Capitolo 6: The Letter

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So che sarai arrabbiata con me e lo capisco, lo giuro. 

Sto scrivendo questa lettera per poterti chiedere perdono e parlarti di alcune cose di cui vorrei veramente parlare. 

Mi sono ricordato quanto sognassi di ricevere una lettera, mi ricordo di quel pomeriggio a fare spese folli nella libreria, mi ricordo di quelle ore passate sotto il nostro albero a Central Park con te sulle mie gambe che leggevi il tuo libro preferito "Orgoglio e Pregiudizio" e che dicevi quanto adorassi la parte della lettera. 

Ricordo che non capì subito quello che volevi dire quel giorno, l'ho capito un po' di tempo dopo, ricordo la tua espressione sognante in quella libreria e il fatto che sei stata un paio di momenti di troppo all'entrata della libreria mentre annusavi icil profumo di quel luogo ripieno di pagine stampate e rilegate. Ricordo come, fulmineo, ti scattai una fotografia, la fotografia che ora è il mio sfondo in ogni cosa. 

Ma, ancora di più, ricordo la prima volta che ci siamo visti, quella volta, nel vicolo. Eri così bella seppur spaventata, quando ti dissi che era un piacere salvare una bella ragazza come te sei arrossita e sei diventata più rossa dei tuoi capelli. Ricordo la mattina dopo, ti incontrasti nuovamente sul bus per andare a scuola, eri completamente assorta nella tua musica, cioè, dalla musica che ti perforava i timpani da quanto era forte. Devo confessarti che sapevo già cosa stavi sentendo, penso abbiano sentito tutti la canzone sul bus, ma ho voluto attaccare bottone con te, per sapere come stavi, per farti avere una faccia amica nella nuova città in cui ti eri trasferita (ancora non sapevo che ti fossi trasferita in uno continente diverso). Ricordo lo schiaffo di Nadia e la tua riuscita a non farti sottomettere da lei, ricordo il tuo punto di rottura e il tuo primo duello con lei. 

Mi dispiace delle volte in cui ti ho trattata male o non in modo adeguato. Come questa volta, ma speravo di poterti tenere al sicuro, sapevo quanto ci stavi male e non volevo vederti soffrire di nuovo. Speravo di potermi battere con lui senza che tu lo venissi a sapere, speravo di poterti lasciare tranquilla facendoti dimenticare, con il tempo, di lui. Ho sbagliato, lo so. Ma c'è un motivo se l'ho fatto. Ora mi appresterò a spiegartelo, non temere.

Non so quale sia il momento preciso in cui mi sono innamorato di te, ma posso dirti quando è stato che l'ho ammesso a me stesso. L'ho ammesso a me stesso quando avevo creduto di averti persa, quando eri rinchiusa in quella stanza mentre quel pazzo maniaco ti stava succhiando via il sangue, quando stavo correndo per le infinite scale di quel maledetto castello non sapendo dove fossi e cosa ti stava facendo. Se non fossi stato disperato quanto lo sono stato, probabilmente, avrei pensato "Certo che alle scale piace proprio cambiare, eh!" perchè le scale erano tutte uguali e sembrava di salire sempre la stessa, dando l'impressione che si muovessero come in Harry Potter. Scusa, cercavo di smorzare la tensione e "l'imbarazzo" che mi ritrovo a esprimerti tutto questo, anche se scritto. 

La prima volta che ti vidi ammetto che pensai che fossi molto bella, eri misteriosa, con un accento mai sentito, così spaventata. La mattina dopo mi sorprese vederti sul bus, pensavo fossi piccola, ma mi incuriosivi e intrigavi, non riuscivo a starti lontano. Quando ho scoperto che eri più piccola di soli pochi mesi ero felice. E devo ammettere che ero geloso di qualunque ragazzo ti guardasse, nonostante non capissi il perchè. Quando tu e Steven cercavate di tenermi nascosta quella cosa ci sono rimasto malissimo, anche se, devo ammetterlo, qualcosa avevo sentito, ma non ero riuscito a collegare bene i fatti. Quando Hunter ti ha abbracciata per la colazione ero troppo geloso. 

Sì, bè, ero geloso di ogni ragazzo che ti guardasse, sfiorasse, ti parlasse o che respirava la tua stessa aria già da subito, senza accorgermene nemmeno. 

La prima volta che mi sono dichiarato, l'ho fatto in una maniera a me più famigliare e facile, c'era l'atmosfera, la musica, il CD regalo per mitigare l'imbarazzo, eravamo a casa mia, in territorio mio. Ora mi sto addentrando in un territorio a me sconosciuto: tramite una lettera, senza atmosfera, non in casa mia, insomma, non ci sarà nulla di famigliare a me, ma, a te, sì. So quanto ami leggere, quanto ami le lettere quindi ci provo. Non so cosa stia uscendo, sono in panico, ho paura di sbagliare e di non farmi capire. Quindi, ti prego, leggi e rileggi questa lettera finché non l'avrai capita completamente prima di fare ciò che ti chiederò di fare alla fine della lettera, va bene?

So che sei curiosa, quindi mi accingo ad avventurarmi in questa nuova avventura, in cui siamo presenti e protagonisti solo tu e io. 

Sono passati nove mesi da quando stiamo insieme e ogni mese che passa viene sostituito da uno migliore da passare insieme. Ogni mese che passa mi accorgo che tu sei sempre più radicata in me, sto iniziando a imprecare, anche, come fai tu tesoro. Sembra così strano sentirmelo dire, non è vero? Io che passavo intere giornate a prenderti, bonariamente, in giro per il strambo modo di imprecare. Se ci ripenso mi viene da ridere. 

Ricordi il giorno del test di Chiara? Eri lì, su quel palco, bellissima come solo una Dea sa esserlo, con quel vestito verde/blu petrolio, con un bellissimo corpetto tempestato di diamanti e che ti lasciava scoperte le gambe sul davanti. Quelle gambe! Quelle gambe meravigliose e che tutti i ragazzi e gli uomini presenti in quella sala hanno potuto ammirare. A pensarci mi sale un nervoso che non immagini!

Stavi dicendo, so che hai percorso la platea in cerca dei visi a te famigliari, è così, non è vero?

Mi hanno detto che quando hai notato che io mancavo ti si è dipinta sul viso un'espressione delusa e distrutta, mi dispiace non averti potuto "consolare" in quel momento, ma volevo farti una sorpresa, volevo farti capire che per te farei di tutto, a partire dall'imparare una lingua che a me era sconosciuta, ma che era la tua lingua madre. 

Ricordo la tua sorpresa quando ti sei voltata verso di me perchè avevi sentito la mia voce cantare il pezzo che stavi per cantare tu, creando un duetto tra noi due, ricordo com'eri impalata e pietrificata dalla sorpresa per il primo attimo. Ricordo quando sei volata da me senza nemmeno esserti cambiata. 

Spero di non averti annoiata, ma tutto questo mi serviva per introdurre e per creare una sottospecie di atmosfera (ricordati che io non so come si può fare scrivendo). 

Bene, ora, quando sarai riuscita a capire cosa contiene questa lettera, alza il viso e apri bene le orecchie tesoro mio. 

Tuo,

Jj








A/N:

Eccola qui!

La tanto agognata lettera di Jason! L'avevate capito, non è vero? Che ve ne pare? 

Voi ci avete capito qualcosa??

Che succederà dopo? Che cosa ne pensate??

Fatemi sapere!

Bacioni fulminosi a tutti! <3

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