel bagagliaio e non fare storie" mi ordina aprendo lo sportello del cofano.
Inizia a posizionare all'interno della macchina tutte le valigie in modo da poi richiudere lo sportello.
Faccio un respiro profondo, sentendo che il mio cuore sta iniziando a battere velocemente.
"Calma Avril stai per realizzare il tuo sogno, rilassati" dico a me stessa mentre cammino verso l'auto per salire dentro.
La macchina é molto personalizzata: il cruscotto é colmo di borchie dorate che si estendono per contornare il resto dell'auto.
La macchina é verniciata di un nero lucido, mentre i sedili sono in pelle nera e con righe verdi per decorare.
Lo sguardo mi cade su di una foto, poggiata vicino al cambio automatico.
Sulla foto vi é un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verde acqua, come i miei. Il ragazzo sembra molto felice, dato il suo largo sorriso bianco. Sullo sfondo vi é un bosco e il ragazzo sta indicando ciò che lo circonda.
"Bella foto" affermo passando lo sguardo dalla foto alla ragazza.
Chissà forse é un suo amico, o il suo ragazzo.
Devo ammettere che é molto carino, se é il suo fidanzato, Caroline ha un ottimo gusto.
"Grazie, lui é... Era il mio migliore amico. Lui e sua sorella erano come una famiglia per me. Ma, purtroppo..." racconta con un tono di malinconia. Spero di non aver toccato un tasto dolente.
Si può sapere perché non so farmi i fatti miei!?
"Lui é... É..." provo a dire con imbarazzo. Non voglio pronunciare quella parola. E se poi la rattristo ancora di più.
Provo a gesticolare sperando che capisca cosa intendo ma l'unica cosa che riesci a fare sono smorfie imbarazzanti.
"No! Certo che no. Beh come succede sempre ad ogni amicizia tra maschi e femmine, ci siamo innamorati. Ed ora, cara Avril, ti presento il mio ex: Justin Foster" dice con voce ironica, picchiettando le dita sul volante.
Decido di non continuare il discorso. Giro il capo verso il finestrino davanti a me, e osservo la strada che attraversiamo con la macchina.
Mi dispiace per Caroline, so cosa si prova con gli ex, ma lei sembra così forte e sicura...
Proprio il mio opposto a quanto pare.
"Ma sai qual'è la cosa divertente?- domanda con una risata amara, continuando a guardare la strada e per un istante mi accorgo che si é morsa il labbro inferiore- Lui é alla Stanford ed io ci sto andando proprio ora, solo per uno stramaledettissimo dovere" dice muovendo il capo velocemente e in piccoli movimenti. Dopodiché passa la lingua sotto i denti bianchi e luminosi.
Cavolo, Avril, perché hai la capacità di tirare fuori dal nulla questi discorsi?
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